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«…23simo giorno…. 34simo giorno…. 47simo giorno…
– Che fate?
– Qui portano tanti vestiti, tessuti, tutto quello che hanno in casa. Facciamo le reti. Ci siamo organizzati. C’è chi taglia le strisce e noi leghiamo. Si procede velocemente……»
Le mie sorelle erano bloccate in un piccolo paese vicino a Sumy per più di un mese, accolti da una famiglia. Si occupavano di fare le reti militari come tante altre donne e bambini.
Il progetto prevede la realizzazione a più tappe di una rete militare seguendo il disegno utilizzato nel tradizionale ricamo ucraino, simboleggiando il cielo stellato o il cosmo organizzato. Il cielo – la parola che dal significato pacifico e sereno si è trasformato in una minaccia in questi tempi.
Il progetto adotta la pratica partecipativa che unisce le persone ad intrecciare una rete, con la stessa tecnica della rete militare, ma ricamando il disegno tradizionale ucraino che simboleggia il cielo pacifico, il




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«…23simo giorno…. 34simo giorno…. 47simo giorno…
– Che fate?
– Qui portano tanti vestiti, tessuti, tutto quello che hanno in casa. Facciamo le reti. Ci siamo organizzati. C’è chi taglia le strisce e noi leghiamo. Si procede velocemente……»
Le mie sorelle erano bloccate in un piccolo paese vicino a Sumy per più di un mese, accolti da una famiglia. Si occupavano di fare le reti militari come tante altre donne e bambini.
Il progetto prevede la realizzazione a più tappe di una rete militare seguendo il disegno utilizzato nel tradizionale ricamo ucraino, simboleggiando il cielo stellato o il cosmo organizzato. Il cielo – la parola che dal significato pacifico e sereno si è trasformato in una minaccia in questi tempi.
Il progetto adotta la pratica partecipativa che unisce le persone ad intrecciare una rete, con la stessa tecnica della rete militare, ma ricamando il disegno tradizionale ucraino che simboleggia il cielo pacifico, il cielo stellato che protegge e porta i sogni, una preghiera collettiva che intende fermarsi nelle scuole per un anno scolastico. Secondo il vecchio detto «le mani curano il cuore».
Il desiderio è d’incontrare virtualmente la comunità ucraina che vive o ha trovato la casa nuova sul territorio, e non solo per realizzare insieme questo “cielo”.

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Il progetto Inside Out si propone di educare gli studenti a un impiego cosciente della fotografia, favorendo una maggiore consapevolezza nell’uso dei social network, da loro intesi come potenti mezzi di autorappresentazione. Le sessioni, infatti, saranno concepite per consentire lo sviluppo di una personale pratica artistica che fornisca ai ragazzi gli strumenti con cui costruire e raccontare in modo autonomo la propria immagine. Considereremo diversi generi di fotografia: ritratto, paesaggio, still life, di cui esamineremo i principali esempi storici e contemporanei; sperimenteremo diversi tipi di illuminazione: naturale e artificiale; rifletteremo su come le immagini possano trasmettere emozioni e raccontare storie. Dopo ogni incontro i ragazzi svolgeranno un compito legato alla tematica affrontata. Le fotografie scattate dagli studenti durante le sessioni a scuola o nel tempo libero (principalmente con la fotocamera di uno smartphone) andranno a formare il racconto fotografico di

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Il progetto Inside Out si propone di educare gli studenti a un impiego cosciente della fotografia, favorendo una maggiore consapevolezza nell’uso dei social network, da loro intesi come potenti mezzi di autorappresentazione. Le sessioni, infatti, saranno concepite per consentire lo sviluppo di una personale pratica artistica che fornisca ai ragazzi gli strumenti con cui costruire e raccontare in modo autonomo la propria immagine. Considereremo diversi generi di fotografia: ritratto, paesaggio, still life, di cui esamineremo i principali esempi storici e contemporanei; sperimenteremo diversi tipi di illuminazione: naturale e artificiale; rifletteremo su come le immagini possano trasmettere emozioni e raccontare storie. Dopo ogni incontro i ragazzi svolgeranno un compito legato alla tematica affrontata. Le fotografie scattate dagli studenti durante le sessioni a scuola o nel tempo libero (principalmente con la fotocamera di uno smartphone) andranno a formare il racconto fotografico di ciascun partecipante. Come restituzione finale presenteremo una proiezione con i mini-racconti di ogni studente.
Adottando il metodo del learning by doing, il progetto vuole favorire un apprendimento attivo, esperienziale e coinvolgente.
La metodologia adottata vuol rendere i ragazzi in grado di rafforzare le fragilità e le capacità relazionali all’interno del gruppo classe e della comunità scolastica di appartenenza.

Il progetto Video Arte si svilupperà a partire da una riflessione sul tema della corporeità, del limite e dell’accettazione della propria e altrui imperfezione, intesa non come inadeguatezza, ma in quanto verità intrinseca della nostra natura e opportunità di relazione con gli altri.
Il programma vuole generare una riflessione su come rispondere al bisogno primario di essere se stessi e di sentirsi accolti e compresi. L’obiettivo è quello di realizzare insieme ai ragazzi un video, combinando generi espressivi diversi esercitati secondo le loro capacità e competenze (scrittura, fotografia, montaggio, ecc.).
Adottando il metodo del learning by doing, il progetto vuole favorire un apprendimento attivo, esperienziale e coinvolgente.
La metodologia adottata vuol rendere i ragazzi in grado di rafforzare le fragilità e le capacità relazionali all’interno del gruppo classe e della comunità scolastica di appartenenza.




Il progetto Video Arte si svilupperà a partire da una riflessione sul tema della corporeità, del limite e dell’accettazione della propria e altrui imperfezione, intesa non come inadeguatezza, ma in quanto verità intrinseca della nostra natura e opportunità di relazione con gli altri.
Il programma vuole generare una riflessione su come rispondere al bisogno primario di essere se stessi e di sentirsi accolti e compresi. L’obiettivo è quello di realizzare insieme ai ragazzi un video, combinando generi espressivi diversi esercitati secondo le loro capacità e competenze (scrittura, fotografia, montaggio, ecc.).
Adottando il metodo del learning by doing, il progetto vuole favorire un apprendimento attivo, esperienziale e coinvolgente.
La metodologia adottata vuol rendere i ragazzi in grado di rafforzare le fragilità e le capacità relazionali all’interno del gruppo classe e della comunità scolastica di appartenenza.

Benedetta Manfriani

Artista visiva e cantante, BENEDETTA MANFRIANI ha esplorato negli anni tecniche e linguaggi diversi – video, installazioni, fotografia, musica, ceramica, grafica – dando vita a opere multiformi. Collabora con Tempo Reale, sia nella didattica sia nella produzione di opere multimediali, e con la compagnia teatrale Catalyst. È attualmente artista in residenza al MAD Murate Art District. Nell’ambito del Progetto RIVA ha diretto la performance sonora Rivers nel 2018, partecipando nel 2017 ad una installazione sonora di Tempo Reale Festival. Nel 2016 ha ideato CONfusion, un gruppo vocale multietnico formato da persone provenienti da molti paesi del mondo, che lavora per l’inclusione dei migranti attraverso la musica e la performance, attivo anche presso il Teatro Puccini di Firenze. Nel 2021 ha realizzato per MAD l’installazione sonora QuaranTeens, allestita in Piazza del Carmine.

