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L’arcipelago

Primo studio residenza artistica danza

di Maria Montesi

 

L’arcipelago è una performance che mette in scena un mito sull’origine delle isole Eolie. Al centro della storia è la particolare relazione tra i vulcani e le emozioni umane che sarà tradotta ispirandosi al sistema descritto dalla medicina tradizionale Taoista. Il movimento dei corpi nello spazio sarà accompagnato da una composizione musicale dal vivo e da alcune proiezioni video. Durante la serata l’artista condividerà una tappa del percorso di ricerca avviato assieme ad altri/e quattro interpreti durante la sua residenza presso MAD.

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

 

L’arcipelago

Primo studio residenza artistica danza

di Maria Montesi

 

L’arcipelago è una performance che mette in scena un mito sull’origine delle isole Eolie. Al centro della storia è la particolare relazione tra i vulcani e le emozioni umane che sarà tradotta ispirandosi al sistema descritto dalla medicina tradizionale Taoista. Il movimento dei corpi nello spazio sarà accompagnato da una composizione musicale dal vivo e da alcune proiezioni video. Durante la serata l’artista condividerà una tappa del percorso di ricerca avviato assieme ad altri/e quattro interpreti durante la sua residenza presso MAD.

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti.

 

Available in:

Margini e Confini, la Città come Corpo

 

Per questo nuovo laboratorio di ricerca sul progetto Margini e Confini, la Città come Corpo, MAD Murate Art District, in collaborazione con il gruppo Arcadia Ars In diretto da Patrizia Menichelli, offre due Borse di Studio per la partecipazione gratuita al laboratorio teatrale.

Ai due candidati che abbiano al loro attivo una formazione con prassi artistiche e teatrali affini al teatro poetico sensoriale, infatti verrà data la possibilità di seguire la metodologia di creazione durante il laboratorio da aprile a giugno (1 incontro al mese) e le prove del percorso poetico nella città del gruppo (giornate intensive a luglio e a settembre).

 

Margini e Confini, la Città come Corpo

 

Per questo nuovo laboratorio di ricerca sul progetto Margini e Confini, la Città come Corpo, MAD Murate Art District, in collaborazione con il gruppo Arcadia Ars In diretto da Patrizia Menichelli, offre due Borse di Studio per la partecipazione gratuita al laboratorio teatrale.

Ai due candidati che abbiano al loro attivo una formazione con prassi artistiche e teatrali affini al teatro poetico sensoriale, infatti verrà data la possibilità di seguire la metodologia di creazione durante il laboratorio da aprile a giugno (1 incontro al mese) e le prove del percorso poetico nella città del gruppo (giornate intensive a luglio e a settembre).

 

Performance

Agorà / aet.24 (sonata arcaica)

mercoledì 27 marzo ore 18:00

Museo di Antropologia e Etnologia, Via del Proconsolo 12, Firenze – Sala 17 – 1° piano

 

La performance Agorà/aet.24 (sonata arcaica) del sound artist SADI è parte del progetto Agorà, realizzato nel carcere duro delle Murate grazie al bando residenze MAD Murate Art District con la curatela di Veronica Caciolli e Valentina Gensini.

 

Per la composizione destinata al museo – che si svolgerà nella sala 17 denominata Africa: esplorazione, colonialismo, popoli minacciati – SADI si è ispirato agli strumenti musicali conservati nel museo, risalenti in particolare alla Missione Eritrea del 1905-1906. Si tratta di una spedizione finanziata dal Ministero della Pubblica Istruzione allo scopo di studiare gli usi e i costumi delle popolazioni residenti sull’altopiano dell’Assaorta, e di tratteggiare le mappe etniche, geografiche e geologiche dell’intero territorio. Ne fecero parte l

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Performance

Agorà / aet.24 (sonata arcaica)

mercoledì 27 marzo ore 18:00

Museo di Antropologia e Etnologia, Via del Proconsolo 12, Firenze – Sala 17 – 1° piano

 

La performance Agorà/aet.24 (sonata arcaica) del sound artist SADI è parte del progetto Agorà, realizzato nel carcere duro delle Murate grazie al bando residenze MAD Murate Art District con la curatela di Veronica Caciolli e Valentina Gensini.

 

Per la composizione destinata al museo – che si svolgerà nella sala 17 denominata Africa: esplorazione, colonialismo, popoli minacciati – SADI si è ispirato agli strumenti musicali conservati nel museo, risalenti in particolare alla Missione Eritrea del 1905-1906. Si tratta di una spedizione finanziata dal Ministero della Pubblica Istruzione allo scopo di studiare gli usi e i costumi delle popolazioni residenti sull’altopiano dell’Assaorta, e di tratteggiare le mappe etniche, geografiche e geologiche dell’intero territorio. Ne fecero parte l’antropologo Aldobrandino Mochi, l’etnologo Lamberto Loria, il geologo Giotto Dainelli e il geografo Olinto Marinelli. Significativamente, tra gli obiettivi della missione c’era anche l’acquisto di manufatti per il museo. Oltre ad oggetti di uso comune e cerimoniale, si trovano infatti esposti nelle sale anche strumenti musicali, a corda e a percussione, in legno e in pelle.

 

Come per l’installazione sonora permanente realizzata nel carcere duro delle Murate, SADI intende “dare voce” a questi strumenti resi muti e rinchiusi in vetrine, concentrandosi in particolare su aerofoni e cordofoni: come il melekhet e il messangò (tromba in legno e lira a sei corde appartenenti al popolo degli Amhara), a cui si aggiunge un altro strumento tradizionale etiope, il masenqo (strumento a corda unica). Attraverso la ricostruzione di questi strumenti, la sonorizzazione di SADI intende svilupparne la timbrica originale tramite un linguaggio contemporaneo teso alla ricerca dell’espressività arcaica

 

Ingresso gratuito senza prenotazione. 

 

Per maggiori informazioni contattare il museo:
055 2756444

 

Claudia Roselli

Claudia Roselli is visual and performative artist and urban researcher.
She searches, with her body and senses, to understand and discover inner dimensions of places and to deepen
knowledge related to humans, nature and contemporary society. Claudia started her research on art and urbanity
in 2002, when she was student at the Faculty of Architecture in Florence and performer in contemporary
theater. Together with five other Italian artists, she founded an art collective named Svarnet.
The interest in the city and its public spaces, considered not only as social interactive zones but also as possible
art spaces, became evident during this experience, when together with other artists, she began to investigate the
difference between open-air and closed spaces of creation and art presentation. Svarnet, to express his new
poetic, performed on the street roundabouts and in particular neighborhoods – in Prato, Milan and Florence -.
After this experience Claudia Roselli continued to deep








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Claudia Roselli is visual and performative artist and urban researcher.
She searches, with her body and senses, to understand and discover inner dimensions of places and to deepen
knowledge related to humans, nature and contemporary society. Claudia started her research on art and urbanity
in 2002, when she was student at the Faculty of Architecture in Florence and performer in contemporary
theater. Together with five other Italian artists, she founded an art collective named Svarnet.
The interest in the city and its public spaces, considered not only as social interactive zones but also as possible
art spaces, became evident during this experience, when together with other artists, she began to investigate the
difference between open-air and closed spaces of creation and art presentation. Svarnet, to express his new
poetic, performed on the street roundabouts and in particular neighborhoods – in Prato, Milan and Florence -.
After this experience Claudia Roselli continued to deepen this research field, in her PhD at the University of
Architecture in Florence ( Department of Urban and Territorial Planning ) and at the School of Planning and
Architecture in Delhi. During her PhD she acted in a double role as urban researcher and artist, learning how to
develop dialogues using photography, video, performance and participatory art action planning.
Interested in human ecology, on the phenomenon of resilience and urban changes and on the contemporary
transformative landscapes between urban and rural zones. Aware of the importance of sociality and culture, she
is always careful about international human rights. Also deeply interested in sacredness and ritual, she has been
teaching yoga since 2009. Through yoga she deepens awareness, concentration, sensitivity, positive thoughts
and inner vision. This practice is very important for her, as work and discipline to discover potentials and go
beyond mental limitation.
In 2022 she followed the course of Photo Story at the Studio Marangoni Foundation, held by the TerraProject
collective.
In her work she cooperates with the local community, other artists and researchers from various disciplines.
Among others, she worked with: Sarai, Raqs Media Collective, Khoj Art Residency, Urbz Mumbai, Unbox
Festival, Ecosistema Urbano, SI Fest Off, Ramdom (Default 13), OMNE (Osservatorio Mobile Nord Est), Le
Murate Progetti Arte Contemporanea, Tempo Reale, University of Florence, Fundación´ace para el Arte
Contemporáneo, Larnaca Art Biennial, Addis Video Art Festival.

Vicinanza: Memoria Viva
un’esperienza di teatro intimo e laboratorio

Direzione artistica di Patrizia Menichelli | collaborazione di Angela Trentanovi
in collaborazione con MAD Murate Art District

 

Il progetto, dedicato agli studenti delle scuole superiori, ha come priorità tematica di intervento la cittadinanza attiva, lo spirito di iniziativa e creatività. La macro –azione sarà diretta verso l’impegno civico, la partecipazione e pari opportunità generazionali attraverso il teatro e avrà luogo nel carcere duro delle murate. Per il biennio 2023-2025 la proposta è stata inserita nel programma di Le Chiavi della Città del Comune di Firenze.

 



Vicinanza: Memoria Viva
un’esperienza di teatro intimo e laboratorio

Direzione artistica di Patrizia Menichelli | collaborazione di Angela Trentanovi
in collaborazione con MAD Murate Art District

 

Il progetto, dedicato agli studenti delle scuole superiori, ha come priorità tematica di intervento la cittadinanza attiva, lo spirito di iniziativa e creatività. La macro –azione sarà diretta verso l’impegno civico, la partecipazione e pari opportunità generazionali attraverso il teatro e avrà luogo nel carcere duro delle murate. Per il biennio 2023-2025 la proposta è stata inserita nel programma di Le Chiavi della Città del Comune di Firenze.

 

Available in:

Allenamento fisico, analisi del gesto e improvvisazione condotto da Paolo Mereu.

Laboratorio permanente per allenare e riflettere sui linguaggi del corpo; aperto a tutti coloro che hanno interesse a coltivare una educazione fisica e abbiano il desiderio di esplorare le potenzialità che possono
generarsi.

Un luogo che vuole tutelare le diversità dei linguaggi nate da una autentica necessità individuale.


Allenamento fisico, analisi del gesto e improvvisazione condotto da Paolo Mereu.

Laboratorio permanente per allenare e riflettere sui linguaggi del corpo; aperto a tutti coloro che hanno interesse a coltivare una educazione fisica e abbiano il desiderio di esplorare le potenzialità che possono
generarsi.

Un luogo che vuole tutelare le diversità dei linguaggi nate da una autentica necessità individuale.

MOMENTI

Roberto Fassone

 

On Thursday, January 25th, the performance MOMENTI by Roberto Fassone will take place, marking the conclusion of his residency at MAD. The project, the winner of the Artist Residency Call, is conceived as a choreography for the mind and involves the audiovisual documentation comprising three acts corresponding to three distinct moments that explore the relationship between the artist and music. The presentation, in the form of a performance, is dedicated to the performative power of music. The performance, with the artist as the sole protagonist at the center of the stage, was realized in collaboration with Giacomo Raffaelli. The artist expresses gratitude to Carolina Cappelli.

 

The performance will take place in Sala Ketty La Rocca, with two repetitions at the following times: 6:00 PM and 6:40 PM.

Reservation is required to attend the performance.

 

 

For additional information and reservations:
055 2476873
info.mad@mu

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MOMENTI

Roberto Fassone

 

On Thursday, January 25th, the performance MOMENTI by Roberto Fassone will take place, marking the conclusion of his residency at MAD. The project, the winner of the Artist Residency Call, is conceived as a choreography for the mind and involves the audiovisual documentation comprising three acts corresponding to three distinct moments that explore the relationship between the artist and music. The presentation, in the form of a performance, is dedicated to the performative power of music. The performance, with the artist as the sole protagonist at the center of the stage, was realized in collaboration with Giacomo Raffaelli. The artist expresses gratitude to Carolina Cappelli.

 

The performance will take place in Sala Ketty La Rocca, with two repetitions at the following times: 6:00 PM and 6:40 PM.

Reservation is required to attend the performance.

 

 

For additional information and reservations:
055 2476873
info.mad@musefirenze.it

Available in:

Rosso cinabro

di e con Elisa Biagini
produzione e regia: Fosca

 

Rosso cinabro è la nuova produzione di Fosca in collaborazione con la poetessa Elisa Biagini che utilizza il testo poetico e l’elemento sonoro per raccontare la dimensione del soggetto miniera come metafora e tematica artistica in relazione alla drammaturgia della scena.

 

tra gli alberi di dentro è quanto sbriciolato,
quanto fino ad adesso non sognato:
il suono lasciato fuori è l’affanno
della luce tra la carta e la carne

E. Biagini

 

Progetto realizzato con il contributo di Regione Toscana e con la collaborazione di MAD Murate Art District.

 

Per maggiori informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it







Rosso cinabro

di e con Elisa Biagini
produzione e regia: Fosca

 

Rosso cinabro è la nuova produzione di Fosca in collaborazione con la poetessa Elisa Biagini che utilizza il testo poetico e l’elemento sonoro per raccontare la dimensione del soggetto miniera come metafora e tematica artistica in relazione alla drammaturgia della scena.

 

tra gli alberi di dentro è quanto sbriciolato,
quanto fino ad adesso non sognato:
il suono lasciato fuori è l’affanno
della luce tra la carta e la carne

E. Biagini

 

Progetto realizzato con il contributo di Regione Toscana e con la collaborazione di MAD Murate Art District.

 

Per maggiori informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it

Available in:

ANNULLATO

Performance

Intimi dialoghi di rabbia

 

Sabato 9 Dicembre 2023 avrà luogo alle ore 20:00 la performance Intimi dialoghi di rabbia, interpretata da Kelly Erhunse, con la regia e la direzione artistica di Claudio Suzzi e le musiche composte ed eseguite da Vincenzo Zingaro.

 

In Intimi dialoghi di rabbia il teatro si fa luogo di condivisione per affrontare, insieme alla comunità, tematiche sociali su cui è sempre più urgente riflettere: la rabbia giovanile e la violenza di genere. La performance affronta questi temi, scelti in base a necessità espressive derivanti sia dalla storia personale dell’interprete Kelly Erhunse che da attuali notizie di cronaca, utilizzando testi letterari individuati e rielaborati attraverso un importante lavoro artistico guidato dal regista Claudio Suzzi.

 

L’evento è realizzato con il contributo della Regione Toscana in ambito sociale a soggetti del Terzo Settore anno 2023.

 

Per prenotazione (consigliata) e informa

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ANNULLATO

Performance

Intimi dialoghi di rabbia

 

Sabato 9 Dicembre 2023 avrà luogo alle ore 20:00 la performance Intimi dialoghi di rabbia, interpretata da Kelly Erhunse, con la regia e la direzione artistica di Claudio Suzzi e le musiche composte ed eseguite da Vincenzo Zingaro.

 

In Intimi dialoghi di rabbia il teatro si fa luogo di condivisione per affrontare, insieme alla comunità, tematiche sociali su cui è sempre più urgente riflettere: la rabbia giovanile e la violenza di genere. La performance affronta questi temi, scelti in base a necessità espressive derivanti sia dalla storia personale dell’interprete Kelly Erhunse che da attuali notizie di cronaca, utilizzando testi letterari individuati e rielaborati attraverso un importante lavoro artistico guidato dal regista Claudio Suzzi.

 

L’evento è realizzato con il contributo della Regione Toscana in ambito sociale a soggetti del Terzo Settore anno 2023.

 

Per prenotazione (consigliata) e informazioni:
organizzazione@interazionielementari.com

Fosca presenta

E/O, la particolare storia di Orfeo e Euridice.

regia: Katiuscia Favilli
performer: Gea Gambone e Paolo Mereu
musiche: Davide Woods

 

La nuova indagine di Fosca sul mito ha l’obiettivo di creare una nuova trilogia per il teatro delle nuove generazioni. Orfeo e Euridice nasce dall’esigenza di parlare della morte ai bambini e alle bambine. E/O è relazione tra due personaggi e tra la trasformazione di un corpo che diventa immateriale. Il fantasma come immagine iconografica familiare e di facile lettura per l’infanzia. La rappresentazione dell’assenza del corpo diventa in scena un gioco, in cui Euridice copre e scopre se stessa di fronte a un Orfeo incapace di restituirla alla vita. Il primo studio utilizza lo strumento musicale dal vivo in sostituzione della parola poetica.

Progetto realizzato con il contributo di Regione Toscana e la collaborazione di MAD.

 

Per informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it





Fosca presenta

E/O, la particolare storia di Orfeo e Euridice.

regia: Katiuscia Favilli
performer: Gea Gambone e Paolo Mereu
musiche: Davide Woods

 

La nuova indagine di Fosca sul mito ha l’obiettivo di creare una nuova trilogia per il teatro delle nuove generazioni. Orfeo e Euridice nasce dall’esigenza di parlare della morte ai bambini e alle bambine. E/O è relazione tra due personaggi e tra la trasformazione di un corpo che diventa immateriale. Il fantasma come immagine iconografica familiare e di facile lettura per l’infanzia. La rappresentazione dell’assenza del corpo diventa in scena un gioco, in cui Euridice copre e scopre se stessa di fronte a un Orfeo incapace di restituirla alla vita. Il primo studio utilizza lo strumento musicale dal vivo in sostituzione della parola poetica.

