Standby. Installation view
10 Maggio | 23 Luglio
APRIMAD
Grazie alla collaborazione con il Museo Galileo, il 17 e il 23 giugno 2023 si terrà il Laboratorio sulla camera oscura in occasione della mostra Standby. Installation view di Chiara Bettazzi.
Esploreremo le esperienze degli artisti del passato, come Vermeer e Canaletto, che hanno utilizzato la camera oscura come strumento, fondendo scienza e arte nella pratica del disegno della realtà così come appare. Dalla pittura degli impressionisti all’avvento della fotografia, scoprirai come la camera oscura ha plasmato lo sviluppo dei movimenti artistici tra Ottocento e Novecento.
Il laboratorio ha una durata di 1 ora e mezza ed è aperto anche ai bambini dagli 8 anni in sù.
Sabato 17 e venerdì 23 giugno ore 17.00 presso MAD Murate Art District.
Posti limitati. Per informazioni e prenotazioni
055 2476873
Grazie alla collaborazione con il Museo Galileo, il 17 e il 23 giugno 2023 si terrà il Laboratorio sulla camera oscura in occasione della mostra Standby. Installation view di Chiara Bettazzi.
Esploreremo le esperienze degli artisti del passato, come Vermeer e Canaletto, che hanno utilizzato la camera oscura come strumento, fondendo scienza e arte nella pratica del disegno della realtà così come appare. Dalla pittura degli impressionisti all’avvento della fotografia, scoprirai come la camera oscura ha plasmato lo sviluppo dei movimenti artistici tra Ottocento e Novecento.
Il laboratorio ha una durata di 1 ora e mezza ed è aperto anche ai bambini dagli 8 anni in sù.
Sabato 17 e venerdì 23 giugno ore 17.00 presso MAD Murate Art District.
Posti limitati. Per informazioni e prenotazioni
055 2476873
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"Occupo un piccolo spazio di mondo, ma non l'ho delimitato" (Altiero Spinelli)
a cura di 𝗗𝗶𝘀𝗽𝗼𝘀𝗶𝘁𝗶𝘃𝗶 𝗖𝗼𝗺𝘂𝗻𝗶𝗰𝗮𝗻𝘁𝗶 e 𝗠𝗶𝗻𝗱 𝘁𝗵𝗲 𝗚𝗔𝗣
La mostra è dedicata alla libertà vista dal carcere e alla luce dell’arte. L’iniziativa nasce per dare voce attraverso l’arte ai sogni di giovani detenuti minorenni collegando i loro pensieri alle riflessioni sulla libertà e sulla dignità della pena dei padri fondatori dell’Europa, Altiero Spinelli in primis.
Il progetto artistico – che è già stato ospitato presso l’Istituto Centrale di Restauro di Roma – nasce dalle intenzioni dell’onorevole Silvia Costa, Commissario straordinario di Governo per il recupero dell’ex carcere borbonico sull’isola di Santo Stefano a Ventotene. Organizzato assieme ad alcuni degli Istituti di Cultura dei Paesi europei in Italia (EUNIC-Cluster Roma) quali il Centro Ceco, l’Istituto Bulgaro di Cultura, l’Istituto Polacco, l’Istituto Slovacco, l’Istituto Yunus Emre Centro Culturale Turco, la Rappresentanza Generale della Comunità fiamminga e della Regione delle Fiandre, ha ricevuto la collaborazione dell’Archivio storico de
La mostra è dedicata alla libertà vista dal carcere e alla luce dell’arte. L’iniziativa nasce per dare voce attraverso l’arte ai sogni di giovani detenuti minorenni collegando i loro pensieri alle riflessioni sulla libertà e sulla dignità della pena dei padri fondatori dell’Europa, Altiero Spinelli in primis.
Il progetto artistico – che è già stato ospitato presso l’Istituto Centrale di Restauro di Roma – nasce dalle intenzioni dell’onorevole Silvia Costa, Commissario straordinario di Governo per il recupero dell’ex carcere borbonico sull’isola di Santo Stefano a Ventotene. Organizzato assieme ad alcuni degli Istituti di Cultura dei Paesi europei in Italia (EUNIC-Cluster Roma) quali il Centro Ceco, l’Istituto Bulgaro di Cultura, l’Istituto Polacco, l’Istituto Slovacco, l’Istituto Yunus Emre Centro Culturale Turco, la Rappresentanza Generale della Comunità fiamminga e della Regione delle Fiandre, ha ricevuto la collaborazione dell’Archivio storico dell’Unione Europea di Firenze e del Ministero della Giustizia e viene accolto da MAD Murate Art District, coinvolgendo giovani artisti e curatrici dell’Accademia di Belle Arti di Firenze.
L’eterogeneo percorso della mostra, curato nella sua sede fiorentina da Dispositivi Comunicanti e Mind the GAP, raccoglie le opere di Stefano Bellanova, Giorgia Errera, Sadra Ghahari, Weronika Guenther, Martin Jurik, Katerina Kutchova, Federico Niccolai, Marianna Panagiotoudi, Karina Popova, Ilaria Restivo, Zoya Shokooi, Maria Giovanna Sodero, Valerio Tirapani e Laura Zawada.
Gli artisti coinvolti, chiamati a partecipare dalle istituzioni promotrici, sono stati esortati a interpretare con le loro opere alcuni dei concetti a fondamento dell’Unione Europea: libertà, unità, memoria, comunità e parità. E proprio partendo dalla parola libertà sono stati evocati desideri, sogni e aspirazioni da parte di alcuni giovani reclusi nel Carcere minorile di Casal del Marmo a Roma coinvolti in un laboratorio di scrittura creativa dall’attore Salvatore Striano, realizzato in collaborazione con il Dipartimento della Giustizia minorile del Ministero della Giustizia. I testi prodotti sono stati poi affidati tramite gli Istituti di Cultura ai diplomandi delle Accademie di Belle Arti dei sei Paesi europei (Bulgaria, Repubblica Ceca, Fiandre, Polonia, Slovacchia, Turchia) che hanno realizzato, partendo dalla reinterpretazione, opere artistiche di grande valore, collegate tra loro da un elemento simbolico: la dimensione delle celle del carcere.