 

Artista visiva e cantante, BENEDETTA MANFRIANI ha esplorato negli anni tecniche e linguaggi diversi – video, installazioni, fotografia, musica, ceramica, grafica – dando vita a opere multiformi. Collabora con Tempo Reale, sia nella didattica sia nella produzione di opere multimediali, e con la compagnia teatrale Catalyst. È attualmente artista in residenza al MAD Murate Art District. Nell’ambito del Progetto RIVA ha diretto la performance sonora Rivers nel 2018, partecipando nel 2017 ad una installazione sonora di Tempo Reale Festival. Nel 2016 ha ideato CONfusion, un gruppo vocale multietnico formato da persone provenienti da molti paesi del mondo, che lavora per l’inclusione dei migranti attraverso la musica e la performance, attivo anche presso il Teatro Puccini di Firenze. Nel 2021 ha realizzato per MAD l’installazione sonora QuaranTeens, allestita in Piazza del Carmine.

 

Il laboratorio ha lo scopo di lavorare alla realizzazione di partiture pittografiche o pittogrammi.

I pittogrammi sono spartiti che oltre alle note e indicazioni musicali vengono arricchiti e potenziati da disegni, forme, colori che hanno il compito di rafforzare la dimensione artistica. La pittografia musicale, indirizzata verso pagine performative, prende corpo nella seconda metà del Novecento. Sua prerogativa è l’unicum interpretativo: ogni esecuzione è rinnovamento interpretativo.

“Quando si inizia a scrivere una pagina pittografica si crea una sinergia tra il foglio (se del foglio si tratta, ma può essere qualsiasi altro supporto), la materia (inchiostri, colori, frammenti per collage, oggetti di qualsivoglia natura, etc.), il gesto d’azione (la scrittura), e il pensiero. Mentre negli altri sistemi compositivi la tecnica di scrittura (conoscenza dei fattori armonici, timbrici, sonori, acustici, etc.) è unita al solo pensiero creativo (che spesso si fonde con essa e che

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Il laboratorio ha lo scopo di lavorare alla realizzazione di partiture pittografiche o pittogrammi.

I pittogrammi sono spartiti che oltre alle note e indicazioni musicali vengono arricchiti e potenziati da disegni, forme, colori che hanno il compito di rafforzare la dimensione artistica. La pittografia musicale, indirizzata verso pagine performative, prende corpo nella seconda metà del Novecento. Sua prerogativa è l’unicum interpretativo: ogni esecuzione è rinnovamento interpretativo.

“Quando si inizia a scrivere una pagina pittografica si crea una sinergia tra il foglio (se del foglio si tratta, ma può essere qualsiasi altro supporto), la materia (inchiostri, colori, frammenti per collage, oggetti di qualsivoglia natura, etc.), il gesto d’azione (la scrittura), e il pensiero. Mentre negli altri sistemi compositivi la tecnica di scrittura (conoscenza dei fattori armonici, timbrici, sonori, acustici, etc.) è unita al solo pensiero creativo (che spesso si fonde con essa e che smuove le risorse di questa tecnica), nel caso della scrittura pittografica si crea anche un rapporto di natura corporea, tangibile e immancabilmente vengono chiamati in gioco tutti i sensi del corpo.”

Luigi Esposito L’arte del pittogramma, dove la musica si incontra con la pittura, MusicVoice.it

 

Il laboratorio mira allo sviluppo della conoscenza e consapevolezza nella gestione della fisicità (capacità di autocontrollo e di uso del corpo) a fini espressivi.

Allo sviluppo delle capacità espressive e al potenziamento delle capacità comunicative;

Allo sviluppo della capacità di attenzione e concentrazione.

Il lavoro si svolgerà prevalentemente come attività di gruppo.

Paolo Mereu

PAOLO MEREU studia danza e architettura a Firenze. Successivamente segue i corsi di formazione presso la Nikolais and Louis Dance School, il Merce Cunningham Studio e studia con Richard Haisma, David Zambrano e Jim May a New York. Danza con diverse compagnie in Italia e all’estero tra cui: Simona Bucci, Roberto Castello, Santiago Sempere, Nikolais & Louis Dance Company, Jeanette Stoner, Neta Pulvermacher e Susanne Linke. Nel 1991 inizia un suo percorso di ricerca coreografica intessendo delle collaborazioni con artisti di varie discipline; cura i movimenti coreografici per diversi lavori teatrali e in differenti realtà culturali (Italia, Francia, Polonia e Stati Uniti). Dal 2006 al 2010 dirige una formazione professionale per danzatori contemporanei a Firenze,

svolgendo anche il ruolo di docente. Fino al 2017 è docente stabile presso l’Accademia Internazionale Coreutica di Firenze dove dal 2005 insegna tecnica, improvvisazione, composizione e coreografia, e crea diversi assol

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PAOLO MEREU studia danza e architettura a Firenze. Successivamente segue i corsi di formazione presso la Nikolais and Louis Dance School, il Merce Cunningham Studio e studia con Richard Haisma, David Zambrano e Jim May a New York. Danza con diverse compagnie in Italia e all’estero tra cui: Simona Bucci, Roberto Castello, Santiago Sempere, Nikolais & Louis Dance Company, Jeanette Stoner, Neta Pulvermacher e Susanne Linke. Nel 1991 inizia un suo percorso di ricerca coreografica intessendo delle collaborazioni con artisti di varie discipline; cura i movimenti coreografici per diversi lavori teatrali e in differenti realtà culturali (Italia, Francia, Polonia e Stati Uniti). Dal 2006 al 2010 dirige una formazione professionale per danzatori contemporanei a Firenze,

svolgendo anche il ruolo di docente. Fino al 2017 è docente stabile presso l’Accademia Internazionale Coreutica di Firenze dove dal 2005 insegna tecnica, improvvisazione, composizione e coreografia, e crea diversi assoli per concorsi, audizioni e coreografie di gruppo. Conduce seminari e laboratori in diversi centri in Italia, Svizzera, Polonia e Svezia.

Katiuscia Favilli

KATIUSCIA FAVILLI si occupa di arti performative come pratica di scena e progettazione da venti anni.  Formatrice in ambito artistico ed educativo declina la pratica del teatro come strumento di esplorazione del sé, capacità relazionale e crescita del proprio potenziale. Ha maturato competenze nella progettazione di percorsi sia per soggetti in formazione che per formatori, in ambiti formali e informali, quali scuole, festival e cooperative sociali. Attualmente collabora con il dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Firenze.

KATIUSCIA FAVILLI si occupa di arti performative come pratica di scena e progettazione da venti anni.  Formatrice in ambito artistico ed educativo declina la pratica del teatro come strumento di esplorazione del sé, capacità relazionale e crescita del proprio potenziale. Ha maturato competenze nella progettazione di percorsi sia per soggetti in formazione che per formatori, in ambiti formali e informali, quali scuole, festival e cooperative sociali. Attualmente collabora con il dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Firenze.

