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I versi delle mani | Video

di Marta Bellu e Laura Lucioli
con Agnese Banti

I versi delle mani | Video

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TIRED DON GIOVANNI

Con questo lavoro su Don Giovanni INGRATE intende continuare il processo di sperimentazione che ha come scopo una destrutturazione ed espansione dei repertori, delle forme classiche e della forma Opera in particolare, tentando di “disturbarle” e ricomprenderle profondamente, in un’ottica molteplice e contemporanea. In questo contesto i linguaggi artistici si combinano in nuove interpretazioni e il materiale di origine (formalmente e contenutisticamente) si espande in nuove forme ibride e ricomposte.

I video-appunti coreografici di Letizia Renzini, Marina Giovannini e Lucrezia Palandri guidano (non senza ironia e con solida visione intimamente femminista) il processo di ricomprensione dell’Opera “Don Giovanni” di Mozart-Da Ponte, cuore semantico del progetto TIRED DON GIOVANNI, realizzato da INGRATE ETS grazie al contributo del progetto Toscanaincontemporanea2022.

Il repertorio mozartiano cui si attinge, ricomposto live per questo primo step, è acusmatico, ovvero proviene d

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Con questo lavoro su Don Giovanni INGRATE intende continuare il processo di sperimentazione che ha come scopo una destrutturazione ed espansione dei repertori, delle forme classiche e della forma Opera in particolare, tentando di “disturbarle” e ricomprenderle profondamente, in un’ottica molteplice e contemporanea. In questo contesto i linguaggi artistici si combinano in nuove interpretazioni e il materiale di origine (formalmente e contenutisticamente) si espande in nuove forme ibride e ricomposte.

I video-appunti coreografici di Letizia Renzini, Marina Giovannini e Lucrezia Palandri guidano (non senza ironia e con solida visione intimamente femminista) il processo di ricomprensione dell’Opera “Don Giovanni” di Mozart-Da Ponte, cuore semantico del progetto TIRED DON GIOVANNI, realizzato da INGRATE ETS grazie al contributo del progetto Toscanaincontemporanea2022.

Il repertorio mozartiano cui si attinge, ricomposto live per questo primo step, è acusmatico, ovvero proviene da registrazioni storiche dell’Opera e viene in parte letteralmente sintetizzato e reso midi: un processo di astrazione e simbolizzazione realizzato in collaborazione con Lorenzo Brusci, processo che, in qualche modo, concorre a mettere in crisi quello che il tempo e le stratificazioni critiche hanno effettuato sull’opera e sul carattere del suo protagonista. Il Don Giovanni di Mozart Da Ponte è considerato – con pressoché unanime ed illustre ostinazione – il paladino e il custode dell’edonismo e dell’impulso vitale, il dispensatore di stimoli energetici, il generoso e inesauribile distributore di piacere, l’aristocratico bon vivant refrattario ai legami e alle limitazioni della libertà. In realtà con le sue arie veloci, il confronto musicale constante con il servo, il commendatore alle calcagna e le donne che lo vogliono punire e possedere, Don Giovanni è forse piuttosto corrispondente allo stanco maschio cisgender contemporaneo, sopraffatto dai doveri sociali della propria mascolinità, costantemente in burn-out, che agisce ormai in un vuoto e stancante automatismo in risposta alle proprie pulsioni mortali credendole vitali, schiacciato dagli eventi, dal dover fare, dalla crescita, diktat della società̀ patriarcale in cui è immerso, che prima gli chiede di essere performante, e poi lo uccide.

TIRED DON GIOVANNI

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Letizia Renzini

Regista, DJ e artista performativa

Regista, musicista, DJ, lavora come creatrice nel nuovo teatro musicale, arti performative, installazioni e musica elettronica/visiva; artista audio e video, performer, Letizia Renzini lavora internazionalmente sulla composizione e organizzazione dei linguaggi plurimi. Ha lavorato per molti anni per il 3° canale della RAI come dj e speaker per la trasmissione “Battiti”. Ha curato rassegne e festival incentrati sulla sound art, le arti performative e la nuova musica (Murate Vive nel 2007, Postelettronica nel 2012, Short Format nel 2013) e ha insegnato Arti Multimediali e Studi sul Cinema all’Istituto Marangoni per la Moda, le Arti e il Design (2018/2020). I suoi lavori di nuovo teatro musicale e le sue performance musicali e visive (per adulti e bambini) sono stati visti, ascoltati e prodotti presso luoghi d’arte internazionali e festival per le arti contemporanee e performative come la Biennale di Venezia, Festival Romaeuropa (I) Operadagen Rotterdam (NL), Nati

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Regista, musicista, DJ, lavora come creatrice nel nuovo teatro musicale, arti performative, installazioni e musica elettronica/visiva; artista audio e video, performer, Letizia Renzini lavora internazionalmente sulla composizione e organizzazione dei linguaggi plurimi. Ha lavorato per molti anni per il 3° canale della RAI come dj e speaker per la trasmissione “Battiti”. Ha curato rassegne e festival incentrati sulla sound art, le arti performative e la nuova musica (Murate Vive nel 2007, Postelettronica nel 2012, Short Format nel 2013) e ha insegnato Arti Multimediali e Studi sul Cinema all’Istituto Marangoni per la Moda, le Arti e il Design (2018/2020). I suoi lavori di nuovo teatro musicale e le sue performance musicali e visive (per adulti e bambini) sono stati visti, ascoltati e prodotti presso luoghi d’arte internazionali e festival per le arti contemporanee e performative come la Biennale di Venezia, Festival Romaeuropa (I) Operadagen Rotterdam (NL), National Theatre Amsterdam, Mozarteum Salzburg (A), Radialsystem Berlin (D), Fabbrica Europa Firenze (I), Parco della Musica Roma (I), Centro Cultural de Belem (P), State Theatre Pretoria (SA), Macro Roma, The Place London (GB), Opéra de Lille (FR), Tanzeshus Stockholm (S), Royal Opera House London (GB), CCS Strozzina Firenze (I), Walpurgis Antwerp (B), Bimhuis Amsterdam (NL), Concertgebouw Brugge (B): Elbphilarmonie di Amburgo, Cité de La Musique Parigi (F), e altri. La sua opera “Il Ballo delle Ingrate” ha vinto il premio internazionale Music Theatre Now! nel 2016. Ha debuttato con il suo spettacolo “Decameron 2.0” al Festival Dei due Mondi 61 di Spoleto nel 2018. Il suo spettacolo “Love, You son of a bitch – a Scarlatti project” prodotto da Staatsoper Unter den Linden debutta a Berlino nell’ottobre 2019. Nell’ottobre 2020 cura e dirige la prima edizione del festival di arti performative Happening! alla Manifattura Tabacchi di Firenze, incentrato sulle connessioni tra Performance, Performing Arts, Opera e Arte installativa. Nel 2021 Renzini fonda INGRATE ETS con i colleghi Luisa Zuffo e Fabrizio Massini, e presenta il suo ultimo lavoro “Inferno”, concerto-sonorizzazione dal vivo del capolavoro del cinema muto italiano del 1911.

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INGRATE ETS

INGRATE ETS si è formalmente costituita nel 2021 ma è attiva in varie forme da oltre 10 anni. Il gruppo si è precedentemente appoggiato all’amministrazione dell’associazione Cab 008 che ha permesso la gestione amministrativa dei progetti e degli spettacoli co-prodotti da Istituzioni italiane e straniere.
L’attività dell’associazione INGRATE ETS si concentra sulla creazione di progetti legati al nuovo teatro musicale, all’opera contemporanea, al multimedia e alle performance multidisciplinari. Le produzioni incorporano arti performative (cioè teatro, danza) con generi che includono concerti musicali, installazioni e arti visive. Come organizzatori, curiamo e produciamo eventi che includono festival, workshop ed eventi. L’attività si strutturata su tre linee di intervento: Produzione, Training, Programmazione. Queste linee si alimentano a vicenda, creando un ecosistema virtuoso e diffuso in vari luoghi della nostra Regione e del territorio nazionale e intern

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INGRATE ETS si è formalmente costituita nel 2021 ma è attiva in varie forme da oltre 10 anni. Il gruppo si è precedentemente appoggiato all’amministrazione dell’associazione Cab 008 che ha permesso la gestione amministrativa dei progetti e degli spettacoli co-prodotti da Istituzioni italiane e straniere.
L’attività dell’associazione INGRATE ETS si concentra sulla creazione di progetti legati al nuovo teatro musicale, all’opera contemporanea, al multimedia e alle performance multidisciplinari. Le produzioni incorporano arti performative (cioè teatro, danza) con generi che includono concerti musicali, installazioni e arti visive. Come organizzatori, curiamo e produciamo eventi che includono festival, workshop ed eventi. L’attività si strutturata su tre linee di intervento: Produzione, Training, Programmazione. Queste linee si alimentano a vicenda, creando un ecosistema virtuoso e diffuso in vari luoghi della nostra Regione e del territorio nazionale e internazionale in sinergia con il patrimonio locale e con i soggetti produttivi già esistenti. Per incoraggiare nuove relazioni tra arti e istituzioni artistiche, ed accorciare le distanze tra arti del passato (i Beni Culturali) e la produzione contemporanea.