Progetto realizzato con il contributo di Regione Toscana e la collaborazione di MAD.

 

Per informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it

Life of Flower

LIFE OF FLOWER

 

Masterclass di danza Butoh condotta da ATSUSHI TAKENOUCHI

con musiche originali dal vivo di HIROKO KOMIYA

La masterclass è concepita come un’introduzione ai principi di Jinen, l’antica parola shinto che designa lo “Spirito della Natura”. Non richiede alcuna esperienza pregressa di danza butoh ed è aperta a danzatori, attori, terapeuti, ai praticanti di tutte le discipline del movimento e a chiunque desideri risvegliare il proprio fiore interiore attraverso il corpo in movimento.

I partecipanti saranno accompagnati dal venerdì 27 a domenica 28 a vivere nel loro corpo, attraverso la danza, la vita e la morte del fiore, che trae la sua esistenza dall’oscurità per offrire all’universo i propri colori.

La pratica avrà una durata di 7 ore al giorno e si concluderà la domenica sera con una performance collettiva.

Info e prenotazioni: info@geniuslociperformance.com

LIFE OF FLOWER

 

Masterclass di danza Butoh condotta da ATSUSHI TAKENOUCHI

con musiche originali dal vivo di HIROKO KOMIYA

La masterclass è concepita come un’introduzione ai principi di Jinen, l’antica parola shinto che designa lo “Spirito della Natura”. Non richiede alcuna esperienza pregressa di danza butoh ed è aperta a danzatori, attori, terapeuti, ai praticanti di tutte le discipline del movimento e a chiunque desideri risvegliare il proprio fiore interiore attraverso il corpo in movimento.

I partecipanti saranno accompagnati dal venerdì 27 a domenica 28 a vivere nel loro corpo, attraverso la danza, la vita e la morte del fiore, che trae la sua esistenza dall’oscurità per offrire all’universo i propri colori.

La pratica avrà una durata di 7 ore al giorno e si concluderà la domenica sera con una performance collettiva.

Info e prenotazioni: info@geniuslociperformance.com

Life of Flower

Available in:

Open call per perfomers

Per progetto artistico "LIBERTÀ CLANDESTINE" di Mariana Ferratto

Open Call per perfomers

“LIBERTÀ CLANDESTINE”

dell’artista Mariana Ferratto

MAD Murate Art District, Firenze

LIBERTÀ CLANDESTINE è un progetto di mostra che affronta gli spazi di “libertà” e creatività clandestina che i prigionieri politici argentini riuscivano a conquistare durante la dittatura argentina del 1976-83. La mostra è un complesso di opere connesse tra loro, che ruotano intorno a due progetti centrali: Memoria della materia e Affiorare. Il primo è un progetto di ricerca artistica vincitrice dell’Italian Council 2022 per il sostegno alla ricerca internazionale di artisti, curatori e critici. Affiorare, invece, è un progetto sviluppato attraverso la residenza di produzione del Mad (Murate Art District) di Firenze nel periodo dicembre-gennaio 2022/2023.

A settembre-ottobre 2023 l’artista sarà nuovamente in residenza presso gli spazi del MAD Murate Art District con l’intento di collaborare e lavorare ad un nuovo progetto con un gruppo

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Open Call per perfomers

“LIBERTÀ CLANDESTINE”

dell’artista Mariana Ferratto

MAD Murate Art District, Firenze

LIBERTÀ CLANDESTINE è un progetto di mostra che affronta gli spazi di “libertà” e creatività clandestina che i prigionieri politici argentini riuscivano a conquistare durante la dittatura argentina del 1976-83. La mostra è un complesso di opere connesse tra loro, che ruotano intorno a due progetti centrali: Memoria della materia e Affiorare. Il primo è un progetto di ricerca artistica vincitrice dell’Italian Council 2022 per il sostegno alla ricerca internazionale di artisti, curatori e critici. Affiorare, invece, è un progetto sviluppato attraverso la residenza di produzione del Mad (Murate Art District) di Firenze nel periodo dicembre-gennaio 2022/2023.

A settembre-ottobre 2023 l’artista sarà nuovamente in residenza presso gli spazi del MAD Murate Art District con l’intento di collaborare e lavorare ad un nuovo progetto con un gruppo di performer.

È quindi aperta l’open call per performer, con l’invito a partecipare a un ciclo di incontri e performance finale che avrà luogo durante l’inaugurazione. Le candidature devono essere inviate entro mercoledì 6 settembre.

 

Per candidarsi e per maggiori informazioni

055 2476873

info.mad@musefirenze.it

Open call per perfomers

Available in:

I versi delle mani | Video

di Marta Bellu e Laura Lucioli
con Agnese Banti

I versi delle mani | Video

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TIRED DON GIOVANNI
TIRED DON GIOVANNI

Available in:

TIRED DON GIOVANNI

Con questo lavoro su Don Giovanni INGRATE intende continuare il processo di sperimentazione che ha come scopo una destrutturazione ed espansione dei repertori, delle forme classiche e della forma Opera in particolare, tentando di “disturbarle” e ricomprenderle profondamente, in un’ottica molteplice e contemporanea. In questo contesto i linguaggi artistici si combinano in nuove interpretazioni e il materiale di origine (formalmente e contenutisticamente) si espande in nuove forme ibride e ricomposte.

I video-appunti coreografici di Letizia Renzini, Marina Giovannini e Lucrezia Palandri guidano (non senza ironia e con solida visione intimamente femminista) il processo di ricomprensione dell’Opera “Don Giovanni” di Mozart-Da Ponte, cuore semantico del progetto TIRED DON GIOVANNI, realizzato da INGRATE ETS grazie al contributo del progetto Toscanaincontemporanea2022.

Il repertorio mozartiano cui si attinge, ricomposto live per questo primo step, è acusmatico, ovvero proviene d

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Con questo lavoro su Don Giovanni INGRATE intende continuare il processo di sperimentazione che ha come scopo una destrutturazione ed espansione dei repertori, delle forme classiche e della forma Opera in particolare, tentando di “disturbarle” e ricomprenderle profondamente, in un’ottica molteplice e contemporanea. In questo contesto i linguaggi artistici si combinano in nuove interpretazioni e il materiale di origine (formalmente e contenutisticamente) si espande in nuove forme ibride e ricomposte.

I video-appunti coreografici di Letizia Renzini, Marina Giovannini e Lucrezia Palandri guidano (non senza ironia e con solida visione intimamente femminista) il processo di ricomprensione dell’Opera “Don Giovanni” di Mozart-Da Ponte, cuore semantico del progetto TIRED DON GIOVANNI, realizzato da INGRATE ETS grazie al contributo del progetto Toscanaincontemporanea2022.

Il repertorio mozartiano cui si attinge, ricomposto live per questo primo step, è acusmatico, ovvero proviene da registrazioni storiche dell’Opera e viene in parte letteralmente sintetizzato e reso midi: un processo di astrazione e simbolizzazione realizzato in collaborazione con Lorenzo Brusci, processo che, in qualche modo, concorre a mettere in crisi quello che il tempo e le stratificazioni critiche hanno effettuato sull’opera e sul carattere del suo protagonista. Il Don Giovanni di Mozart Da Ponte è considerato – con pressoché unanime ed illustre ostinazione – il paladino e il custode dell’edonismo e dell’impulso vitale, il dispensatore di stimoli energetici, il generoso e inesauribile distributore di piacere, l’aristocratico bon vivant refrattario ai legami e alle limitazioni della libertà. In realtà con le sue arie veloci, il confronto musicale constante con il servo, il commendatore alle calcagna e le donne che lo vogliono punire e possedere, Don Giovanni è forse piuttosto corrispondente allo stanco maschio cisgender contemporaneo, sopraffatto dai doveri sociali della propria mascolinità, costantemente in burn-out, che agisce ormai in un vuoto e stancante automatismo in risposta alle proprie pulsioni mortali credendole vitali, schiacciato dagli eventi, dal dover fare, dalla crescita, diktat della società̀ patriarcale in cui è immerso, che prima gli chiede di essere performante, e poi lo uccide.

TIRED DON GIOVANNI

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Letizia Renzini

Regista, DJ e artista performativa

Regista, musicista, DJ, lavora come creatrice nel nuovo teatro musicale, arti performative, installazioni e musica elettronica/visiva; artista audio e video, performer, Letizia Renzini lavora internazionalmente sulla composizione e organizzazione dei linguaggi plurimi. Ha lavorato per molti anni per il 3° canale della RAI come dj e speaker per la trasmissione “Battiti”. Ha curato rassegne e festival incentrati sulla sound art, le arti performative e la nuova musica (Murate Vive nel 2007, Postelettronica nel 2012, Short Format nel 2013) e ha insegnato Arti Multimediali e Studi sul Cinema all’Istituto Marangoni per la Moda, le Arti e il Design (2018/2020). I suoi lavori di nuovo teatro musicale e le sue performance musicali e visive (per adulti e bambini) sono stati visti, ascoltati e prodotti presso luoghi d’arte internazionali e festival per le arti contemporanee e performative come la Biennale di Venezia, Festival Romaeuropa (I) Operadagen Rotterdam (NL), Nati

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Regista, musicista, DJ, lavora come creatrice nel nuovo teatro musicale, arti performative, installazioni e musica elettronica/visiva; artista audio e video, performer, Letizia Renzini lavora internazionalmente sulla composizione e organizzazione dei linguaggi plurimi. Ha lavorato per molti anni per il 3° canale della RAI come dj e speaker per la trasmissione “Battiti”. Ha curato rassegne e festival incentrati sulla sound art, le arti performative e la nuova musica (Murate Vive nel 2007, Postelettronica nel 2012, Short Format nel 2013) e ha insegnato Arti Multimediali e Studi sul Cinema all’Istituto Marangoni per la Moda, le Arti e il Design (2018/2020). I suoi lavori di nuovo teatro musicale e le sue performance musicali e visive (per adulti e bambini) sono stati visti, ascoltati e prodotti presso luoghi d’arte internazionali e festival per le arti contemporanee e performative come la Biennale di Venezia, Festival Romaeuropa (I) Operadagen Rotterdam (NL), National Theatre Amsterdam, Mozarteum Salzburg (A), Radialsystem Berlin (D), Fabbrica Europa Firenze (I), Parco della Musica Roma (I), Centro Cultural de Belem (P), State Theatre Pretoria (SA), Macro Roma, The Place London (GB), Opéra de Lille (FR), Tanzeshus Stockholm (S), Royal Opera House London (GB), CCS Strozzina Firenze (I), Walpurgis Antwerp (B), Bimhuis Amsterdam (NL), Concertgebouw Brugge (B): Elbphilarmonie di Amburgo, Cité de La Musique Parigi (F), e altri. La sua opera “Il Ballo delle Ingrate” ha vinto il premio internazionale Music Theatre Now! nel 2016. Ha debuttato con il suo spettacolo “Decameron 2.0” al Festival Dei due Mondi 61 di Spoleto nel 2018. Il suo spettacolo “Love, You son of a bitch – a Scarlatti project” prodotto da Staatsoper Unter den Linden debutta a Berlino nell’ottobre 2019. Nell’ottobre 2020 cura e dirige la prima edizione del festival di arti performative Happening! alla Manifattura Tabacchi di Firenze, incentrato sulle connessioni tra Performance, Performing Arts, Opera e Arte installativa. Nel 2021 Renzini fonda INGRATE ETS con i colleghi Luisa Zuffo e Fabrizio Massini, e presenta il suo ultimo lavoro “Inferno”, concerto-sonorizzazione dal vivo del capolavoro del cinema muto italiano del 1911.

Available in:

Alessia Mallardo

Artista

Danzatrice e danzaterapeuta, psicologa e ricercatrice di processi inconsci, sensibili, visibili e invisibili. Da sempre interessata a esplorare quel territorio di confine che si trova tra la luce e l’ombra. Pratica la danza sia come forma d’arte sia come strumento a servizio del sociale e del diritto all’infanzia. Il Butoh, tra i tanti insegnamenti ricevuti, è il suo strumento prediletto; una pratica somatica, giovane, flessibile ed in costante evoluzione, dove il corpo è uno spazio dove poter sperimentare nuove ricerche, nuovi materiali. Esplorar-si. Raccontar-si. Danzar-si.

Danzatrice e danzaterapeuta, psicologa e ricercatrice di processi inconsci, sensibili, visibili e invisibili. Da sempre interessata a esplorare quel territorio di confine che si trova tra la luce e l’ombra. Pratica la danza sia come forma d’arte sia come strumento a servizio del sociale e del diritto all’infanzia. Il Butoh, tra i tanti insegnamenti ricevuti, è il suo strumento prediletto; una pratica somatica, giovane, flessibile ed in costante evoluzione, dove il corpo è uno spazio dove poter sperimentare nuove ricerche, nuovi materiali. Esplorar-si. Raccontar-si. Danzar-si.

Dal bianco - cartografia dei sensi

Residenza d'artista di Lucrezia Gabrieli

L’obiettivo di queste attività è raccogliere materiale da inserire e rielaborare attraverso la danza, la musica e la videoarte per riflettere la visione di un paese in continuo movimento e dialogo nonostante l’arresto delle attività di creazione e ricerca artistica sul territorio e del distanziamento sociale imposto per il contenimento del contagio.
Nel nostro progetto “dal bianco – cartografia dei sensi”, il prodotto finale così come il processo creativo sono ideati con l’intento di tessere e esprimere una relazione tra artisti e pubblico (di diverse fasce d’età) attraverso la tecnologia e la comunicazione digitale, una riflessione sul vuoto, sul colore bianco, sul limite e sulle possibilità creative che possono nascere cambiando prospettiva.


L’obiettivo di queste attività è raccogliere materiale da inserire e rielaborare attraverso la danza, la musica e la videoarte per riflettere la visione di un paese in continuo movimento e dialogo nonostante l’arresto delle attività di creazione e ricerca artistica sul territorio e del distanziamento sociale imposto per il contenimento del contagio.
Nel nostro progetto “dal bianco – cartografia dei sensi”, il prodotto finale così come il processo creativo sono ideati con l’intento di tessere e esprimere una relazione tra artisti e pubblico (di diverse fasce d’età) attraverso la tecnologia e la comunicazione digitale, una riflessione sul vuoto, sul colore bianco, sul limite e sulle possibilità creative che possono nascere cambiando prospettiva.

Dal bianco - cartografia dei sensi

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Formal Interference

Progetto di CAAPO ideato e prodotto in collaborazione con Spazi Docili

Dal 7 di maggio 2014 Le Murate. Progetti Arte Contemporanea ha ospitato Formal Interference, un progetto di CAAPO ideato e prodotto in collaborazione con Spazi Docili (progetto di arte pubblica basato a Firenze) e con John O’Hare & Gordon Culshaw, curatori dal 2006 al 2010 di Wolstenholme Projects (galleria di Liverpool che ha esposto il lavoro di artisti affermati, britannici ed internazionali, quali Keren Cytter, Mark Lewis, Paul Rooney, Jordan Baseman e Wolfgang Tilmans e offerto, allo stesso tempo, una piattaforma espositiva per artisti emergenti e collettivi artistici quali the Centre of Attention di Londra e Stand Assembly/Moot di Nottingham).

La pubblicità e l’informazione estetizzano i messaggi provenienti da qualunque ambito pubblico. Gli eventi sono riportati in maniera uniforme senza alcuna considerazione riguardo la loro sostanza. I cittadini sono alienati da tali modalità comunicative che hanno il solo effetto, in sostanza, di renderli impotenti rispetto al m

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Dal 7 di maggio 2014 Le Murate. Progetti Arte Contemporanea ha ospitato Formal Interference, un progetto di CAAPO ideato e prodotto in collaborazione con Spazi Docili (progetto di arte pubblica basato a Firenze) e con John O’Hare & Gordon Culshaw, curatori dal 2006 al 2010 di Wolstenholme Projects (galleria di Liverpool che ha esposto il lavoro di artisti affermati, britannici ed internazionali, quali Keren Cytter, Mark Lewis, Paul Rooney, Jordan Baseman e Wolfgang Tilmans e offerto, allo stesso tempo, una piattaforma espositiva per artisti emergenti e collettivi artistici quali the Centre of Attention di Londra e Stand Assembly/Moot di Nottingham).

La pubblicità e l’informazione estetizzano i messaggi provenienti da qualunque ambito pubblico. Gli eventi sono riportati in maniera uniforme senza alcuna considerazione riguardo la loro sostanza. I cittadini sono alienati da tali modalità comunicative che hanno il solo effetto, in sostanza, di renderli impotenti rispetto al messaggio.
Questa forzata impotenza cresce quando gli spazi personali, pubblici, virtuali, testuali e narrativi vengono trasformati in spazi estetici. Per affrontare e neutralizzare tali tecniche di controllo è necessario che gli artisti si riapproprino dei linguaggi estetici sottraendoli dalla sfavorevole associazione con le aree di senso legate al mercato e all’intrattenimento.
L’attenzione critica verso tali sottigliezze formali può mostrare quanto una trasmissione aggressiva dell’informazione stimoli precisi comportamenti e risposte: solo attraverso l’introduzione di sottili elementi perturbatori questa finzione di autorità può essere palesata e rimossa.
Il fine di questo progetto è  stato di contrastare e sfidare la legittimità di questa retorica estetizzante insidiosamente autoritaria. Gli artisti prescelti sono stati selezionati in considerazione della qualità e dello sviluppo della loro pratica artistica: CAAPO mira a costituire un programma internazionale di arte pubblica che includa una varietà di nuovi lavori in grado di esplorare i temi dell’appropriazione, della contaminazione e della corruzione.