Indagine sul mito di Orfeo ed Euridice di Katiuscia Favilli

 

Il mito di Orfeo ed Euridice, oltre alla sua romantica interpretazione, mette di fronte all’esperienza dell’inevitabilità della fine al di là della potenza della vita e della volontà dei sentimenti. Il mito può essere un mezzo per fare esperienza di questioni esistenziali complesse con cui è difficile confrontarsi con il solo pensiero analitico e logico. Orfeo attraversa le porte dell’Ade, ma non è il solo. Nella letteratura troviamo altri esempi di eroi ed eroine che riescono a superare la soglia tra la vita e la morte per entrare in un mondo completamente ignoto. Fin dall’antichità la geografia del mondo delle tenebre era molto chiara agli individui, oggi questo spazio è incerto, negato anche come forma di riflessione o esercizio creativo. Com’è l’aldilà? Come te lo immagini? Queste le prime domande con cui entreremo in dialogo con le ragazze e i ragazzi. La riflessione sull&#

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Indagine sul mito di Orfeo ed Euridice di Katiuscia Favilli

 

Il mito di Orfeo ed Euridice, oltre alla sua romantica interpretazione, mette di fronte all’esperienza dell’inevitabilità della fine al di là della potenza della vita e della volontà dei sentimenti. Il mito può essere un mezzo per fare esperienza di questioni esistenziali complesse con cui è difficile confrontarsi con il solo pensiero analitico e logico. Orfeo attraversa le porte dell’Ade, ma non è il solo. Nella letteratura troviamo altri esempi di eroi ed eroine che riescono a superare la soglia tra la vita e la morte per entrare in un mondo completamente ignoto. Fin dall’antichità la geografia del mondo delle tenebre era molto chiara agli individui, oggi questo spazio è incerto, negato anche come forma di riflessione o esercizio creativo. Com’è l’aldilà? Come te lo immagini? Queste le prime domande con cui entreremo in dialogo con le ragazze e i ragazzi. La riflessione sull’altro mondo, sul luogo fisico e mentale dove chi muore va, è uno spazio creativo e di riflessione concreto che può dare la possibilità di parlare e confrontarsi in maniera protetta su un argomento complesso e difficile come la morte, in modo particolare nella fase della preadolescenza. Abbiamo spesso risposto o sentito raccontare alle bambine e ai bambini che le nuvole o la luna ospitano cani e gatti. Le prime esperienze di morte portano la conseguente domanda dov’è? a cui l’adulto ha necessità di dare una risposta. La ricerca sul mito di Orfeo ed Euridice desidera indagare lo spazio possibile di un al di là: immaginarlo, rifletterci, entrarci in relazione tramite l’utilizzo della scena teatrale.

 

Indagine sul nero di Paolo Mereu

 

Il nero si manifesta sottoforma di buio, luogo affascinante, se limitato a potenze inibenti; è seducente tanto da  trasformarsi in un caos consolatorio; è il colore dell’ovest dove tramonta il sole. Questo colore include variabili interessanti generando processi ciclici e ripetitivi: dal buio all’abbaglio, illuminante prima accecante poi. Nell’arte figurativa ha assunto significati spesso contraddittori nel corso del tempo: la fertilità, gli Inferi, l’aldilà, il lutto, l’umiltà, la penitenza e il peccato, per citarne alcuni, fino a simboleggiare persino l’autorità. Il non-colore per eccellenza riesce a generare immagini e visioni ad uno sguardo attento creando aspettative o desideri inattesi. Il laboratorio sarà costruito intorno allo studio di un’opera d’arte figurativa attinente al tema in questione. Gli studenti saranno invitati a scegliere un’opera da analizzare individualmente o in piccoli gruppi e cercheranno attraverso il corpo una maniera per esprimerne una sintesi. L’obiettivo sarà la costruzione di un linguaggio, su cui entreranno in gioco nuove riflessioni e osservazioni nate dall’indagine su questo colore. L’allenamento dello sguardo non sempre avviene in modo consapevole e costruttivo, infatti i giovani sono bombardati da immagini spesso vuote di significato oppure omologate ad un pensiero comune, che abbatte le loro potenzialità cognitive e immaginifiche, portandoli ad avere timore di uscire dal coro per esporsi liberamente e trascendere dal quotidiano. Nel ciclo che prevede sei incontri, verranno proposte pratiche in grado di preparare il corpo ad entrare in uno specifico processo drammaturgico la cui finalità è la costruzione di un metalinguaggio. Ogni incontro solleciterà il pensiero del corpo secondo una tematica specifica, che cercheremo di analizzare sotto molteplici aspetti (meccanico, cinestetico, sociale, artistico, culturale e politico).

 

Simoncini Tangi

SIMONCINI.TANGI nasce dall’incontro di due realtà, quella scientifica di Pasquale Tangi e l’altra artistica di Daniela Simoncini. Pasquale nasce a Faeto (FG) nel 1980, si laurea in Ingegneria Industriale presso l’Università degli studi di Firenze nel 2008. Nel 2019 si iscrive al Master Futuro Vegetale del neurobiologo Stefano Mancuso e del prof. Leonardo Chiesi, per approfondire la relazione tra Uomo, Ambiente e Natura. Figlio di un orologiaio, ha da sempre coltivato interesse per la concezione del tempo e dei suoi meccanismi interni. La passione di Pasquale per i piccoli ingranaggi si unisce agli studi di Daniela, sul respiro e sui ritmi della natura. Daniela Simoncini nasce a Poggibonsi (SI) nel 1972, si diploma nel 1996 presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, nella sezione di Pittura con il prof. Gianfranco Notargiacomo. Studia teatro con l’attrice vocalista Gabriella Bartolomei e danza contemporanea con Cristina Bonati. Dal 2003 inizia a praticare e studiare Tai Ch

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SIMONCINI.TANGI nasce dall’incontro di due realtà, quella scientifica di Pasquale Tangi e l’altra artistica di Daniela Simoncini. Pasquale nasce a Faeto (FG) nel 1980, si laurea in Ingegneria Industriale presso l’Università degli studi di Firenze nel 2008. Nel 2019 si iscrive al Master Futuro Vegetale del neurobiologo Stefano Mancuso e del prof. Leonardo Chiesi, per approfondire la relazione tra Uomo, Ambiente e Natura. Figlio di un orologiaio, ha da sempre coltivato interesse per la concezione del tempo e dei suoi meccanismi interni. La passione di Pasquale per i piccoli ingranaggi si unisce agli studi di Daniela, sul respiro e sui ritmi della natura. Daniela Simoncini nasce a Poggibonsi (SI) nel 1972, si diploma nel 1996 presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze, nella sezione di Pittura con il prof. Gianfranco Notargiacomo. Studia teatro con l’attrice vocalista Gabriella Bartolomei e danza contemporanea con Cristina Bonati. Dal 2003 inizia a praticare e studiare Tai Chi, Yoga e Feldenkrais con la danzatrice butoh Ran Ishiwa. Attualmente insegna discipline pittoriche e grafiche al Liceo Artistico “U. Brunelleschi” di Montemurlo (PO). Nel 2020 entra a far parte del gruppo Gina X.

