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cinque giornate all'insegna della condivisione
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Cecilia Canziani
Curator Exhibition Autoritratti | Sui Generis
Critico d’arte e curatrice, il suo lavoro si concentra sulla pratica artistica contemporanea come interrogazione dello spazio culturale e del suo contesto e sulla didattica della cultura visiva contemporanea. Membro fondatore dello spazio non profit 1: 1projects, insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo e l’Università di Roma La Sapienza. Da gennaio 2009, insieme a Ilaria Gianni, è direttrice artistica della Nomas Foundation, Roma.
Critico d’arte e curatrice, il suo lavoro si concentra sulla pratica artistica contemporanea come interrogazione dello spazio culturale e del suo contesto e sulla didattica della cultura visiva contemporanea. Membro fondatore dello spazio non profit 1: 1projects, insegna presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo e l’Università di Roma La Sapienza. Da gennaio 2009, insieme a Ilaria Gianni, è direttrice artistica della Nomas Foundation, Roma.
Abstract degli interventi in occasione del convengno in memoria dello storico dell'arte Enrico Crispolti
La curatela come atto critico. Pratiche e scelte di metodo dopo la formazione alla Scuola di Specializzazione di Siena.
Interventi del 31 ottobre 2019, MAD Murate Art District, Firenze
-Maria Fratelli, Case Museo e Progetti speciali, Comune di Milano
Il passato declinato al presente e coniugato al futuro
I temi della conservazione delle collezioni, della salvaguardia e della trasmissione del patrimonio culturale e della diffusione della conoscenza sono diventati prioritari. Come operatori museali siamo infatti responsabili del patrimonio che curiamo per trasmetterlo al futuro e per renderlo fruibile ai visitatori, ma la responsabilità deve estendersi a coloro che forse non entreranno mai nelle nostre sale, perché il nostro mestiere ha una rilevante valenza sociale. L’arte è materia viva e, con la scuola, i musei debbono concorrere a condividere e a promuovere un’etica di rispetto della cultura e di apertura alla diversità. Il museo è garante della molteplicità delle id
La curatela come atto critico. Pratiche e scelte di metodo dopo la formazione alla Scuola di Specializzazione di Siena.
Interventi del 31 ottobre 2019, MAD Murate Art District, Firenze
-Maria Fratelli, Case Museo e Progetti speciali, Comune di Milano
Il passato declinato al presente e coniugato al futuro
I temi della conservazione delle collezioni, della salvaguardia e della trasmissione del patrimonio culturale e della diffusione della conoscenza sono diventati prioritari. Come operatori museali siamo infatti responsabili del patrimonio che curiamo per trasmetterlo al futuro e per renderlo fruibile ai visitatori, ma la responsabilità deve estendersi a coloro che forse non entreranno mai nelle nostre sale, perché il nostro mestiere ha una rilevante valenza sociale. L’arte è materia viva e, con la scuola, i musei debbono concorrere a condividere e a promuovere un’etica di rispetto della cultura e di apertura alla diversità. Il museo è garante della molteplicità delle identità che nelle opere prendono forma e delle esperienze dell’uomo che nelle sale sono approdate attraversando terre e popoli in modo non sempre positivo e felice. Anche di questa prevaricazione serve oggi conservare memoria, per pensare con una diversa coscienza al futuro.
-Cecilia Canziani, curatrice indipendente
Ripensare le pratiche curatoriali. La giusta misura
La giusta misura è una pratica di condivisione di letture e azioni, ma soprattutto di tempo, tra un’artista e una curatrice. Un processo che ha gradualmente incluso altre voci e altri corpi, attorno all’idea di genere come asimmetria, di lavoro e pensiero come pratiche collettive, del tempo come dimensione necessaria per la costruzione di saperi condivisi, e che ha trovato una sua dimensione operativa su invito di Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, Firenze. A partire da questo progetto si parlerà di reciprocità e dialogo come punto di partenza – o di arrivo – di un atto critico.
-Andrea Bruciati, Villa Adriana e Villa d’Este, Tivoli
Varius, Multiplex, Multiformis
L’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este – Villae ha l’obiettivo di favorire la ricerca, la valorizzazione e la diffusione delle conoscenze riguardanti il patrimonio culturale che custodisce, al fine di condividerne valori e originalità con il resto del mondo.
In questo quadro progetta il futuro attraverso la promozione della creatività, della qualità della vita e delle diversità culturali presenti sul territorio; lavora inoltre per assicurare l’accessibilità totale e la fruizione del patrimonio culturale, monitorando l’efficienza e la qualità dei servizi al pubblico.
