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Studiolo dell'Esilio (Gallery)

di Stephan Zimmerli

Studiolo dell'Esilio (Gallery)

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“Studioli dell’esilio: ricostruire la memoria”

 

“The seasons and the years came and went… and always… one was, as the crow flies, about 2000 km away -­‐ but from where? -­‐ and day by day, hour by hour, with every beat of the pulse, one lost more and more of one’s qualities, became less comprehensible to oneself, increasingly abstract.” (W.G. Sebald, “The Emigrants”)

I luoghi hanno una doppia esistenza. La prima è fisica, e si svolge in maniera fissa attorno alla vita di chi ci abita, di chi ci vive; la seconda è mentale, e si sviluppa nella memoria degli esseri che portano questi luoghi dentro di loro, ovunque vanno. Queste due esistenze divergono, spesso in maniera lenta, invisibile, o a volte in maniera piu brutale, quando i luoghi spariscono fisicamente. Mi interessa lavorare sulle reminiscenze, e le memorie profondi che gli individui trasportono, quando devono spostarsi e reinventare la loro vita dall’

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“Studioli dell’esilio: ricostruire la memoria”

 

“The seasons and the years came and went… and always… one was, as the crow flies, about 2000 km away -­‐ but from where? -­‐ and day by day, hour by hour, with every beat of the pulse, one lost more and more of one’s qualities, became less comprehensible to oneself, increasingly abstract.” (W.G. Sebald, “The Emigrants”)

I luoghi hanno una doppia esistenza. La prima è fisica, e si svolge in maniera fissa attorno alla vita di chi ci abita, di chi ci vive; la seconda è mentale, e si sviluppa nella memoria degli esseri che portano questi luoghi dentro di loro, ovunque vanno. Queste due esistenze divergono, spesso in maniera lenta, invisibile, o a volte in maniera piu brutale, quando i luoghi spariscono fisicamente. Mi interessa lavorare sulle reminiscenze, e le memorie profondi che gli individui trasportono, quando devono spostarsi e reinventare la loro vita dall’altro lato della pianeta, per desiderio o per necessità. Cosa ritengono, cosa dimenticano. Mi affascina l’idea -­‐ magari illusoria -­‐ di ricostruire la memoria, di disegnare le immagini invisibili nascoste dentro la psiche, che sia la mia o quella degli altri.

Essendo nato a Parigi nel 1976, da genitori emigrati in parte dall’Europa (Svizzera, Scandinavia, Inghilterra) e in parte dall’ex-­‐Indocina (Vietnam, Cambodia… e Corsica), sono cresciuto da un lato con i racconti di una memoria piuttosto neutrale e stabile, e dall’altra, con i ricordi spezzati e caotici di una diaspora dispersa dalle guerre che avevano schiacciato il loro paese da oltre trent’anni. Ho imparato che le memorie dei posti perduti, anche quando sono rimosse, sono a volte piu potenti dalle memorie dei posti dove si vive nel presente.

L’artista propone di sviluppare nelle Murate un progetto dedicato alla memoria collettiva degli cittadini di Firenze che sono arrivati nella città tramite migrazioni, esilio, traslocamenti volontari o no: seguendo un protocollo artistico di “disegno mentale”, si tratterebbe di organizzare incontri con questi cittadini, e durante sedute di circa un’ora ciascuna, di chiedergli di raccontarmi -­‐ nel modo piu preciso e intenso possibile -­‐ il ricordo di un luogo che hanno perduto -­‐ per permettermi in tal modo di materializzare dal vivo le loro memorie, le loro visioni mentali, tramite disegni a grande scala che farei sulle pareti di stanze effimere, scenografie di legno o di carta inserite dentro l’archituttura delle Murate; le pareti interni di queste stanze, ricoperte poco a poco dai disegni materializzando questa memoria collettiva, diventando analoghe alle pareti degli studioli rinascimentali, ornate da intarsi o affreschi, rappresentazioni di un mondo invisibile, estensioni dello spazio mentale… una “memoria arteficiosa” materica e organica, realizzata solo con la parola, il ricordo e la mano -­‐ in contrappunto all’onnipresenza delle immagini digitali proliferanti e di quell’altra “intelligenza arteficiale”, quella disincarnata, automatica e vorace.

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Stephan Zimmerli. Studiolo dell’esilio

a cura di Valentina Gensini 

 

Inaugurazione 16 maggio 2024 ore 17.30

 

Giovedì 16 maggio 2024 inaugura l’installazione di Stephan Zimmerli, vincitore del bando per residenze d’artista 2024, dedicata alla memoria collettiva di migranti, esiliati e viaggiatori

 

Studiolo dell’esilio è il progetto che l’artista visivo Stephan Zimmerli ha sviluppato durante la sua residenza presso MAD Murate Art District. Dedicato alla memoria collettiva dei cittadini arrivati a Firenze a causa di migrazioni, esili, trasferimenti volontari o ineludibili, il progetto raccoglie i ricordi che alcuni cittadini del mondo, partecipanti al progetto, hanno voluto condividere con l’artista. Questi racconti, materializzati nei disegni dell’artista, restituiscono una collezione di memorie, materiche e organiche, che vengono riunite all’interno di un’architettura effimera costruita nella sala Laura Orvieto di MAD Murate Art Distric

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Stephan Zimmerli. Studiolo dell’esilio

a cura di Valentina Gensini 

 

Inaugurazione 16 maggio 2024 ore 17.30

 