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Uomini da poco | Teatro dell'Elce
Uomini da poco | Teatro dell'Elce

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Uomini da poco | Teatro dell'Elce

di Hans Petter Blad
traduzione Cristina Falcinella
regia Marco Di Costanzo
con Domenico Cucinotta e Stefano Parigi
suono Andrea Pistolesi
scene Eva Sgrò
costumi Laura Dondoli
produzione Teatro dell’Elce
con il sostegno di Regione Toscana, Comune di Firenze
residenze artistiche Teatri d’Imbarco E.T.S. e Associazione Atto Due nell’ambito del progetto art. 43 M.I.C. e Regione Toscana in collaborazione con Elsinor/Teatro Cantiere Florida










di Hans Petter Blad
traduzione Cristina Falcinella
regia Marco Di Costanzo
con Domenico Cucinotta e Stefano Parigi
suono Andrea Pistolesi
scene Eva Sgrò
costumi Laura Dondoli
produzione Teatro dell’Elce
con il sostegno di Regione Toscana, Comune di Firenze
residenze artistiche Teatri d’Imbarco E.T.S. e Associazione Atto Due nell’ambito del progetto art. 43 M.I.C. e Regione Toscana in collaborazione con Elsinor/Teatro Cantiere Florida

Uomini da poco | Teatro dell'Elce

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Uomini da poco | Teatro dell'Elce

Thomas è uno scrittore e un marito esemplare, finché una sera si rende responsabile dell’omicidio di una ragazza. In cerca d’ aiuto, si rivolge all’amico Gregers, un avvocato rampante, il cui passatempo preferito è attaccare briga nei luoghi pubblici per farsi picchiare. Dall’idea di normalità che sembrava incarnare, Thomas si vede scaraventato nella schiera di assassini e stupratori che Gregers difende in aula e per cui l’avvocato prova una malcelata ammirazione.
I due amici si recano nell’appartamento di Thomas per accertare la dinamica dell’accaduto, ma il corpo della ragazza è scomparso. E se la donna non fosse morta? Perché inventarsi allora una simile fantasia?
Il drammaturgo norvegese Hans Petter Blad ci accompagna nel dialogo vertiginoso e assurdo fra i due protagonisti mettendo in crisi le definizioni alle quali siamo più ancorati: chi è la gente per bene? Quella che non dimentica mai l’ombrello quando piove? E chi sono invece gli altri?
“E il punto


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Thomas è uno scrittore e un marito esemplare, finché una sera si rende responsabile dell’omicidio di una ragazza. In cerca d’ aiuto, si rivolge all’amico Gregers, un avvocato rampante, il cui passatempo preferito è attaccare briga nei luoghi pubblici per farsi picchiare. Dall’idea di normalità che sembrava incarnare, Thomas si vede scaraventato nella schiera di assassini e stupratori che Gregers difende in aula e per cui l’avvocato prova una malcelata ammirazione.
I due amici si recano nell’appartamento di Thomas per accertare la dinamica dell’accaduto, ma il corpo della ragazza è scomparso. E se la donna non fosse morta? Perché inventarsi allora una simile fantasia?
Il drammaturgo norvegese Hans Petter Blad ci accompagna nel dialogo vertiginoso e assurdo fra i due protagonisti mettendo in crisi le definizioni alle quali siamo più ancorati: chi è la gente per bene? Quella che non dimentica mai l’ombrello quando piove? E chi sono invece gli altri?
“E il punto è che non capisci” – dice Thomas a Gregers – “che oltretutto avresti potuto trasformare un uomo innocente in un assassino”: e così, senza che se ne avvedano, quella che è solo un’idea diviene, per i due amici, un destino ineluttabile .

Uomini da poco | Teatro dell'Elce

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Along the 𝄐 (Attraverso la 𝄐, 2019-2020), Kirsten Stromberg | Progetto RIVA

Pondweed Variations
Performance live 19 maggio 2021

1. Renato Grieco, Solo for Double Bass
2. Francesco Pellegrino, Solo for Clarinet
3. Francesco Toninelli, Solo for Percussion
Along the 𝄐 (Attraverso la 𝄐, 2019-2020), Kirsten Stromberg | Progetto RIVA

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Along the 𝄐 (Attraverso la 𝄐, 2019-2020), Kirsten Stromberg | Progetto RIVA

Ribwort Plantain Interlude
Performance live 19 maggio 2021

Renato Grieco, Double Bass
Francesco Pellegrino, Saxophone
Francesco Toninelli, Percussion
Along the 𝄐 (Attraverso la 𝄐, 2019-2020), Kirsten Stromberg | Progetto RIVA

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Along the 𝄐 (Attraverso la 𝄐, 2019-2020), Kirsten Stromberg | Progetto RIVA

Ribwort Sonata
Performance live 19 maggio 2021

Renato Grieco, Double Bass
Francesco Pellegrino, Clarinet
Francesco Toninelli, Percussion
Along the 𝄐 (Attraverso la 𝄐, 2019-2020), Kirsten Stromberg | Progetto RIVA

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Along the 𝄐 (Attraverso la 𝄐, 2019-2020), Kirsten Stromberg | Progetto RIVA

Common Reed Fugue (Movements 1-4)
Performance live 19 maggio 2021

Common Reed Fugue (Movements 1-4)
Kirsten Stromberg, Voice
Renato Grieco, Double Bass
Francesco Pellegrino, Saxophone
Francesco Toninelli, Percussions
Along the 𝄐 (Attraverso la 𝄐, 2019-2020), Kirsten Stromberg | Progetto RIVA

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Terzo Giardino (2016) , Stones Stories (Storie di pietre, 2018) | Studio ++

Progetto RIVA 2021

Il Terzo Giardino (2016) è un parco di oltre 10.000 metri quadri situato sulla sponda sinistra del fiume Arno restituito alla città ed esplorabile grazie a percorsi disegnati nella vegetazione di piante spontanee in memoria degli antichi orti dei semplici. L’aggettivo “terzo” richiama il terzo paesaggio di Gilles Clément, che ci ricorda quanto la vegetazione spontanea costituisca una straordinaria riserva di biodiversità e potenziale evolutivo. Il parco, qui rappresentato in una fotografia area di Gabriele Galimberti, è visitabile con ingresso da Piazza Poggi.

L’intervento ambientale Stones Stories (Storie di pietre, 2018) nasce dagli incontri con gli abitanti di San Francesco (Pelago) e dal loro racconto del fiume Sieve: nel loro immaginario, come possiamo ascoltare dalle interviste, il fiume è sempre visto dal suo interno, a contatto con l’acqua. Per questo il nuovo passaggio da riva a riva riconnette due comunità e consente di vivere il fiume dal centro de

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Il Terzo Giardino (2016) è un parco di oltre 10.000 metri quadri situato sulla sponda sinistra del fiume Arno restituito alla città ed esplorabile grazie a percorsi disegnati nella vegetazione di piante spontanee in memoria degli antichi orti dei semplici. L’aggettivo “terzo” richiama il terzo paesaggio di Gilles Clément, che ci ricorda quanto la vegetazione spontanea costituisca una straordinaria riserva di biodiversità e potenziale evolutivo. Il parco, qui rappresentato in una fotografia area di Gabriele Galimberti, è visitabile con ingresso da Piazza Poggi.

L’intervento ambientale Stones Stories (Storie di pietre, 2018) nasce dagli incontri con gli abitanti di San Francesco (Pelago) e dal loro racconto del fiume Sieve: nel loro immaginario, come possiamo ascoltare dalle interviste, il fiume è sempre visto dal suo interno, a contatto con l’acqua. Per questo il nuovo passaggio da riva a riva riconnette due comunità e consente di vivere il fiume dal centro del suo corso, magari sostando su una pietra circondati dall’acqua.


Terzo Giardino (2016) , Stones Stories (Storie di pietre, 2018) | Studio ++

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Lumières d’Automne sur l’Arno (Luci d’autunno sull’Arno, 2016) | Bernard Fort

Autumn Lights on the Arno (2016) | Bernard Fort

Lumières d’Automne sur l’Arno (Luci d’autunno sull’Arno, 2016) | Bernard Fort

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Benedetta Manfriani

Artista visiva e cantante

Artista visiva e cantante, ha esplorato negli anni tecniche e linguaggi diversi – video, installazioni, fotografia, musica, ceramica, grafica – dando vita a opere multiformi. Collabora con Tempo Reale, sia nella didattica sia nella produzione di opere multimediali, e con la compagnia teatrale Catalyst. È attualmente artista in residenza al MAD Murate Art District. Nell’ambito del Progetto RIVA ha diretto la performance sonora Rivers  nel 2018, partecipando nel 2017 ad una installazione sonora di Tempo Reale Festival. Nel 2016 ha ideato CONfusion, un gruppo vocale multietnico formato da persone provenienti da molti paesi del mondo, che lavora per l’inclusione dei migranti attraverso la musica e la performance, attivo anche presso il Teatro Puccini di Firenze. Nel 2021 ha realizzato per MAD l’installazione sonora QuaranTeens, allestita in Piazza del Carmine.