La cultura contemporanea è valorizzata con programmi e progetti che, attraverso le creazioni artistiche più attuali, veicolano e amplificano il messaggio universale dei siti UNESCO.
-Valentina Gensini, MAD Murate Art District, Firenze
Museo come dispositivo, arte nello spazio pubblico, produzione: le pratiche artistiche e il rigore della committenza pubblica
Enrico Crispolti ha aperto numerosi filoni di indagine che hanno lasciato un segno profondo nella mia formazione e nell’approccio al lavoro: la visione nel contesto, attuata in relazione ai progetti di lettura e interpretazione del patrimonio; il dialogo con gli artisti e l’incontro personale, al centro della visione programmatica del centro delle Murate; l’arte pubblica come visione che permea il territorio e la comunità, da cui il Progetto RIVA.
In tutti i casi il presupposto dell’attitudine etica è un elemento centrale nel lavoro e nella pratica quotidiana.
-Marco Tonelli, Palazzo Collicola, Spoleto
Storia dell’arte e museologia: decostruzioni, bricolage e effimero intrattenimento
Ciò che la metodologia storiografica insegnata e praticata da Enrico Crispolti ha lasciato alle future generazioni è un sistema di approcci e conoscenze specifiche sull’arte moderna e contemporanea secondo percorsi basati su competenze scientifiche, studio, ricerca. Oggi queste competenze sembrano dover essere ripensate a causa di decostruzioni del senso stesso della storia e della storia dell’arte.
Chi dirige musei non può prescindere da questi cambiamenti né da competenze specifiche, dovendo però ripensarle. Non tutto però sembra lecito per quanto ci sia muova su narrative parallele, aperte e arbitrarie. Né si possono scambiare revisioni del senso della storia e della pratica museologica con pratiche non fondate su metodi ma su improvvisazioni e fraintendimenti a fronte di pratiche curatoriali che si muovono spesso su titoli a effetto, citazioni, omissioni, intrattenimento e mancanze.
-Arabella Natalini, Museo degli Innocenti, Firenze
Tra arte pubblica, centri d’arte e musei. L’arte e il suo contesto come esercizio
Per quanto la messa a punto di un metodo di studio dell’arte contemporanea sia elemento imprescindibile per lo sviluppo di una consapevolezza critica, l’esperienza testimonia che non esiste una formula unica per la buona riuscita di una mostra.
Come ricordava Enrico Crispolti, bisogna “sapere e saper fare”, e la creazione di ogni progetto espositivo è necessariamente legata all’“ambiente” per il quale esso è concepito. Ciò è particolarmente evidente nella sfera dell’arte pubblica, ma rappresenta un aspetto sostanziale anche quando si operi all’interno di un museo, o di un centro d’arte contemporanea.
Naturalmente, la riflessione di partenza, la sua elaborazione, la scelta degli artisti e delle opere, costituisce l’elemento chiave per la riuscita di un progetto d’arte, ma tra l’ideazione e la sua messa in opera si inseriscono molteplici variabili: talvolta queste risulteranno limiti riduttivi, altre volte saranno invece in grado di offrire nuovi spunti, di dare forza e originalità all’esito finale.
Attraverso un breve excursus su alcuni progetti realizzati, tenterò di evidenziare come la curatela non sia solo un atto critico che prende corpo nell’ambito di un determinato contesto storico, ma come quest’ultimo lo definisca e lo plasmi, contribuendo a lasciar trasparire, di volta in volta, il senso del mondo in cui viviamo.
-Luigia Lonardelli, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Curatori nonostante tutto
La formazione senese è stata prima di tutto un’esperienza comunitaria, dove si imparava a sviluppare pensieri, attitudini e pratiche collettive senza rinunciare alle specificità e ai background personali. Con spirito maieutico la docenza di Enrico Crispolti non richiedeva atteggiamenti specifici, se non pretendere una base di studio della storia, mai messa in discussione o minata da fervori di formazione manageriale. Alla certosa di Pontignano si entrava per la prima volta con il tremore e la vertigine del non sapere e con la sola sicurezza del desiderio di imparare. Arrivata alla Scuola di specializzazione cercando una protezione, nello studio della storia dell’arte, dalle facili infatuazioni della curatela, negli anni di laboratori, studio, viaggi, lezioni mi è sembrato fosse possibile non dover rinunciare a nessuna delle due identità: “operare” non era solo accostabile a “ricercare”, ma necessario a supportare la verifica costante delle funzioni del nostro lavoro di storici.