Giovedì 16 maggio 2024 inaugura l’installazione di Stephan Zimmerli, vincitore del bando per residenze d’artista 2024, dedicata alla memoria collettiva di migranti, esiliati e viaggiatori

 

Studiolo dell’esilio è il progetto che l’artista visivo Stephan Zimmerli ha sviluppato durante la sua residenza presso MAD Murate Art District. Dedicato alla memoria collettiva dei cittadini arrivati a Firenze a causa di migrazioni, esili, trasferimenti volontari o ineludibili, il progetto raccoglie i ricordi che alcuni cittadini del mondo, partecipanti al progetto, hanno voluto condividere con l’artista. Questi racconti, materializzati nei disegni dell’artista, restituiscono una collezione di memorie, materiche e organiche, che vengono riunite all’interno di un’architettura effimera costruita nella sala Laura Orvieto di MAD Murate Art District.

 

Una scenografia in legno – analoga a quella di uno studiolo rinascimentale – in cui ornamenti e decorazioni corrispondono alla manifestazione di un mondo invisibile, uno spazio mentale costituito da parole e ricordi, tradotti in immagini e rivitalizzati dal segno grafico dell’artista.

 

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Stephan Zimmerli

Stephan Zimmerli è un artista, architetto, scenografo e musicista.

Negli ultimi 25 anni ha sviluppato una pratica artistica transdisciplinare all’incrocio tra architettura, teatro e musica, con le arti visive come disciplina centrale; la sua prassi costante del disegno è strutturata e ordinata in centinaie di quaderni di schizzi quotidiani che costituiscono la base di un’arte personale della memoria, una “mnemotopia” che gravita attorno a temi specifici: tempo, reminiscenza, atmosfera, spazio mentale.

Diplomato all’Ecole des Arts Décoratifs e all’Ecole d’Architecture de Belleville di Parigi, Stephan Zimmerli ha completato il suo progetto di diploma all’Accademia di Architettura di Mendrisio in Svizzera, nello studio di Peter Zumthor. Attualmente lavora come architetto indipendente, disegnando progetti che combinano suono e spazio (mostra “Doisneau & la Musique” alla Philharmonie de Paris, Studiolo “Klein Leberau&#

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Stephan Zimmerli è un artista, architetto, scenografo e musicista.

Negli ultimi 25 anni ha sviluppato una pratica artistica transdisciplinare all’incrocio tra architettura, teatro e musica, con le arti visive come disciplina centrale; la sua prassi costante del disegno è strutturata e ordinata in centinaie di quaderni di schizzi quotidiani che costituiscono la base di un’arte personale della memoria, una “mnemotopia” che gravita attorno a temi specifici: tempo, reminiscenza, atmosfera, spazio mentale.

Diplomato all’Ecole des Arts Décoratifs e all’Ecole d’Architecture de Belleville di Parigi, Stephan Zimmerli ha completato il suo progetto di diploma all’Accademia di Architettura di Mendrisio in Svizzera, nello studio di Peter Zumthor. Attualmente lavora come architetto indipendente, disegnando progetti che combinano suono e spazio (mostra “Doisneau & la Musique” alla Philharmonie de Paris, Studiolo “Klein Leberau” per il musicista Rodolphe Burger…), mentre insegna la progettazione architettonica e la rappresentazione analogica in diverse scuole europee (University of East London, Ecole d’Architecture de Paris-Belleville, ENSAD, Universität Liechtenstein, Accademia di Architettura Mendrisio).

Nel 1995, con altri 4 amici musicisti, crea il gruppo folk-rock Moriarty, con il quale suona contrabbasso, basso, chitarra e pianoforte sotto il nome di scena Zim Moriarty, girando il mondo per 10 anni, suonando oltre 800 concerti, registrando 5 album (tra cui diversi dischi d’oro, con oltre 300.000 copie vendute) e una serie di colonne sonore per il cinema e il teatro. È anche direttore artistico responsabile del design grafico, dei videoclip, e della fotografia per la loro etichetta indipendente Air Rytmo.

Sulla scia dei principi sviluppati all’interno del gruppo e della loro etichetta, dal 2018 collabora nel campo dell’arte contemporanea con Charles Carmignac, chitarrista di Moriarty e direttore della Fondazione Carmignac di Porquerolles, per la quale ha progettato l’identità visiva, un manifesto e una serie di disegni concettuali, colonne sonore di mostre e il progetto di arteterapia “Musée-Valise” pensato per gli ambienti ospedalieri.

Dal 1999 ha inoltre collaborato con il regista, scenografo e autore Marc Lainé, creando con lui lo studio “La Boutique Obscure” e realizzando oltre 80 progetti scenografici in Francia, Svizzera, Belgio e Canada, prima di entrare alla Comédie de Valence (Centre Dramatique National) come artista associato responsabile di progetti teatrali ibridi tra musica, architettura e arti visive.

Il lavoro artistico di Stephan Zimmerli è stato esposto a Londra (gallerie Caravanserail e Sketch) e a Parigi (“Par les petits sentiers” al Carrousel du Louvre, “Echoes From The Borderline” alla Galerie &Co119, “A Dess(e)in” nella navata delle scuderie di Versailles), e ha dato vita a numerose pubblicazioni e conferenze, oltre che a performance grafiche e musicali incentrate sull’interazione tra disegno manuale e spazio mentale.

Stephan Zimmerli è attualmente in residenza presso il Murate Art District di Firenze, dove sta sviluppando un progetto espositivo-performativo sugli Studioli e l’arte della memoria.