Gli artisti partecipanti sono stati: Kathryn Ashill, Lee Campbell, Jamie Davies, John O’Hare, Brychan Tudor e Spazi Docili

Il programma ha previsto, oltre ad eventi di arte pubblica in giro per la città, anche una serie di workshop, incontri e dibattiti aperti al pubblico organizzati presso Le Murate. Progetti Arte Contemporanea.

Formal Interference è un progetto sostenuto da:  British Council, Wales Arts Internationa, Comune di Firenze, Associazione Mus.e e Le Murate. Progetti Arte Contemporanea.

Formal Interference

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Little Boy

Residenza d'artista del Teatro dell'Elce

Lo spettacolo al centro del progetto di residenza del Teatro dell’Elce è stato Little Boy, una versione per la scena de La coscienza al bando, carteggio pubblicato negli anni Sessanta, in cui la causa è quella anti-nucleare e a confrontarsi con essa sono Günther Anders, un intellettuale engagé, e Claude Eatherly, il pilota americano che ha dato il via libera al rilascio della bomba su Hiroshima. “Little boy” è il nome in codice della bomba di Hiroshima.

Günther Anders, filosofo e scrittore, tra i fondatori del movimento anti-nucleare in Germania, viene a conoscenza della situazione di Eatherly leggendo per caso un articolo sulla rivista Newsweek nel 1959. Agli occhi di Anders, noto per le riflessioni sul “dislivello prometeico” tra l’uomo e la tecnica nell’era atomica, Eatherly appare subito come l’anti-Eichmann: a differenza dell’ex-funzionario nazista – uno dei maggiori responsabili dei campi di sterminio il quale, processato in quegli anni,

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Lo spettacolo al centro del progetto di residenza del Teatro dell’Elce è stato Little Boy, una versione per la scena de La coscienza al bando, carteggio pubblicato negli anni Sessanta, in cui la causa è quella anti-nucleare e a confrontarsi con essa sono Günther Anders, un intellettuale engagé, e Claude Eatherly, il pilota americano che ha dato il via libera al rilascio della bomba su Hiroshima. “Little boy” è il nome in codice della bomba di Hiroshima.

Günther Anders, filosofo e scrittore, tra i fondatori del movimento anti-nucleare in Germania, viene a conoscenza della situazione di Eatherly leggendo per caso un articolo sulla rivista Newsweek nel 1959. Agli occhi di Anders, noto per le riflessioni sul “dislivello prometeico” tra l’uomo e la tecnica nell’era atomica, Eatherly appare subito come l’anti-Eichmann: a differenza dell’ex-funzionario nazista – uno dei maggiori responsabili dei campi di sterminio il quale, processato in quegli anni, si riteneva innocente dichiarando di aver solo obbedito agli ordini dei superiori – Eatherly ha conservato la sua coscienza e non riesce a tacitare il rimorso per il suo “atto”. Anders decide di scrivergli e alla prima lettera seguirà un carteggio di oltre due anni.
Una selezione delle lettere del carteggio compone il testo dello spettacolo: dalle parole scritte e inviate reciprocamente dai due protagonisti affiorano linee tematiche diverse e complementari. La prima, la più evidente, è il mettersi a servizio di una causa. La causa anti-nucleare, nello specifico. Un’altra linea, drammatica e urgente, è quella della lotta per la riabilitazione di Eatherly: Anders cercherà in ogni modo di aiutare l’amico a uscire dall’ospedale psichiatrico. La terza linea, implicita e paradossale, è quella del ruolo del singolo rispetto alle grandi cause.
Proprio questa terza linea costituisce l’indagine di fondo dello spettacolo, il suo nucleo problematico. C’è
un’apparente incompatibilità tra ciò che l’essere umano fa e desidera come individuo e ciò che egli fa e desidera come membro della specie? La dedizione a una causa è materia da santi o da folli? Il militante è un eroe o un fanatico? Perché spesso agire in una relazione tra singoli va in contrasto con l’agire per il bene comune?

Little Boy

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Formal Interference

Progetto di CAAPO ideato e prodotto in collaborazione con Spazi Docili

Formal Interference

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Janne-Camilla Lyster 

Danzatrice

Janne-Camilla Lyster è una danzatrice, coreografa e scrittrice norvegese. Lavora nel campo della danza contemporanea dal 2006 e nel 2019 ha completato il suo progetto di dottorato artistico presso l’Accademia nazionale delle arti di Oslo: Poesia coreografica: creazione di spartiti letterari per la danza. Lyster ha pubblicato una serie di raccolte di poesie, oltre a una raccolta di spartiti coreografici e due romanzi. Dal 2021 è professore associato di coreografia presso l’Accademia Nazionale delle Arti di Oslo. Il suo lavoro è stato presentato a livello nazionale e internazionale. www.jannecamillalyster.no

Janne-Camilla Lyster è una danzatrice, coreografa e scrittrice norvegese. Lavora nel campo della danza contemporanea dal 2006 e nel 2019 ha completato il suo progetto di dottorato artistico presso l’Accademia nazionale delle arti di Oslo: Poesia coreografica: creazione di spartiti letterari per la danza. Lyster ha pubblicato una serie di raccolte di poesie, oltre a una raccolta di spartiti coreografici e due romanzi. Dal 2021 è professore associato di coreografia presso l’Accademia Nazionale delle Arti di Oslo. Il suo lavoro è stato presentato a livello nazionale e internazionale. www.jannecamillalyster.no

Available in:

Brychan Tudor

Brychan Tudor usa amalgamare fra di loro luce proiettata e strutture tridimensionali per creare una forma di stratificazione che esplori e ridefinisca i confini spaziali. Questo processo produce sottili mutamenti del ‘sentire’ e gioca con la nozione di una memoria esperienziale ‘fisica’. Attraverso una ripetizione controllata, tali proiezioni aiutano ad aprire un dialogo tra le alterazioni fisiche del luogo e le nozioni spaziali che esse esprimono.
http://www.creativeassault.org/BRYCHAN-TUDOR-1


Brychan Tudor usa amalgamare fra di loro luce proiettata e strutture tridimensionali per creare una forma di stratificazione che esplori e ridefinisca i confini spaziali. Questo processo produce sottili mutamenti del ‘sentire’ e gioca con la nozione di una memoria esperienziale ‘fisica’. Attraverso una ripetizione controllata, tali proiezioni aiutano ad aprire un dialogo tra le alterazioni fisiche del luogo e le nozioni spaziali che esse esprimono.
http://www.creativeassault.org/BRYCHAN-TUDOR-1

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Fabrizio Ajello

Fabrizio Ajello (Palermo, 1973) artista, ricercatore ed insegnante di base a Firenze, riflette e interviene sui modelli culturali attraverso un’indagine e un confronto continuo con le tematiche del sacro, della memoria collettiva/individuale e del rapporto tra spazio pubblico e spazio privato. Nel biennio 2005/2006 ha lavorato al progetto di arte pubblica, Progetto Isole. Nel 2008 fonda, insieme all’artista Christian Costa, il progetto di arte pubblica Spazi Docili, basato a Firenze, che in questi anni ha prodotto indagini
sul territorio, interventi, workshop e talk presso istituzioni pubbliche e private, mostre e residenze artistiche. Ha fondato nel 2016 insieme alla ricercatrice Licia Bianchi il progetto artistico Aizimen. Ha inoltre esposto in gallerie e musei italiani e internazionali e ha preso parte a diversi eventi tra i quali: Berlin Biennale 7, Break 2.4 Festival a Ljubljana, in Slovenia, Synthetic Zero al BronxArtSpace di New York, Moving Sculpture In The Public R

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Fabrizio Ajello (Palermo, 1973) artista, ricercatore ed insegnante di base a Firenze, riflette e interviene sui modelli culturali attraverso un’indagine e un confronto continuo con le tematiche del sacro, della memoria collettiva/individuale e del rapporto tra spazio pubblico e spazio privato. Nel biennio 2005/2006 ha lavorato al progetto di arte pubblica, Progetto Isole. Nel 2008 fonda, insieme all’artista Christian Costa, il progetto di arte pubblica Spazi Docili, basato a Firenze, che in questi anni ha prodotto indagini
sul territorio, interventi, workshop e talk presso istituzioni pubbliche e private, mostre e residenze artistiche. Ha fondato nel 2016 insieme alla ricercatrice Licia Bianchi il progetto artistico Aizimen. Ha inoltre esposto in gallerie e musei italiani e internazionali e ha preso parte a diversi eventi tra i quali: Berlin Biennale 7, Break 2.4 Festival a Ljubljana, in Slovenia, Synthetic Zero al BronxArtSpace di New York, Moving Sculpture In The Public Realm a Cardiff, Hosted in Athens ad Atene, The Entropy of Art a Wroclaw, in Polonia. Attualmente collabora con i magazine MEMECULT e MADE IN MIND, ha contribuito inoltre con interviste e saggi alla rivista Roots and Routes e alla piattaforma NESXT. Da anni interviene in istituzioni pubbliche con metodologie laboratoriali interdisciplinari e di collaborative learning. Insegna attualmente materie letterarie presso il Liceo Artistico di Porta Romana a Firenze.

Available in:

Spazi Docili

Firenze è un brand. Lo stereotipo, conosciuto in tutto il mondo, della città rinascimentale. Firenze, tuttavia, è anche l’indiscussa capitale delle difficoltà italiane nel comprendere e gestire il contemporaneo e il relativo rapporto con il passato. Spazi Docili è la risposta in chiave di progetto di arte pubblica a questa realtà sconcertante ed esemplare. Il progetto è nato durante il 2008 ed è curato da Fabrizio Ajello e Christian Costa.
http://www.spazidocili.org


Firenze è un brand. Lo stereotipo, conosciuto in tutto il mondo, della città rinascimentale. Firenze, tuttavia, è anche l’indiscussa capitale delle difficoltà italiane nel comprendere e gestire il contemporaneo e il relativo rapporto con il passato. Spazi Docili è la risposta in chiave di progetto di arte pubblica a questa realtà sconcertante ed esemplare. Il progetto è nato durante il 2008 ed è curato da Fabrizio Ajello e Christian Costa.
http://www.spazidocili.org

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Christian Costa

Christian Costa, artista e critico, vive e lavora tra Napoli e Varsavia. Si occupa di arte pubblica da più di dieci anni. Ha mostrato il suo lavoro in svariati paesi e in progetti/eventi, quali: la Biennale di Venezia, il World Expo, la Biennale di Liverpool, l’European Culture Congress, e altri.
Dal 2005, insieme all’artista Fabrizio Ajello e alle curatrici Barbara D’Ambrosio e Costanza Meli, lavora al progetto di arte pubblica, Progetto Isole, basato a Palermo.
Dal 2007 lavora al progetto di arte pubblica N.EST, curato da Danilo Capasso e focalizzato sull’enorme e assai diversificata parte orientale di Napoli.
Nel 2008 fonda, insieme all’artista Fabrizio Ajello, il progetto di arte pubblica Spazi Docili, incentrato sulla città di Firenze e che in questi anni ha prodotto indagini sul territorio e interventi, workshop, mostre, residenze artistiche organizzate come curatori, talk. Dal 2015 l’artista Stefano Giuri entra a far parte stabilmente del progetto.
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Christian Costa, artista e critico, vive e lavora tra Napoli e Varsavia. Si occupa di arte pubblica da più di dieci anni. Ha mostrato il suo lavoro in svariati paesi e in progetti/eventi, quali: la Biennale di Venezia, il World Expo, la Biennale di Liverpool, l’European Culture Congress, e altri.
Dal 2005, insieme all’artista Fabrizio Ajello e alle curatrici Barbara D’Ambrosio e Costanza Meli, lavora al progetto di arte pubblica, Progetto Isole, basato a Palermo.
Dal 2007 lavora al progetto di arte pubblica N.EST, curato da Danilo Capasso e focalizzato sull’enorme e assai diversificata parte orientale di Napoli.
Nel 2008 fonda, insieme all’artista Fabrizio Ajello, il progetto di arte pubblica Spazi Docili, incentrato sulla città di Firenze e che in questi anni ha prodotto indagini sul territorio e interventi, workshop, mostre, residenze artistiche organizzate come curatori, talk. Dal 2015 l’artista Stefano Giuri entra a far parte stabilmente del progetto.
Nel 2014 Officina Marinoni, Spazi Docili e STALKER danno vita a Biennale Urbana, piattaforma culturale basata a Venezia che esplora a livello internazionale le pratiche estetiche che affrontano la dimensione urbana ed ambientale.

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John O’Hare

“Attraverso una pratica site-specific il mio intento è quello di riaffermare l’onnipresente/trascurato. Il mio lavoro esplora le potenzialità interattive dei processi decisionali relativi alla forma e, attraverso l’attenzione alla loro diffusione per mezzo dei nuovi media, le loro più ampie attrattive e applicazioni.”
https://sites.google.com/site/johnohare27/


“Attraverso una pratica site-specific il mio intento è quello di riaffermare l’onnipresente/trascurato. Il mio lavoro esplora le potenzialità interattive dei processi decisionali relativi alla forma e, attraverso l’attenzione alla loro diffusione per mezzo dei nuovi media, le loro più ampie attrattive e applicazioni.”
https://sites.google.com/site/johnohare27/

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Jamie Davies

“Da dove facciamo discendere il nostro divenire? La mia pratica artistica esplora i concetti di intimità, identità, autorità. Costruisco oggetti per mettere in discussione quanto un singolo soggetto, utilizzando una metodologia non soggettiva, possa essere ampliato. Questi oggetti appaiono come invenzioni personali e artificiali, e le loro imperfezioni e fragilità come un tentativo per cercare di eliminare ogni senso di autobiografia dal lavoro.”
http://www.creativeassault.org/JAMIE-DAVIES-1  


“Da dove facciamo discendere il nostro divenire? La mia pratica artistica esplora i concetti di intimità, identità, autorità. Costruisco oggetti per mettere in discussione quanto un singolo soggetto, utilizzando una metodologia non soggettiva, possa essere ampliato. Questi oggetti appaiono come invenzioni personali e artificiali, e le loro imperfezioni e fragilità come un tentativo per cercare di eliminare ogni senso di autobiografia dal lavoro.”
http://www.creativeassault.org/JAMIE-DAVIES-1  

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LET ME BE

Giuseppe Comuniello e Camilla Guarino

Like a gaze, like a breath. Like someone who moves his hand closer to your soiled lips, and you, foreseeing it, do it ahead. Like the morning light on a summer day. Do you know the feeling when you cannot fall asleep and you go out on the balcony to think? Just like when you succeed in something you were not confident about and hence you think, maybe, it is possible. Perhaps, sometimes, seeing the very same thing is possible.

A scenery of bodies, lights, and stories finds his dimension through a handful of moves, gestures, interpretations, and physicalities. Apparently similar images change from time to time, day after day, creating multiple variations and perspectives of the same subjects. A little world with his own language style, it is a world full of energies that express the relationship among the defined element, the narrator and the dreamer. An increasingly confused look that questions who is driving the vision of the other.

***

The project was born in 2019 when Camilla Guarino

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Like a gaze, like a breath. Like someone who moves his hand closer to your soiled lips, and you, foreseeing it, do it ahead. Like the morning light on a summer day. Do you know the feeling when you cannot fall asleep and you go out on the balcony to think? Just like when you succeed in something you were not confident about and hence you think, maybe, it is possible. Perhaps, sometimes, seeing the very same thing is possible.

A scenery of bodies, lights, and stories finds his dimension through a handful of moves, gestures, interpretations, and physicalities. Apparently similar images change from time to time, day after day, creating multiple variations and perspectives of the same subjects. A little world with his own language style, it is a world full of energies that express the relationship among the defined element, the narrator and the dreamer. An increasingly confused look that questions who is driving the vision of the other.

***

The project was born in 2019 when Camilla Guarino and Giuseppe Comuniello, a sightless dancer, realize their urgent desire of explaining how is describing a dance performance to a blind person. How does Giuseppe perceive the body shapes and figures? And how Camilla can translate and share them? No rules are set; only their complicity, matured over time, allows them to create a new way of communicating through words and moves, enriched from time to time with new gestures and perspectives.

Along the way, they realized they have created a cute and intimate choreographic score, together with many recurrent relational dynamics.This storytelling elaboration brings with it memories and thoughts based on past personal experiences, which, if shared, can influence other’s perspective. Consequently, the transmission of those images cannot be pure, but it gets through some filters which affect how the sightless person will perceive the images.

In the end, also who is describing the reality will end up looking at it more carefully, the perspectives are constantly mistaken, the images link together, there are no guidelines, there is no right or wrong.

Creazione e interpretazione: Giuseppe Comuniello e Camilla Guarino
Drammaturgia: Camilla Guarino
Assistente: Silvia Berti
Light Designer: Pietro Millosevich, Gabriele Termine
Artista sonoro: Umberto Foddis
Creazione video: Gabriele Termine
Prodotto da Versiliadanza
Co-prodotto da: Centro Internazionale della danza CID, MAD Murate Art District, Associazione MUS.E, Comune di Firenze.
Sostenuto da Compagnia Virgilio Sieni

LET ME BE

Available in:

Benedetta Manfriani

Visual Artist and singer

A visual artist and singer, over the years he has explored different techniques and languages – video, installations, photography, music, ceramics, graphics – giving life to multiform works. He collaborates with Tempo Reale, both in teaching and in the production of multimedia works, and with the Catalyst theatre company. He is currently artist in residence at MAD Murate Art District. As part of the RIVA Project he directed the sound performance Rivers in 2018, participating in a sound installation of Tempo Reale Festival in 2017. In 2016 he created CONfusion, a multi-ethnic vocal group made up of people from many countries around the world, working for the inclusion of migrants through music and performance, also active at the Puccini Theatre in Florence.