Artista visiva e cantante, ha esplorato negli anni tecniche e linguaggi diversi – video, installazioni, fotografia, musica, ceramica, grafica – dando vita a opere multiformi. Collabora con Tempo Reale, sia nella didattica sia nella produzione di opere multimediali, e con la compagnia teatrale Catalyst. È attualmente artista in residenza al MAD Murate Art District. Nell’ambito del Progetto RIVA ha diretto la performance sonora Rivers  nel 2018, partecipando nel 2017 ad una installazione sonora di Tempo Reale Festival. Nel 2016 ha ideato CONfusion, un gruppo vocale multietnico formato da persone provenienti da molti paesi del mondo, che lavora per l’inclusione dei migranti attraverso la musica e la performance, attivo anche presso il Teatro Puccini di Firenze. Nel 2021 ha realizzato per MAD l’installazione sonora QuaranTeens, allestita in Piazza del Carmine.

Bring Me Little Water, Silvy, | Coro CONfusion diretto da Benedetta Manfriani

Bring Me Little Water, Silvy, è un canto di lavoro scritto da Lead Belly, uno dei più importanti esponenti della musica blues, chitarrista dalla vita travagliata, che lavorò nei campi di cotone e finì più volte dietro le sbarre. Il video offre una visione di quello che vorremmo che fosse già possibile: tornare a fare musica dal vivo insieme.
Il coro CONfusion, diretto da Benedetta Manfriani, video di Matteo Marson, con Giovanni Malgaglio, Artetica Toscana, Ministero Del Lavoro E Delle Politiche Sociali, Regione Toscana, Comune di Firenze, Associazione MUSE, MAD Murate Art District, Catalyst, Associazione Progetto Accoglienza

Il coro CONfusion,
diretto da Benedetta Manfriani,
video di Matteo Marson,
con Giovanni Malgaglio, Artetica Toscana, Ministero Del Lavoro E Delle Politiche Sociali, Regione Toscana, Comune di Firenze, Associazione MUSE, MAD Murate Art District, Catalyst, Associazione Progetto Accoglienza
Bring Me Little Water, Silvy, | Coro CONfusion diretto da Benedetta Manfriani

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Atletica del cuore. Distanza | Spazi possibili

Convegno | Performance

la città come luogo dell’atto artistico e pedagogico.

La crisi generata dall’attuale emergenza sanitaria ha mostrato alcune fragilità dell’organizzazione delle istituzioni culturali legate all’arte e all’istruzione. Una in particolare le accomuna entrambe:  accadono principalmente in uno spazio fisico formale chiuso ed esclusivo. La soluzione principale è stata trovare un luogo alternativo, lo spazio virtuale, che ha messo al riparo i corpi ma che ha privato della relazione che si instaura con la compresenza fisica.

La città è tutto quello che esiste al di fuori delle mura dei teatri e delle scuole, nel senso che con essa raramente questi mondi entrano in  relazione.

Senza mettere in dubbio la formalità della scena come necessaria ad una certa creazione o la necessità di un luogo dove si svolga la scuola, questi luoghi dedicati portano con sé un’importante questione sulla loro funzione sociale/culturale: il teatro come luogo dell&

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la città come luogo dell’atto artistico e pedagogico.

La crisi generata dall’attuale emergenza sanitaria ha mostrato alcune fragilità dell’organizzazione delle istituzioni culturali legate all’arte e all’istruzione. Una in particolare le accomuna entrambe:  accadono principalmente in uno spazio fisico formale chiuso ed esclusivo. La soluzione principale è stata trovare un luogo alternativo, lo spazio virtuale, che ha messo al riparo i corpi ma che ha privato della relazione che si instaura con la compresenza fisica.

La città è tutto quello che esiste al di fuori delle mura dei teatri e delle scuole, nel senso che con essa raramente questi mondi entrano in  relazione.

Senza mettere in dubbio la formalità della scena come necessaria ad una certa creazione o la necessità di un luogo dove si svolga la scuola, questi luoghi dedicati portano con sé un’importante questione sulla loro funzione sociale/culturale: il teatro come luogo dell’incontro è in crisi da molto tempo, la scuola come unico luogo a cui delegare la pedagogia e l’apprendimento anche.

Atletica del cuore vuole essere uno strumento per generare pensiero. Un luogo dove artisti e intellettuali possano portare le loro visioni, uno spazio dialettico. I relatori saranno narratori del possibile, esploratori di altre soluzioni. Altri spazi possibili.

Il convegno si è sempre svolto in presenza. Quest’anno abiterà forzatamente la virtualità.  Non può essere un semplice spostamento: un convegno che parla di arte e pedagogia non può sottrarsi a una riflessione strutturale sul setting di lavoro.

Non volevamo  snaturare il setting del convegno e ci siamo interrogati su un possibile visivo. Ci è piaciuto immaginarlo come un’opera d’arte in divenire. La pagina web a cui collegarsi per ascoltare lo streaming ospiterà anche la diretta live di una telecamera posizionata nello studio parigino dell’artista Stephan Zimmerli; inquadrerà le mani di Stephan che, ascoltando le voci dei relatori e da queste  prende spunto, dipingerà traducendo l’intervento in un suo quadro. In contemporanea il musicista Davide Woods improvvisando sui movimenti delle mani di Stephan, creerà la colonna sonora dell’azione, in diretta dal suo studio fiorentino  e con diversi strumenti musicali.

Atletica del cuore decide di abitare il web e prova a sperimentare l’essere contemporaneamente un momento di alta formazione, una trasmissione radio e una live performance di segno e musica: il digitale potenzia stratificazione e contemporaneità.

Il convegno di Atletica del cuore, in questa edizione, si svolgerà in streaming radio sulla piattaforma del media partner Fango Radio. E’ stata scelta la radio per una riflessione su l’invasività fisica (stare fermo di fronte ad uno schermo a guardare e ascoltare) che i mezzi digitali hanno portato negli ultimi mesi nello spazio privato: la radio  è una voce che abitualmente entra in casa,  è il sottofondo di altre azioni, apre un immaginario visivo attivo e partecipato. ponendosi come obiettivo quello di essere contemporaneamente un momento di alta formazione.
Una trasmissione radio e una live performance di segno e musica grazie alla collaborazione con gli artisti Stephan Zimmerli e Davide Woods
La conclusione della giornata sarà affidata alla poetessa Elisa Biagini, che diretta da Cristina Abati, leggerà live alcune poesie raccolte sotto il titolo Corrente Alternata.
Intervengono al convegno:
Ermanna Montanari e Marco Martinelli; Farsi Luogo, Teatro delle Albe, Ravenna.
Anna Gesualdi e Giovanni Trono; Lo spazio della differenza, teatringestazione, Napoli.
Anna Lisa Pecoriello; Scuole aperte, la crisi come opportunità, urbanista e ricercatrice, Firenze.
Gilberto Scaramuzzo, docente di pedagogia dell’espressione, Roma 3.

______________

Corrente alternata

scritto e letto da Elisa Biagini, regia Cristina Abati

Aperto anche a chi non partecipa ai percorsi di formazione.

Al tavolo da ore: c’è come un vibrare di piatti all’altezza
del polso, la manica è una tenda per il sangue.
Fuori, il colore è di inverno sguinzagliato. Ritorni, tra
nuvola e suolo.

Ghiaccio e fuoco si avvicinano, complementari, per dar vita a una corrente alternata di immagini e pensieri. La voce del poeta, si fa carne e allo stesso tempo risuona come fumoso ghiaccio, diventa la sua stessa ombra, che racconta seduta a un tavolo di quel ricordo polveroso che ha dato amore e vita. “Mi spiani le rughe alla fronte” “Ci sono parole rimaste nel fuoco..ghiaccio la distanza tra la mia memoria e il tuo respiro” sono alcune delle parole che emergeranno tra le crepe di una partitura sonora fatta di parole, echi della voce, suoni naturali e meccanici.

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Un progetto a cura di Fosca realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze e sostenuto da Mus.E e Murate Art District, all’interno di Inverno Fiorentino.
Media partner fango radio, partner di comunicazione Neo Studio

Atletica del cuore. Distanza | Spazi possibili

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Voci adolescenti | Call for QuaranTeens

Lanciata da Murate Art District in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e l’Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Firenze, la call di Voci adolescenti vuole raccogliere – tramite il sito www.murateartdistrict.it e il numero dedicato 320.2505022 – una serie di audio di massimo 20 secondi inviati da ragazzi che stanno vivendo sulla propria pelle i disagi e il dramma della pandemia.