La scelta degli spazi del Complesso delle Murate per la tappa fiorentina di questo percorso non è casuale, ma deriva dall’importante storia di questo luogo. Dal 1424 al 1808 la struttura ha ospitato il Convento della Congregazione delle Suore Murate; tra il 1848 e il 1983 fu convertito in carcere maschile, con un’ala adibita a carcere duro nel periodo del Ventennio fascista, destinato a anarchici, socialisti ed antifascisti. Tra i numerosi detenuti di alto profilo politico spiccano i nomi di Carlo Levi, Gaetano Salvemini, Nello Rosselli, Carlo Ludovico Ragghianti e Alcide De Gasperi; quest’ultimo, insieme ad Altiero Spinelli, tra i promotori dell’Unione Europea.
I progetti artistici contestualizzati nel carcere duro delle Murate esplorano il concetto di libertà all’interno della cella carceraria, si interrogano non solo sulla natura, ma anche sulla forma che questa può assumere quando è vissuta, desiderata o immaginata all’interno di un luogo di detenzione. Le opere, impiegando media diversi, spaziano dalla scultura alla performance, alla proiezione di un mondo virtuale, trasformando le celle in varchi verso realtà sconosciute, esperienze condivise e luoghi di memoria.
a cura di Anna Cuomo
Il corpo è involucro, prima immagine del vivente, parte più esposta, portatore sano di fragilità: forte e vulnerabile al contempo: pianeta, ecosistema completo. Indagare il corpo con l’arte evoca la sensazione di connessione con la natura che a volte l’umano prova e che l’espressione artistica cerca, da sempre, di rappresentare e interpretare.
I progetti di Anna, Luisa e Rosaria Corcione nascono dall’urgenza di scandagliare il corpo e le sue fragilità con medium differenti: la tela per Anna, la video-installazione per Luisa, la scultura per Rosaria. I lavori delle tre artiste dialogano attraverso la performatività che unisce i differenti interventi, ricucendo idealmente le ferite dei tessuti che interpretano.
Il lavoro di Anna Corcione rievoca la relazione circolare tra la qualità dello spazio ambientale con la percezione della qualità della vita. Riprendono la sua serie Naturalia ricrea con tele e elementi organici la suggestione di un giardino te
Il corpo è involucro, prima immagine del vivente, parte più esposta, portatore sano di fragilità: forte e vulnerabile al contempo: pianeta, ecosistema completo. Indagare il corpo con l’arte evoca la sensazione di connessione con la natura che a volte l’umano prova e che l’espressione artistica cerca, da sempre, di rappresentare e interpretare.
I progetti di Anna, Luisa e Rosaria Corcione nascono dall’urgenza di scandagliare il corpo e le sue fragilità con medium differenti: la tela per Anna, la video-installazione per Luisa, la scultura per Rosaria. I lavori delle tre artiste dialogano attraverso la performatività che unisce i differenti interventi, ricucendo idealmente le ferite dei tessuti che interpretano.
Il lavoro di Anna Corcione rievoca la relazione circolare tra la qualità dello spazio ambientale con la percezione della qualità della vita. Riprendono la sua serie Naturalia ricrea con tele e elementi organici la suggestione di un giardino terapeutico: un sistema composto da spazi capaci di aprire scenari interazionali per promuovere rispetto, cura, attenzione.
L’intervento di Luisa Corcione si formalizza in una video installazione in cui l’immagine della ferita si rarefà nei contrasti sonori. Uno scontro che diventa incontro, in cui forze opposte dialogano in una costante ricerca di equilibrio tra le ferite interiori, spirituali e psicologiche, e quelle fisiche, evocate dai frame video e da una serie di carte suturate.
Il lavoro di Rosaria Corcione infine, racconta la relazione tra pensiero e fisicità, interrogandosi sul rapporto tra forza interiore e fragilità esteriore. Le sue sculture evocano la dissonanza tra l’energia fisica e quella mentale indagando quanto questo disequilibrio influenzi la percezione del proprio sentire. Una serie di calchi del corpo dell’artista dichiarano la funzione terapeutica dell’autoritratto insita nello sdoppiamento dell’Io.
I lavori delle tre artiste dialogano tra loro nello spazio delle murate cercando di restituire l’accecante bagliore della ferita che si rimargina, del frammento che si ricongiunge, dall’atto di cura che ricuce la crepa.
Martedì 6 giugno, ore 18.30 presso MAD Murate Art District
Per informazioni
055 247 6873
Steve Bisson si forma come urbanista ed esperto di politiche territoriali. Abbraccia lo studio dell’immagine quale forma di investigazione e rappresentazione dei conflitti sociali e ambientali. Direttore del dipartimento di fotografia presso l’Università Paris College of Art. A Parigi è co-fondatore del programma Blurring the Lines, network accademico internazionale che promuove il dialogo su educazione e produzione di immagini nel contemporaneo. Ha collaborato da curatore con festival, musei, gallerie, fondazioni in tutto il mondo. Responsabile editoriale di Urbanautica Institute, piattaforma online di ricerca sull’antropologia visuale e sui paesaggi culturali. Ha fondato la casa editrice Penisola Edizioni. Direttore artistico del centro culturale Lab27.
Steve Bisson si forma come urbanista ed esperto di politiche territoriali. Abbraccia lo studio dell’immagine quale forma di investigazione e rappresentazione dei conflitti sociali e ambientali. Direttore del dipartimento di fotografia presso l’Università Paris College of Art. A Parigi è co-fondatore del programma Blurring the Lines, network accademico internazionale che promuove il dialogo su educazione e produzione di immagini nel contemporaneo. Ha collaborato da curatore con festival, musei, gallerie, fondazioni in tutto il mondo. Responsabile editoriale di Urbanautica Institute, piattaforma online di ricerca sull’antropologia visuale e sui paesaggi culturali. Ha fondato la casa editrice Penisola Edizioni. Direttore artistico del centro culturale Lab27.
Formatasi in Italia in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Milano, Donata Pizzi ha approfondito i suoi studi alla John Cass School of Arts di Londra e al West Surrey College of Art and Design, nel Regno Unito. A partire dal 1980 ha lavorato con la fotografia e i fotografi come archivista e picture editor per riviste ed editori; è stata responsabile della filiale romana di The Image Bank, in seguito nota come Getty Images. Successivamente ha intrapreso la carriera di fotografa free-lance, lavorando per riviste internazionali e per importanti aziende italiane, realizzando libri e mostre. Nel 2014 ha creato la Collezione Donata Pizzi, una collezione di opere di donne fotografe italiane. La collezione è stata esposta alla Triennale di Milano nel 2016/17, al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2018, al Museo di Santa Giulia di Brescia nel 2019, al Fotografie Forum di Francoforte nel 2020 e al Castello di Campori nel 2022.