Le forme dell’essere non possono essere separate le une dalle altre: il tempo e le cose si creano e si ricreano intrecciandosi in grovigli di azioni e reazioni. La materia non è fissa e immutabile, reagisce, soffre e si trasforma con noi. Tutto è collegato e in competizione con tutto, è difficile stabilire chi è legato a chi; gli organismi collaborano tra regni, mediante processi di simbiosi, di reti micorrize e rizomi: prendere nutrimento è anche offrirlo, annodandosi alla vita altrui. Da sempre, le specie si mangiano e si nutrono a vicenda modificando e danneggiando l’ambiente dell’altro. Batteri, funghi, alghe, licheni, piante, animali e uomini creano relazioni trasformando il paesaggio, il clima e l’economia: plasmano il mondo generando filamenti e parentele, attraverso connessioni inventive. L’antropologa americana Anna Tsing, definisce design involontario, quel processo di interdipendenza tra regni, in cui il disturbo dell’uomo, non è necessariamente una fine, m

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Le forme dell’essere non possono essere separate le une dalle altre: il tempo e le cose si creano e si ricreano intrecciandosi in grovigli di azioni e reazioni. La materia non è fissa e immutabile, reagisce, soffre e si trasforma con noi. Tutto è collegato e in competizione con tutto, è difficile stabilire chi è legato a chi; gli organismi collaborano tra regni, mediante processi di simbiosi, di reti micorrize e rizomi: prendere nutrimento è anche offrirlo, annodandosi alla vita altrui. Da sempre, le specie si mangiano e si nutrono a vicenda modificando e danneggiando l’ambiente dell’altro. Batteri, funghi, alghe, licheni, piante, animali e uomini creano relazioni trasformando il paesaggio, il clima e l’economia: plasmano il mondo generando filamenti e parentele, attraverso connessioni inventive. L’antropologa americana Anna Tsing, definisce design involontario, quel processo di interdipendenza tra regni, in cui il disturbo dell’uomo, non è necessariamente una fine, ma un inizio: è possibile sopravvivere sulle rovine, nei luoghi abbandonati, imparando a con-vivere nella contaminazione e confusione. Tutto è cor-rispondenza. Il mondo ri-sponde alle nostre azioni.

 

Obiettivi

Gli studenti confrontandosi con la poetica di Simoncini.Tangi potranno osservare il processo di trasformazione della natura e iniziare a capire che ad ogni azione, cor-risponde una reazione!

Nella nostra memoria dovrebbe fissarsi che la nostra sopravvivenza dipende dalle piante: se il verde sparisse dalla Terra, saremmo destinati all’estinzione.

È necessario costruire relazioni aperte e condivise, in quanto la vita non è una prerogativa individuale: soggetto e oggetto si costruiscono e si plasmano a vicenda.

Umidità, vento, vapore acqueo ed energia solare regolano la quantità di acqua che si deposita sulle piante e sulla terra: la traspirazione è il processo in cui le piante regolano la temperatura dei loro tessuti, assorbono l’acqua dalle radici e la diffondono alle foglie, per mantenerle fresche e flessibili. Anche il suolo è influenzato dalla traspirazione, l’acqua della pioggia una volta traspirata, regola l’umidità, fertilizzando il terreno, che risulta meno paludoso. Aridità e siccità, causate principalmente dalle variazioni climatiche, sono ormai un’emergenza planetaria: incendi e disastri ambientali, contribuiscono ad aumentare la desertificazione di vaste zone. I ghiacciai si sciolgono, e i fondali marini, diventano discariche di plastica e rifiuti. L’uomo non si comporta come le piante. La natura si ricicla da sola, lo spreco non è contemplato, tutto si modifica e rientra a far parte dei processi biologici e geologici. I rifiuti di una specie, spiega il fisico e scrittore Fritjof Capra sono nutrimento per l’altra: fiori, radici, piante si trasformano innescando una scansione ritmica e ciclica in cui la vita si alterna alla morte, la luce al buio, il giorno alla notte.

 

Finalità

Il progetto si propone attraverso il Con-Tatto con l’Arte, di stimolare la capacità di sentire, vedere, annusare e toccare il mondo vegetale:

Quando tocchiamo qualcuno, siamo toccati a nostra volta: il tatto è radicato nell’attività mentale”.

Attraverso le loro opere Simoncini.Tangi, cercano di svelare l’invisibile processo della vita e l’intelligenza delle piante, la loro capacità di risolvere in modo semplice situazioni complesse. Le piante, quando colonizzarono la Terra, si associarono ai funghi per tessere, mediante le radici, reti sotterranee capaci di estrarre con facilità acqua e sali minerali. Sono esseri fortemente collaborativi, si aiutano e comunicano anche a grandi distanze; abili manipolatrici utilizzano l’aria, l’acqua, la terra, gli animali e lo stesso uomo, per trasportare i propri semi in luoghi lontani. Gli scoiattoli, ad esempio, sono i primi giardinieri naturali, nell’inverno, infatti, seppelliscono scorte di noci e ghiande, ma poi spesso si dimenticano del luogo di sepoltura, contribuendo involontariamente alla nascita di nuovi alberi.

L’intento di Simoncini.Tangi sarà quello di sollecitare gli studenti a osservare la vita nel suo farsi, costruendo insieme agli alunni una relazione tra il Corpo della natura, quello dell’uomo e dell’Arte: ambiente, arte e cultura sono intrecciati in un groviglio di intra-azioni. L’entanglement è un fenomeno quantistico e significa letteralmente ‘groviglio’, ‘intreccio’: tutto è intrecciato e connesso. Ogni vita è assemblata all’altra e ha bisogno dell’altra per vivere. Le piante sono esseri democratici e fortemente collaborativi, sono capaci di coordinarsi a grandi distanze, anche tra specie nemiche. La collaborazione è un processo di apprendimento fondamentale, in una società in cui la competizione sembra l’unica forma di sopravvivenza, il modo in cui si relazionano fra loro le piante, sarà di grande stimolo per gli studenti.

“Se oggi il nostro mondo è in crisi è perché abbiamo dimenticato come corrispondervi” T. Ingold

 

Azioni

In questo percorso Daniela Simoncini unisce la poetica artistica creata con Pasquale Tangi (Simoncini.Tangi), alla sua continua ricerca sul respiro e movimento del corpo: dagli studi in Accademia ad oggi, questa necessità di sentite i micro-cambiamenti del proprio corpo (in relazione al mondo esterno), l’ha portata a confrontarsi con molte discipline quali la danza, il teatro, lo yoga, il tai-chi, il fedenkrais. Gli studenti si muoveranno sul confine del nostro corpo e quello dell’ambiente, fisicamente, concettualmente e artisticamente.

Gli incontri saranno alternati ad attività svolte al banco e attività svolte nell’aula vuota per esplorazione e interazione con il corpo, ai laboratori parteciperanno anche Pasquale Tangi e Ran Ishiwa, danzatrice butoh e insegnante feldenkrais.

1) Gli incontri laboratoriali prevedono una presentazione dei contenuti, con proiezioni video e interazione con i materiali ispirandosi alle opere di Simoncini.Tangi

2) Gli incontri in un’ aula vuota prevedono azioni, conoscenza con il proprio corpo e quello dell’ambiente, creando su rotoli di carta da lucido, segni, tracce, cartografie di corpi e pensieri, in sinergia con suoni e rumori.

3) L’ultimo incontro prevede la creazione di un “giardino”, realizzato assemblando tutti i manufatti realizzati nel corso della residenza. Un giardino emozionale, una stratificazione di forme, pensieri di tutte le classi, che hanno partecipato al progetto.

Victoria DeBlassie

VICTORIA DEBLASSIE è nata e cresciuta ad Albuquerque, New Mexico. Ha studiato presso The University of New Mexico nel 2009 e al California College of the Arts nel 2011.

Ha ricevuto una borsa di studio Fulbright per l’Italia per l’anno accademico 2012-2013. Ha partecipato a numerose residenze artistiche, come F.AIR a Firenze, Italia, Atelier Real a Lisbona, Portogallo, Lakkos AIR a Heraklion, Crete, e più recentemente Apulia Land Arts Festival a Margherita di Savoia, Italia. Ha esposto a livello nazionale e internazionale, in sedi tra cui [AC] 2 Gallery di Albuquerque, NM, The de Young Museum di San Francisco, CA, e la Fondazione Biagiotti Progetto Arte a Firenze, Italia.

VICTORIA DEBLASSIE è nata e cresciuta ad Albuquerque, New Mexico. Ha studiato presso The University of New Mexico nel 2009 e al California College of the Arts nel 2011.