L’azione di arte partecipativa proposta dal progetto Voci Adolescenti | Call for QuaranTeens – che al termine del lavoro di ricezione degli audio verrà trasformata in un’installazione sonora in collaborazione con Tempo Reale – mira a raccogliere la voce degli adolescenti di tutto il mondo (la call è diffusa in italiano e inglese e invita a inviare parole, suoni ed emozioni sonore), perché possano lasciare una sorta di traccia sonora emozionale, un unico grido che superi i limiti dello spazio, comunicando attraverso il suono come si percepiscono, come si sentono e chi sono.

Voci adolescenti | Call for QuaranTeens
deadline 30.03.2021
Voci adolescenti | Call for QuaranTeens

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CATCH THE RHYTHM

Spettacolo

Come si afferra il ritmo? E qual è la musica nascosta dentro gli oggetti? Quale legame unisce la gravità ed il tempo?
Sospensione…  Cambi di velocità…  Caos…  Risate inaspettate…
Sono alcuni degli aspetti che generano e costituiscono lo spettacolo “CATCH THE RHYTHM!”.

Il rendezvous di tre artisti a tutto tondo che genera la magia di uno spettacolo dove gli spettatori letteralmente “CATTURANO IL RITMO!”.
Il binomio Ritmo-Giocoleria, sarà un elemento fondamentale dell’espressione scenica attraverso sequenze ritmiche di percussione corporale, giocoleria e clownerie musicale.
Siete pronti a catturare il ritmo?

Un progetto a cura di Francesco Gherardi e con la collaborazione di Niccolò Piccioli, Federico Macchi e Francesco Gori.
Riprese Video Tommaso Tancredi

La primissima del video di presentazione di “Catch the Rhythm!“, Compagnia Ball Percussion, e la Performance digitale – numero integrale estratto dallo spettacolo realizzato a Murate Art District – all






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Come si afferra il ritmo? E qual è la musica nascosta dentro gli oggetti? Quale legame unisce la gravità ed il tempo?
Sospensione…  Cambi di velocità…  Caos…  Risate inaspettate…
Sono alcuni degli aspetti che generano e costituiscono lo spettacolo “CATCH THE RHYTHM!”.

Il rendezvous di tre artisti a tutto tondo che genera la magia di uno spettacolo dove gli spettatori letteralmente “CATTURANO IL RITMO!”.
Il binomio Ritmo-Giocoleria, sarà un elemento fondamentale dell’espressione scenica attraverso sequenze ritmiche di percussione corporale, giocoleria e clownerie musicale.
Siete pronti a catturare il ritmo?

Un progetto a cura di Francesco Gherardi e con la collaborazione di Niccolò Piccioli, Federico Macchi e Francesco Gori.
Riprese Video Tommaso Tancredi

La primissima del video di presentazione di “Catch the Rhythm!“, Compagnia Ball Percussion, e la Performance digitale – numero integrale estratto dallo spettacolo realizzato a Murate Art District – all’interno della rassegna digitale di Inverno Fiorentino, come anteprima del nuovo spettacolo a Firenze nel 2021.
Una produzione promossa da Associazione dei Desideri iovoglio.org e realizzata in collaborazione con Murate Art Discritc.

***
La Compagnia Ball Percussion dal 2013 porta avanti la ricerca sul ritmo e la manipolazione di oggetti e questa nuova creazione per avvicinare sempre più persone a queste forme d’arte, un invito suonato ad accenti forti per essere tutti più vicini al palcoscenico e le piazze di Firenze nel 2021, con la rinnovata voglia di fare spettacolo e di fruirne, battendo all’unisono lo stesso ritmo

CATCH THE RHYTHM

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CATCH THE RHYTHM | Performance digitale

La primissima del video di presentazione di “Catch the Rhythm!“, Compagnia Ball Percussion, e la Performance digitale – numero integrale estratto dallo spettacolo realizzato a Murate Art District – all’interno della rassegna digitale di Inverno Fiorentino, come anteprima del nuovo spettacolo a Firenze nel 2021.
Una produzione promossa da Associazione dei Desideri iovoglio.org e realizzata in collaborazione con Murate Art Discritc.

Un progetto a cura di Francesco Gherardi e con la collaborazione di Niccolò Piccioli, Federico Macchi e Francesco Gori.
Riprese Video Tommaso Tancredi


***
La Compagnia Ball Percussion dal 2013 porta avanti la ricerca sul ritmo e la manipolazione di oggetti e questa nuova creazione per avvicinare sempre più persone a queste forme d’arte, un invito suonato ad accenti forti per essere tutti più vicini al palcoscenico e le piazze di Firenze nel 2021, con la rinnovata voglia di fare spettacolo e di fruirne, battendo all’unisono lo stesso ritmo

CATCH THE RHYTHM Performance digitale
CATCH THE RHYTHM | Performance digitale

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Gaia Nanni

Attrice

Gaia Nanni, classe 1981, riceve nel 2013 la sua prima candidatura ai Premi UBU come migliore attrice.

Ha lavorato con Ferzan Ozpetek, Gianfranco Pedullà, Claudio Morganti, Alessandro Riccio, Maurizio De Giovanni, Antonio Frazzi, Massimo Sgorbani, Leonardo Pieraccioni e molti altri. Nel 2019 riceve il Premio per il Cinema Renzo Montagnani.

Diplomata al Teatro Puccini di Firenze si dedica al teatro da oltre quindici anni rendendolo la sua attività principale.

Gaia Nanni, classe 1981, riceve nel 2013 la sua prima candidatura ai Premi UBU come migliore attrice.

Ha lavorato con Ferzan Ozpetek, Gianfranco Pedullà, Claudio Morganti, Alessandro Riccio, Maurizio De Giovanni, Antonio Frazzi, Massimo Sgorbani, Leonardo Pieraccioni e molti altri. Nel 2019 riceve il Premio per il Cinema Renzo Montagnani.

Diplomata al Teatro Puccini di Firenze si dedica al teatro da oltre quindici anni rendendolo la sua attività principale.

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GRAND TOUR : UN DIARIO POPOLARE

Questa performance si delinea per “Gran Tour” e “Il Diario Popolare” come l’occasione di unire le loro sinergie e i loro contenuti nella creazione di una performance virtuale volta a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza e il valore del ricordo e della Memoria Collettiva.
Pronti a pedalare?

Gaia Nanni e Francesco Gori ci guidano in un tour virtuale di alcune zone di Firenze
GRAND TOUR : UN DIARIO POPOLARE

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GRAND TOUR : UN DIARIO POPOLARE

Performance digitale di Memorie Collettive

Gaia Nanni e Francesco Gori ci guideranno in un tour virtuale di alcune zone di Firenze, limitrofe alla Manifattura Tabacchi, raccontando i quartieri e dialogando virtualmente con le interviste dei cittadini coinvolti in questo primo Grand Tour digitale.
Questa performance si delinea per “Gran Tour” e “Il Diario Popolare” come l’occasione di unire le loro sinergie e i loro contenuti nella creazione di una performance virtuale volta a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza e il valore del ricordo e della Memoria Collettiva.
Potrete seguire l’evento nella diretta FB di martedì 29 dalle 19.00 in poi sulla pagina di Diario Popolare e di Io Voglio.
Pronti a pedalare?

Un progetto a cura Io Voglio_Ass.dei desideri
Concept e drammaturgia Iacopo Braca
Sviluppo progetto e coordinamento Carolina Pezzini
Conducono la performance Gaia Nanni e Francesco Gori
Riprese Video Tommaso Tancredi e Claudia Ceville
Si ringrazia Francesca Merz; Mirco Rufilli; Manifattura Ta







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Gaia Nanni e Francesco Gori ci guideranno in un tour virtuale di alcune zone di Firenze, limitrofe alla Manifattura Tabacchi, raccontando i quartieri e dialogando virtualmente con le interviste dei cittadini coinvolti in questo primo Grand Tour digitale.
Questa performance si delinea per “Gran Tour” e “Il Diario Popolare” come l’occasione di unire le loro sinergie e i loro contenuti nella creazione di una performance virtuale volta a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza e il valore del ricordo e della Memoria Collettiva.
Potrete seguire l’evento nella diretta FB di martedì 29 dalle 19.00 in poi sulla pagina di Diario Popolare e di Io Voglio.
Pronti a pedalare?

Un progetto a cura Io Voglio_Ass.dei desideri
Concept e drammaturgia Iacopo Braca
Sviluppo progetto e coordinamento Carolina Pezzini
Conducono la performance Gaia Nanni e Francesco Gori
Riprese Video Tommaso Tancredi e Claudia Ceville
Si ringrazia Francesca Merz; Mirco Rufilli; Manifattura Tabacchi; l’Assessorato del Comune di Firenze; Murate Art District (MAD).