Formatasi in Italia in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Milano, Donata Pizzi ha approfondito i suoi studi alla John Cass School of Arts di Londra e al West Surrey College of Art and Design, nel Regno Unito. A partire dal 1980 ha lavorato con la fotografia e i fotografi come archivista e picture editor per riviste ed editori; è stata responsabile della filiale romana di The Image Bank, in seguito nota come Getty Images. Successivamente ha intrapreso la carriera di fotografa free-lance, lavorando per riviste internazionali e per importanti aziende italiane, realizzando libri e mostre. Nel 2014 ha creato la Collezione Donata Pizzi, una collezione di opere di donne fotografe italiane. La collezione è stata esposta alla Triennale di Milano nel 2016/17, al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2018, al Museo di Santa Giulia di Brescia nel 2019, al Fotografie Forum di Francoforte nel 2020 e al Castello di Campori nel 2022.
Il progetto Quaderni è la nuova pubblicazione della Collezione Donata Pizzi, la più importante ed estesa collezione in Italia di artiste e fotografe donne. La pubblicazione nasce dalla necessità di creare nuovi percorsi di lettura della Collezione Donata Pizzi attraverso le oltre 300 opere che la compongono, privilegiando le nuove acquisizioni, mai pubblicate prima d’ora.
Il primo numero della collana Quaderni della Collezione Donata Pizzi è in collaborazione con FOTODOK di Utrecht (NL) e indaga la pratica del re-enactment. Due testi introduttivi presentano la storia del re-enactment in fotografia rispettivamente nei Paesi Bassi e in Italia. A seguire, uno studio approfondito dei progetti di artiste olandesi e italiane, attraverso le interviste dei curatori e corredate da un ricco apparato di immagini dei lavori, dei backstage e delle installazioni finali.
Coordinamento: Alessandra Capodacqua
Giovedì 8 giugno ore 17.30 presso MAD Murate Art District
055
Il progetto Quaderni è la nuova pubblicazione della Collezione Donata Pizzi, la più importante ed estesa collezione in Italia di artiste e fotografe donne. La pubblicazione nasce dalla necessità di creare nuovi percorsi di lettura della Collezione Donata Pizzi attraverso le oltre 300 opere che la compongono, privilegiando le nuove acquisizioni, mai pubblicate prima d’ora.
Il primo numero della collana Quaderni della Collezione Donata Pizzi è in collaborazione con FOTODOK di Utrecht (NL) e indaga la pratica del re-enactment. Due testi introduttivi presentano la storia del re-enactment in fotografia rispettivamente nei Paesi Bassi e in Italia. A seguire, uno studio approfondito dei progetti di artiste olandesi e italiane, attraverso le interviste dei curatori e corredate da un ricco apparato di immagini dei lavori, dei backstage e delle installazioni finali.
Coordinamento: Alessandra Capodacqua
Giovedì 8 giugno ore 17.30 presso MAD Murate Art District
055 247 6873
© Ottonella Mocellin
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4° appuntamento
“La grafica È un’opinione. Il manifesto politico e sociale: Stefano Rovai”.
Conduce Patrizia Scarzella.
Nella sua lunga carriera Rovai ha progettato, tra l’altro, più di 1300 manifesti, molti dei quali su temi politici e sociali. Alcuni anche censurati, che testimoniano quanto il messaggio grafico e visivo affidato allo strumento del ‘manifesto d’affissione’ nelle strade, nelle piazze, in giro per la città nei luoghi pubblici e più frequentati sia immediato, diretto e abbia un potente impatto sul pubblico per attivarne la coscienza. Il manifesto per molti aspetti è un vero prodigio della comunicazione. Basta infatti una fuggevole occhiata, un’inconsapevole e distratta attenzione per trasmettere un messaggio altamente complesso politico e sociale, che rappresenta un sistema di valori con una sintesi espressiva essenziale capace di arrivare a un vasto pubblico.
Agli architetti partecipanti saranno riconosciuti 2 Crediti Formativi (CFP) iscrivendosi a eventi@fondazi
“La grafica È un’opinione. Il manifesto politico e sociale: Stefano Rovai”.
Conduce Patrizia Scarzella.
Nella sua lunga carriera Rovai ha progettato, tra l’altro, più di 1300 manifesti, molti dei quali su temi politici e sociali. Alcuni anche censurati, che testimoniano quanto il messaggio grafico e visivo affidato allo strumento del ‘manifesto d’affissione’ nelle strade, nelle piazze, in giro per la città nei luoghi pubblici e più frequentati sia immediato, diretto e abbia un potente impatto sul pubblico per attivarne la coscienza. Il manifesto per molti aspetti è un vero prodigio della comunicazione. Basta infatti una fuggevole occhiata, un’inconsapevole e distratta attenzione per trasmettere un messaggio altamente complesso politico e sociale, che rappresenta un sistema di valori con una sintesi espressiva essenziale capace di arrivare a un vasto pubblico.
Agli architetti partecipanti saranno riconosciuti 2 Crediti Formativi (CFP) iscrivendosi a eventi@fondazionearchitettifirenze.it
Mercoledì 7 giugno ore 17.30 presso MAD Murate Art District
Per informazioni
055 2476873
Kinesis CDC di Firenze è una compagnia di danza professionale diretta da Angelo Egarese, residente a Firenze. nei suoi oltre dieci anni di attività, oltre ad affermarsi sul territorio fiorentino/toscano dove ha creato rapporti di collaborazione stabili con le istituzioni locali, si è affermata anche a livello nazionale, portando il proprio repertorio coreografico nei più importanti festival internazionali italiani, come Oriente Occidente, Florence Dance Festival, Fuori Formato, Todi Festival, e all’estero (Portogallo, Spagna, Polonia, Turchia, Grecia, Bulgaria). Puntando sulla qualità artistica e sull’innovazione (anche coreografica), Kinesis CDC ha tracciato dalla sua nascita un percorso ben definito, sostenuto in questi da anni da Fondazione CR Firenze, Regione Toscana, CR Toscana, MIC Ministero della Cultura.