A visual artist and singer, over the years he has explored different techniques and languages – video, installations, photography, music, ceramics, graphics – giving life to multiform works. He collaborates with Tempo Reale, both in teaching and in the production of multimedia works, and with the Catalyst theatre company. He is currently artist in residence at MAD Murate Art District. As part of the RIVA Project he directed the sound performance Rivers in 2018, participating in a sound installation of Tempo Reale Festival in 2017. In 2016 he created CONfusion, a multi-ethnic vocal group made up of people from many countries around the world, working for the inclusion of migrants through music and performance, also active at the Puccini Theatre in Florence.

Teatro dell'Elce

Theatre company

Teatro dell’elce is a theatre company founded in 2016 from Marco Di Costanzo (director), Stefano Parigi (actor) and Andrea Pistolesi (sound designer). Teatro dell’Elce activity is focalised on a continuos study about acting as well as on production of performances and other education and research projects, in order to achieve a high quality popular theatre. Teatro dell’Elce performances have been staged throughout Italy and the company was Italy representative within the International Algiers Theatre Festival 2010 and the International Theatre Festival for Peace 2011 and 2012 in Barrancabermeja (Colombia).

Teatro dell’elce is a theatre company founded in 2016 from Marco Di Costanzo (director), Stefano Parigi (actor) and Andrea Pistolesi (sound designer). Teatro dell’Elce activity is focalised on a continuos study about acting as well as on production of performances and other education and research projects, in order to achieve a high quality popular theatre. Teatro dell’Elce performances have been staged throughout Italy and the company was Italy representative within the International Algiers Theatre Festival 2010 and the International Theatre Festival for Peace 2011 and 2012 in Barrancabermeja (Colombia).

Camilla Guarino

Dancer and performer

Camilla Guarino approaches ballet and contemporary dance since childhood, and then integrate her studies with theatrical and choreographic workshops held by Claudia Castellucci, Jacopo Jenna, Teatro Valdoca, Muta Imago and Armando Punzo. She approached the choreographer Virgilio Sieni in 2015, after a laboratory of journalistic criticism held by Massimo Marino and Altre Velocità. Graduated with a master thesis on the Ten Years of Academy on the Art of Gesture by Virgilio Sieni, she is involved as an interpreter and intern in the work of the artist. In 2015 she collaborates with the Biennale Danza in Venice and in 2018 she participates with the project Biennale College ASAC followed by Elisa Vaccarino. She is part of the association Blaubart – dance webzine, which deals with dance in the Bologna area and holds theater courses at the infancy and primary schools. She currently attends the Master in dramaturgy at the Academy of Dramatic Art Silvio d’Amico and together with Gi

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Camilla Guarino approaches ballet and contemporary dance since childhood, and then integrate her studies with theatrical and choreographic workshops held by Claudia Castellucci, Jacopo Jenna, Teatro Valdoca, Muta Imago and Armando Punzo. She approached the choreographer Virgilio Sieni in 2015, after a laboratory of journalistic criticism held by Massimo Marino and Altre Velocità. Graduated with a master thesis on the Ten Years of Academy on the Art of Gesture by Virgilio Sieni, she is involved as an interpreter and intern in the work of the artist. In 2015 she collaborates with the Biennale Danza in Venice and in 2018 she participates with the project Biennale College ASAC followed by Elisa Vaccarino. She is part of the association Blaubart – dance webzine, which deals with dance in the Bologna area and holds theater courses at the infancy and primary schools. She currently attends the Master in dramaturgy at the Academy of Dramatic Art Silvio d’Amico and together with Giuseppe Comuniello is working on the performance Let Me Be.

Available in:

Giuseppe Comuniello

Dancer and performer

Giuseppe Comuniello began his dance career in 2009 with choreographer Virgilio Sieni, with whom he still collaborates today. He has also worked for national and international choreographers such as Alessandro Schiattarella, Emanuel Gat, Emanuel Rosenberg and Michela Lucenti/Ballettto Civile with Bed Lambs, a show that won the Danza&danza award for best Italian production. At the same time he began a journey on the transmission of movement through contact improvisation, holding workshops on movement open to all in collaboration with the association Muvet of Bologna, the company Teatro Danzabile of Lugano, the Uffizi Gallery and the Sert of Florence for the recovery of drug addiction. Since 2016 collaborates with the Oriente Occidente Festival for the international network on accessible dance. His latest works are Danza Cieca, created and performed together with Virgilio Sieni for Matera European Capital of Culture 2019 and Lonely Planet, the first study of a research work with Camil

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Giuseppe Comuniello began his dance career in 2009 with choreographer Virgilio Sieni, with whom he still collaborates today. He has also worked for national and international choreographers such as Alessandro Schiattarella, Emanuel Gat, Emanuel Rosenberg and Michela Lucenti/Ballettto Civile with Bed Lambs, a show that won the Danza&danza award for best Italian production. At the same time he began a journey on the transmission of movement through contact improvisation, holding workshops on movement open to all in collaboration with the association Muvet of Bologna, the company Teatro Danzabile of Lugano, the Uffizi Gallery and the Sert of Florence for the recovery of drug addiction. Since 2016 collaborates with the Oriente Occidente Festival for the international network on accessible dance. His latest works are Danza Cieca, created and performed together with Virgilio Sieni for Matera European Capital of Culture 2019 and Lonely Planet, the first study of a research work with Camilla Guarino on perception debuted with the support of the Teatro Comunale di Ferrara within the review “La società a teatro”. This last project in 2020 was developed in Let me be produced by Versiliadanza.

 

Available in:

CATCH THE RHYTHM

Spettacolo

Come si afferra il ritmo? E qual è la musica nascosta dentro gli oggetti? Quale legame unisce la gravità ed il tempo?
Sospensione…  Cambi di velocità…  Caos…  Risate inaspettate…
Sono alcuni degli aspetti che generano e costituiscono lo spettacolo “CATCH THE RHYTHM!”.

Il rendezvous di tre artisti a tutto tondo che genera la magia di uno spettacolo dove gli spettatori letteralmente “CATTURANO IL RITMO!”.
Il binomio Ritmo-Giocoleria, sarà un elemento fondamentale dell’espressione scenica attraverso sequenze ritmiche di percussione corporale, giocoleria e clownerie musicale.
Siete pronti a catturare il ritmo?

Un progetto a cura di Francesco Gherardi e con la collaborazione di Niccolò Piccioli, Federico Macchi e Francesco Gori.
Riprese Video Tommaso Tancredi

La primissima del video di presentazione di “Catch the Rhythm!“, Compagnia Ball Percussion, e la Performance digitale – numero integrale estratto dallo spettacolo realizzato a Murate Art District – all






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Come si afferra il ritmo? E qual è la musica nascosta dentro gli oggetti? Quale legame unisce la gravità ed il tempo?
Sospensione…  Cambi di velocità…  Caos…  Risate inaspettate…
Sono alcuni degli aspetti che generano e costituiscono lo spettacolo “CATCH THE RHYTHM!”.

Il rendezvous di tre artisti a tutto tondo che genera la magia di uno spettacolo dove gli spettatori letteralmente “CATTURANO IL RITMO!”.
Il binomio Ritmo-Giocoleria, sarà un elemento fondamentale dell’espressione scenica attraverso sequenze ritmiche di percussione corporale, giocoleria e clownerie musicale.
Siete pronti a catturare il ritmo?

Un progetto a cura di Francesco Gherardi e con la collaborazione di Niccolò Piccioli, Federico Macchi e Francesco Gori.
Riprese Video Tommaso Tancredi

La primissima del video di presentazione di “Catch the Rhythm!“, Compagnia Ball Percussion, e la Performance digitale – numero integrale estratto dallo spettacolo realizzato a Murate Art District – all’interno della rassegna digitale di Inverno Fiorentino, come anteprima del nuovo spettacolo a Firenze nel 2021.
Una produzione promossa da Associazione dei Desideri iovoglio.org e realizzata in collaborazione con Murate Art Discritc.

***
La Compagnia Ball Percussion dal 2013 porta avanti la ricerca sul ritmo e la manipolazione di oggetti e questa nuova creazione per avvicinare sempre più persone a queste forme d’arte, un invito suonato ad accenti forti per essere tutti più vicini al palcoscenico e le piazze di Firenze nel 2021, con la rinnovata voglia di fare spettacolo e di fruirne, battendo all’unisono lo stesso ritmo

CATCH THE RHYTHM

Available in:

CATCH THE RHYTHM | Performance digitale

La primissima del video di presentazione di “Catch the Rhythm!“, Compagnia Ball Percussion, e la Performance digitale – numero integrale estratto dallo spettacolo realizzato a Murate Art District – all’interno della rassegna digitale di Inverno Fiorentino, come anteprima del nuovo spettacolo a Firenze nel 2021.
Una produzione promossa da Associazione dei Desideri iovoglio.org e realizzata in collaborazione con Murate Art Discritc.

Un progetto a cura di Francesco Gherardi e con la collaborazione di Niccolò Piccioli, Federico Macchi e Francesco Gori.
Riprese Video Tommaso Tancredi


***
La Compagnia Ball Percussion dal 2013 porta avanti la ricerca sul ritmo e la manipolazione di oggetti e questa nuova creazione per avvicinare sempre più persone a queste forme d’arte, un invito suonato ad accenti forti per essere tutti più vicini al palcoscenico e le piazze di Firenze nel 2021, con la rinnovata voglia di fare spettacolo e di fruirne, battendo all’unisono lo stesso ritmo

CATCH THE RHYTHM Performance digitale
CATCH THE RHYTHM | Performance digitale

Available in:

CATCH THE RHYTHM

Come si afferra il ritmo? E qual è la musica nascosta dentro gli oggetti? Quale legame unisce la gravità ed il tempo? Sospensione… Cambi di velocità… Caos… Risate inaspettate…Sono alcuni degli aspetti che generano e costituiscono lo spettacolo “CATCH THE RHYTHM!”.
Un progetto a cura di Francesco Gherardi e con la collaborazione di Niccolò Piccioli, Federico Macchi e Francesco Gori.
Riprese Video Tommaso Tancredi

CATCH THE RHYTHM
il teaser
CATCH THE RHYTHM

Available in:

Francesco Gori

Autore e attore

Francesco Gori, autore e attore, vive a Firenze dove lavora con MUS.E come mediatore culturale e teatrale nei Musei Civici Fiorentini. Membro della compagnia teatrale Chille della Balanza, dal 2015 conduce laboratori didattici sulle forme dell’espressione – scrittura, arti visive, musica, danza e teatro – in scuole e istituti di formazione superiore.

Francesco Gori, autore e attore, vive a Firenze dove lavora con MUS.E come mediatore culturale e teatrale nei Musei Civici Fiorentini. Membro della compagnia teatrale Chille della Balanza, dal 2015 conduce laboratori didattici sulle forme dell’espressione – scrittura, arti visive, musica, danza e teatro – in scuole e istituti di formazione superiore.

Gaia Nanni

Attrice

Gaia Nanni, classe 1981, riceve nel 2013 la sua prima candidatura ai Premi UBU come migliore attrice.

Ha lavorato con Ferzan Ozpetek, Gianfranco Pedullà, Claudio Morganti, Alessandro Riccio, Maurizio De Giovanni, Antonio Frazzi, Massimo Sgorbani, Leonardo Pieraccioni e molti altri. Nel 2019 riceve il Premio per il Cinema Renzo Montagnani.

Diplomata al Teatro Puccini di Firenze si dedica al teatro da oltre quindici anni rendendolo la sua attività principale.

Gaia Nanni, classe 1981, riceve nel 2013 la sua prima candidatura ai Premi UBU come migliore attrice.

Ha lavorato con Ferzan Ozpetek, Gianfranco Pedullà, Claudio Morganti, Alessandro Riccio, Maurizio De Giovanni, Antonio Frazzi, Massimo Sgorbani, Leonardo Pieraccioni e molti altri. Nel 2019 riceve il Premio per il Cinema Renzo Montagnani.

Diplomata al Teatro Puccini di Firenze si dedica al teatro da oltre quindici anni rendendolo la sua attività principale.

GRAND TOUR : UN DIARIO POPOLARE

Questa performance si delinea per “Gran Tour” e “Il Diario Popolare” come l’occasione di unire le loro sinergie e i loro contenuti nella creazione di una performance virtuale volta a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza e il valore del ricordo e della Memoria Collettiva.
Pronti a pedalare?

Gaia Nanni e Francesco Gori ci guidano in un tour virtuale di alcune zone di Firenze
GRAND TOUR : UN DIARIO POPOLARE

Available in:

GRAND TOUR : UN DIARIO POPOLARE

Performance digitale di Memorie Collettive

Gaia Nanni e Francesco Gori ci guideranno in un tour virtuale di alcune zone di Firenze, limitrofe alla Manifattura Tabacchi, raccontando i quartieri e dialogando virtualmente con le interviste dei cittadini coinvolti in questo primo Grand Tour digitale.
Questa performance si delinea per “Gran Tour” e “Il Diario Popolare” come l’occasione di unire le loro sinergie e i loro contenuti nella creazione di una performance virtuale volta a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza e il valore del ricordo e della Memoria Collettiva.
Potrete seguire l’evento nella diretta FB di martedì 29 dalle 19.00 in poi sulla pagina di Diario Popolare e di Io Voglio.
Pronti a pedalare?

Un progetto a cura Io Voglio_Ass.dei desideri
Concept e drammaturgia Iacopo Braca
Sviluppo progetto e coordinamento Carolina Pezzini
Conducono la performance Gaia Nanni e Francesco Gori
Riprese Video Tommaso Tancredi e Claudia Ceville
Si ringrazia Francesca Merz; Mirco Rufilli; Manifattura Ta







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Gaia Nanni e Francesco Gori ci guideranno in un tour virtuale di alcune zone di Firenze, limitrofe alla Manifattura Tabacchi, raccontando i quartieri e dialogando virtualmente con le interviste dei cittadini coinvolti in questo primo Grand Tour digitale.
Questa performance si delinea per “Gran Tour” e “Il Diario Popolare” come l’occasione di unire le loro sinergie e i loro contenuti nella creazione di una performance virtuale volta a sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza e il valore del ricordo e della Memoria Collettiva.
Potrete seguire l’evento nella diretta FB di martedì 29 dalle 19.00 in poi sulla pagina di Diario Popolare e di Io Voglio.
Pronti a pedalare?

Un progetto a cura Io Voglio_Ass.dei desideri
Concept e drammaturgia Iacopo Braca
Sviluppo progetto e coordinamento Carolina Pezzini
Conducono la performance Gaia Nanni e Francesco Gori
Riprese Video Tommaso Tancredi e Claudia Ceville
Si ringrazia Francesca Merz; Mirco Rufilli; Manifattura Tabacchi; l’Assessorato del Comune di Firenze; Murate Art District (MAD).

GRAND TOUR : UN DIARIO POPOLARE

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Noi ritorneremo! - Lighthouse Live Streaming da Murate Art District tratto da “La resistenza a Firenze” di C. Francovich

Un progetto di produzione continua di reading sulla cultura civile | Teatro dell'Elce

Lighthouse, un progetto di produzione continua di reading sulla cultura civile, si sposta sul web. “Noi ritorneremo!” è l’intestazione di un volantino distribuito dai soldati tedeschi per le strade di Firenze il 6 agosto 1944, pochi giorni prima di lasciare la città, scacciati dall’insurrezione dei fiorentini e dall’incalzare degli alleati. Se è vero che la Storia non consentì ai nazisti di dar seguito a quella minaccia, la sua eco sinistra risuona come monito per tutti coloro che pensano che la libertà sia uno stato acquisito e permanente.

Al racconto vibrante tratto dal resoconto di Carlo Francovich si intrecciano i video originali realizzati presso Murate Art District e in esterno notte per le strade della città di Firenze: le trame video ampliano le risonanze associative della parola e del suono, lo spazio diviene materia poetica per l’evento stesso. Un percorso dal tramonto all’alba per le strade vuote del coprifuoco, la vicenda di un’occupazione, una lotta e

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Lighthouse, un progetto di produzione continua di reading sulla cultura civile, si sposta sul web. “Noi ritorneremo!” è l’intestazione di un volantino distribuito dai soldati tedeschi per le strade di Firenze il 6 agosto 1944, pochi giorni prima di lasciare la città, scacciati dall’insurrezione dei fiorentini e dall’incalzare degli alleati. Se è vero che la Storia non consentì ai nazisti di dar seguito a quella minaccia, la sua eco sinistra risuona come monito per tutti coloro che pensano che la libertà sia uno stato acquisito e permanente.

Al racconto vibrante tratto dal resoconto di Carlo Francovich si intrecciano i video originali realizzati presso Murate Art District e in esterno notte per le strade della città di Firenze: le trame video ampliano le risonanze associative della parola e del suono, lo spazio diviene materia poetica per l’evento stesso. Un percorso dal tramonto all’alba per le strade vuote del coprifuoco, la vicenda di un’occupazione, una lotta e una liberazione.

con Erik Haglund, Stefano Parigi, Carolina Pezzini, Monica Santoro
video Maria Montesi
regia Marco Di Costanzo

***

Il progetto Lighthouse

le risonanze associative della parola e del suono, gli spazi ospitanti divengono materia poetica dell’evento. Un percorso dal tramonto all’alba per le strade vuote del coprifuoco, la vicenda di un’occupazione, una lotta e una liberazione.