Ha ricevuto una borsa di studio Fulbright per l’Italia per l’anno accademico 2012-2013. Ha partecipato a numerose residenze artistiche, come F.AIR a Firenze, Italia, Atelier Real a Lisbona, Portogallo, Lakkos AIR a Heraklion, Crete, e più recentemente Apulia Land Arts Festival a Margherita di Savoia, Italia. Ha esposto a livello nazionale e internazionale, in sedi tra cui [AC] 2 Gallery di Albuquerque, NM, The de Young Museum di San Francisco, CA, e la Fondazione Biagiotti Progetto Arte a Firenze, Italia.

Da sempre il modo in cui ci vestiamo è il riflesso di chi siamo. Vorrei indagare insieme ai ragazzi quest’idea come spunto per riflettere sulla propria identità. Secondo Freud la personalità di noi esseri umani si compone di Id (l’istinto), ego (la realtà), superego (la moralità), e magari anche alterego (incontrario di sé), in relazione con la mente conscia e subconscia. Partendo da questa spiegazione vorrei aiutare i ragazzi ad essere più consapevoli di loro stessi, come individui che fanno parte della società.

Utilizzando stoffa di scarto, insegnerò agli alunni diverse tecniche tessili per creare costumi che esprimano chi sono in relazione al mondo. Concettualmente, è importante riutilizzare questo materiale in quanto è un prodotto molto facile da trovare a causa del fast fashion, che sta aggravando la già complicata situazione ambientale.

Realizzare i nostri costumi aumenta la consapevolezza sul modo in cui vestiamo e come decidiamo di rappresentarci, qual è la nos

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Da sempre il modo in cui ci vestiamo è il riflesso di chi siamo. Vorrei indagare insieme ai ragazzi quest’idea come spunto per riflettere sulla propria identità. Secondo Freud la personalità di noi esseri umani si compone di Id (l’istinto), ego (la realtà), superego (la moralità), e magari anche alterego (incontrario di sé), in relazione con la mente conscia e subconscia. Partendo da questa spiegazione vorrei aiutare i ragazzi ad essere più consapevoli di loro stessi, come individui che fanno parte della società.

Utilizzando stoffa di scarto, insegnerò agli alunni diverse tecniche tessili per creare costumi che esprimano chi sono in relazione al mondo. Concettualmente, è importante riutilizzare questo materiale in quanto è un prodotto molto facile da trovare a causa del fast fashion, che sta aggravando la già complicata situazione ambientale.

Realizzare i nostri costumi aumenta la consapevolezza sul modo in cui vestiamo e come decidiamo di rappresentarci, qual è la nostra posizione nel mondo e come trattiamo noi stessi e la Terra.

Questo progetto mira a sviluppare negli studenti un pensiero sostenibile per affrontare il punto 12 (consumo e produzione responsabile) della agenda 2023 e il punto 13 della agenda 2030 per creare un futuro migliore.

Nel primo incontro vorrei parlare di alcuni artisti che hanno ispirato il progetto, facendo riferimento alle opere di Michelangelo Pistoletto e anche all’idea di sculture indossabili come si può vedere nella opera di Louise Bourgeois, Alexander Calder, Nick Cave e anche Salvador Dalí.

Olga Pavlenko

OLGA PAVLENKO è nata a Kherson, in Ucraina, nel 1982. Ha seguito corsi di pittura e arti applicate nella scuola d’arte della sua città natale. Dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita a Kiev si è trasferita a Firenze dove ha proseguito gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti sotto l’insegnamento di Vincenzo Canale.

Nel febbraio 2009 fonda insieme ad altri 9 artisti il collettivo .LAB, laboratorio di sperimentazione e confronto su temi legati all’arte e alla cultura contemporanea. Tra le sue esposizioni più recenti ricordiamo: Niente da vedere tutto da vivere, a cura di Lorenzo Bruni, evento parallelo della XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, Istituto del Marmo Pietro Tacca, Carrara, 2010; International Student Triennial of Istanbul 2010, Istanbul, 2010; Lo spazio di via nuova dialoga con loro da quasi due anni e quattro mesi, Via Nuova arte contemporanea, Firenze, 2010; Storie dai Margini, a cura di Pietro Gagliano, Teatro Studio, Scandicci (F

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OLGA PAVLENKO è nata a Kherson, in Ucraina, nel 1982. Ha seguito corsi di pittura e arti applicate nella scuola d’arte della sua città natale. Dopo la laurea in Giurisprudenza conseguita a Kiev si è trasferita a Firenze dove ha proseguito gli studi artistici all’Accademia di Belle Arti sotto l’insegnamento di Vincenzo Canale.

Nel febbraio 2009 fonda insieme ad altri 9 artisti il collettivo .LAB, laboratorio di sperimentazione e confronto su temi legati all’arte e alla cultura contemporanea. Tra le sue esposizioni più recenti ricordiamo: Niente da vedere tutto da vivere, a cura di Lorenzo Bruni, evento parallelo della XIV Biennale Internazionale di Scultura di Carrara, Istituto del Marmo Pietro Tacca, Carrara, 2010; International Student Triennial of Istanbul 2010, Istanbul, 2010; Lo spazio di via nuova dialoga con loro da quasi due anni e quattro mesi, Via Nuova arte contemporanea, Firenze, 2010; Storie dai Margini, a cura di Pietro Gagliano, Teatro Studio, Scandicci (Firenze), 2010; Crolli, a cura di Portage, Officina Giovanni, Prato, 2009.

Dare vita al disegno

o come realizzare insieme l’animazione non digitale e riflettere sul concetto del tempo

Il laboratorio didattico viene proposto da Olga Pavlenko basandosi sul suo progetto artistico che riflette sul movimento perpetuo.

Durante il laboratorio i partecipanti vengono a conoscenza di un strumento ottico antico che produce l’effetto di animazione, ovvero il phenakistoscopio o disco magico.

Il suo principio di funzionamento fu soggetto di studio già da parte del matematico greco Euclido e più tardi di Newton, ma fu effettivamente realizzato dal Joseph Plateau intorno al 1841 in Belgio.

Il disco magico sfrutta la capacità dell’occhio umano di unire 25 immagini in un movimento continuativo – il medesimo principio che viene utilizzato nel cinema. Il phenakistoskopio fu il primo tentativo di creare le immagini in movimento in forma analogica, nascendo come un giocattolo ma successivamente aprì la strada al cinema e all’era digitale.

Durante le ore del laboratorio gli studenti saranno guidati nel percorso che li porterà a realizzare un progetto di animazione tutto l

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Il laboratorio didattico viene proposto da Olga Pavlenko basandosi sul suo progetto artistico che riflette sul movimento perpetuo.

Durante il laboratorio i partecipanti vengono a conoscenza di un strumento ottico antico che produce l’effetto di animazione, ovvero il phenakistoscopio o disco magico.

Il suo principio di funzionamento fu soggetto di studio già da parte del matematico greco Euclido e più tardi di Newton, ma fu effettivamente realizzato dal Joseph Plateau intorno al 1841 in Belgio.

Il disco magico sfrutta la capacità dell’occhio umano di unire 25 immagini in un movimento continuativo – il medesimo principio che viene utilizzato nel cinema. Il phenakistoskopio fu il primo tentativo di creare le immagini in movimento in forma analogica, nascendo come un giocattolo ma successivamente aprì la strada al cinema e all’era digitale.