Kinesis CDC di Firenze è una compagnia di danza professionale diretta da Angelo Egarese, residente a Firenze. nei suoi oltre dieci anni di attività, oltre ad affermarsi sul territorio fiorentino/toscano dove ha creato rapporti di collaborazione stabili con le istituzioni locali, si è affermata anche a livello nazionale, portando il proprio repertorio coreografico nei più importanti festival internazionali italiani, come Oriente Occidente, Florence Dance Festival, Fuori Formato, Todi Festival, e all’estero (Portogallo, Spagna, Polonia, Turchia, Grecia, Bulgaria). Puntando sulla qualità artistica e sull’innovazione (anche coreografica), Kinesis CDC ha tracciato dalla sua nascita un percorso ben definito, sostenuto in questi da anni da Fondazione CR Firenze, Regione Toscana, CR Toscana, MIC Ministero della Cultura.
Lo squillo delle trombe, la melodia che ti accompagna, un suono interiore, quel richiamo a cui non possiamo rifiutarci.
Hey man! Come on!
Concept e coreografia di Angelo Egarese
Danzano Elena Alessia Hodor, Anna Pesetti, Francesca Piergiacomo
Con il contributo di Fondazione CR Firenze, Regione Toscana, Città metropolitana di Firenze, Florence Dance Festival e D.A.C.
© Alessandro Botticelli
Lo squillo delle trombe, la melodia che ti accompagna, un suono interiore, quel richiamo a cui non possiamo rifiutarci.
Hey man! Come on!
Concept e coreografia di Angelo Egarese
Danzano Elena Alessia Hodor, Anna Pesetti, Francesca Piergiacomo
Con il contributo di Fondazione CR Firenze, Regione Toscana, Città metropolitana di Firenze, Florence Dance Festival e D.A.C.
© Alessandro Botticelli
Irene Innocente è Coordinatrice del Dipartimento Educazione del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (Prato), dove progetta e coordina le attività educative e i programmi di accessibilità per tutti i pubblici; è project manager di progetti speciali e referente per le reti museali regionali Pratomusei e Musei Toscani per l’Alzheimer.
Dal 2007 ha collaborato come educatrice museale e segreteria organizzativa con diverse istituzioni culturali tra le quali Le Murate. Progetti Arte Contemporanea (Mus.e, Firenze), FLAME|FirenzeSuonaContemporanea (Firenze), FARO (Bruxelles), Linea d’ombra (presso Bologna), MAC (Vercelli), Settore Musei-Comune di Torino, Fondazione Guggenheim (presso Arca, Vercelli).
Come storica dell‘arte contemporanea, ha concentrato le sue ricerche sull’arte degli anni Sessanta e si è specializzata sull’Arte Pubblica presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell‘Università di Bologn
Irene Innocente è Coordinatrice del Dipartimento Educazione del Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci (Prato), dove progetta e coordina le attività educative e i programmi di accessibilità per tutti i pubblici; è project manager di progetti speciali e referente per le reti museali regionali Pratomusei e Musei Toscani per l’Alzheimer.
Dal 2007 ha collaborato come educatrice museale e segreteria organizzativa con diverse istituzioni culturali tra le quali Le Murate. Progetti Arte Contemporanea (Mus.e, Firenze), FLAME|FirenzeSuonaContemporanea (Firenze), FARO (Bruxelles), Linea d’ombra (presso Bologna), MAC (Vercelli), Settore Musei-Comune di Torino, Fondazione Guggenheim (presso Arca, Vercelli).
Come storica dell‘arte contemporanea, ha concentrato le sue ricerche sull’arte degli anni Sessanta e si è specializzata sull’Arte Pubblica presso la Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell‘Università di Bologna. È stata docente di Storia dell‘arte per il MIUR e di Museum Management per IED-Firenze.
Ha una memoria fotografica, ma dimentica i nomi. Vorrebbe che tutt* potessero sperimentare il potere trasformativo dell‘arte.
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a cura di Irene Innocente
I musei sono istituzioni in trasformazione, come testimonia la recente revisione della definizione stessa di museo da parte dell’ICOM-International Council of Museum. In particolare, i dipartimenti di educazione e mediazione dei musei, in costante relazione con i pubblici, sono avamposti del cambiamento “al servizio della società”. Come recentemente emerso dal confronto internazionale tra responsabili dei dipartimenti educativi dei musei internazionali presso EDI-Global Forum for Education and Integration, organizzato a Napoli dalla Fondazione Morra Greco nell’ottobre 2022, esistono delle linee comuni di sperimentazione lungo le quali si stanno muovendo le pratiche dell’educazione museale a livello internazionale, incorporando approcci sperimentali proposti da artisti e co-progettando con le comunità di riferimento, valorizzando l’apprendimento esperienziale e attraverso l’uso del corpo, cercando alleanze fuori dal settore culturale, ibri
I musei sono istituzioni in trasformazione, come testimonia la recente revisione della definizione stessa di museo da parte dell’ICOM-International Council of Museum. In particolare, i dipartimenti di educazione e mediazione dei musei, in costante relazione con i pubblici, sono avamposti del cambiamento “al servizio della società”. Come recentemente emerso dal confronto internazionale tra responsabili dei dipartimenti educativi dei musei internazionali presso EDI-Global Forum for Education and Integration, organizzato a Napoli dalla Fondazione Morra Greco nell’ottobre 2022, esistono delle linee comuni di sperimentazione lungo le quali si stanno muovendo le pratiche dell’educazione museale a livello internazionale, incorporando approcci sperimentali proposti da artisti e co-progettando con le comunità di riferimento, valorizzando l’apprendimento esperienziale e attraverso l’uso del corpo, cercando alleanze fuori dal settore culturale, ibridando i linguaggi, prendendo posizione nelle sfide della società attuale.
Durante l’incontro, attraverso alcuni esempi internazionali, lə partecipanti verranno coinvolti nella ricerca sui recenti ambiti di ricerca e applicazione nell’ambito dell’educazione e mediazione museale.
L’incontro aperto è a cura di Irene Innocente, e vede la partecipazione delle studentesse e degli studenti del Master Museum Experience Design di IED-Firenze.
Mercoledì 24 maggio ore 17.30 presso MAD Murate Art District.
Per informazioni
055 2476873
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(1935 - 2021)
Giuliano Scabia è stato una figura unica nel panorama culturale e artistico italiano. Innanzitutto poeta, ha sperimentato senza sosta in vari campi, costituendo il proprio mondo espressivo intorno all’idea di arte come relazione e come visione, immaginazione gioiosa di mondi misteriosi, amorosi, sacri.