-Manuela Pacella, curatrice indipendente
Vivacità di sguardo
Attraverso esempi del mio percorso critico e curatoriale, l’intervento ambisce a restituire una corretta memoria dell’insegnamento ricevuto da Enrico Crispolti durante gli anni di studio presso la Scuola di Specializzazione di Siena.
Come si desume dal titolo, l’intervento vuole essere in parte commemorativo – attraverso il concreto ricordo del sorprendente e sempre vivido sguardo di Crispolti – e in parte concentrarsi sull’essenza del suo insegnamento che ancora oggi guida molte delle mie scelte professionali.
Nonostante evidenti differenze di aree di ricerca come di gusto e un approccio – il mio – meno orizzontale e più verticale, si vuole riconoscere l’eredità di Crispolti nella mia odierna pratica curatoriale soprattutto nell’importanza data alla ricerca e alla qualità, nel ravvivare costantemente la mia curiosità e nel seguire un’etica professionale a volte probabilmente poco elastica ma di cui continuamente riconosco le origini al tempo trascorso a Siena.
-Linda Kaiser, curatrice indipendente
Musei d’impresa. Identità e prospettive vent’anni dopo
Il 12 e 13 giugno del 1999 si tenne alla Certosa di Pontignano, allora sede dei corsi della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università di Siena, il convegno – ideato e curato dalla sottoscritta – dal titolo: Musei d’impresa. Identità e prospettive.
Vennero affrontati, nella maniera più interdisciplinare possibile, i temi di dibattito, allora agli albori, ma di grande attualità, intorno a un nuovo modello museale. Si incontrarono, nell’occasione, ed esposero le proprie istanze, i curatori e direttori di archivi e musei d’impresa toscani e del resto d’Italia. Si fece il punto della situazione e si rese possibile un proficuo scambio culturale, che dovrebbe essere proprio di ogni struttura di ricerca.
Enrico Crispolti diede carta bianca all’organizzazione di un evento che segnò, poi, l’intero “movimento”, che già avevo fatto nascere in Assolombarda sotto l’egida di Confindustria, e che si perfezionerà nella costituzione dell’Associazione Museimpresa nel 2001.
Oggi i musei e gli archivi d’impresa si sono evoluti ulteriormente, ma soffrono anch’essi la crisi dei tempi: culturale, economica e sociale. Quale identità rispecchiano ancora e quale futuro si prospetta per loro?
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Convengno in memoria dello storico dell'arte Enrico Crispolti
PER ENRICO CRISPOLTI:
LA STORIA DELL’ARTE E LA CRITICA MILITANTE
due giornate a cura di Università di Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, e MAD Murate Art District, in collaborazione con Archivio Crispolti
Nate in collaborazione con Archivio Crispolti, le due giornate di approfondimento critico a Siena e a Firenze sono state dedicate a Enrico Crispolti e all’eredità trasmessa dalla sua figura e dal suo insegnamento agli allievi della Scuola di Specializzazione di Siena in merito all’approccio sperimentale adottato nel fondamentale periodo della sua direzione (1986-1998 e 2001-2007).
In particolare l’appuntamento senese si è concentrato sugli aspetti metodologici, didattici, di ricerca e sulle attività della Scuola di Specializzazione promosse da Crispolti (dai seminari con gli artisti ai convegni, dalle mostre alle pubblicazioni e ai progetti di ricerca nati in seno alla Scuola), nella volontà di restituire un’immagine ampia e ar
PER ENRICO CRISPOLTI:
LA STORIA DELL’ARTE E LA CRITICA MILITANTE
due giornate a cura di Università di Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, e MAD Murate Art District, in collaborazione con Archivio Crispolti
Nate in collaborazione con Archivio Crispolti, le due giornate di approfondimento critico a Siena e a Firenze sono state dedicate a Enrico Crispolti e all’eredità trasmessa dalla sua figura e dal suo insegnamento agli allievi della Scuola di Specializzazione di Siena in merito all’approccio sperimentale adottato nel fondamentale periodo della sua direzione (1986-1998 e 2001-2007).