Durante le ore del laboratorio gli studenti saranno guidati nel percorso che li porterà a realizzare un progetto di animazione tutto loro. Studieranno e disegneranno il movimento ripetitivo per produrre un effetto di continuità.

Partendo dall’animazione discuteremo poi della relatività del tempo e l’importanza del continuo cambiamento. Attraverso un semplice movimento cercheremo di costruire un racconto collettivo, facendo da ponte anche con le materie scolastiche, come la tecnologia, la geometria, la storia e ovviamente l’arte.

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Ogni partecipante realizzerà il suo disco di 30cm di diametro che messo in moto produrrà l’effetto di animazione; in seguito i disegni verranno digitalizzati creando i video gif che si ripetano all’infinito.

Alla fine del progetto verrà realizzata la mostra sia delle animazioni analogici che dei video.

Dare vita al disegno

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Floor Robert

FLOOR ROBERT è un’artista nata in Olanda, che vive e lavora a Firenze. Ha studiato movimento con Raffaella Giordano e Claudia Castellucci, teatro al Laboratorio Nove di Barbara Nativi. Nel 2008 ha ricevuto una segnalazione al premio Hystrio. Nel 2011 ha fondato, insieme a Giacomo Bogani e Andrea Falcone, la compagnia inQuanto teatro. Ha lavorato come interprete per Kinkaleri, Tardito-Rendina, Marco D’Agostin, Francesco Michele Laterza e altri. Dal 2015 affianca al suo lavoro di autrice e performer quello di
disegnatrice utilizzando il nome La Pler. Nel 2021 ha tradotto un libro per bambini, intitolato “NORD”. Floor cura spettacoli e progetti formativi, crea costumi e oggetti di scena, per inQuanto teatro e altri. Insegna teatro, danza e disegno.


FLOOR ROBERT è un’artista nata in Olanda, che vive e lavora a Firenze. Ha studiato movimento con Raffaella Giordano e Claudia Castellucci, teatro al Laboratorio Nove di Barbara Nativi. Nel 2008 ha ricevuto una segnalazione al premio Hystrio. Nel 2011 ha fondato, insieme a Giacomo Bogani e Andrea Falcone, la compagnia inQuanto teatro. Ha lavorato come interprete per Kinkaleri, Tardito-Rendina, Marco D’Agostin, Francesco Michele Laterza e altri. Dal 2015 affianca al suo lavoro di autrice e performer quello di
disegnatrice utilizzando il nome La Pler. Nel 2021 ha tradotto un libro per bambini, intitolato “NORD”. Floor cura spettacoli e progetti formativi, crea costumi e oggetti di scena, per inQuanto teatro e altri. Insegna teatro, danza e disegno.

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“Polaroid 2023-2024”

“Polaroid 2023-2024”

 

Floor Robert condivide un modo di fare teatro, di approcciare la creazione scenica, a partire dal corpo. Senza bisogno di parole, liberi dal confronto con personaggi, il teatro diventa allora uno strumento di consapevolezza, per osservare cosa raccontiamo di noi stando fermi, o muovendoci nello spazio. La riflessione e l’osservazione reciproca saranno il punto di partenza per creare, attraverso i corpi e le loro caratteristiche uniche, un ritratto collettivo delle classi partecipanti. Saranno “polaroid” in movimento, tableau vivant di questo momento storico. Sarà un modo per dar voce alle identità delle ragazze e dei ragazzi coinvolti, senza bisogno di parlare.
Cos’è il teatro? Pensiamo subito alla recitazione, ai personaggi. Ai grandi testi classici, alle tragedie greche.
Ai registi, le registe, le attrici e gli attori capaci di bravura, talento, studio. Il teatro è anche un modo per parlare di sé. E si può fare anche senza utilizzare le p

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“Polaroid 2023-2024”

 

Floor Robert condivide un modo di fare teatro, di approcciare la creazione scenica, a partire dal corpo. Senza bisogno di parole, liberi dal confronto con personaggi, il teatro diventa allora uno strumento di consapevolezza, per osservare cosa raccontiamo di noi stando fermi, o muovendoci nello spazio. La riflessione e l’osservazione reciproca saranno il punto di partenza per creare, attraverso i corpi e le loro caratteristiche uniche, un ritratto collettivo delle classi partecipanti. Saranno “polaroid” in movimento, tableau vivant di questo momento storico. Sarà un modo per dar voce alle identità delle ragazze e dei ragazzi coinvolti, senza bisogno di parlare.
Cos’è il teatro? Pensiamo subito alla recitazione, ai personaggi. Ai grandi testi classici, alle tragedie greche.
Ai registi, le registe, le attrici e gli attori capaci di bravura, talento, studio. Il teatro è anche un modo per parlare di sé. E si può fare anche senza utilizzare le parole. Senza conoscere i grandi maestri. Il teatro si può fare anche facendo poco. Molto poco. Lo puoi fare con lo sguardo, con una camminata. Stando immobile. In solitudine o insieme agli altri. Per il progetto “Residenza d’artista a scuola” vorrei concentrarmi sul corpo e in questo caso sui corpi dei ragazzi. Chiederò a loro di mettersi in gioco seguendo il proprio gusto e le proprie affinità e darò loro la possibilità di parlare di sé. Dal 2020 ad oggi sono successe tante cose: le scuole sono state chiuse, i corpi dei ragazzi che cambiano così velocemente sono stati nascosti nelle case. Qualcosa è cambiato in tutti noi, non è facile parlarne, ma la pandemia ha lasciato un segno. Da sempre si tende a dimenticare i nostri corpi eppure sono così presenti. Nell’ambito della scuola la maggior parte del tempo stiamo seduti dietro ai banchi, si usa la testa e il cervello, ma dove mettiamo le braccia, le mani, le dita, i piedi? Forse non siamo molto abituati a dargli tanto spazio, a farli muovere. In silenzio e con cura, sotto una grande lente di ingrandimento, vorrei accompagnare i ragazzi e le ragazze a esplorare questo vasto ed enorme strumento: il corpo. Le prime lezioni serviranno a conoscersi attraverso domande, e training fisici. Lavoreremo su cosa succede quando ci
muoviamo di fronte ad un pubblico e su cosa dobbiamo fare se vogliamo ricevere ascolto, attenzione, comprensione. Chiederò ai ragazzi di condividere dei materiali visivi, sui quali andremo a costruire dei “tableau vivant” quadri che diventeranno delle partiture, piccole performance, ritratti, che parlano della loro età e generazione. Uniremo all’immaginario dei ragazzi alcune opere “famose” della storia dell’arte per cercare un incontro. Infine negli ultimi incontri proveremo a registrare, filmando il lavoro fatto per ricordo e per poter restituire ad un pubblico la nostra residenza insieme.

“Polaroid 2023-2024”

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SOLOS è un progetto di Azione_Improvvisa, che propone un viaggio attraverso gli spazi di MAD, volto a esplorare il mondo sonoro dell’ensemble, che si presenta sia con lavori individuali, che con brani collettivi. Gli ascoltatori sono guidati attraverso un percorso che unisce mondi sonori differenti ma ricchi di idee musicali condivise. Partendo dalla musica barocca e dalla sua trasfigurazione elettronica, si passa dalla scrittura contemporanea per fisarmonica, per chitarra elettrica, fino ad arrivare al mondo sonoro dell’ensemble, con i lavori di Einike Leppik e Filippo Perocco.