Dopo aver collaborato con Luigi Nono, dal 1965 ha esplorato il teatro, inizialmente con testi che in modo fantastico mettevano in questione i modi di vivere e le ideologie dell’Italia degli anni del dopo boom economico e delle contestazioni. Quindi il teatro lo ha dilatato fuori dai luoghi deputati, dando luogo a una vera e propria rivoluzione delle scene con lavori a partecipazione con bambini, pazienti psichiatri, studenti, abitanti di periferie urbane e di zone di campagna o montagna. Con lui sono nate figure mitiche come il Drago d’Abruzzo, sonda delle immaginazioni di ragazzi, Marco Cavallo, simbolo della liberazione da una psichiatria oppressiva, il Gorilla Quadrumàno, embl
Giuliano Scabia è stato una figura unica nel panorama culturale e artistico italiano. Innanzitutto poeta, ha sperimentato senza sosta in vari campi, costituendo il proprio mondo espressivo intorno all’idea di arte come relazione e come visione, immaginazione gioiosa di mondi misteriosi, amorosi, sacri.
Dopo aver collaborato con Luigi Nono, dal 1965 ha esplorato il teatro, inizialmente con testi che in modo fantastico mettevano in questione i modi di vivere e le ideologie dell’Italia degli anni del dopo boom economico e delle contestazioni. Quindi il teatro lo ha dilatato fuori dai luoghi deputati, dando luogo a una vera e propria rivoluzione delle scene con lavori a partecipazione con bambini, pazienti psichiatri, studenti, abitanti di periferie urbane e di zone di campagna o montagna. Con lui sono nate figure mitiche come il Drago d’Abruzzo, sonda delle immaginazioni di ragazzi, Marco Cavallo, simbolo della liberazione da una psichiatria oppressiva, il Gorilla Quadrumàno, emblema di una ricerca delle radici profonde nell’ambiente e dentro sé stessi.
Impersonando il personaggio del Diavolo, legato con una corda a un Angelo musicante, ha viaggiato per città storiche e piccoli centri, interrogandosi sul Male e sulle forme di una nuova commedia dell’arte.
In seguito prevalente è stata l’attività di narratore e di cantore dei suoi versi, con storie e azioni portate in boschi, monti, luoghi urbani, sempre in dialogo stretto con gli occhi, le menti, i cuori, le immaginazioni dei partecipanti. Autore di numerosi testi teatrali, molti dei quali riuniti nel volume “ Teatro con Bosco e Animali” Einaudi 1987 e di molte poesie raccolte in “ Il Poeta Albero”, in “Opera Della Notte” e in “Canti Del Guardare Lontano” tutti pubblicati da Einaudi.
I suoi otto romanzi, anch’essi pubblicati da Einaudi e articolati nei due cicli di Nane Oca (“Nane oca” “ Le Foreste Sorelle “ “ Nane Oca Rivelato” “Il Lato Oscuro di Nane Oca”) e dell’Eterno andare ( “In Capo Al Mondo”Lorerenzo e Cecilia””L’azione Perfetta” “ Il Ciclista Prodigioso”), hanno indagato in forma di favole, divertenti, affascinanti, temi brucianti del nostro vivere collettivo, dalla memoria al terrorismo, al pericolo rappresentato dalla degradazione ambientale, alla trasformazione del mondo in un grande mercato e dei luoghi più segreti in mete turistiche.
Dal 1972 al 2005 è stato docente di Drammaturgia 2 al Dams di Bologna: in modo non cattedratico ha sviluppato ricerche, svolte insieme con gli studenti che considerava suoi maestri, affondi sulle strutture del teatro e dell’immaginario e sulle forme per comunicare e per inventare. Le sue attività creative esterne si sono nutrite di questo modo di insegnare, raccontato nel libro postumo” Scala e sentiero verso il Paradiso” (La casa Usher), e del dialogo costante con poeti, scrittori, scienziati, teologi, teatranti, filosofi…
Due “deità” hanno guidato la sua attività favolistica, curiosa, gioiosa sempre: la poesia lirica di Orfeo, canto addomesticatore di bestie, fondatore di civiltà, e la poesia drammatica, di possessione, di Dioniso, il capo-coro, il dio della scena. Quello di Scabia è stato un teatro vagante, teso prima a rinnovare il palcoscenico, poi a farlo esplodere; quindi, a dilatarlo guidato dal motto di Gombrowicz: “Colui con cui canti, modifica il tuo canto”.
Il suo teatro, alimentato dallo sguardo e dal ritmo altro della poesia, osserva il mondo, la società che cambia, penetra nell’interiorità, scruta nei recessi più misteriosi della psiche, nelle bestie e nelle foreste che abbiamo in noi, nelle storie che ci raccontiamo per conoscere, per consolare, per riformulare le cose.
Teatro, narrazione e poesia in Scabia osservano le stelle, l’universo, i boschi, gli esseri umani, narrando, recitando, cercando i mezzi per trasporre la fatica della vita in sprazzi di Paradiso. Ascoltano e partecipano la lingua del tempo con la voce, con i corpi, con i corpi in voce, in danza, con i piedi che si muovono e che creano e sostengono, col loro ritmico battere, i versi, la poesia, il racconto. Una poesia, una narrazione mai chiuse nelle pagine, ma dette, erranti, cercanti, interroganti. Il suo pensiero su cosa sia La Poesia Scabia lo ha espresso in molti articoli , interventi e in due libri “ Il Tremito” e “ Una Signora Impressionante” Editi da Casagrande.
In oltre sessantacinque anni di attività Giuliano Scabia ha lasciato un gran numero di opere – libri e opuscoli a stampa, dattiloscritti e abbozzi, articoli, saggi, registrazioni, fotografie, disegni, video – raccolte in un vasto archivio, riordinato negli ultimi anni di vita. Ha creato, inoltre, vari manufatti artistici – cantastorie, oggetti in cartapesta, maschere, costumi – conservati nel suo garage-laboratorio. L’insieme di questi materiali costituiscono la «Casa archivio e laboratorio di Giuliano Scabia», in via delle Conce a Firenze.