***

“Noi ritorneremo!” tratto da “La resistenza a Firenze” di C. Francovich

“Noi ritorneremo!” è l’intestazione di un volantino distribuito dai soldati tedeschi per le strade di Firenze il 6 agosto 1944, pochi giorni prima di lasciare la città, scacciati dall’insurrezione dei fiorentini e dall’incalzare degli alleati. Se è vero che la Storia non consentì ai nazisti di dar seguito a quella minaccia, la sua eco sinistra risuona come monito per tutti coloro che pensano che la libertà sia uno stato acquisito e permanente. La vicenda della liberazione di Firenze tra il ’43 e il ’44 è il racconto della presa di coscienza, da parte di un popolo, della propria dignità e della conseguente scelta di combattere per ottenerla.

Noi ritorneremo! - Lighthouse Live Streaming da Murate Art District tratto da “La resistenza a Firenze” di C. Francovich

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La Riva: along the fermata

Residenza d'artista di Kirsten Stromberg - Progetto RIVA

LA RIVA: ALONG THE
Artist/Composer: Kirsten Stromberg
Performers: Francesco Toninelli, Renato Grieco, Francesco Pellegrino
An installation and performance of graphic scores inspired by the relational ecology of plants along the
banks of the Arno River in Florence. Working with drawings that trace the spaces and movements between
complex growth structures, they form the basis of graphic musical scores from which performers will activate.
The instruments include: wind, percussion, violencello and voice. Neither entirely classical structured
composition, nor entirely improvised, this project touches upon the relations between natural, interior and
social structures, as well as musical and visual translations, highlighting the interplay of human/plant
relationships, and pausing to listen to the music of an area of Florence that is often ignored.










LA RIVA: ALONG THE
Artist/Composer: Kirsten Stromberg
Performers: Francesco Toninelli, Renato Grieco, Francesco Pellegrino
An installation and performance of graphic scores inspired by the relational ecology of plants along the
banks of the Arno River in Florence. Working with drawings that trace the spaces and movements between
complex growth structures, they form the basis of graphic musical scores from which performers will activate.
The instruments include: wind, percussion, violencello and voice. Neither entirely classical structured
composition, nor entirely improvised, this project touches upon the relations between natural, interior and
social structures, as well as musical and visual translations, highlighting the interplay of human/plant
relationships, and pausing to listen to the music of an area of Florence that is often ignored.

La Riva: along the fermata

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Penelope Morout

Dancer, performer and choreographer

Penelope Morout is a Greek-French performance artist coming from a background of Dance and Architecture. She began her studies at Trinity Laban Conservatoire of Music and Dance in London and graduated from the Greek National School of Dance in Athens (KSOT). She has also a bachelor’s and master’s equivalent in Architecture Engineering from the National Technical University of Athens (NTUA) and a master’s in Theatre Practices from ArtEZ University of the Arts in Arnhem, the Netherlands.

She has taken classes and participated in various schools and festivals around the world. Penelope has collaborated professionally with various dance and theater companies. As an independent cross-disciplinary artist, her expressive tools are drawing, dancing, crafting, filming. In 2018, she directed, choreographed the theater play Folie à Deux (2019 – Sfendoni Theatre). For this production, she also collaborated with Ioannis Kritikopoulos for designing the sets. In 2019, she choreographed and d

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Penelope Morout is a Greek-French performance artist coming from a background of Dance and Architecture. She began her studies at Trinity Laban Conservatoire of Music and Dance in London and graduated from the Greek National School of Dance in Athens (KSOT). She has also a bachelor’s and master’s equivalent in Architecture Engineering from the National Technical University of Athens (NTUA) and a master’s in Theatre Practices from ArtEZ University of the Arts in Arnhem, the Netherlands.

She has taken classes and participated in various schools and festivals around the world. Penelope has collaborated professionally with various dance and theater companies. As an independent cross-disciplinary artist, her expressive tools are drawing, dancing, crafting, filming. In 2018, she directed, choreographed the theater play Folie à Deux (2019 – Sfendoni Theatre). For this production, she also collaborated with Ioannis Kritikopoulos for designing the sets. In 2019, she choreographed and did the set design for the theater play Ψ. Future plans include participation at the Amsterdam Fringe Festival in September 2020 with T.E.P. | The Elephant Project, an artivist collaboration with choreographer Christina Mastori (a live installation performance already presented in COME TOGETHER #4 Festival in Amsterdam in February 2019, NL), as well as premiering with her solo dance performance HIIT | High-Intensity Identity Training in September 2020 in Amsterdam and rehearsing on her new project SKIN.

Penelope Morout

Dancer, performer and choreographer

Penelope Morout, Danzatrice, performer e coreografa
H.I.I.T. (High Intensity Identity Training)

Artistic residency by Penelope Morout

H.I.I.T. (High-Intensity Identity Training): Strategies of self-awareness in a world of consumption is an artistic research project which encompasses both an academic thesis and a solo dance performance. It began as artistic research in September 2018, during the Master Theatre Practices (MTP) studies at ArtEZ University of the Arts, in Arnhem, Netherlands. In June 2019, it took the form of an artistic installation (attached you will find a video link and description of this installation) and by May 2021, a 45’ solo dance performance should be created.

H.I.I.T. underlines the urgency to escape stereotypical preconceptions, by accepting the possibility of multiple selves inhabiting one body. As the body cannot be easily disentangled from identity, its image is constantly used by today’s consumer culture in order to construct identities which comply to the social and commercial expectations. The more the emphasis is on appearance and representation, the more the image of the human bo

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H.I.I.T. (High-Intensity Identity Training): Strategies of self-awareness in a world of consumption is an artistic research project which encompasses both an academic thesis and a solo dance performance. It began as artistic research in September 2018, during the Master Theatre Practices (MTP) studies at ArtEZ University of the Arts, in Arnhem, Netherlands. In June 2019, it took the form of an artistic installation (attached you will find a video link and description of this installation) and by May 2021, a 45’ solo dance performance should be created.

H.I.I.T. underlines the urgency to escape stereotypical preconceptions, by accepting the possibility of multiple selves inhabiting one body. As the body cannot be easily disentangled from identity, its image is constantly used by today’s consumer culture in order to construct identities which comply to the social and commercial expectations. The more the emphasis is on appearance and representation, the more the image of the human body which is promoted is that of a fit and healthy one. The more the outer appearance is considered a projection of the inner self, the more the fluid state of identity is compromised. With the advent of internet and virtual reality, the sense of belonging, of physically connecting to one another is often lost. Fitting into this consumer society model, might temporarily constitute a way to re-establish that sense. However, relations and unpredictable events constantly occur through and across time, which challenge human existence. When facing a traumatic event, the state of shock and perplexity that overwhelms is such that a need to find new identities, new shapes to embody the current state of precariousness is generated. In that liminal point, identities clash with the cultural consumer imagery.

H.I.I.T. (High Intensity Identity Training)

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Lucrezia Gabrieli

Danzatrice

Lucrezia Gabrieli è una danzatrice nata a Verona nel 1995. Frequenta gli studi professionali presso l’Opus Ballet (FI), I.D.A. (RA) e studia all’estero seguendo corsi aperti.
Nel 2016 danza in “LaborAzione – Corpo di donna” di Leonardo Diana; nel 2017 è selezionata per Biennale College e studia con Loris Petrillo.
Nel 2018 partecipa al “Festival Cinema e Donne” (Firenze), “Arte in Vetrina (Tolmezzo, Udine, Grado) e {Te}che (Finale Ligure); presenta “Millimetro cubo” in PiattaformaA35 Fabbrica Europa e Scenari Contemporeanei ed è una delle giovani coreografe del CIMD Incubatore (Milano).
Nel  2019 partecipa a “TURNING_Orlando’s version” di Alessandro Sciarroni e viene selezionata per la coreografia progetto “Anghiari Dance Hub 2019”; continua a studiare con laboratori di coreografi internazionali ed è interessati a spettacoli per luoghi non convenzionali.




Lucrezia Gabrieli è una danzatrice nata a Verona nel 1995. Frequenta gli studi professionali presso l’Opus Ballet (FI), I.D.A. (RA) e studia all’estero seguendo corsi aperti.
Nel 2016 danza in “LaborAzione – Corpo di donna” di Leonardo Diana; nel 2017 è selezionata per Biennale College e studia con Loris Petrillo.
Nel 2018 partecipa al “Festival Cinema e Donne” (Firenze), “Arte in Vetrina (Tolmezzo, Udine, Grado) e {Te}che (Finale Ligure); presenta “Millimetro cubo” in PiattaformaA35 Fabbrica Europa e Scenari Contemporeanei ed è una delle giovani coreografe del CIMD Incubatore (Milano).
Nel  2019 partecipa a “TURNING_Orlando’s version” di Alessandro Sciarroni e viene selezionata per la coreografia progetto “Anghiari Dance Hub 2019”; continua a studiare con laboratori di coreografi internazionali ed è interessati a spettacoli per luoghi non convenzionali.

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Stretching one's arms again

Residenza di Lucrezia Gabrieli

Il progetto desiderava coinvolgere lo spettatore in un’esperienza visuale di astrazione della realtà.
L’interesse non è volto alla descrizione bensì a creare l’atmosfera, la sostanza, il peso sensibile di una porzione del reale. Prendendo ispirazione da Untitled (Blue, Yellow, Green on Red) di Mark Rothko e utilizzando il pretesto del codice cromatico, entriamo nel mondo delle idee, delle emozioni e dell’umanità.  Si è esplorato il carattere individualista dell’uomo, il bisogno di scambio, la fiducia, il coraggio di delimitare uno spazio di interazione in cui giocare con l’equilibrio, il ritmo, la vicinanza.
La scarpa da punta è stata qui utilizzata non per nostalgia del passato ma con fini attuali: uno strumento che ancora può essere esplorato e, cambiandone l’approccio, utilizzato per cercare nuove possibilità di movimento in cui è semplice prolungamento del corpo.



Il progetto desiderava coinvolgere lo spettatore in un’esperienza visuale di astrazione della realtà.
L’interesse non è volto alla descrizione bensì a creare l’atmosfera, la sostanza, il peso sensibile di una porzione del reale. Prendendo ispirazione da Untitled (Blue, Yellow, Green on Red) di Mark Rothko e utilizzando il pretesto del codice cromatico, entriamo nel mondo delle idee, delle emozioni e dell’umanità.  Si è esplorato il carattere individualista dell’uomo, il bisogno di scambio, la fiducia, il coraggio di delimitare uno spazio di interazione in cui giocare con l’equilibrio, il ritmo, la vicinanza.
La scarpa da punta è stata qui utilizzata non per nostalgia del passato ma con fini attuali: uno strumento che ancora può essere esplorato e, cambiandone l’approccio, utilizzato per cercare nuove possibilità di movimento in cui è semplice prolungamento del corpo.

Stretching one's arms again

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Laura Cionci

Visual artist and performer

Laura Cionci (Rome, 1980) is an artist and performer. Her research cultivates relational practices to develop creative processes aimed at re-articulating the human energetic potential in its relation to notions of biodiversity and territory.

Her work has been presented in State of Grace, Darebin Art Centre, Melbourne (2020); Vi.Vedo/Viu.Vos, Museu de Arte Contemporânea de Campinas, Saõ Paulo (2019); BienNolo, Milano (2019); 101, the beginning of infinity, MIM, Museum of Innocence, Mildura (2019); Paisaje Privado, Museo Casa de la Memoria, Medellín (2018); Una Mirada al Bosque Vertical, Museo de Arquitectura Leopoldo Rother, Universidad Nacional, Bogotà (2018); Fremantle Biennale (2017), Australia; Bienal de Arte Público, Cali (2016); Teatrum Botanicum, Parco Arte Vivente, Torino (2016); Proyecto H, Museo del Carnaval e Teatro de Verano, Montevideo (2014); and Carnevalma, Centro Cultural Borges, Buenos Aires (2013), among other projects.

Her first book, Stato di Grazia, was publish

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Laura Cionci (Rome, 1980) is an artist and performer. Her research cultivates relational practices to develop creative processes aimed at re-articulating the human energetic potential in its relation to notions of biodiversity and territory.

Her work has been presented in State of Grace, Darebin Art Centre, Melbourne (2020); Vi.Vedo/Viu.Vos, Museu de Arte Contemporânea de Campinas, Saõ Paulo (2019); BienNolo, Milano (2019); 101, the beginning of infinity, MIM, Museum of Innocence, Mildura (2019); Paisaje Privado, Museo Casa de la Memoria, Medellín (2018); Una Mirada al Bosque Vertical, Museo de Arquitectura Leopoldo Rother, Universidad Nacional, Bogotà (2018); Fremantle Biennale (2017), Australia; Bienal de Arte Público, Cali (2016); Teatrum Botanicum, Parco Arte Vivente, Torino (2016); Proyecto H, Museo del Carnaval e Teatro de Verano, Montevideo (2014); and Carnevalma, Centro Cultural Borges, Buenos Aires (2013), among other projects.

Her first book, Stato di Grazia, was published in 2020 by postmedia books.

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Benedetta Manfriani su Mediterranea # Habitus/Ethos

Mediterranea # Habitus/Ethos
Installazione multimediale e performativa di Benedetta Manfriani
Sound design Agnese Banti
Performers Coro CONfusion.

Benedetta Manfriani Mediterranea # Habitus/Ethos
Artista visiva e cantante | Residenza d'artista e Progetti
Benedetta Manfriani su Mediterranea # Habitus/Ethos

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Benedetta Manfriani su Togli il tuo piede dalle nostre gole

Artista visiva e cantante | Residenza d'artista e Progetti

Benedetta Manfriani su Togli il tuo piede dalle nostre gole
Artista visiva e cantante | Residenza d'artista e Progetti
Benedetta Manfriani su Togli il tuo piede dalle nostre gole

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Togli il tuo piede dalle nostre gole

Residenza d'artista di Benedetta Manfriani e del Coro CONfusion

Il progetto di residenza “Togli il tuo piede dalle nostre gole” verteva su una considerazione: il nuovo millennio si è aperto all’insegna di un’emozione brutale e arcaica: la rabbia. Quella degli uomini che non accettano il rifiuto di una donna, quella di chi vede un nemico in chi è ancora più povero di lui, quella subdola, feroce e contagiosa diffusa dal web, che avvelena le vite. La rabbia non può essere eliminata, ma è possibile imparare a comprenderla, interpretarla e indirizzarla nell’espressione creativa. Essa può avere una funzione vitale, e può, come l’ansia e la depressione, chiamare ad un cambiamento di rotta come individui e come società. Ciascuno di noi consuma le proprie angosce da solo, vivendole come un problema individuale, ma nell’indirizzarsi a ciò che sta intorno, la voce esprime prima di tutto una posizione, quella di un orizzonte, e poi una relazione di spazi, corpi, linguaggi. Il canto ha la capacità di sciogliere il mutismo in cui la soffe

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Il progetto di residenza “Togli il tuo piede dalle nostre gole” verteva su una considerazione: il nuovo millennio si è aperto all’insegna di un’emozione brutale e arcaica: la rabbia. Quella degli uomini che non accettano il rifiuto di una donna, quella di chi vede un nemico in chi è ancora più povero di lui, quella subdola, feroce e contagiosa diffusa dal web, che avvelena le vite. La rabbia non può essere eliminata, ma è possibile imparare a comprenderla, interpretarla e indirizzarla nell’espressione creativa. Essa può avere una funzione vitale, e può, come l’ansia e la depressione, chiamare ad un cambiamento di rotta come individui e come società. Ciascuno di noi consuma le proprie angosce da solo, vivendole come un problema individuale, ma nell’indirizzarsi a ciò che sta intorno, la voce esprime prima di tutto una posizione, quella di un orizzonte, e poi una relazione di spazi, corpi, linguaggi. Il canto ha la capacità di sciogliere il mutismo in cui la sofferenza ingabbia l’anima.

MAD Murate Art District è stato il luogo ideale per il progetto di residenza, essendo stato per secoli un luogo di reclusione volontaria o coatta. Le sue pietre mute nascondono le voci delle monache murate vive, dei detenuti comuni, dei prigionieri politici e dei partigiani. Le Murate diventano paradigma della reclusione fisica e interiore. Il lavoro durante la residenza si è concentrato essenzialmente sull’esplorazione della voce e della potenzialità di risonanza di tutto il corpo attraverso esercizi di tecniche vocali di varie tradizioni. Durante la residenza verrà inoltre prodotto un video che documenterà le attività di ricerca e produzione della performance e che diventerà esso stesso un’installazione multimediale.

“Togli il tuo piede dalle nostre gole e allora potrai sentire con quale voce le donne
parlano.” Catharine MacKinnon

 

CONfusion è un gruppo vocale formato da persone provenienti da diversi paesi del mondo, nato nel 2016 come progetto di inclusione di migranti e rifugiati, ideato e diretto da Benedetta Manfriani, in collaborazione con l’Associazione Progetto Accoglienza, e ora con sede anche presso il Teatro Puccini di Firenze. È un melting pot di musiche, lingue, colori, laboratorio e spazio di contaminazione di culture, e generi musicali e artistici diversi. Il coro, che regolarmente lavora sia sul repertorio popolare delle diverse tradizioni musicali, sia su brani di autori contemporanei, ha riscosso, in due anni di attività concertistica e performativa, un notevole successo di pubblico, coinvolgendo molte centinaia di persone. CONfusion ha svolto un’importante attività di sensibilizzazione anche attraverso iniziative quali prove aperte alla cittadinanza, flash-mob per strada e su mezzi pubblici, incontri nelle scuole. In due anni di attività hanno partecipato alle attività del coro oltre 80 persone provenienti da Gambia, Ghana, Nigeria, Camerun, Senegal, Congo, Togo, Mali, Guinea, Yemen, Costa d’Avorio, Armenia, Pakistan, Siria, Francia, Germania, Usa, Uk, Olanda, e tanti italiani del territorio del Mugello e di Firenze.