SOLOS è un progetto di Azione_Improvvisa, che propone un viaggio attraverso gli spazi di MAD, volto a esplorare il mondo sonoro dell’ensemble, che si presenta sia con lavori individuali, che con brani collettivi. Gli ascoltatori sono guidati attraverso un percorso che unisce mondi sonori differenti ma ricchi di idee musicali condivise. Partendo dalla musica barocca e dalla sua trasfigurazione elettronica, si passa dalla scrittura contemporanea per fisarmonica, per chitarra elettrica, fino ad arrivare al mondo sonoro dell’ensemble, con i lavori di Einike Leppik e Filippo Perocco.

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In Between ha come tema lo spazio tra reale e virtuale, tra personale e collettivo, tra persona e persona, tra un gesto e l’altro, tra coreografo e performer. Grazie a giochi coreografici costruiti attraverso esperienze in XR (Extended Reality), il laboratorio esplora le implicazioni emotive, relazionali e identitarie dell’abitare lo spazio focalizzandosi sull’esplorazione di quei territori soglia che ponendoci “tra” due categorie ci costringono a scoprire le dinamiche umane e fisiche sottostanti.

Il laboratorio è aperto a tutti.

Non sono necessarie precedenti conoscenze di movimento, sono benvenuti gruppi misti di professionisti della danza e della performance e non professionisti, amatori, curiosi che abbiano voglia di scoprire come il virtuale possa muovere il corpo.

In Between ha come tema lo spazio tra reale e virtuale, tra personale e collettivo, tra persona e persona, tra un gesto e l’altro, tra coreografo e performer. Grazie a giochi coreografici costruiti attraverso esperienze in XR (Extended Reality), il laboratorio esplora le implicazioni emotive, relazionali e identitarie dell’abitare lo spazio focalizzandosi sull’esplorazione di quei territori soglia che ponendoci “tra” due categorie ci costringono a scoprire le dinamiche umane e fisiche sottostanti.

Il laboratorio è aperto a tutti.

Non sono necessarie precedenti conoscenze di movimento, sono benvenuti gruppi misti di professionisti della danza e della performance e non professionisti, amatori, curiosi che abbiano voglia di scoprire come il virtuale possa muovere il corpo.

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Federica Forti

Federica Forti è Consulente per lo sviluppo progetti delle Città Creative Italiane UNESCO e docente in corsi formativi del network mondiale delle Città Creative UNESCO.

Docente di Museologia, Storia dell’Arte, Curatela e Direzione Artistica presso Polimoda di Firenze (insegnamento in lingua inglese), Accademia di Belle Arti di Firenze (Workshop in Curatela) e Università Cattolica di Milano (Master MEC_ eventi e comunicazione per la cultura).

Per Polimoda ha curato mostre in occasione di Pitti, Design Week di Dubai. Precedentemente ha insegnato Museologia presso Master dell’Istituto per l’Arte e il Restauro Palazzo Spinelli di Firenze.

Dal 2010 al 2015 ha ideato e sviluppato a Carrara un progetto di residenza per artisti internazionali in varie sedi tra cui i musei e le cave di marmo (DATABASE Carrara).

Dal 2013 al 2018 ha gestito una ex scuola riconvertita a studi per artisti e centro culturale a Carrara.

Ha ricoperto il mandato di Assessore presso il Comune

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Federica Forti è Consulente per lo sviluppo progetti delle Città Creative Italiane UNESCO e docente in corsi formativi del network mondiale delle Città Creative UNESCO.

Docente di Museologia, Storia dell’Arte, Curatela e Direzione Artistica presso Polimoda di Firenze (insegnamento in lingua inglese), Accademia di Belle Arti di Firenze (Workshop in Curatela) e Università Cattolica di Milano (Master MEC_ eventi e comunicazione per la cultura).

Per Polimoda ha curato mostre in occasione di Pitti, Design Week di Dubai. Precedentemente ha insegnato Museologia presso Master dell’Istituto per l’Arte e il Restauro Palazzo Spinelli di Firenze.

Dal 2010 al 2015 ha ideato e sviluppato a Carrara un progetto di residenza per artisti internazionali in varie sedi tra cui i musei e le cave di marmo (DATABASE Carrara).

Dal 2013 al 2018 ha gestito una ex scuola riconvertita a studi per artisti e centro culturale a Carrara.

Ha ricoperto il mandato di Assessore presso il Comune di Carrara, dal 2017 al 2022, con deleghe a Cultura, Turismo, Politiche Giovanili e Internazionali, Decoro Urbano e Sviluppo della Cultura del Marmo con progetto di sviluppo per Carrara come Città creativa UNESCO.

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A4C Arts for the Commons, Sentipensare con l'Arno

a cura di Valentina Gensini e Renata Summo O'Connell

A4C Arts for the Commons, Sentipensare con l'Arno

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A4C Arts for the Commons, Sentipensare con l'Arno

a cura di Valentina Gensini e Renata Summo O'Connell

Sulla scorta della ricerca correlata al lavoro presentato per Rivus, A4C Arts for the Commons ha svolto una residenza su invito di MAD Murate Art District, in collaborazione con Artegiro Contemporary Art. La metodologia di A4C si basa su un approccio di lavoro collaborativo e partecipato: laboratori, visite sul campo, incontri, interventi site-specific, mapping collettivo, raccolte di esperienze presentate nella Project room commissionata da MAD. La residenza ha infatti previsto la formazione di un gruppo di lavoro di giovani artisti, curatori e mediatori culturali che ha affiancato la ricerca sul territorio toscano improntata su tre tematiche principali: Sentipensare con l’Arno come modalità di connessione “sentimentale” e sensoriale con l’ecosistema fluviale; Io sono il fiume, il fiume è me ispirato alla cultura ancestrale Maori; Fiume come soggetto agente, premessa essenziale per poter immaginare un percorso che riconosca i diritti dell’Arno come fium

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Sulla scorta della ricerca correlata al lavoro presentato per Rivus, A4C Arts for the Commons ha svolto una residenza su invito di MAD Murate Art District, in collaborazione con Artegiro Contemporary Art. La metodologia di A4C si basa su un approccio di lavoro collaborativo e partecipato: laboratori, visite sul campo, incontri, interventi site-specific, mapping collettivo, raccolte di esperienze presentate nella Project room commissionata da MAD. La residenza ha infatti previsto la formazione di un gruppo di lavoro di giovani artisti, curatori e mediatori culturali che ha affiancato la ricerca sul territorio toscano improntata su tre tematiche principali: Sentipensare con l’Arno come modalità di connessione “sentimentale” e sensoriale con l’ecosistema fluviale; Io sono il fiume, il fiume è me ispirato alla cultura ancestrale Maori; Fiume come soggetto agente, premessa essenziale per poter immaginare un percorso che riconosca i diritti dell’Arno come fiume e come ecosistema.

 

La proposta di A4C per Firenze si è tradotta in un inizio di sentipensamiento con l’Arno, nel senso che ha instaurato un rapporto che per sua natura dovrebbe continuare, dando spazio alla collettività partecipante di poter essere il fiume e con il fiume, collettività rappresentata durante la residenza di A4C di giovani studenti, artisti, curatori e mediatori culturali dell’Accademia di Belle Arti e dell’Istituto Europeo di Design.

_ Renata Summo-O’Connell

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A4C Arts for the Commons

 

A4C Arts for the Commons è un esercizio collettivo inteso a fornire una piattaforma per artisti e attivisti che esplorano le connessioni e le sinergie tra la produzione visiva e le lotte di rivendicazione dei commons, per affrontare temi relativi alla migrazione umana, ai confini, alla giustizia sociale e ambientale. Nel 2022 hanno partecipato alla 23ma Biennale di Sydney e alla Biennale BAM di Palermo. Nell’ambito del Progetto RIVA sono stati invitati da MAD Murate Art District a creare una Project room a seguito di un mese di residenza artistica di ricerca, con la partecipazione dei giovani artisti e curatori del territorio.