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Venerdì 26 maggio al MAD (Murate Art District) avrà luogo l’evento: Fantastiche visioni: festa con Giuliano Scabia, amici, teatro, musica, poesia (e qualche gallina), organizzato dalla Fondazione Giuliano Scabia ETS. Non si tratta di una commemorazione ma di una festa a due anni da quando il poeta si è reso invisibile. Il programma si sviluppa fra lectures, performance teatrali e musicali, videoproiezioni e momenti conviviali con: Andrea Mancini, Massimo Marino, Gianfranco Anzini, Ernestina Pellegrini, Renzo Guardenti, Francesca Gasparini, Emilio Vallorani, Thomas Jelinek, Bruno Leone, Annibale Pavone, Margherita Scabia.
Venerdì 26 maggio al MAD (Murate Art District) avrà luogo l’evento: Fantastiche visioni: festa con Giuliano Scabia, amici, teatro, musica, poesia (e qualche gallina), organizzato dalla Fondazione Giuliano Scabia ETS. Non si tratta di una commemorazione ma di una festa a due anni da quando il poeta si è reso invisibile. Il programma si sviluppa fra lectures, performance teatrali e musicali, videoproiezioni e momenti conviviali con: Andrea Mancini, Massimo Marino, Gianfranco Anzini, Ernestina Pellegrini, Renzo Guardenti, Francesca Gasparini, Emilio Vallorani, Thomas Jelinek, Bruno Leone, Annibale Pavone, Margherita Scabia.
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Lea Corbière, Francofona e coordinatrice europea nella Global Alliance for the Rights of Nature & Student at Sciences Po Toulouse, France. La sua tesi di master si è occupata della traduzione della scienza dalla legge nel campo dei pesticidi.
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Lea Corbière, Francofona e coordinatrice europea nella Global Alliance for the Rights of Nature & Student at Sciences Po Toulouse, France. La sua tesi di master si è occupata della traduzione della scienza dalla legge nel campo dei pesticidi.
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Zoe Lujic, founder of Earth Thrive – organisation for prevention and remediation of ecocides in the Balkans and MENA regions currently concerned with the Rights of Nature for rivers of her native Balkans. Holds MSc in Environmental Decision Making and also has a background in permaculture and actively participated in campaigns for the recognition of Ecocide . She is a member of GARN Europe.
Zoe Lujic, founder of Earth Thrive – organisation for prevention and remediation of ecocides in the Balkans and MENA regions currently concerned with the Rights of Nature for rivers of her native Balkans. Holds MSc in Environmental Decision Making and also has a background in permaculture and actively participated in campaigns for the recognition of Ecocide . She is a member of GARN Europe.
(Roma)
Francesco Martone è membro del Tribunale internazionale sui diritti della natura e “associato” del Transnational Institute. Già Senatore della Repubblica Italiana, dal 1988 si occupa di questioni relative a foreste, cambiamenti climatici, diritti della Natura, diritti delle popolazioni indigene, difensori dell’ambiente e giustizia ambientale. Membro fondatore di Greenpeace Italia, è giurato e membro del Tribunale Permanente dei Popoli ed è stato consulente politico per ONG internazionali sui diritti dei popoli indigeni.
Francesco Martone è membro del Tribunale internazionale sui diritti della natura e “associato” del Transnational Institute. Già Senatore della Repubblica Italiana, dal 1988 si occupa di questioni relative a foreste, cambiamenti climatici, diritti della Natura, diritti delle popolazioni indigene, difensori dell’ambiente e giustizia ambientale. Membro fondatore di Greenpeace Italia, è giurato e membro del Tribunale Permanente dei Popoli ed è stato consulente politico per ONG internazionali sui diritti dei popoli indigeni.
Arts for The Commons (A4C) è un esercizio collettivo inteso a fornire una piattaforma per artisti e attivisti che esplorano le connessioni e le sinergie tra la produzione visiva e le lotte di rivendicazione dei commons, per affrontare temi relativi alla migrazione umana, ai confini, alla giustizia sociale e ambientale. Hanno partecipato alla 23ma Biennale di Sydney e alla Biennale BAM di Palermo nel 2022.
Arts for The Commons (A4C) è un esercizio collettivo inteso a fornire una piattaforma per artisti e attivisti che esplorano le connessioni e le sinergie tra la produzione visiva e le lotte di rivendicazione dei commons, per affrontare temi relativi alla migrazione umana, ai confini, alla giustizia sociale e ambientale. Hanno partecipato alla 23ma Biennale di Sydney e alla Biennale BAM di Palermo nel 2022.
(Quito)
Artista, attivista e mediatrice culturale, ex direttore del CAC (Centro de Arte Contemporáneo de Quito). Ha partecipato a varie mostre internazionali (Biennale di Venezia, Biennale dell’Avana, Biennale di Cuenca, Bienal Poligráfica de San Juan, Porto Rico) e residenze artistiche internazionali tra cui ARTEA, Residencia Sur Antarctica e Q21 Vienna. Si occupa di mobilità umana e migrazione, cittadinanza, giustizia sociale e ambiente, e si è impegnata nella produzione artistica partecipativa con organizzazioni e comunità di base, dalle donne migranti, alle comunità Rom, alle popolazioni indigene e alle bande di strada. Già Segretaria Culturale dell’Organizzazione Internazionale Italo Latino-americana (IILA).
Artista, attivista e mediatrice culturale, ex direttore del CAC (Centro de Arte Contemporáneo de Quito). Ha partecipato a varie mostre internazionali (Biennale di Venezia, Biennale dell’Avana, Biennale di Cuenca, Bienal Poligráfica de San Juan, Porto Rico) e residenze artistiche internazionali tra cui ARTEA, Residencia Sur Antarctica e Q21 Vienna. Si occupa di mobilità umana e migrazione, cittadinanza, giustizia sociale e ambiente, e si è impegnata nella produzione artistica partecipativa con organizzazioni e comunità di base, dalle donne migranti, alle comunità Rom, alle popolazioni indigene e alle bande di strada. Già Segretaria Culturale dell’Organizzazione Internazionale Italo Latino-americana (IILA).