Togli il tuo piede dalle nostre gole

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L'arte prende casa nelle scuole | Associazione Fosca

Residenza d'artista nelle scuole dell'Associazione Fosca

Il progetto è nato dalla volontà di condividere lo sguardo e il pensiero di un giovane pubblico nel momento in cui si decide di costruire delle opere che parlano di emozioni fondanti dell’umano. Lo sguardo privo di sovrastrutture, in connessione con zone dell’essere umano spesso non più vive e pulsanti negli adulti strutturati, diventa una risorsa artistica ed è quindi un elemento con cui è prezioso entrare in dialogo e confrontarsi.

Le fiabe sono fonti di archetipi e metafore importanti per affrontare zone complesse dell’animo umano; per questo la paura ha preso in scena le sembianze del Lupo: un archetipo articolato e difficile da sciogliere e comprendere come la paura di cui è rappresentante. E’ la rappresentazione metaforica della paura verso qualcosa che si reputa oscuro ma che seduce. La paura che si desidera provare come quando da bambini si scendevano le scale di una cantina buia per sentire il brivido dell’ignoto lungo la schiena. Questo metalupo, questa figura

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Il progetto è nato dalla volontà di condividere lo sguardo e il pensiero di un giovane pubblico nel momento in cui si decide di costruire delle opere che parlano di emozioni fondanti dell’umano. Lo sguardo privo di sovrastrutture, in connessione con zone dell’essere umano spesso non più vive e pulsanti negli adulti strutturati, diventa una risorsa artistica ed è quindi un elemento con cui è prezioso entrare in dialogo e confrontarsi.

Le fiabe sono fonti di archetipi e metafore importanti per affrontare zone complesse dell’animo umano; per questo la paura ha preso in scena le sembianze del Lupo: un archetipo articolato e difficile da sciogliere e comprendere come la paura di cui è rappresentante. E’ la rappresentazione metaforica della paura verso qualcosa che si reputa oscuro ma che seduce. La paura che si desidera provare come quando da bambini si scendevano le scale di una cantina buia per sentire il brivido dell’ignoto lungo la schiena. Questo metalupo, questa figura al di là del lupo dei boschi, è colui che è stato indagato insieme ai ragazzi e alle ragazze che hanno partecipato in varie forme al progetto.

L'arte prende casa nelle scuole | Associazione Fosca

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Francesco Gori

Attore, autore e musicista

Francesco Gori

Autore, attore, musicista, vive a Firenze dove lavora con MUS.E come mediatore culturale e teatrale nei Musei Civici Fiorentini. PhD in Studi Culturali con una tesi Sull’indistruttibilità dell’uomo primitivo, da 10 anni porta avanti una ricerca artistica sulla dimensione del rito e del mito all’origine della cultura, attraverso spettacoli, performance, installazioni, conferenze, pubblicazioni, in Italia e all’estero. Specializzato in teatro trasformatore con Juan Carlos Corazza nel quadro del programma di formazione olistica SAT di Claudio Naranjo, ha realizzato due spettacoli di teatro rituale: La Bestia. Un rito apotropaico (2017) Penteo. Un rito iniziatico (2019). Nel 2018 è uscito il suo libro-manifesto Futurismo Paleolitico. Manuale di sopravvivenza per Neobabilonesi. Dal 2015 conduce laboratori didattici sulle forme originarie dell’espressione – gesto, recitazione, musica, scrittura, arti visive – in scuole e istituti di formazione sup

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Francesco Gori

Autore, attore, musicista, vive a Firenze dove lavora con MUS.E come mediatore culturale e teatrale nei Musei Civici Fiorentini. PhD in Studi Culturali con una tesi Sull’indistruttibilità dell’uomo primitivo, da 10 anni porta avanti una ricerca artistica sulla dimensione del rito e del mito all’origine della cultura, attraverso spettacoli, performance, installazioni, conferenze, pubblicazioni, in Italia e all’estero. Specializzato in teatro trasformatore con Juan Carlos Corazza nel quadro del programma di formazione olistica SAT di Claudio Naranjo, ha realizzato due spettacoli di teatro rituale: La Bestia. Un rito apotropaico (2017) Penteo. Un rito iniziatico (2019). Nel 2018 è uscito il suo libro-manifesto Futurismo Paleolitico. Manuale di sopravvivenza per Neobabilonesi. Dal 2015 conduce laboratori didattici sulle forme originarie dell’espressione – gesto, recitazione, musica, scrittura, arti visive – in scuole e istituti di formazione superiore. Attualmente sta lavorando al suo terzo spettacolo di teatro rituale, sugli antichi riti misterici di Eleusi all’origine del teatro greco.

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Cellule. Vivere insieme separati

Residenza d'artista di Francesco Gori

Cellule. Vivere insieme separati

Il laboratorio sperimentale di teatro Cellule, vivere insieme separati, organizzato dall’Associazione dei Desideri e condotto da Francesco Gori, con il sostegno della Fondazione CR Firenze. Il percorso tematico del laboratorio si sviluppa lungo le tracce degli antichi riti misterici da cui sono nate le prime forme di teatro, ancora legate alla dimensione rituale e trasformativa piuttosto che allo spettacolo e all’intrattenimento; in esso confluiscono elementi del teatro trasformatore, del teatro fisico, del movimento autentico e della danza butoh.
Il laboratorio è orientato alla creazione collettiva di una performance finale che avrà luogo nel dicembre 2020. La performance sarà site-specific per gli spazi dell’ex carcere delle Murate e si propone di utilizzare il distanziamento fisico e le restrizioni comportamentali attualmente vigenti come risorsa creativa, per dare vita a un’azione rituale che possa dare un contributo di fiducia e spera

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Cellule. Vivere insieme separati

Il laboratorio sperimentale di teatro Cellule, vivere insieme separati, organizzato dall’Associazione dei Desideri e condotto da Francesco Gori, con il sostegno della Fondazione CR Firenze. Il percorso tematico del laboratorio si sviluppa lungo le tracce degli antichi riti misterici da cui sono nate le prime forme di teatro, ancora legate alla dimensione rituale e trasformativa piuttosto che allo spettacolo e all’intrattenimento; in esso confluiscono elementi del teatro trasformatore, del teatro fisico, del movimento autentico e della danza butoh.
Il laboratorio è orientato alla creazione collettiva di una performance finale che avrà luogo nel dicembre 2020. La performance sarà site-specific per gli spazi dell’ex carcere delle Murate e si propone di utilizzare il distanziamento fisico e le restrizioni comportamentali attualmente vigenti come risorsa creativa, per dare vita a un’azione rituale che possa dare un contributo di fiducia e speranza rispetto alla crisi che stiamo attraversando.

Cellule. Vivere insieme separati

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L'attore e il suo naso

Residenza d'artista del Teatro dell'Elce

Per la prima edizione del Laboratorio di formazione per attori, Murate Art District in collaborazione con Comune di Firenze e Teatro dell’Elce ha offerto una Borsa di Studio per la partecipazione gratuita al laboratorio teatrale “L’attore e il suo naso”. Ad un candidato meritevole è stata quindi data la possibilità di acquisire nuove esperienze attraverso un programma vario e strutturato e gli insegnamenti di attori professionisti.

Laboratorio per attori, allievi attori o appassionati con forte motivazione guidato da Marco Di Costanzo, regista del Teatro dell’Elce.

“Chi è la persona che il pubblico vede sulla scena?”. “È il personaggio!”, risponderanno alcuni. “Ma no, è l’attore!”, risponderanno altri. “Come può il personaggio stupirsi di un evento che l’attore già conosce perché previsto dal copione?”. “Come può stupirsene ogni volta, durante ogni prova, durante ogni replica?”.

Il laboratorio “L’attore e il suo naso” si

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Per la prima edizione del Laboratorio di formazione per attori, Murate Art District in collaborazione con Comune di Firenze e Teatro dell’Elce ha offerto una Borsa di Studio per la partecipazione gratuita al laboratorio teatrale “L’attore e il suo naso”. Ad un candidato meritevole è stata quindi data la possibilità di acquisire nuove esperienze attraverso un programma vario e strutturato e gli insegnamenti di attori professionisti.

Laboratorio per attori, allievi attori o appassionati con forte motivazione guidato da Marco Di Costanzo, regista del Teatro dell’Elce.

“Chi è la persona che il pubblico vede sulla scena?”. “È il personaggio!”, risponderanno alcuni. “Ma no, è l’attore!”, risponderanno altri. “Come può il personaggio stupirsi di un evento che l’attore già conosce perché previsto dal copione?”. “Come può stupirsene ogni volta, durante ogni prova, durante ogni replica?”.

Il laboratorio “L’attore e il suo naso” si propone di studiare il paradosso attore-personaggio attraverso la pedagogia del clown ed è articolato in tre moduli:

  1. Introduzione alla presenza del clown.
  2. Il clown e l’improvvisazione.
  3. La presenza del clown e il testo drammatico.

Il clown è alla base di ogni personaggio. Il clown siamo noi stessi, inevitabilmente impreparati alla vita.

L'attore e il suo naso

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Lonely Planet

Residenza d'artista di Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello

Come uno sguardo, come un soffio. Come quando qualcuno ti avvicina con cura una mano vicino alle labbra sporche ma tu capisci e lo precedi. Come la luce alle sei del mattino d’estate. Sai quando non riesci più a riaddormentarti e allora esci sul balcone per capire cosa fare? Come quando fai qualcosa che non avresti mai creduto di poter fare e pensi che allora forse è possibile. Forse a volte è possibile vedere la stessa cosa.

Un paesaggio di corpi, luci e storie si apre davanti a infiniti movimenti, interpretazionifisicità. Immaginari apparentemente uguali cambiano di volta in volta, giorno dopo giorno, creando molteplici variazioni e punti di vista su uno stesso tema.

Lonely Planet, un piccolo mondo con un suo linguaggio, un pianeta contenitore di energie che esplodono in una rete di relazioni tra l’elemento descritto, chi descrive e chi immagina. Uno sguardo sempre più confuso che mette in discussione chi è che guida la visione dell’altro.

 

Lonely Planet vuol

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Come uno sguardo, come un soffio. Come quando qualcuno ti avvicina con cura una mano vicino alle labbra sporche ma tu capisci e lo precedi. Come la luce alle sei del mattino d’estate. Sai quando non riesci più a riaddormentarti e allora esci sul balcone per capire cosa fare? Come quando fai qualcosa che non avresti mai creduto di poter fare e pensi che allora forse è possibile. Forse a volte è possibile vedere la stessa cosa.

Un paesaggio di corpi, luci e storie si apre davanti a infiniti movimenti, interpretazionifisicità. Immaginari apparentemente uguali cambiano di volta in volta, giorno dopo giorno, creando molteplici variazioni e punti di vista su uno stesso tema.

Lonely Planet, un piccolo mondo con un suo linguaggio, un pianeta contenitore di energie che esplodono in una rete di relazioni tra l’elemento descritto, chi descrive e chi immagina. Uno sguardo sempre più confuso che mette in discussione chi è che guida la visione dell’altro.

 

Lonely Planet vuole raccontare un’esperienza. Il progetto, costituito da due sezioni, nasce dall’urgenza di Camilla Guarino e Giuseppe Comuniello, non vedente, di far conoscere come può svilupparsi la descrizione di uno spettacolo di danza a una persona cieca. Come arriva l’immagine dei corpi a Giuseppe? E come Camilla può tradurla e trasmetterla a lui? Non esistono regole, esiste solo una complicità tra i due maturata nel tempo che permette loro di creare un linguaggio nuovo fatto di parole e movimento, arricchito di volta in volta da nuovi gesti e visioni. I due interpreti hanno deciso di guardarsi da fuori nel corso della descrizione di uno spettacolo. Durante questo processo si sono resi conto di aver creato a loro volta una piccola e intima partitura coreografica che costituisce la prima parte dello spettacolo.

Ma la fruizione di una performance non si ferma alla sola osservazione. La rielaborazione di ciò che abbiamo visto in scena è parte fondamentale del percorso percettivo. Riflessioni, associazioni, ricordi e visioni sono frutto di un’esperienza personale che se trasmessa può influenzare la visione dell’altro. Cosa ha visto quindi Giuseppe alla fine dello spettacolo? E come può rendersi conto se ciò che si è immaginato è realmente accaduto sul palco? Attraverso un confronto con gli altri spettatori l’interprete completa e arricchisce la sua esperienza percettiva. Allo stesso modo Camilla si domanda se ciò che ha cercato di tradurre è giusto o meno. Ma non esiste un giusto o sbagliato nella fruizione dell’arte. Le due visioni complementari infatti si uniscono creando uno spettacolo in cui si confondono lo sguardo reale con quello rielaborato da Giuseppe. Le immagini si intrecciano, non esistono guide, e Giuseppe lo mostrerà nella ricostruzione della coreografia, ribaltando questa volta la prospettiva; adesso è lui a mostrarci ciò che ha visto.

Al pubblico prima dello spettacolo verrà consegnato il Manifesto per un nuovo sguardo, una piccola guida sulla descrizione degli spettacoli di danza che possa stimolare l’interpretazione della prima parte dello spettacolo e che possa essere utilizzata dal pubblico in altre occasioni.

Lo spettacolo può essere preceduto da un laboratorio aperto a tutti costituito da un insieme di pratiche che si focalizzeranno sulla percezione dello spazio interno ed esterno, sull’ascolto dell’altro attraverso il linguaggio del corpo e attraverso l’incontro. Si può essere ovunque in qualsiasi momento, possiamo essere chiunque si voglia se la mente riesce a uscire dalle solite abitudini quotidiane, tra le quali quelle motorie. Le distanze si modificano, le voci e i suoni diventano un punto di riferimento, il corpo dell’altro un sostegno. Una parte del laboratorio sarà dedicata alla descrizione del movimento. Come poter descrivere e trasmettere una breve partitura coreografica attraverso parole e movimento? Anche in questo caso l’immaginazione sarà il punto di partenza.

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Claudia Catarzi

Danzatrice e performer

Dopo una formazione alla Accademia di Belle Arti di Firenze, inizia la sua carriera lavorando con l’Ensemble di Micha Van Hoecke. Successivamente danza con compagnie quali Dorky Park/ Constanza Macras (Berlin), Compagnia Virgilio Sieni, Aldes/ Roberto Castello, Company Blu/ Alessandro Certini e Charlotte Zerbey, En-Knap Group/ Iztok Kovač (Ljubljana), Làszlò Hudi (J.Nadj – Budapest), tra le altre.
Nel 2009 è parte di Choreoroam, progetto di ricerca della coreografa israeliana Yasmeen Godder (Tel Aviv). Successivamente è invitata a seguire il lavoro della compagnia Batsheva Dance Company di Ohad Naharin.
Parte integrante della sua attività è inoltre l’improvvisazione e la composizione in tempo reale. Dal 2011 comincia a lavorare a creazioni personali.
A novembre 2014 debutta con il nuovo lavoro Intorno al fatto di cadere a Romaeuropa/DNA. Con questo lavoro nasce la collaborazione con l’artista/ costumista Chiara Pellizzer a Malmö. Successivamente è chiamata da Virgilio


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Dopo una formazione alla Accademia di Belle Arti di Firenze, inizia la sua carriera lavorando con l’Ensemble di Micha Van Hoecke. Successivamente danza con compagnie quali Dorky Park/ Constanza Macras (Berlin), Compagnia Virgilio Sieni, Aldes/ Roberto Castello, Company Blu/ Alessandro Certini e Charlotte Zerbey, En-Knap Group/ Iztok Kovač (Ljubljana), Làszlò Hudi (J.Nadj – Budapest), tra le altre.
Nel 2009 è parte di Choreoroam, progetto di ricerca della coreografa israeliana Yasmeen Godder (Tel Aviv). Successivamente è invitata a seguire il lavoro della compagnia Batsheva Dance Company di Ohad Naharin.
Parte integrante della sua attività è inoltre l’improvvisazione e la composizione in tempo reale. Dal 2011 comincia a lavorare a creazioni personali.
A novembre 2014 debutta con il nuovo lavoro Intorno al fatto di cadere a Romaeuropa/DNA. Con questo lavoro nasce la collaborazione con l’artista/ costumista Chiara Pellizzer a Malmö. Successivamente è chiamata da Virgilio Sieni a presentare un nuovo lavoro all’intero del progetto “Umano/ produzione CANGO / cantieri internazionali sui linguaggi del corpo e della danza” per il quale crea Studio davanti a una testa. Nell’anno 2017 è scelta come danzatrice dell’anno da Tiago Bartolomeu Costa nel libro annuale della danza, balletto e performance 2017, “Jahrbuch 2017 der tanz – Zeitschrift für Ballett, Tanz und Performance”, con “40.000 centimetri quadrati”:Tänzerin des Jahres: “Claudia Catarzi (Italy) in 40.000 centimetri quadrati – Tiago Bartolomeu Costa.
Claudia Catarzi è attualmente artista associata del CDCN di Bordeaux, La Manufacture | Bordeaux- Nouvelle Aquitaine.