 

Rosa Jijòn

 

Rosa Jijòn Artista, attivista e mediatrice culturale, ex direttore del CAC (Centro de Arte Contemporáneo de Quito). Ha partecipato a varie mostre internazionali (Biennale di Venezia, Biennale dell’Avana, Biennale di Cuenca, Bienal Poligráfica de San Juan, Porto Rico) e residenze artistiche internazionali tra cui ARTEA, Residencia Sur Antarctica e Q21 Vienna. Si occupa di mobilità umana e migrazione, cittadinanza, giustizia sociale e ambiente, e si è impegnata nella produzione artistica partecipativa con organizzazioni e comunità di base, dalle donne migranti, alle comunità Rom, alle popolazioni indigene e alle bande di strada. Già Segretaria Culturale dell’Organizzazione Internazionale Italo Latino-americana (IILA).

 

Francesco Martone

 

Francesco Martone è membro del Tribunale internazionale sui diritti della natura e “associato” del Transnational Institute. Già Senatore della Repubblica Italiana, dal 1988 si occupa di questioni relative a foreste, cambiamenti climatici, diritti della Natura, diritti delle popolazioni indigene, difensori dell’ambiente e giustizia ambientale. Membro fondatore di Greenpeace Italia, è giurato e membro del Tribunale Permanente dei Popoli ed è stato consulente politico per ONG internazionali sui diritti dei popoli indigeni.

 

 

Murate Art District non è un semplice spazio espositivo ma un cantiere di produzione: tramite una selezione basata sul progetto artistico e sul curriculum vitae, artisti nazionali ed internazionali possono svolgere periodi di ricerca dedicati a progetti specifici, condividendo così il loro lavoro con la cittadinanza attraverso installazioni site specific, workshop ed esposizioni.

A4C Arts for the Commons, Sentipensare con l'Arno

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Mapping the Community

Residenze d'artista a scuola a cura di Valentina Gensini

Mapping the Community

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Mapping the Community: Residenze d’artista a scuola, è un progetto finanziato dalla Direzione Istruzione e promosso dall’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze con il contributo di Cassa di Risparmio di Firenze, con l’ideazione e la curatela di MAD Murate Art District, il centro di arte contemporanea gestito da MUS.E, che ha invitato gli artisti a “coabitare” con i ragazzi, coinvolgendo complessivamente 2790 studenti in laboratori di lungo periodo dedicati a 641 di loro con oltre 700 ore di lavoro investite nelle scuole da novembre 2022 a maggio 2023. La scelta di dedicare un progetto di questo tipo alle scuole medie inferiori deriva da una valutazione molto semplice e strategica: le scuole medie accolgono i ragazzi per un tempo piuttosto breve in relazione agli altri cicli scolastici; i professori hanno difficoltà a trovare progetti dedicati, e la fascia di età coinvolta è delicatissima: entrano bambini ed escono adolescenti in pieno t

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Mapping the Community: Residenze d’artista a scuola, è un progetto finanziato dalla Direzione Istruzione e promosso dall’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze con il contributo di Cassa di Risparmio di Firenze, con l’ideazione e la curatela di MAD Murate Art District, il centro di arte contemporanea gestito da MUS.E, che ha invitato gli artisti a “coabitare” con i ragazzi, coinvolgendo complessivamente 2790 studenti in laboratori di lungo periodo dedicati a 641 di loro con oltre 700 ore di lavoro investite nelle scuole da novembre 2022 a maggio 2023. La scelta di dedicare un progetto di questo tipo alle scuole medie inferiori deriva da una valutazione molto semplice e strategica: le scuole medie accolgono i ragazzi per un tempo piuttosto breve in relazione agli altri cicli scolastici; i professori hanno difficoltà a trovare progetti dedicati, e la fascia di età coinvolta è delicatissima: entrano bambini ed escono adolescenti in pieno turbamento. Su di loro l’arte ha un effetto straordinario.

Quando si immagina un progetto per una residenza artistica a scuola la prima difficoltà a cui si può pensare è come l’artista si interfaccerà con i ragazzi, oppure come riuscirà a catturare la loro attenzione. In realtà il primo passo da compiere, o meglio il primo ostacolo da superare, è se e come gli adolescenti accetteranno questa nuova figura. Obiettivo primo, infatti, del progetto Residenze d’artista a scuola è quello di far diventare l’artista parte integrante della comunità, affinché tramite la sua arte possa far esprimere i desideri e i disagi degli studenti, tipici della loro età. A tal proposito ognuno di loro si è presentato a tutta la scuola, illustrando il proprio lavoro e il progetto che aveva in mente per loro.

Clarissa Pasquali

Performing arts, teatro, arti visive e installazioni, canto, videoarte, fotografia sono alcuni dei mezzi espressivi utilizzati dai nove artisti internazionali coinvolti nel progetto, provenienti da Stati Uniti, Ucraina, Russia e Italia. Katiuscia Favilli (regista) con Cristina Abati (performer) per Fosca, Victoria DeBlassie (artista visiva), Andrea Falcone (drammaturgo) con Giacomo Bogani (attore) per inQuanto Teatro, Benedetta Manfriani (cantante, performer, artista visiva), Alisa Martynova (fotografa), Marco Di Costanzo (regista e attore) per Teatro dell’Elce, Olga Pavlenko (artista visiva) hanno messo la loro esperienza e la loro creatività al servizio dell’educazione, coinvolgendo gli studenti delle scuole medie inferiori in un percorso fatto di scoperta, di incontro e di nuove consapevolezze.

Valentina Gensini

Dal 19 al 21 aprile torna il grande evento dedicato alle famiglie con centinaia di eventi in città e dedicato ai temi della terra, della natura, delle relazioni fra esseri viventi con un’attenzione speciale a Giacomo Puccini nell’anno in cui ricorre il centenario dalla morte.

 

Torna in primavera, più fiorito che mai, il grande evento Firenze dei Bambini, giunto alla sua undicesima edizione nel 2024 con un tema speciale: il festival dedicato ai bambini e ai ragazzi si svolgerà infatti nei giorni 19-20-21 aprile e avrà come titolo Germogli: sarà dedicato ai temi della terra, della natura e delle relazioni fra esseri viventi. Questa edizione cercherà infatti di promuovere un impegno generativo verso il futuro e verso l’ambiente, secondo una prospettiva civica e interconnessa, che vede i bambini veri “germogli” del nostro mondo.

 

 

Dal 19 al 21 aprile torna il grande evento dedicato alle famiglie con centinaia di eventi in città e dedicato ai temi della terra, della natura, delle relazioni fra esseri viventi con un’attenzione speciale a Giacomo Puccini nell’anno in cui ricorre il centenario dalla morte.

 

Torna in primavera, più fiorito che mai, il grande evento Firenze dei Bambini, giunto alla sua undicesima edizione nel 2024 con un tema speciale: il festival dedicato ai bambini e ai ragazzi si svolgerà infatti nei giorni 19-20-21 aprile e avrà come titolo Germogli: sarà dedicato ai temi della terra, della natura e delle relazioni fra esseri viventi. Questa edizione cercherà infatti di promuovere un impegno generativo verso il futuro e verso l’ambiente, secondo una prospettiva civica e interconnessa, che vede i bambini veri “germogli” del nostro mondo.

 

 

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