GRAND TOUR : UN DIARIO POPOLARE

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Alessandra Francolini

Performer

Comincia teatro a 10 anni frequentando i laboratori del comune di Fiesole (FI) tenuti dall’Associazione Teatro Solare. Dal 2009 al 2012 studia il metodo Mimico “Orazio Costa” con Alessandra Niccolini. Dal 2012 al 2015 frequenta il coso Attori dell’Accademia d’Arte Drammatica ‘LinkAcademy’ a Roma. Stremata dal triennio romano si trasferisce in un piccolo paese tra le
montagne fuori Locarno (CH) per seguire il Master in Physical Theatre dell’Accademia Teatro Dimitri. Durante il Master lavora con circensi, giocolieri, attori, clown, danzatori ed acrobati, provenienti da tutti gli angoli del pianeta, arricchendo il suo linguaggio espressivo e creativo (non solo teatrale ma anche culinario). Tra il 2016 e il 2018 partecipa a produzioni di teatro e danza con registi francesi (Caroline Marcadè e Fabrice Michel), svizzeri (con la Markus Zhoner Art Companie), e cechi (con Pavel Stourac e Divadlo Continuo). Nel 2016 crea, insieme ad altri due artisti, un progetto teatrale ne

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Comincia teatro a 10 anni frequentando i laboratori del comune di Fiesole (FI) tenuti dall’Associazione Teatro Solare. Dal 2009 al 2012 studia il metodo Mimico “Orazio Costa” con Alessandra Niccolini. Dal 2012 al 2015 frequenta il coso Attori dell’Accademia d’Arte Drammatica ‘LinkAcademy’ a Roma. Stremata dal triennio romano si trasferisce in un piccolo paese tra le
montagne fuori Locarno (CH) per seguire il Master in Physical Theatre dell’Accademia Teatro Dimitri. Durante il Master lavora con circensi, giocolieri, attori, clown, danzatori ed acrobati, provenienti da tutti gli angoli del pianeta, arricchendo il suo linguaggio espressivo e creativo (non solo teatrale ma anche culinario). Tra il 2016 e il 2018 partecipa a produzioni di teatro e danza con registi francesi (Caroline Marcadè e Fabrice Michel), svizzeri (con la Markus Zhoner Art Companie), e cechi (con Pavel Stourac e Divadlo Continuo). Nel 2016 crea, insieme ad altri due artisti, un progetto teatrale nella scuola indiana ‘Kattaikuttu Sangam’ a Kanchipuram, nello stato indiano del Tamil Nadu, dove per due mesi insegnano teatro ed acrobazia, e fanno un piccolo tour con il loro spettacolo appositamente creato ‘PLASTIKKATTI’. Nel Giugno 2017 debutta in Svizzera con il primo spettacolo da attrice e regista, in collaborazione con Francesco Meloni: ’TO BE’. Dal 2019, insieme a Francesco, lavora al loro secondo progetto “Ophelia’s Room”, finalista alla Biennale Teatro Registi Under30. Dal 2017 collabora con il Teatro Solare di Fiesole come animatrice teatrale e attrice. Nello stesso anno entra nell’organico della Markus Zohner Art Companie, compagnia
teatrale con sede a Lugano. Lavora in Italia e all’estero come attrice e danzatrice. Sogna di vivere 100 anni a Macondo.

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Noi ritorneremo! - Lighthouse Live Streaming da Murate Art District tratto da “La resistenza a Firenze” di C. Francovich

Un progetto di produzione continua di reading sulla cultura civile | Teatro dell'Elce

Lighthouse, un progetto di produzione continua di reading sulla cultura civile, si sposta sul web. “Noi ritorneremo!” è l’intestazione di un volantino distribuito dai soldati tedeschi per le strade di Firenze il 6 agosto 1944, pochi giorni prima di lasciare la città, scacciati dall’insurrezione dei fiorentini e dall’incalzare degli alleati. Se è vero che la Storia non consentì ai nazisti di dar seguito a quella minaccia, la sua eco sinistra risuona come monito per tutti coloro che pensano che la libertà sia uno stato acquisito e permanente.

Al racconto vibrante tratto dal resoconto di Carlo Francovich si intrecciano i video originali realizzati presso Murate Art District e in esterno notte per le strade della città di Firenze: le trame video ampliano le risonanze associative della parola e del suono, lo spazio diviene materia poetica per l’evento stesso. Un percorso dal tramonto all’alba per le strade vuote del coprifuoco, la vicenda di un’occupazione, una lotta e

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Lighthouse, un progetto di produzione continua di reading sulla cultura civile, si sposta sul web. “Noi ritorneremo!” è l’intestazione di un volantino distribuito dai soldati tedeschi per le strade di Firenze il 6 agosto 1944, pochi giorni prima di lasciare la città, scacciati dall’insurrezione dei fiorentini e dall’incalzare degli alleati. Se è vero che la Storia non consentì ai nazisti di dar seguito a quella minaccia, la sua eco sinistra risuona come monito per tutti coloro che pensano che la libertà sia uno stato acquisito e permanente.

Al racconto vibrante tratto dal resoconto di Carlo Francovich si intrecciano i video originali realizzati presso Murate Art District e in esterno notte per le strade della città di Firenze: le trame video ampliano le risonanze associative della parola e del suono, lo spazio diviene materia poetica per l’evento stesso. Un percorso dal tramonto all’alba per le strade vuote del coprifuoco, la vicenda di un’occupazione, una lotta e una liberazione.

con Erik Haglund, Stefano Parigi, Carolina Pezzini, Monica Santoro
video Maria Montesi
regia Marco Di Costanzo

***

Il progetto Lighthouse

le risonanze associative della parola e del suono, gli spazi ospitanti divengono materia poetica dell’evento. Un percorso dal tramonto all’alba per le strade vuote del coprifuoco, la vicenda di un’occupazione, una lotta e una liberazione.

***

“Noi ritorneremo!” tratto da “La resistenza a Firenze” di C. Francovich

“Noi ritorneremo!” è l’intestazione di un volantino distribuito dai soldati tedeschi per le strade di Firenze il 6 agosto 1944, pochi giorni prima di lasciare la città, scacciati dall’insurrezione dei fiorentini e dall’incalzare degli alleati. Se è vero che la Storia non consentì ai nazisti di dar seguito a quella minaccia, la sua eco sinistra risuona come monito per tutti coloro che pensano che la libertà sia uno stato acquisito e permanente. La vicenda della liberazione di Firenze tra il ’43 e il ’44 è il racconto della presa di coscienza, da parte di un popolo, della propria dignità e della conseguente scelta di combattere per ottenerla.

Noi ritorneremo! - Lighthouse Live Streaming da Murate Art District tratto da “La resistenza a Firenze” di C. Francovich

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Parola di Artista, Le Opere e i Giorni | Benedetta Manfriani, artista visiva e cantante

Con la rubrica #LeOpereeiGiorni abbiamo invitato artisti, curatori e intellettuali a condividere riflessioni sul loro lavoro e sul momento attuale.
Oggi lasciamo la parola a Benedetta Manfriani, artista visiva e cantante

Parola di Artista, Le Opere e i Giorni
Benedetta Manfriani, artista visiva e cantante
Parola di Artista, Le Opere e i Giorni | Benedetta Manfriani, artista visiva e cantante

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Benedetta Manfriani su Mediterranea # Habitus/Ethos

Mediterranea # Habitus/Ethos
Installazione multimediale e performativa di Benedetta Manfriani
Sound design Agnese Banti
Performers Coro CONfusion.

Benedetta Manfriani Mediterranea # Habitus/Ethos
Artista visiva e cantante | Residenza d'artista e Progetti
Benedetta Manfriani su Mediterranea # Habitus/Ethos

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Benedetta Manfriani su Walkabout

Walkabout
Benedetta Manfriani
Coro CONfusion
Progetto RIVA | Residenza d'artista e Perfromance

Benedetta Manfriani su Walkabout
Progetto RIVA | Residenza d'artista e Perfromance
Benedetta Manfriani su Walkabout

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Benedetta Manfriani su Togli il tuo piede dalle nostre gole

Artista visiva e cantante | Residenza d'artista e Progetti

Benedetta Manfriani su Togli il tuo piede dalle nostre gole
Artista visiva e cantante | Residenza d'artista e Progetti
Benedetta Manfriani su Togli il tuo piede dalle nostre gole

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Claudia Catarzi

Danzatrice e performer

Dopo una formazione alla Accademia di Belle Arti di Firenze, inizia la sua carriera lavorando con l’Ensemble di Micha Van Hoecke. Successivamente danza con compagnie quali Dorky Park/ Constanza Macras (Berlin), Compagnia Virgilio Sieni, Aldes/ Roberto Castello, Company Blu/ Alessandro Certini e Charlotte Zerbey, En-Knap Group/ Iztok Kovač (Ljubljana), Làszlò Hudi (J.Nadj – Budapest), tra le altre.
Nel 2009 è parte di Choreoroam, progetto di ricerca della coreografa israeliana Yasmeen Godder (Tel Aviv). Successivamente è invitata a seguire il lavoro della compagnia Batsheva Dance Company di Ohad Naharin.
Parte integrante della sua attività è inoltre l’improvvisazione e la composizione in tempo reale. Dal 2011 comincia a lavorare a creazioni personali.
A novembre 2014 debutta con il nuovo lavoro Intorno al fatto di cadere a Romaeuropa/DNA. Con questo lavoro nasce la collaborazione con l’artista/ costumista Chiara Pellizzer a Malmö. Successivamente è chiamata da Virgilio