a cura di Valentina Gensini e Renata Summo O'Connell
In varie parti del pianeta si moltiplicano iniziative e campagne per il riconoscimento dei diritti e della personalità giuridica dei fiumi, come strumento innovativo per la loro tutela e protezione. Comunità locali e indigene ispirate alla Dichiarazione dei diritti della Madre Terra, adottata a Cochabamba (Bolivia) nel 2011, stanno intensificando i loro sforzi a sostegno di un radicale cambio di paradigma dall’antropocentrismo al riconoscimento dei diritti di ogni forma del vivente. Condizione essenziale per affrontare la crisi di civiltà e dell’ambiente nella quale si dibatte oggi l’umanità. Una rete di iniziative, campagne, mobilitazioni che concorre a disegnare una mappa alternativa, una geografia critica dell’Antropocene, (www.voicesofrivers.net/maps/) e che porta in sé possibili soluzioni. Al contempo a livello internazionale è stata lanciata la Dichiarazione Universale dei Diritti dei Fiumi, (https://www.rightsofrivers.org ) al fine di coinvolgere l’opinione pub
In varie parti del pianeta si moltiplicano iniziative e campagne per il riconoscimento dei diritti e della personalità giuridica dei fiumi, come strumento innovativo per la loro tutela e protezione. Comunità locali e indigene ispirate alla Dichiarazione dei diritti della Madre Terra, adottata a Cochabamba (Bolivia) nel 2011, stanno intensificando i loro sforzi a sostegno di un radicale cambio di paradigma dall’antropocentrismo al riconoscimento dei diritti di ogni forma del vivente. Condizione essenziale per affrontare la crisi di civiltà e dell’ambiente nella quale si dibatte oggi l’umanità. Una rete di iniziative, campagne, mobilitazioni che concorre a disegnare una mappa alternativa, una geografia critica dell’Antropocene, (www.voicesofrivers.net/maps/) e che porta in sé possibili soluzioni. Al contempo a livello internazionale è stata lanciata la Dichiarazione Universale dei Diritti dei Fiumi, (https://www.rightsofrivers.org ) al fine di coinvolgere l’opinione pubblica mondiale ed allargare la platea di chi oggi si mobilita per i diritti dei fiumi. Questo il contesto nel quale il collettivo A4C-ArtsForTheCommons ha partecipato con la sua opera “Vilcabamba-de iura fluminis et Terrae” alla 23esima Biennale di Sydney del 2022intitolata “Rīvus”, prodotta in collaborazione con un collettivo transnazionale di attivisti, artisti e accademici. A seguito di questa esperienza sono stati invitati a partecipare al Progetto RIVA.
Sulla scorta della ricerca correlata al loro lavoro “Rīvus”, A4C-ArtsForTheCommons ha svolto una residenza su invito di MAD in collaborazione con Artegiro Contemporary Art. La metodologia di A4C si basa su un approccio di lavoro collaborativo e partecipato: laboratori, visite sul campo, incontri, interventi site-specific, mapping collettivo, raccolte di esperienze presentate nella project room al piano terra di MAD.
La residenza ha infatti previsto la formazione di un gruppo di lavoro di giovani artisti, curatori e mediatori culturali che ha affiancato la ricerca sul territorio toscano improntata su tre tematiche principali: “Sentipensare con l’Arno” come modalità di connessione “sentimentale” e sensoriale con l’ecosistema fluviale, “io sono il fiume, il fiume è me” ispirato alla cultura ancestrale Maori, e “fiume come soggetto agente” premessa essenziale per poter immaginare un percorso che riconosca i diritti dell’Arno come fiume e come ecosistema.
Chiuderanno la residenza una conferenza internazionale sui diritti dei fiumi e della Natura con l’attivista Zoe Lujic dalla Serbia coordinatrice della sezione europea della GARN (Global Alliance on the Rights of Nature), e Léa Corbière dalla Francia, coordinatrice nella Global Alliance for the Rights of Nature & Student at Sciences Po Toulouse, che sostiene il progetto presentato a MAD.
L’esposizione inaugura giovedì 25 maggio presso MAD Murate Art District.
Alle ore 17.30 Rosa Jijón e Francesco Martone dialogano sui diritti dei fiumi con le attiviste Zoe Lujic e Léa Corbière.
Alle ore 18.30 è previsto l’opening della Project Room.
2002: Founding member of ig-architektur
2015: Member of the Central Association of Architects of Austria awarded inter alia with:
Bauherrenpreis 2015 & 2021, Preis der Stadt Wien 2021, Kulturpreis Niederösterreich 2022
2002: Founding member of ig-architektur
2015: Member of the Central Association of Architects of Austria awarded inter alia with:
Bauherrenpreis 2015 & 2021, Preis der Stadt Wien 2021, Kulturpreis Niederösterreich 2022
College for Interior Design and Furniture Construction, subsequently studied architecture at the University of Applied Arts Vienna, master class Prof. Johannes Spalt and master class Prof. Wolf D. Prix (Coop Himmelb(l)au) and at the KTH/ Stockholm; Partner in architectural offices in Vienna and Stockholm; Member of Swedish Architects, Member of the Chamber of Civil Technicians, Architects and Engineers Vienna, Lower Austria, and Burgenland; 2022 member of their section board.
1995 -2004: Employed in architectural offices, Vienna and Stockholm 1999: Foundation of gaupenraub +/- together with Alexander Hagner 2000: teaching at the KTH Stockholm since 2004: self-employed in Stockholm and Vienna 2005: foundation of omniplan AB together with Pelle Norberg and Staffan Schartner since 2005: lectures, AIP, NDU St.Pölten, etc. 2017: Lectureship at the TU Graz at the Institute for Interior Design 2015, 2020, 2021: Lectureship at the TU Vienna at the Institute for Structural Engineering 2
College for Interior Design and Furniture Construction, subsequently studied architecture at the University of Applied Arts Vienna, master class Prof. Johannes Spalt and master class Prof. Wolf D. Prix (Coop Himmelb(l)au) and at the KTH/ Stockholm; Partner in architectural offices in Vienna and Stockholm; Member of Swedish Architects, Member of the Chamber of Civil Technicians, Architects and Engineers Vienna, Lower Austria, and Burgenland; 2022 member of their section board.