In particolare l’appuntamento senese si è concentrato sugli aspetti metodologici, didattici, di ricerca e sulle attività della Scuola di Specializzazione promosse da Crispolti (dai seminari con gli artisti ai convegni, dalle mostre alle pubblicazioni e ai progetti di ricerca nati in seno alla Scuola), nella volontà di restituire un’immagine ampia e articolata sia dell’impostazione metodologico-progettuale sia delle virtuose convergenze con gli altri insegnamenti inerenti all’arte contemporanea attivati da Crispolti nel corso della sua direzione.
Relatori sono stati sia docenti o assidui frequentatori della Scuola (quali Antonello Negri, Franco Purini, Luca Quattrocchi, Massimo Bignardi, Sileno Salvagnini), che ex allievi oggi docenti universitari, per i quali l’esperienza della Scuola ha rappresentato un momento formativo determinante sotto il profilo metodologico (quali Raffaele Bedarida, Davide Lacagnina, Anna Mazzanti, Giuseppe Di Natale, Giovanni Bianchi), ma anche ex allievi attivi in ambiti professionali contigui quali l’editoria universitaria (Anna Casalino).
Marisa Dalai Emiliani è intervenuta in relazione alle numerose e strenue “battaglie” condotte con Enrico Crispolti per il riconoscimento delle Scuole di Specializzazione e le connesse riforme ministeriali.
L’appuntamento fiorentino, coordinato da MAD Murate Art District, è stato invece specificamente dedicato alle riflessioni metodologiche discusse da Enrico Crispolti in merito alla pratica curatoriale e dell’esercizio critico militante. Numerosi ex allievi oggi direttori o curatori di musei e centri d’arte come Maria Fratelli, Marco Tonelli, Luigia Lonardelli, Andrea Bruciati, Valentina Gensini o attivi come curatori indipendenti di progetti internazionali come Cecilia Canziani e Manuela Pacella, si sono confrontati sull’approccio critico e curatoriale nonché su alcune linee progettuali aperte da Crispolti ed ereditate dai professionisti formati alla scuola di Specializzazione di Siena.
Ha concluso la giornata l’intervento di Linda Kaiser che, oltre a fornire un aggiornamento sulle sue ricerche in merito ai Musei d’impresa (iniziate sotto l’egida di Crispolti) proporrà insieme all’Archivio Crispolti la fondazione di un’Associazione di ex alumni della Scuola di Specializzazione dell’Università di Siena.
Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali,
mercoledì 30 ottobre 2019 e giovedì 31 ottobre 2019
Enrico Crispolti a Siena: la vitalità di un metodo tra didattica e ricerca
a cura di Massimo Bignardi e Luca Quattrocchi, Università di Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali
Programma
Presentazione di Stefano Moscadelli, Direttore del Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali
Testimonianze di Roberto Venuti, Bernardina Sani, Marcello Aitiani, Mauro Berrettini
Marisa Dalai Emiliani, Università “La Sapienza” di Roma
Le Scuole di Specializzazione. Riforme, abolizioni, rinascite
Antonello Negri, Università Statale di Milano
La prospettiva “sociale” nelle lezioni di Siena
Franco Purini, Università “La Sapienza” di Roma
Una biblioteca in via Ripetta
Massimo Bignardi, Università di Siena
Ambiente come sociale
Luca Quattrocchi, Università di Siena
Crispolti, la Scuola, le mostre: percorsi di democrazia
Sileno Salvagnini, Accademia di Belle Arti di Venezia
Enrico Crispolti. Questioni e metodi
Davide Lacagnina, Università di Siena
L’eloquenza della filologia: il catalogo ragionato fra militanza critica e rielaborazione storiografica
Raffaele Bedarida, The Cooper Union for the Advancement of Art and Science, New York
Imparare dagli artisti. Le logiche multiple di Corrado Cagli e il metodo Crispolti
Testimonianze di Roberto Barzanti, Charles Szymkowicz
Luca Lenzini, Biblioteca Umanistica dell’Università di Siena
Il fondo Crispolti della Biblioteca Umanistica
Anna Casalino, Carocci Editore, Roma
Oltre l’immagine: una Scuola per pensare, progettare, sperimentare “cultura”
Giovanni Bianchi, Università di Padova
Da Venezia a Siena alla ricerca di un maestro della contemporaneità
Anna Mazzanti, Politecnico di Milano
Enrico Crispolti e la partecipazione condivisa. Dalla Scuola alle attività extradidattiche
Giuseppe Di Natale, Università di Firenze
”Poetica dell’informale”. Storia di una militanza, di un progetto e della ricerca di una propria identità
giovedì 31 ottobre 2019
Firenze, MAD Murate Art District