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Dopo una formazione alla Accademia di Belle Arti di Firenze, inizia la sua carriera lavorando con l’Ensemble di Micha Van Hoecke. Successivamente danza con compagnie quali Dorky Park/ Constanza Macras (Berlin), Compagnia Virgilio Sieni, Aldes/ Roberto Castello, Company Blu/ Alessandro Certini e Charlotte Zerbey, En-Knap Group/ Iztok Kovač (Ljubljana), Làszlò Hudi (J.Nadj – Budapest), tra le altre.
Nel 2009 è parte di Choreoroam, progetto di ricerca della coreografa israeliana Yasmeen Godder (Tel Aviv). Successivamente è invitata a seguire il lavoro della compagnia Batsheva Dance Company di Ohad Naharin.
Parte integrante della sua attività è inoltre l’improvvisazione e la composizione in tempo reale. Dal 2011 comincia a lavorare a creazioni personali.
A novembre 2014 debutta con il nuovo lavoro Intorno al fatto di cadere a Romaeuropa/DNA. Con questo lavoro nasce la collaborazione con l’artista/ costumista Chiara Pellizzer a Malmö. Successivamente è chiamata da Virgilio Sieni a presentare un nuovo lavoro all’intero del progetto “Umano/ produzione CANGO / cantieri internazionali sui linguaggi del corpo e della danza” per il quale crea Studio davanti a una testa. Nell’anno 2017 è scelta come danzatrice dell’anno da Tiago Bartolomeu Costa nel libro annuale della danza, balletto e performance 2017, “Jahrbuch 2017 der tanz – Zeitschrift für Ballett, Tanz und Performance”, con “40.000 centimetri quadrati”:Tänzerin des Jahres: “Claudia Catarzi (Italy) in 40.000 centimetri quadrati – Tiago Bartolomeu Costa.
Claudia Catarzi è attualmente artista associata del CDCN di Bordeaux, La Manufacture | Bordeaux- Nouvelle Aquitaine.

Con lo studio a due “Posare il tempo”, Catarzi prosegue la propria ricerca sulle figurazioni, sui parametri della sua composizione e sul ritmo dei suoi paesaggi in movimento, visitati in un viaggio intimo e in una dimensione psicologica partecipata di sottile e forte impatto. La relatività delle connessioni è nella trama del suo operare scultoreo, in dialogo con il suono, per una scrittura scenica peculiare, per una costellazione pittorica di elementi corporei asciutti, privi di ogni compiacimento. Gli istanti, da decifrare e inseguire, si concatenano a opera della pura presenza in un’idea dell’arte del corpo raffinata, controllata, ampliata nei dettagli di una partitura dinamica esatta che elabora segni poetici in un montaggio accuratissimo, scevro di descrizioni nella propria chiarezza nettamente modellata e scandita. Lo studio è stato presentanto alla Biennale Danza Venezia 2020

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Claudia Caldarano

Danzatrice e performer

CLAUDIA CALDARANO

performer e artista visiva interessata alla distorsione della percezione.

Diplomata in Grafica d’Arte Incisoria al Bisonte (2017), Diplomata Attrice alla Paolo Grassi di Milano (2010), Diplomata Assistente Coreografo con Micha Van Hoecke (2006). Si forma in danza classica Vaganova con Marina Van Hoecke e in danza contemporanea partecipando a vari laboratori (es. Teri Waikel, Iris Erez, Arkadi Zaides), e incontri di improvvisazione, e alla Biennale College Danza (2013 e 2015).

Dal 2010 realizza proprie creazioni premiate nell’ambito dell’arte performativa e visiva, tra i quali: nel 2020 vince Supernova Pergine Festival, NaoCrea e theWorkRoom, nel 2019 OfficineCaos, Corto in danza e Anghiari dance hub, nel 2017 espone al Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato come Finalista a TU 35 EXPANDED e per il Premio di incisione “Giuseppe Maestri” di Ravenna, e le sue Stampe sono state segnalate dalla giuria del premio “Combat Prize”e pubblicate in t

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CLAUDIA CALDARANO

performer e artista visiva interessata alla distorsione della percezione.

Diplomata in Grafica d’Arte Incisoria al Bisonte (2017), Diplomata Attrice alla Paolo Grassi di Milano (2010), Diplomata Assistente Coreografo con Micha Van Hoecke (2006). Si forma in danza classica Vaganova con Marina Van Hoecke e in danza contemporanea partecipando a vari laboratori (es. Teri Waikel, Iris Erez, Arkadi Zaides), e incontri di improvvisazione, e alla Biennale College Danza (2013 e 2015).

Dal 2010 realizza proprie creazioni premiate nell’ambito dell’arte performativa e visiva, tra i quali: nel 2020 vince Supernova Pergine Festival, NaoCrea e theWorkRoom, nel 2019 OfficineCaos, Corto in danza e Anghiari dance hub, nel 2017 espone al Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato come Finalista a TU 35 EXPANDED e per il Premio di incisione “Giuseppe Maestri” di Ravenna, e le sue Stampe sono state segnalate dalla giuria del premio “Combat Prize”e pubblicate in tutti i rispettivi cataloghi, nel 2013 è semifinalista al Premio Scenario e riceve la nomina di miglior spettacolo del Festival Trasparenze, nel 2012 vince il premio Artu, Vetrina GDA Network Anticorpi XL e Mosaico Danza.

Ha collaborato in modo stretto alla realizzazione di due spettacoli selezionati nel 2020 per la Biennale Teatro e per la Biennale danza: “Pandora” del Teatro dei Gordi (Compagnia sostenuta dal Teatro Franco Parenti di Milano che nel 2019 vince il Premio Hystrio-Iceberg, e nel 2015 vince il bando ‘funder 35’ ‘T.R.E.), e “Posare il tempo” di Claudia Catarzi (produzione de La Manufacture – Centre Chorégraphique National Bordeaux).

Lavora come attrice e danzatrice per, tra gli altri, Company Blu, Aldes, Aia Taumastica e con continuità dal 2014 con la Compagnia Virgilio Sieni di cui è danzatrice, anche solista ed è stata assistente per “l’Accademia sull’arte del gesto”.

È socia fondatrice di mo-wan teatro con cui organizza il Deep Festival.

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Posare il tempo

Residenza d'artista di Claudia Catarzi e Claudia Caldarano

Questo lavoro nasce da una condizione immaginata. È una declinazione della visione, a volte un tentativo di simultaneità di tempi e spazi.

Ciò che in natura e in scienza non si può avere, è una forte attrattiva per chi ama maneggiare strumenti utili per l’assurdo, per l’eccezionale.

La materia prima sono due corpi, due elementi dell’ordinario, due persone, due ritratti, due entità scultoree, due frammenti, due e, a volte, un unico. Come creta nelle mani di uno scultore i due corpi sono a servizio di questo esperimento, dello stare e restare e del posare, della trasformazione.

Posiamo per essere guardarti e posiamo il nostro peso, ineluttabilmente sottostiamo alle leggi fisiche della gravità e misteriosamente parliamo senza parole con i nostri corpi, raccontando storie non udibili.

Posare il tempo invita ciascuno spettatore a lasciare da parte il suo insaziabile bisogno di comprendere.

“Il percorso è carnale piuttosto che concettuale e il pensiero è legato al “qui

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Questo lavoro nasce da una condizione immaginata. È una declinazione della visione, a volte un tentativo di simultaneità di tempi e spazi.

Ciò che in natura e in scienza non si può avere, è una forte attrattiva per chi ama maneggiare strumenti utili per l’assurdo, per l’eccezionale.

La materia prima sono due corpi, due elementi dell’ordinario, due persone, due ritratti, due entità scultoree, due frammenti, due e, a volte, un unico. Come creta nelle mani di uno scultore i due corpi sono a servizio di questo esperimento, dello stare e restare e del posare, della trasformazione.

Posiamo per essere guardarti e posiamo il nostro peso, ineluttabilmente sottostiamo alle leggi fisiche della gravità e misteriosamente parliamo senza parole con i nostri corpi, raccontando storie non udibili.

Posare il tempo invita ciascuno spettatore a lasciare da parte il suo insaziabile bisogno di comprendere.

“Il percorso è carnale piuttosto che concettuale e il pensiero è legato al “qui ed ora” che sostiene la scrittura della storia tra i corpi, guida le metamorfosi dei pensieri che vi operano e trasforma costantemente la materia prima: la figura umana […] Nel mio lavoro il tempo opera la progressione della composizione, lo spazio genera le connessioni e il peso radica il senso del gesto”. Claudia Catarzi

Con lo studio a due “Posare il tempo”, prosegue la  ricerca sulle figurazioni, sui parametri della sua composizione e sul ritmo dei suoi paesaggi in movimento, visitati in un viaggio intimo e in una dimensione psicologica partecipata di sottile e forte impatto. La relatività delle connessioni è nella trama del suo operare scultoreo, in dialogo con il suono, per una scrittura scenica peculiare, per una costellazione pittorica di elementi corporei asciutti, privi di ogni compiacimento. Gli istanti, da decifrare e inseguire, si concatenano a opera della pura presenza in un’idea dell’arte del corpo raffinata, controllata, ampliata nei dettagli di una partitura dinamica esatta che elabora segni poetici in un montaggio accuratissimo, scevro di descrizioni nella propria chiarezza nettamente modellata e scandita.