1995 -2004: Employed in architectural offices, Vienna and Stockholm 1999: Foundation of gaupenraub +/- together with Alexander Hagner 2000: teaching at the KTH Stockholm since 2004: self-employed in Stockholm and Vienna 2005: foundation of omniplan AB together with Pelle Norberg and Staffan Schartner since 2005: lectures, AIP, NDU St.Pölten, etc. 2017: Lectureship at the TU Graz at the Institute for Interior Design 2015, 2020, 2021: Lectureship at the TU Vienna at the Institute for Structural Engineering 2
College for Interior Design and Furniture Construction, subsequently studied architecture at the University of Applied Arts Vienna, master class Prof. Johannes Spalt and master class Prof. Wolf D. Prix (Coop Himmelb(l)au) and at the KTH/ Stockholm;
Partner in architectural offices in Vienna and Stockholm;
Member of Swedish Architects, Member of the Chamber of Civil Technicians, Architects and Engineers Vienna, Lower Austria, and Burgenland; 2022 member of their section board
1995 -2004: Employed in architectural offices, Vienna and Stockholm
1999: Foundation of gaupenraub +/- together with Alexander Hagner
2000: teaching at the KTH Stockholm
since 2004: self-employed in Stockholm and Vienna
2005: foundation of omniplan AB together with Pelle Norberg and Staffan Schartner
since 2005: lectures, AIP, NDU St.Pölten, etc.
2017: Lectureship at the TU Graz at the Institute for Interior Design
2015, 2020, 2021: Lectureship at the TU Vienna at the Institute for Structural Engineering 2
College for Interior Design and Furniture Construction, subsequently studied architecture at the University of Applied Arts Vienna, master class Prof. Johannes Spalt and master class Prof. Wolf D. Prix (Coop Himmelb(l)au) and at the KTH/ Stockholm;
Partner in architectural offices in Vienna and Stockholm;
Member of Swedish Architects, Member of the Chamber of Civil Technicians, Architects and Engineers Vienna, Lower Austria, and Burgenland; 2022 member of their section board
1995 -2004: Employed in architectural offices, Vienna and Stockholm
1999: Foundation of gaupenraub +/- together with Alexander Hagner
2000: teaching at the KTH Stockholm
since 2004: self-employed in Stockholm and Vienna
2005: foundation of omniplan AB together with Pelle Norberg and Staffan Schartner
since 2005: lectures, AIP, NDU St.Pölten, etc.
2017: Lectureship at the TU Graz at the Institute for Interior Design
2015, 2020, 2021: Lectureship at the TU Vienna at the Institute for Structural Engineering 2
Gaupenraub dimostra come sia possibile trattare in modo diverso anche tematiche legate all’architettura e al mondo del lavoro. Questo implica la co-progettazione di contenuti programmatici, il contatto con il luogo, con i clienti e gli utenti, l’economia circolare, le questioni sociali e molto altro ancora.
Lo studio austriaco vuole mostrare approcci alternativi, mettere in discussione l’attuale figura professionale degli architetti e sostenere un’architettura di impegno comune.
La riqualificazione, il riutilizzo, l’upcyling sono temi che attualmente occupano tutti gli architetti. L’impiego sostenibile delle nostre risorse è diventato necessario per garantire a tutti noi un futuro degno di essere vissuto. Questi temi sono parte integrante della professione esercitata da Gaupenraub da più di 20 anni, poiché molti dei loro clienti essendo senza fissa dimora non hanno a disposizione nessuna risorsa.
Nel corso della conferenza Gaupenraub mostra attraverso tre diversi proget
Gaupenraub dimostra come sia possibile trattare in modo diverso anche tematiche legate all’architettura e al mondo del lavoro. Questo implica la co-progettazione di contenuti programmatici, il contatto con il luogo, con i clienti e gli utenti, l’economia circolare, le questioni sociali e molto altro ancora.
Lo studio austriaco vuole mostrare approcci alternativi, mettere in discussione l’attuale figura professionale degli architetti e sostenere un’architettura di impegno comune.
La riqualificazione, il riutilizzo, l’upcyling sono temi che attualmente occupano tutti gli architetti. L’impiego sostenibile delle nostre risorse è diventato necessario per garantire a tutti noi un futuro degno di essere vissuto. Questi temi sono parte integrante della professione esercitata da Gaupenraub da più di 20 anni, poiché molti dei loro clienti essendo senza fissa dimora non hanno a disposizione nessuna risorsa.
Nel corso della conferenza Gaupenraub mostra attraverso tre diversi progetti possibili strategie per creare alloggi a prezzi accessibili, socialmente accettabili e a basso consumo di risorse. Originariamente progettati per persone socialmente svantaggiate, molti degli insegnamenti appresi si stanno rivelando innovativi per progettazioni future.
Presentazione a cura di Ulrike Schartner.
Info: gaupenraub+/-
Corretti
Gilberto Corretti (Firenze, 1941-2023) è stato tra i fondatori del gruppo d’avanguardia Archizoom Associati e docente nei corsi di progettazione degli ISIA (Istituti Superiori per le Industrie Artistiche) di Roma, Firenze e Faenza.
Grazie al suo alto livello di professionalità ha contribuito a forgiare il modello didattico e valoriale tipico degli ISIA, permettendo ai propri allievi di ricercare e riscoprire la propria dimensione intima e originale, interpretando la lezione pascoliana dalla “poetica del fanciullino” dal punto di vista del design.
Tra le esperienze sviluppate in ISIA Firenze è da evidenziare “Care Toys”, un laboratorio di ricerca e progettazione multidisciplinare di giochi e spazi ludici per le realtà pediatriche. Il laboratorio – patrocinato oltre che da ISIA, dalla Fondazione Anna Meyer, dall’Assessorato della Pubblica Istruzione di Pistoia e dalla Cooperativa Arca – ha realizzato negli anni diversi progetti, tra i quali l’arredo della ludot
Gilberto Corretti (Firenze, 1941-2023) è stato tra i fondatori del gruppo d’avanguardia Archizoom Associati e docente nei corsi di progettazione degli ISIA (Istituti Superiori per le Industrie Artistiche) di Roma, Firenze e Faenza.
Grazie al suo alto livello di professionalità ha contribuito a forgiare il modello didattico e valoriale tipico degli ISIA, permettendo ai propri allievi di ricercare e riscoprire la propria dimensione intima e originale, interpretando la lezione pascoliana dalla “poetica del fanciullino” dal punto di vista del design.
Tra le esperienze sviluppate in ISIA Firenze è da evidenziare “Care Toys”, un laboratorio di ricerca e progettazione multidisciplinare di giochi e spazi ludici per le realtà pediatriche. Il laboratorio – patrocinato oltre che da ISIA, dalla Fondazione Anna Meyer, dall’Assessorato della Pubblica Istruzione di Pistoia e dalla Cooperativa Arca – ha realizzato negli anni diversi progetti, tra i quali l’arredo della ludoteca dell’Unità Pediatrica dell’ospedale Ramazzini di Carpi e delle sale giochi del Nuovo Meyer di Firenze.
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