Con lo studio a due “Posare il tempo”, Catarzi prosegue la propria ricerca sulle figurazioni, sui parametri della sua composizione e sul ritmo dei suoi paesaggi in movimento, visitati in un viaggio intimo e in una dimensione psicologica partecipata di sottile e forte impatto. La relatività delle connessioni è nella trama del suo operare scultoreo, in dialogo con il suono, per una scrittura scenica peculiare, per una costellazione pittorica di elementi corporei asciutti, privi di ogni compiacimento. Gli istanti, da decifrare e inseguire, si concatenano a opera della pura presenza in un’idea dell’arte del corpo raffinata, controllata, ampliata nei dettagli di una partitura dinamica esatta che elabora segni poetici in un montaggio accuratissimo, scevro di descrizioni nella propria chiarezza nettamente modellata e scandita. Lo studio è stato presentanto alla Biennale Danza Venezia 2020

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Claudia Caldarano

Danzatrice e performer

CLAUDIA CALDARANO

performer e artista visiva interessata alla distorsione della percezione.

Diplomata in Grafica d’Arte Incisoria al Bisonte (2017), Diplomata Attrice alla Paolo Grassi di Milano (2010), Diplomata Assistente Coreografo con Micha Van Hoecke (2006). Si forma in danza classica Vaganova con Marina Van Hoecke e in danza contemporanea partecipando a vari laboratori (es. Teri Waikel, Iris Erez, Arkadi Zaides), e incontri di improvvisazione, e alla Biennale College Danza (2013 e 2015).

Dal 2010 realizza proprie creazioni premiate nell’ambito dell’arte performativa e visiva, tra i quali: nel 2020 vince Supernova Pergine Festival, NaoCrea e theWorkRoom, nel 2019 OfficineCaos, Corto in danza e Anghiari dance hub, nel 2017 espone al Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato come Finalista a TU 35 EXPANDED e per il Premio di incisione “Giuseppe Maestri” di Ravenna, e le sue Stampe sono state segnalate dalla giuria del premio “Combat Prize”e pubblicate in t

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CLAUDIA CALDARANO

performer e artista visiva interessata alla distorsione della percezione.

Diplomata in Grafica d’Arte Incisoria al Bisonte (2017), Diplomata Attrice alla Paolo Grassi di Milano (2010), Diplomata Assistente Coreografo con Micha Van Hoecke (2006). Si forma in danza classica Vaganova con Marina Van Hoecke e in danza contemporanea partecipando a vari laboratori (es. Teri Waikel, Iris Erez, Arkadi Zaides), e incontri di improvvisazione, e alla Biennale College Danza (2013 e 2015).

Dal 2010 realizza proprie creazioni premiate nell’ambito dell’arte performativa e visiva, tra i quali: nel 2020 vince Supernova Pergine Festival, NaoCrea e theWorkRoom, nel 2019 OfficineCaos, Corto in danza e Anghiari dance hub, nel 2017 espone al Centro per l’Arte contemporanea Luigi Pecci di Prato come Finalista a TU 35 EXPANDED e per il Premio di incisione “Giuseppe Maestri” di Ravenna, e le sue Stampe sono state segnalate dalla giuria del premio “Combat Prize”e pubblicate in tutti i rispettivi cataloghi, nel 2013 è semifinalista al Premio Scenario e riceve la nomina di miglior spettacolo del Festival Trasparenze, nel 2012 vince il premio Artu, Vetrina GDA Network Anticorpi XL e Mosaico Danza.

Ha collaborato in modo stretto alla realizzazione di due spettacoli selezionati nel 2020 per la Biennale Teatro e per la Biennale danza: “Pandora” del Teatro dei Gordi (Compagnia sostenuta dal Teatro Franco Parenti di Milano che nel 2019 vince il Premio Hystrio-Iceberg, e nel 2015 vince il bando ‘funder 35’ ‘T.R.E.), e “Posare il tempo” di Claudia Catarzi (produzione de La Manufacture – Centre Chorégraphique National Bordeaux).

Lavora come attrice e danzatrice per, tra gli altri, Company Blu, Aldes, Aia Taumastica e con continuità dal 2014 con la Compagnia Virgilio Sieni di cui è danzatrice, anche solista ed è stata assistente per “l’Accademia sull’arte del gesto”.

È socia fondatrice di mo-wan teatro con cui organizza il Deep Festival.

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Posare il tempo

Residenza d'artista di Claudia Catarzi e Claudia Caldarano

Questo lavoro nasce da una condizione immaginata. È una declinazione della visione, a volte un tentativo di simultaneità di tempi e spazi.

Ciò che in natura e in scienza non si può avere, è una forte attrattiva per chi ama maneggiare strumenti utili per l’assurdo, per l’eccezionale.

La materia prima sono due corpi, due elementi dell’ordinario, due persone, due ritratti, due entità scultoree, due frammenti, due e, a volte, un unico. Come creta nelle mani di uno scultore i due corpi sono a servizio di questo esperimento, dello stare e restare e del posare, della trasformazione.

Posiamo per essere guardarti e posiamo il nostro peso, ineluttabilmente sottostiamo alle leggi fisiche della gravità e misteriosamente parliamo senza parole con i nostri corpi, raccontando storie non udibili.

Posare il tempo invita ciascuno spettatore a lasciare da parte il suo insaziabile bisogno di comprendere.

“Il percorso è carnale piuttosto che concettuale e il pensiero è legato al “qui

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Questo lavoro nasce da una condizione immaginata. È una declinazione della visione, a volte un tentativo di simultaneità di tempi e spazi.

Ciò che in natura e in scienza non si può avere, è una forte attrattiva per chi ama maneggiare strumenti utili per l’assurdo, per l’eccezionale.

La materia prima sono due corpi, due elementi dell’ordinario, due persone, due ritratti, due entità scultoree, due frammenti, due e, a volte, un unico. Come creta nelle mani di uno scultore i due corpi sono a servizio di questo esperimento, dello stare e restare e del posare, della trasformazione.

Posiamo per essere guardarti e posiamo il nostro peso, ineluttabilmente sottostiamo alle leggi fisiche della gravità e misteriosamente parliamo senza parole con i nostri corpi, raccontando storie non udibili.

Posare il tempo invita ciascuno spettatore a lasciare da parte il suo insaziabile bisogno di comprendere.

“Il percorso è carnale piuttosto che concettuale e il pensiero è legato al “qui ed ora” che sostiene la scrittura della storia tra i corpi, guida le metamorfosi dei pensieri che vi operano e trasforma costantemente la materia prima: la figura umana […] Nel mio lavoro il tempo opera la progressione della composizione, lo spazio genera le connessioni e il peso radica il senso del gesto”. Claudia Catarzi

Con lo studio a due “Posare il tempo”, prosegue la  ricerca sulle figurazioni, sui parametri della sua composizione e sul ritmo dei suoi paesaggi in movimento, visitati in un viaggio intimo e in una dimensione psicologica partecipata di sottile e forte impatto. La relatività delle connessioni è nella trama del suo operare scultoreo, in dialogo con il suono, per una scrittura scenica peculiare, per una costellazione pittorica di elementi corporei asciutti, privi di ogni compiacimento. Gli istanti, da decifrare e inseguire, si concatenano a opera della pura presenza in un’idea dell’arte del corpo raffinata, controllata, ampliata nei dettagli di una partitura dinamica esatta che elabora segni poetici in un montaggio accuratissimo, scevro di descrizioni nella propria chiarezza nettamente modellata e scandita.

Posare il tempo

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Posare il tempo, Claudia Catarzi E Claudia Caldarano

Con lo studio a due “Posare il tempo”, Catarzi prosegue la propria ricerca sulle figurazioni, sui parametri della sua composizione e sul ritmo dei suoi paesaggi in movimento, visitati in un viaggio intimo e in una dimensione psicologica partecipata di sottile e forte impatto. La relatività delle connessioni è nella trama del suo operare scultoreo, in dialogo con il suono, per una scrittura scenica peculiare, per una costellazione pittorica di elementi corporei asciutti, privi di ogni compiacimento. Gli istanti, da decifrare e inseguire, si concatenano a opera della pura presenza in un’idea dell’arte del corpo raffinata, controllata, ampliata nei dettagli di una partitura dinamica esatta che elabora segni poetici in un montaggio accuratissimo, scevro di descrizioni nella propria chiarezza nettamente modellata e scandita.

‘‘Il percorso è carnale piuttosto che concettuale e il pensiero è legato al “qui ed ora” che sostiene la scrittura della storia tra i corpi, guida le metamorfosi dei pensieri che vi operano e trasforma costantemente la materia prima: la figura umana […] Nel mio lavoro il tempo opera la progressione della composizione, lo spazio genera le connessioni e il peso radica il senso del gesto.”

Posare il tempo, Claudia Catarzi e Claudia Caldarano
Biennale Danza Venezia 2020
co-produzione CANGO
Posare il tempo, Claudia Catarzi E Claudia Caldarano

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Attivisti della danza

gruppo aperto di danzatori e coreografi indipendenti

Attivisti della danza è un gruppo aperto di danzatori e coreografi indipendenti con base a Firenze e dintorni. Dal 2012 ci incontriamo riflettendo attivamente sulle esigenze della nostra professione in Italia. All’interno di questo dibattito è nato Sharing Training, progetto di condivisione di “pratiche del corpo”, volto a garantire una continuità di incontri/lezioni per danzatori professionisti, condotti a rotazione dai membri del gruppo.

Sharing Training ha un’organizzazione orizzontale, funziona grazie ad un’economia dello scambio e donazioni da parte dei partecipanti. La partecipazione è libera, secondo due modalità: proponendo un training da condividere con gli altri partecipanti o prendendo parte agli incontri per seguire le pratiche proposte. Circa 90 artisti, italiani e stranieri, affermati ed emergenti, hanno condotto gli incontri.

Attivisti della danza è un gruppo aperto di danzatori e coreografi indipendenti con base a Firenze e dintorni. Dal 2012 ci incontriamo riflettendo attivamente sulle esigenze della nostra professione in Italia. All’interno di questo dibattito è nato Sharing Training, progetto di condivisione di “pratiche del corpo”, volto a garantire una continuità di incontri/lezioni per danzatori professionisti, condotti a rotazione dai membri del gruppo.

Sharing Training ha un’organizzazione orizzontale, funziona grazie ad un’economia dello scambio e donazioni da parte dei partecipanti. La partecipazione è libera, secondo due modalità: proponendo un training da condividere con gli altri partecipanti o prendendo parte agli incontri per seguire le pratiche proposte. Circa 90 artisti, italiani e stranieri, affermati ed emergenti, hanno condotto gli incontri.

Sharing training

Residenza d'artista di Attivisti della danza

Sharing training è una pratica di condivisione rivolta a danzatrici e danzatori professionisti. L’obiettivo è creare una rete di competenze e percorsi di ricerca tramite l’organizzazione continuativa di incontri orizzontali.

Nell’ambito di OHT_Little Fun Palace, Attivisti della Danza (Firenze) crea una piattaforma di dialogo.

Sharing Training é un progetto di condivisione di “pratiche del corpo”, volto a garantire una continuità di incontri/lezioni per danzatori professionisti.

Sharing training è una pratica di condivisione rivolta a danzatrici e danzatori professionisti. L’obiettivo è creare una rete di competenze e percorsi di ricerca tramite l’organizzazione continuativa di incontri orizzontali.

Nell’ambito di OHT_Little Fun Palace, Attivisti della Danza (Firenze) crea una piattaforma di dialogo.

Sharing Training é un progetto di condivisione di “pratiche del corpo”, volto a garantire una continuità di incontri/lezioni per danzatori professionisti.

Sharing training

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Residenza d'artista di Attivisti della danza

Sharing training

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Sharing training

Residenza d'artista di Attivisti della danza

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Maria Elena Gattuso

Regista e attrice

Maria Elena Gattuso è attrice e regista, direttrice della compagnia italo-francese PerBacco

Maria Elena Gattuso è attrice e regista, direttrice della compagnia italo-francese PerBacco

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Lo scrittore

Residenza d'artista di Adelaide Mancuso

Lo scrittore

è uno spettacolo di narrazione per voce femminile nato nel 2017.

Prende ispirazione da uno degli aneddoti del libro ” Il fuoco dentro. Oriana e Firenze” di Riccardo Nencini e racconta in maniera romanzata la vita della giovanissima staffetta partigiana Oriana Fallaci.
Il racconto si svolge in una Firenze negli anni della seconda guerra mondiale tratteggiata dagli occhi di una bambina coraggiosa che diventata staffetta partigiana vive e lotta per la libertà e la pace.
Tutto gira veloce come le ruote di una bicicletta attorno a questa infanzia, piena di pericoli e speranze, che forse apre spunti e certo chiarisce il carattere di una delle giornaliste più importanti del secolo scorso.
Si riflette e ci si immerge in questo mondo dove la linea che divide reale e surreale diventa sempre più sottile e l’impatto della guerra e le sue conseguenze segnano come cicatrici permanenti la protagonista. Parole che scorrono mischiate a vecchie canzoni che creano e rompono un


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Lo scrittore

è uno spettacolo di narrazione per voce femminile nato nel 2017.

Prende ispirazione da uno degli aneddoti del libro ” Il fuoco dentro. Oriana e Firenze” di Riccardo Nencini e racconta in maniera romanzata la vita della giovanissima staffetta partigiana Oriana Fallaci.
Il racconto si svolge in una Firenze negli anni della seconda guerra mondiale tratteggiata dagli occhi di una bambina coraggiosa che diventata staffetta partigiana vive e lotta per la libertà e la pace.
Tutto gira veloce come le ruote di una bicicletta attorno a questa infanzia, piena di pericoli e speranze, che forse apre spunti e certo chiarisce il carattere di una delle giornaliste più importanti del secolo scorso.
Si riflette e ci si immerge in questo mondo dove la linea che divide reale e surreale diventa sempre più sottile e l’impatto della guerra e le sue conseguenze segnano come cicatrici permanenti la protagonista. Parole che scorrono mischiate a vecchie canzoni che creano e rompono un’immaginario nello spettatore lasciandolo infine con un sapore agrodolce in bocca.

Oriana Fallaci è stata decisamente una persona e un personaggio pubblico complesso e caleidoscopico che ha segnato e modificato con il suo lavoro e le sue idee la storia del giornalismo italiano. Lo spettacolo però non vuole esprimere un giudizio politico o giornalistico, vuole soltanto ricordare e celebrare un pezzo di passato che almeno in parte ha contribuito a dar vita al nostro presente. Oriana è solo una delle tante bambine che con piccoli gesti ha permesso di realizzare una grande impresa.

Oggi la nostra di impresa è quella portare alle nuove generazioni un esempio che sia di ispirazione per combattere le diverse sfide della modernità con la stessa viva speranza.

Lo scrittore

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Fulvio Cauteruccio

Attore

Fulvio Cauteruccio vive a Firenze dove ha frequentato la “Bottega Teatrale” di Vittorio Gassman ed è stato membro della Compagnia Teatrale Krypton per oltre 20 anni, fino al 2013. Oltre a svolgere attività registica e attorale, è stato il Direttore del laboratorio di cultura teatrale e dell’attore presso il Teatro Studio di Scandicci.
Con “UBU RE” di Jarry è stato finalista agli “Olimpici del Teatro” dell’ETI come migliore spettacolo dell’anno nel 2005. Tra gli spettacoli più importanti da lui interpretati “FINALE DI PARTITA” di Beckett, “LA TEMPESTA” di Shakespeare, “NELLA SOLITUDINE DEI CAMPI DI COTONE” di Koltes , “UNO, NESSUNO E CENTOMILA” di Pirandello “TERRONI D’ITALIA” scritto, diretto e interpretato dallo stesso Fulvio Cauteruccio in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Negli anni più recenti, tra le collaborazioni più rilevanti, ha interpretato il ruolo di coprotagonista accanto a Fulvio Fals

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Fulvio Cauteruccio vive a Firenze dove ha frequentato la “Bottega Teatrale” di Vittorio Gassman ed è stato membro della Compagnia Teatrale Krypton per oltre 20 anni, fino al 2013. Oltre a svolgere attività registica e attorale, è stato il Direttore del laboratorio di cultura teatrale e dell’attore presso il Teatro Studio di Scandicci.
Con “UBU RE” di Jarry è stato finalista agli “Olimpici del Teatro” dell’ETI come migliore spettacolo dell’anno nel 2005. Tra gli spettacoli più importanti da lui interpretati “FINALE DI PARTITA” di Beckett, “LA TEMPESTA” di Shakespeare, “NELLA SOLITUDINE DEI CAMPI DI COTONE” di Koltes , “UNO, NESSUNO E CENTOMILA” di Pirandello “TERRONI D’ITALIA” scritto, diretto e interpretato dallo stesso Fulvio Cauteruccio in occasione dei festeggiamenti dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
Negli anni più recenti, tra le collaborazioni più rilevanti, ha interpretato il ruolo di coprotagonista accanto a Fulvio Falsarano in “BRATTARO MON AMOUR” di Paolo Cagnan, Regia di Andrea Bernard, Produzione Teatro Stabile di Bolzano. Con “PORCILE” di P.P. Pasolini Regia di Valerio Binasco, Produzione del Teatro Metastasio di Prato è stato candidato nella terna come MIGLIORE ATTORE NON PROTAGONISTA al premio “Le Maschere del Teatro 2016” presso il Teatro Mercadante di Napoli.
Nel 2016 ha debuttato al Teatro San Ferdinando di Napoli con “FERDINANDO” di Annibale Ruccello, regia di Nadia Baldi, in una coproduzione della Compagnia “Teatro Segreto” di Ruggero Cappuccio e il Teatro Nazionale di Napoli.
Nel 2019 ha interpretato Creonte in” Edipo a Colono” di Sofocle con la regia del maestro lituano RImas Tuminas produzione Teatro Stabile/Teatro Nazionale di Napoli con debutto nel Teatro Grande degli Scavi di Pompei e in tournèe in Italia e all’estero nella prossima stagione.
In televisione ha lavorato tra il 2000/2001 ad “Un posto al sole” nel 2004 e nel 2010 “La Squadra“ di RAI 3 , su Canale 5 è andato in onda con “L’uomo della carità” accanto a Giulio Scarpati. Nel film “Legami di sangue” ha interpretato uno dei personaggi principali accanto ad Arnoldo Foà, nel 2018 ha partecipato ad un episodio della fiction “Il Commissario Montalbano” su Rai Uno.
E’ regista e protagonista di “ELLEPI: JUST A PERFECT DAY”.