Posare il tempo

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Maria Elena Gattuso

Regista e attrice

Maria Elena Gattuso è attrice e regista, direttrice della compagnia italo-francese PerBacco

Maria Elena Gattuso è attrice e regista, direttrice della compagnia italo-francese PerBacco

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Adelaide Mancuso

Attrice

Adelaide Mancuso è una attrice fiorentina laureata nel 2009 al Corso di laurea triennale DAMS di Bologna e diplomata come attrice al Teatro Metastasio. Durante il percorso formativo collabora con Paolo Magelli, Marcello Bartoli, Riccardo Massai e Silvia Guidi. Conclusi gli studi si trasferisce in Francia dove lavora con il Circo Le Lido a Tolosa e la Compagnie Cie Diaghramm a Agen. Trascorsi due anni in Francia si trasferisce a Barcellona e lavora con il Teatro de los Sentidos per altri 2 anni.

Adelaide Mancuso è una attrice fiorentina laureata nel 2009 al Corso di laurea triennale DAMS di Bologna e diplomata come attrice al Teatro Metastasio. Durante il percorso formativo collabora con Paolo Magelli, Marcello Bartoli, Riccardo Massai e Silvia Guidi. Conclusi gli studi si trasferisce in Francia dove lavora con il Circo Le Lido a Tolosa e la Compagnie Cie Diaghramm a Agen. Trascorsi due anni in Francia si trasferisce a Barcellona e lavora con il Teatro de los Sentidos per altri 2 anni.

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Lo scrittore

Residenza d'artista di Adelaide Mancuso

Lo scrittore

è uno spettacolo di narrazione per voce femminile nato nel 2017.

Prende ispirazione da uno degli aneddoti del libro ” Il fuoco dentro. Oriana e Firenze” di Riccardo Nencini e racconta in maniera romanzata la vita della giovanissima staffetta partigiana Oriana Fallaci.
Il racconto si svolge in una Firenze negli anni della seconda guerra mondiale tratteggiata dagli occhi di una bambina coraggiosa che diventata staffetta partigiana vive e lotta per la libertà e la pace.
Tutto gira veloce come le ruote di una bicicletta attorno a questa infanzia, piena di pericoli e speranze, che forse apre spunti e certo chiarisce il carattere di una delle giornaliste più importanti del secolo scorso.
Si riflette e ci si immerge in questo mondo dove la linea che divide reale e surreale diventa sempre più sottile e l’impatto della guerra e le sue conseguenze segnano come cicatrici permanenti la protagonista. Parole che scorrono mischiate a vecchie canzoni che creano e rompono un


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Lo scrittore

è uno spettacolo di narrazione per voce femminile nato nel 2017.

Prende ispirazione da uno degli aneddoti del libro ” Il fuoco dentro. Oriana e Firenze” di Riccardo Nencini e racconta in maniera romanzata la vita della giovanissima staffetta partigiana Oriana Fallaci.
Il racconto si svolge in una Firenze negli anni della seconda guerra mondiale tratteggiata dagli occhi di una bambina coraggiosa che diventata staffetta partigiana vive e lotta per la libertà e la pace.
Tutto gira veloce come le ruote di una bicicletta attorno a questa infanzia, piena di pericoli e speranze, che forse apre spunti e certo chiarisce il carattere di una delle giornaliste più importanti del secolo scorso.
Si riflette e ci si immerge in questo mondo dove la linea che divide reale e surreale diventa sempre più sottile e l’impatto della guerra e le sue conseguenze segnano come cicatrici permanenti la protagonista. Parole che scorrono mischiate a vecchie canzoni che creano e rompono un’immaginario nello spettatore lasciandolo infine con un sapore agrodolce in bocca.

Oriana Fallaci è stata decisamente una persona e un personaggio pubblico complesso e caleidoscopico che ha segnato e modificato con il suo lavoro e le sue idee la storia del giornalismo italiano. Lo spettacolo però non vuole esprimere un giudizio politico o giornalistico, vuole soltanto ricordare e celebrare un pezzo di passato che almeno in parte ha contribuito a dar vita al nostro presente. Oriana è solo una delle tante bambine che con piccoli gesti ha permesso di realizzare una grande impresa.

Oggi la nostra di impresa è quella portare alle nuove generazioni un esempio che sia di ispirazione per combattere le diverse sfide della modernità con la stessa viva speranza.

Lo scrittore

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Piero Mottola

Florentine Voices

Piero Mottola è artista e musicista sperimentale, docente di Sound Design e Plastica Ornamentale all’Accademia di Belle Arti di Roma. Direttore del LER Laboratorio di Estetica del Rumore, la sua formazione avviene nell’ambito della Teoria Eventualista presso il Centro Studi Jartrakor di Roma dove nel 1988 tiene la sua prima personale con gli esperimenti interattivi “Miglioramento-Peggioramento” e “Bello-Brutto”.  Indaga la soggettività e la libera interpretazione del fruitore a strutture visive e sonore attraverso esperimenti e misurazioni. È stato invitato da diverse università internazionali a tenere conferenze e a svolgere master sulla relazione tra rumore ed emozione. I risultati di tali ricerche sono stati pubblicati nel libro Passeggiate emozionali, dal rumore alla Musica Relazionale, presentato in diverse università italiane e internazionali e nell’ambito di trasmissioni culturali della radiotelevisione italiana, Rai Uno, Rai Radio Tre e Radio Cultura Argenti

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Piero Mottola è artista e musicista sperimentale, docente di Sound Design e Plastica Ornamentale all’Accademia di Belle Arti di Roma. Direttore del LER Laboratorio di Estetica del Rumore, la sua formazione avviene nell’ambito della Teoria Eventualista presso il Centro Studi Jartrakor di Roma dove nel 1988 tiene la sua prima personale con gli esperimenti interattivi “Miglioramento-Peggioramento” e “Bello-Brutto”.  Indaga la soggettività e la libera interpretazione del fruitore a strutture visive e sonore attraverso esperimenti e misurazioni. È stato invitato da diverse università internazionali a tenere conferenze e a svolgere master sulla relazione tra rumore ed emozione. I risultati di tali ricerche sono stati pubblicati nel libro Passeggiate emozionali, dal rumore alla Musica Relazionale, presentato in diverse università italiane e internazionali e nell’ambito di trasmissioni culturali della radiotelevisione italiana, Rai Uno, Rai Radio Tre e Radio Cultura Argentina. Queste ricerche sono state presentate anche in diverse istituzioni museali nazionali e internazionali: Palazzo Esposizioni, Roma (1993); MAMBA, Museo Arte Moderno, Buenos Aires (2013); Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Roma (2013); MACRO, Museo d’arte contemporanea, Roma (2015, 2017; 2018); Museo Hermann Nitsch-Fondazione Morra, Napoli (2009, 2015, 2019); MAC Museo d’arte contemporanea, Santiago del Cile (2016); Beijing Institute of Graphic Communication (2017); Istituto di Cultura Italiano, Pechino (2017);  Museo della Certosa di S. Lucia, Rome (2018); Museo della Certosa di S. Martino, Castel S. Elmo, Napoli (2018, 2019); CCK Kirchner Cultural Center, Buenos Aires (2019); Istituto Italiano di Cultura, Buenos Aires (2019).

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Florentine Voices

Piero Mottola

Florentine Voices, primo progetto nato sotto l’egida di Murate Art District  è lo step fiorentino di una ricerca finora condotta a Valencia, Lisbona, Tenerife, Roma, Santiago del Cile, Lipsia, Varsavia, L’Avana, Buenos Aires, Wuhan, Shanghai, Pechino.

Alle persone che hanno partecipato all’esperimento negli scorsi mesi, convocati con bando pubblico, è stato chiesto di associare a dieci parametri emozionali (paura, angoscia, agitazione, collera, tristezza, stupore, eccitazione, piacere, gioia, calma) suoni e rumori prodotti esclusivamente con la voce e con il proprio corpo. Le centinaia di frammenti sonori ottenuti sono stati catalogati e intrecciati dall’artista in composizioni realizzate mediante l’ “autocorrelatore acustico”, un sistema capace di costruire algoritmi e trasformarli in opere grafiche che assomigliano a quadri astratti e variopinti. In questo modo l’opera restituisce un composito e fluttuante ritratto emotivo e internazionale della città.