La curatela come atto critico. Pratiche curatoriali e scelte di metodo dopo la formazione alla Scuola di Specializzazione di Siena
Maria Fratelli, Case Museo e Progetti speciali, Comune di Milano
Il passato declinato al presente e coniugato al futuro
Cecilia Canziani, curatrice indipendente
Ripensare le pratiche curatoriali. La giusta misura
Andrea Bruciati, Villa Adriana e Villa d’Este Tivoli
Varius, Multiplex, Multiformis
Valentina Gensini, MAD Murate Art District Firenze
Museo come dispositivo, arte nello spazio pubblico, produzione: le pratiche artistiche e il rigore della committenza pubblica
Marco Tonelli, Palazzo Collicola Spoleto
Storia dell’arte e museologia: decostruzioni, bricolage e effimero intrattenimento
Arabella Natalini, Museo degli Innocenti Firenze
Tra arte pubblica, centri d’arte e musei: L’arte e il suo contesto come esercizio quotidiano
Luigia Lonardelli, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Curatori, nonostante tutto
Manuela Pacella, curatrice indipendente
Vivacità di sguardo
Linda Kaiser, curatrice indipendente
Musei d’impresa. Identità e prospettive vent’anni dopo
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Con la rubrica #LeOpereeiGiorni abbiamo invitato artisti, curatori e intellettuali a condividere riflessioni sul loro lavoro e sul momento attuale.
Oggi lasciamo la parola a Cecilia Canziani, curatore
Questo contenuto appare solo nell' archivio.
Chiara Camoni / Bettina Buck con le parole di Cecilia Canziani e una conferenza di Chiara Frugoni
Le ricerche di Chiara Frugoni sono state fonte di ispirazione nel corso di tutto il progetto con assonanze tra il luogo e le riflessioni del seminario e i temi da lei trattati, su Chiara d’Assisi e sul ruolo del convento come luogo non solo di esclusione, ma anche di emancipazione.
Il percorso si è sviluppato in tre momenti: letture collettive, una lecture pubblica e infine, a dare un ritmo al pensiero, l’azione collettiva del lavoro al telaio, al quale – nel corso dei mesi – si sono alternate tante diverse mani di artigiane, artiste e curatrici che hanno lasciato traccia del loro operato realizzando un tappeto che è anche il fulcro del percorso espositivo. Non essendo possibile raccontare in forma di mostra i seminari, Autoritratti rappresenta il tentativo di ridistribuire, attraverso una serie di opere e ulteriori momenti di approfondimento, il senso di un percorso costruito di relazioni tra persone e ambiti del sapere, con le parole di libri e con le opere di autori div
Le ricerche di Chiara Frugoni sono state fonte di ispirazione nel corso di tutto il progetto con assonanze tra il luogo e le riflessioni del seminario e i temi da lei trattati, su Chiara d’Assisi e sul ruolo del convento come luogo non solo di esclusione, ma anche di emancipazione.
Il percorso si è sviluppato in tre momenti: letture collettive, una lecture pubblica e infine, a dare un ritmo al pensiero, l’azione collettiva del lavoro al telaio, al quale – nel corso dei mesi – si sono alternate tante diverse mani di artigiane, artiste e curatrici che hanno lasciato traccia del loro operato realizzando un tappeto che è anche il fulcro del percorso espositivo. Non essendo possibile raccontare in forma di mostra i seminari, Autoritratti rappresenta il tentativo di ridistribuire, attraverso una serie di opere e ulteriori momenti di approfondimento, il senso di un percorso costruito di relazioni tra persone e ambiti del sapere, con le parole di libri e con le opere di autori diversi e distanti nel tempo. Le opere di Chiara Camoni e Bettina Buck in mostra invitano a riflettere sulla relazione tra corpo e spazio, sul modo in cui i corpi costruiscono ambienti, i gesti generano mondi, i mondi raccontano relazioni, e le relazioni sono un modo per reinventare le modalità di stare insieme, produrre, esporre.
I gesti e le voci di chi ha partecipato agli incontri sono custoditi e rappresentati da un tappeto presentato in mostra e tessuto con la supervisione della tessitrice Paola Aringes.
Attorno a questo oggetto che è anche un luogo, un corpus di lavori inediti di Chiara Camoni fa a sua volta spazio ai lavori realizzati da Bettina Buck tra il 2010 e il 2017. Unite da una riflessione comune sulla scultura e da un’attitudine dialogica, i lavori delle due artiste si offrono come punti di vista l’una sul lavoro dell’altra.