Nelle t

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Florentine Voices, primo progetto nato sotto l’egida di Murate Art District  è lo step fiorentino di una ricerca finora condotta a Valencia, Lisbona, Tenerife, Roma, Santiago del Cile, Lipsia, Varsavia, L’Avana, Buenos Aires, Wuhan, Shanghai, Pechino.

Alle persone che hanno partecipato all’esperimento negli scorsi mesi, convocati con bando pubblico, è stato chiesto di associare a dieci parametri emozionali (paura, angoscia, agitazione, collera, tristezza, stupore, eccitazione, piacere, gioia, calma) suoni e rumori prodotti esclusivamente con la voce e con il proprio corpo. Le centinaia di frammenti sonori ottenuti sono stati catalogati e intrecciati dall’artista in composizioni realizzate mediante l’ “autocorrelatore acustico”, un sistema capace di costruire algoritmi e trasformarli in opere grafiche che assomigliano a quadri astratti e variopinti. In questo modo l’opera restituisce un composito e fluttuante ritratto emotivo e internazionale della città.

Nelle tre celle al primo piano di MAD è invece esposto un excursus del lavoro dell’artista che  riconduce alle origini delle sperimentazioni degli anni Ottanta e primi anni Novanta sul concetto di “Miglioramento Peggioramento” estetico e delle categorie di “Bello Brutto”, in cui l’artista si poneva il problema della misurazione del processo creativo con pratiche relazionali attraverso il coinvolgimento diretto del pubblico.

Infine, l’esuberanza cromatica delle opere più recenti, esposte nell’ultima cella, rivela il processo di ricerca dell’artista, volto a restituire partiture visive che rispondono alla ricerca di godimento estetico espressa dal fruitore.

 

 

Florentine Voices

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Florentine Voices, Piero Mottola

Florentine voices, prosegue a Firenze la ricerca sperimentale itinerante e in progress condotta dall’artista Piero Mottola volta ad indagare le potenzialità evocative e musicali della voce di persone comuni, in diverse aree geografiche del pianeta. 

Florentine Voices, Piero Mottola

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Concerto integrale Florentine Voices

Piero Mottola e il coro delle Florentine e Chinese Voices

Concerto integrale Florentine Voices, Piero Mottola
Concerto integrale Florentine Voices

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Vivente

Progetto RIVA

Vivente è un’installazione multimediale che restituisce un inedito ritratto sonoro del fiume Arno, in cui aspetti sonori e visivi si fondono nella creazione di uno spazio immersivo e contemplativo. L’opera è composta da 128 canne di bambù di lunghezze diverse, sospese dall’alto; ogni canna può suonare sia come aerofono sia come percussione creando, nell’insieme, un ambiente estetico e allo stesso tempo visivo e acustico. Le dimensioni e la disposizione delle canne permettono di suggerire percorsi ed esperienze che i visitatori hanno potuto attraversare liberamente.

Vivente è un’installazione multimediale che restituisce un inedito ritratto sonoro del fiume Arno, in cui aspetti sonori e visivi si fondono nella creazione di uno spazio immersivo e contemplativo. L’opera è composta da 128 canne di bambù di lunghezze diverse, sospese dall’alto; ogni canna può suonare sia come aerofono sia come percussione creando, nell’insieme, un ambiente estetico e allo stesso tempo visivo e acustico. Le dimensioni e la disposizione delle canne permettono di suggerire percorsi ed esperienze che i visitatori hanno potuto attraversare liberamente.

Vivente

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Marco D'Agostin

Performer e coreografo

Marco D’Agostin è performer e coreografo attivo tra teatro, danza e cinema. Ha lavorato come danzatore con Yasmeen Godder, Nigel Charnock, Emio Greco/Accademia Mobile, André Gingras, Simona Bertozzi, Sharon Friedman, Jorge Crecis, Rachel Krische, Guillermo Weickert. Ha interpretato coreografie di Claudia Castellucci/Socìetas Raffaello Sanzio, Alessandro Sciarroni, Iris Erez, Liz Santoro, Tabea Martin, William Collins, Sharon Friedman, Giorgia Nardin. Il suo lavoro Everithing is ok è stato premiato nel giugno 2015.

Marco D’Agostin è performer e coreografo attivo tra teatro, danza e cinema. Ha lavorato come danzatore con Yasmeen Godder, Nigel Charnock, Emio Greco/Accademia Mobile, André Gingras, Simona Bertozzi, Sharon Friedman, Jorge Crecis, Rachel Krische, Guillermo Weickert. Ha interpretato coreografie di Claudia Castellucci/Socìetas Raffaello Sanzio, Alessandro Sciarroni, Iris Erez, Liz Santoro, Tabea Martin, William Collins, Sharon Friedman, Giorgia Nardin. Il suo lavoro Everithing is ok è stato premiato nel giugno 2015.

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Alessandro Sciarroni

Coreografo e performer

Alessandro Sciarroni è un coreografo e performer italiano attivo nell’ambito delle arti performative e visive contemporanee. I suoi lavori, messi in scena in 21 paesi europei, Uruguay ed Emirati Arabi Uniti, vengono rappresentati all’interno di festival di danza e teatro, musei e gallerie d’arte, così come in spazi non convenzionali, attraverso il coinvolgimento di interpreti provenienti da diverse discipline.

 

Alessandro Sciarroni è un coreografo e performer italiano attivo nell’ambito delle arti performative e visive contemporanee. I suoi lavori, messi in scena in 21 paesi europei, Uruguay ed Emirati Arabi Uniti, vengono rappresentati all’interno di festival di danza e teatro, musei e gallerie d’arte, così come in spazi non convenzionali, attraverso il coinvolgimento di interpreti provenienti da diverse discipline.

 

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JOSEPH un monologo fisico interpretato da Marco D’Agostin

coreografia di Alessandro Sciarroni

JOSEPH, un monologo fisico interpretato da Marco D’Agostin ed ideato da Alessandro Sciarroni, coreografo e performer che nella sua pratica unisce i linguaggi della danza contemporanea a quelli delle arti visive e performative.all’interno di Secret Florence

Nel monologo fisico e tecnologico ideato da Alessandro Sciarroni, l’interprete Marco D’Agostin si muove sospeso in una dimensione tra reale e virtuale. Volgendo le spalle al pubblico per tutta la durata della performance, l’interprete di Joseph si muove davanti alla web cam di un computer portatile il cui desktop viene proiettato su uno schermo visibile al pubblico: tramite espedienti utilizzati fino dalla nascita della video-arte come l’effetto specchio e il circuito chiuso, si gioca il dialogo tra il soggetto e la sua immagine, che si duplica e si scompone in una ricerca inquieta ed intrigante; finché all’esecutore unico dell’assolo si sostituisce una imprevista molteplicità di sguardi e di cor

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JOSEPH, un monologo fisico interpretato da Marco D’Agostin ed ideato da Alessandro Sciarroni, coreografo e performer che nella sua pratica unisce i linguaggi della danza contemporanea a quelli delle arti visive e performative.all’interno di Secret Florence

Nel monologo fisico e tecnologico ideato da Alessandro Sciarroni, l’interprete Marco D’Agostin si muove sospeso in una dimensione tra reale e virtuale. Volgendo le spalle al pubblico per tutta la durata della performance, l’interprete di Joseph si muove davanti alla web cam di un computer portatile il cui desktop viene proiettato su uno schermo visibile al pubblico: tramite espedienti utilizzati fino dalla nascita della video-arte come l’effetto specchio e il circuito chiuso, si gioca il dialogo tra il soggetto e la sua immagine, che si duplica e si scompone in una ricerca inquieta ed intrigante; finché all’esecutore unico dell’assolo si sostituisce una imprevista molteplicità di sguardi e di corpi, aprendo una dimensione nuova e inattesa.

L’autore della performance, prende in prestito il nome da colui che assume su di sé la paternità dell’uomo che nasconde il divino, ma non ci è dato sapere chi sia Joseph, ne dove sia. Non sappiamo se si tratti dell’uomo che vediamo in scena oppure di uno di quegli occhi sconosciuti capitati per caso all’interno del sistema rappresentativo. Il solo perde la sua connotazione di evento performato da un esecutore unico e si riempie di sguardi meravigliati, deformati, raddoppiati e amplificati. Di corpi esposti e pronti all’esposizione, là fuori, chissà dove, dall’altra parte del mondo, ma nel medesimo istante.

JOSEPH un monologo fisico interpretato da Marco D’Agostin

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Alfred & Bertha, Enigma of Nobel | una performance ideata dall’artista Robert Pettena e interpretata dalla performer Chiara Macinai

Alfred & Bertha, Enigma of Nobel, Murate Art District, Firenze, 2016
In occasione del vernissage si è svolta una performance ideata dall’artista Robert Pettena e interpretata dalla performer Chiara Macinai.

Alfred & Bertha, Enigma of Nobel, Firenze, 2016
Una performance ideata dall’artista Robert Pettena e interpretata dalla performer Chiara Macinai
Alfred & Bertha, Enigma of Nobel | una performance ideata dall’artista Robert Pettena e interpretata dalla performer Chiara Macinai

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