Available in:

Laboratorio di formazione per attori

Residenza d'artista di Fulvio Cauteruccio

Strutturato come residenza d’artista, Fulvio Cauteruccio ha dato vita ad un laboratorio di formazione per attori nell’inverno del 2019 che, una volta portato a termine, vedrà la messa in scena di uno spettacolo aperto alla cittadinanza.

Sul modello della “Bottega Teatrale” di Vittorio Gassman, in cui Fulvio Cauteruccio si è formato, e grazie all’esperienza maturata come Direttore del “Laboratorio di cultura teatrale e dell’attore” presso il Teatro Studio di Scandicci, punto di riferimento per la formazione di giovani attori, il percorso didattico prevede che gli allievi sperimentino la propria capacità espressiva e lo spazio scenico attraverso esercizi individuali e di gruppo. A dirigere le lezioni sono, oltre a Fulvio Cauteruccio, attori professionisti.

Grazie ad una call lanciata da Murate Art District è stata offerta una Borsa di Studio per la partecipazione gratuita al laboratorio. Ad un candidato meritevole è stata quindi data la possibilità di acquis

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Strutturato come residenza d’artista, Fulvio Cauteruccio ha dato vita ad un laboratorio di formazione per attori nell’inverno del 2019 che, una volta portato a termine, vedrà la messa in scena di uno spettacolo aperto alla cittadinanza.

Sul modello della “Bottega Teatrale” di Vittorio Gassman, in cui Fulvio Cauteruccio si è formato, e grazie all’esperienza maturata come Direttore del “Laboratorio di cultura teatrale e dell’attore” presso il Teatro Studio di Scandicci, punto di riferimento per la formazione di giovani attori, il percorso didattico prevede che gli allievi sperimentino la propria capacità espressiva e lo spazio scenico attraverso esercizi individuali e di gruppo. A dirigere le lezioni sono, oltre a Fulvio Cauteruccio, attori professionisti.

Grazie ad una call lanciata da Murate Art District è stata offerta una Borsa di Studio per la partecipazione gratuita al laboratorio. Ad un candidato meritevole è stata quindi data la possibilità di acquisire nuove esperienze attraverso un programma vario e strutturato, sostenuto dall’insegnamento di attori professionisti.

Gli argomenti generali del corso sono:

Elementi di base della recitazione
Movimento ed espressione corporea
Dizione, uso della voce e tecniche vocali
Improvvisazione
Lettura ed analisi del testo teatrale

Le lezioni si tengono presso Murate Art District a cadenza settimanale ogni lunedì sera e hanno durata di 2 ore ciascuna

Laboratorio di formazione per attori

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Florentine Voices

Piero Mottola

Florentine Voices | Piero Mottola
Florentine Voices

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Concerto integrale Florentine Voices

Piero Mottola e il coro delle Florentine e Chinese Voices

Concerto integrale Florentine Voices, Piero Mottola
Concerto integrale Florentine Voices

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Giancarlo Cauteruccio

Regista, attore, scenografo

Giancarlo Cauteruccio è nato a Marano Marchesato, Cosenza, il 1 luglio 1956. Dal 1975 vive e opera a Firenze. Presso l’Università di Firenze ha studiato arte e architettura. Giancarlo Cauteruccio è un regista, uno scenografo e un attore. Cauteruccio è uno dei registi più innovativi nell’area della seconda avanguardia teatrale italiana. Giancarlo Cauteruccio ha inoltre svolto attività didattica in Italia e negli Usa. E’ direttore artistico del Teatro Studio di Scandicci, in provincia di Firenze, dal 1992. Dal 2003 dirige la Collana di teatro delle Edizioni della Meridiana ed è docente incaricato per il Corso di Scenografia presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze. Dal 2004 è responsabile delle attività teatrali e degli eventi urbani del Comune di Scandicci. Giancarlo Cauteruccio ha partecipato tra il 2005 e il 2006 come curatore al Laboratorio di ricerca per studenti universitari sulle metodologie e tecniche per il progetto dell’evento urbano or

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Giancarlo Cauteruccio è nato a Marano Marchesato, Cosenza, il 1 luglio 1956. Dal 1975 vive e opera a Firenze. Presso l’Università di Firenze ha studiato arte e architettura. Giancarlo Cauteruccio è un regista, uno scenografo e un attore. Cauteruccio è uno dei registi più innovativi nell’area della seconda avanguardia teatrale italiana. Giancarlo Cauteruccio ha inoltre svolto attività didattica in Italia e negli Usa. E’ direttore artistico del Teatro Studio di Scandicci, in provincia di Firenze, dal 1992. Dal 2003 dirige la Collana di teatro delle Edizioni della Meridiana ed è docente incaricato per il Corso di Scenografia presso la Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze. Dal 2004 è responsabile delle attività teatrali e degli eventi urbani del Comune di Scandicci. Giancarlo Cauteruccio ha partecipato tra il 2005 e il 2006 come curatore al Laboratorio di ricerca per studenti universitari sulle metodologie e tecniche per il progetto dell’evento urbano organizzati in collaborazione con Accademia di Belle Arti, Isia, Facoltà di Architettura dell’Università di Firenze. Il laboratorio ha affrontato temi come la sperimentazione dei sistemi illuminotecnici, macchinerie tecnologiche applicate alle arti sceniche ed era finalizzato alla realizzazione di un evento scenico nello spazio urbano.

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inQuanto teatro

Compagnia teatrale

inQuanto teatro è una compagnia fondata a Firenze nel 2010. Realizza spettacoli, laboratori e progetti sul territorio, con un approccio multidisciplinare che punta a mettere in comunicazione le diverse competenze artistiche. Sia che si tratti di presentare uno spettacolo che di condurre un laboratorio, l’obiettivo è lo stesso. Coltivare e trasmettere una maggiore consapevolezza espressiva, nella convinzione che questa sia uno strumento fondamentale di comprensione del mondo e partecipazione, in particolare per le giovani generazioni.

Nei suoi progetti la compagnia ha coinvolto e continua a coinvolgere giovani professionisti (dalla grafica alla scrittura, passando per la composizione musicale, la fotografia e la video arte) integrando il loro contributo al lavoro del nucleo artistico, formato da: Giacomo Bogani (regista, attore e formatore) Andrea Falcone (scrittore), Floor Robert (coreografa e performer).

inQuanto teatro vince il premio Scenario Infanzia nel 2018, e ottiene negli a

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inQuanto teatro è una compagnia fondata a Firenze nel 2010. Realizza spettacoli, laboratori e progetti sul territorio, con un approccio multidisciplinare che punta a mettere in comunicazione le diverse competenze artistiche. Sia che si tratti di presentare uno spettacolo che di condurre un laboratorio, l’obiettivo è lo stesso. Coltivare e trasmettere una maggiore consapevolezza espressiva, nella convinzione che questa sia uno strumento fondamentale di comprensione del mondo e partecipazione, in particolare per le giovani generazioni.

Nei suoi progetti la compagnia ha coinvolto e continua a coinvolgere giovani professionisti (dalla grafica alla scrittura, passando per la composizione musicale, la fotografia e la video arte) integrando il loro contributo al lavoro del nucleo artistico, formato da: Giacomo Bogani (regista, attore e formatore) Andrea Falcone (scrittore), Floor Robert (coreografa e performer).

inQuanto teatro vince il premio Scenario Infanzia nel 2018, e ottiene negli anni vari riconoscimenti in prestigiosi concorsi nazionali (vincitore del Bando SIAE Sillumina nel 2017, finalista al Premio DNA di Romaeuropa Festival nel 2016, vincitore del Bando Giovani Artisti per Dante di Ravenna Festival nel 2015, vincitore del bando Giovani in Scena nel 2013, Menzione della Giuria al Premio Scenario 2011, finalista al Premio Scenario Infanzia nel 2010), e importanti collaborazioni come quelle con Kinkaleri, La Piccionaia, il Teatro di Rifredi, Associazione Muse e MAD Murate Art District. Dal 2014 partecipa con proposte originali alle attività culturali del Comune di Firenze, realizzando eventi per la rassegna Estate fiorentina.

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Power Tales

Residenza d'artista di inQuanto teatro

Power Tales è stato un evento speciale curato da inQuanto Teatro per Estate Fiorentina 2019, in collaborazione con Edizioni Black Coffee. Il progetto è nato dalla pubblicazione di Freeman’s: Power, il nuovo numero della rivista letteraria di John Freeman, un volume che raccoglie le voci di scrittori contemporanei che hanno risposto (con racconti, poesie, saggi) al quesito: COS’È IL POTERE? A questa domanda ha voluto rispondere anche la compagnia teatrale inQuanto teatro, lavorando su una selezione di testi e preparando performance e letture in un laboratorio aperto alla cittadinanza. L’esito è stato presentato al pubblico il 6 settembre 2019 dalle ore 18.00 presso Murate Art District in una serata che ha visto la partecipazione del curatore John Freeman e di tanti altri ospiti.
Chiunque ha potuto prendere parte alla creazione. È basto iscriversi per accedere all’Open Lab di conoscenza, in cui ci è stato selezionato il gruppo di lavoro per l’evento finale: un modo pe

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Power Tales è stato un evento speciale curato da inQuanto Teatro per Estate Fiorentina 2019, in collaborazione con Edizioni Black Coffee. Il progetto è nato dalla pubblicazione di Freeman’s: Power, il nuovo numero della rivista letteraria di John Freeman, un volume che raccoglie le voci di scrittori contemporanei che hanno risposto (con racconti, poesie, saggi) al quesito: COS’È IL POTERE? A questa domanda ha voluto rispondere anche la compagnia teatrale inQuanto teatro, lavorando su una selezione di testi e preparando performance e letture in un laboratorio aperto alla cittadinanza. L’esito è stato presentato al pubblico il 6 settembre 2019 dalle ore 18.00 presso Murate Art District in una serata che ha visto la partecipazione del curatore John Freeman e di tanti altri ospiti.
Chiunque ha potuto prendere parte alla creazione. È basto iscriversi per accedere all’Open Lab di conoscenza, in cui ci è stato selezionato il gruppo di lavoro per l’evento finale: un modo per mettere in comune voci e idee, corpi e memorie, per dare una risposta alla stessa domanda, per farlo insieme. La residenza presso MAD ha poi permesso di sviluppare il progetto in vista della presentazione al pubblico.

Power Tales

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Sotterraneo

Compagnia teatrale

Sotterraneo si forma a Firenze nel 2005 come gruppo di ricerca teatrale composto da un nucleo autoriale fisso cui si affianca un cluster di collaboratori che variano a seconda dei progetti. Ogni lavoro del gruppo è una sonda lanciata a indagare le possibilità linguistiche del teatro, luogo a un tempo fisico e intellettuale, antico e irrimediabilmente contemporaneo. Con opere trasversali e stratificate nella ricerca su forme e contenuti, Sotterraneo si muove attraverso i formati – dallo spettacolo frontale al site-specific passando per la performance – focalizzando le contraddizioni e i coni d’ombra del presente, secondo un approccio avant-pop che cerca di cantare il nostro tempo rimanendo in equilibrio fra l’immaginario collettivo e il pensiero più anticonvenzionale, considerando la scena un luogo di cittadinanza e gesti quotidiani di cultura che allenano la coscienza critica del pubblico, destinatario e centro di senso di ogni nostro progetto.

Sotterraneo negli anni riceve

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Sotterraneo si forma a Firenze nel 2005 come gruppo di ricerca teatrale composto da un nucleo autoriale fisso cui si affianca un cluster di collaboratori che variano a seconda dei progetti. Ogni lavoro del gruppo è una sonda lanciata a indagare le possibilità linguistiche del teatro, luogo a un tempo fisico e intellettuale, antico e irrimediabilmente contemporaneo. Con opere trasversali e stratificate nella ricerca su forme e contenuti, Sotterraneo si muove attraverso i formati – dallo spettacolo frontale al site-specific passando per la performance – focalizzando le contraddizioni e i coni d’ombra del presente, secondo un approccio avant-pop che cerca di cantare il nostro tempo rimanendo in equilibrio fra l’immaginario collettivo e il pensiero più anticonvenzionale, considerando la scena un luogo di cittadinanza e gesti quotidiani di cultura che allenano la coscienza critica del pubblico, destinatario e centro di senso di ogni nostro progetto.

Sotterraneo negli anni riceve alcuni tra i più importanti riconoscimenti teatrali a livello nazionale e internazionale: Premio Lo Straniero (2009), Premio Ubu Speciale (2009), Premio Hystrio Castel dei Mondi (2010), Silver Laurel Wreath Award / MESS Festival di Sarajevo (2011) per Dies irae, Eolo Award (2012) per La Repubblica dei Bambini, ACT Festival Prize (2012) e BE FESTIVAL 1st Prize (2012) per Homo ridens, Best of Be Festival (2016) per Overload_studio, Premio Ubu Spettacolo dell’anno (2018) per Overload, Premo Scenari Pagani (2019).

Sotterraneo si forma attorno allo spettacolo 11/10 in apnea (Generazione Premio Scenario 2005). Negli anni successivi produce spettacoli che circuitano nelle più importanti piazze italiane e internazionali: Post-it (2007), La Cosa 1 (2008), il Dittico sulla specie composto da Dies irae _ 5 episodi intorno alla fine della specie (2009) e L’origine delle specie _ da Charles Darwin (2010), Homo ridens (2011), lo spettacolo di teatro infanzia La Repubblica dei bambini (2011), il Daimon Project composto da BE LEGEND! (2013) e BE NORMAL! (2013), lo spettacolo WAR NOW! (2014, in coregia col regista lettone Valters Sīlis nell’ambito del progetto europeo Shared Space), Il giro del mondo in 80 giorni (2015), Overload (2017), Shakespearology (2019) e lo spettacolo per bambini I futurnauti (2019) toccano le principali città della penisola e approdano in Spagna, Germania, Francia, Inghilterra, Portogallo, Olanda, Svizzera, Russia, Bosnia Erzegovina, Slovenia, Croazia, Cile. Negli stessi anni Sotterraneo cura anche progetti di altro formato: corti teatrali, performance in site-specific, mise-en-espace, progetti su commissione. Nel 2012 il collettivo viene scelto dal prestigioso Rossini Opera Festival di Pesaro per dirigere Il signor Bruschino di Gioachino Rossini.

Sotterraneo si occupa anche di formazione teatrale, curando progetti laboratoriali per varie strutture tra le quali Comune di Firenze, Fondazione Toscana Spettacolo, Centrale Fies, Amat, Irigem, Fanny & Alexander, Laboratorio Nove, Università degli Studi di Firenze, Associazione Teatrale Pistoiese, Theatre of Europe (London), Istituto italiano di cultura (London), Be Festival (Birmingham), Teatro de La Abadia (Madrid).

Nel biennio 2008-2009 la compagnia è sostenuta dal progetto ETI “Nuove Creatività”, dal 2008 a oggi riceve un contributo annuale dalla Regione Toscana, mentre dal 2015 viene riconosciuto e finanziato dal Comune di Firenze e dal Ministero dei Beni Culturali. Dal 2007 entra a far parte del progetto Fies Factory creato da Centrale Fies, dal 2013 è compagnia residente presso l’Associazione Teatrale Pistoiese, nel 2017 entra a far parte del network europeo Apap – Performing Europe 2020 e nel 2019 del network europeo SHIFT KEY.

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Theater Fit

Residenza d'artista di Sotterraneo

L’evento Theatre-fit _ allenamento al fare teatrale si è svolto a Firenze presso la Sala Ketty La Rocca delle Murate dal 2 al 6 settembre 2019. Si è trattato di una masterclass gratuita di teatro per giovano attori con una dimostrazione finale aperta al pubblico: un percorso professionalizzante di 35 ore in cui in cui i partecipanti hanno potuto formarsi su alcuni aspetti centrali del fare teatrale – dalla presenza all’ascolto, dalla capacità improvvisativa alla composizione scenica – attraverso esercizi e pratiche legate al corpo, alla voce, al canto, alla danza.
Sotterraneo solitamente gestisce i propri progetti formativi estendendo ai partecipanti il proprio metodo di ricerca, e motivando questi ultimi a sentirsi parte attiva e integrante del percorso. Le varie fasi di costruzione del prodotto scenico che il gruppo affronta per ogni produzione vengono riproposte e illustrate ai partecipanti per quello che sono: non solo esercizi per formare un allievo, ma anche e soprattu

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L’evento Theatre-fit _ allenamento al fare teatrale si è svolto a Firenze presso la Sala Ketty La Rocca delle Murate dal 2 al 6 settembre 2019. Si è trattato di una masterclass gratuita di teatro per giovano attori con una dimostrazione finale aperta al pubblico: un percorso professionalizzante di 35 ore in cui in cui i partecipanti hanno potuto formarsi su alcuni aspetti centrali del fare teatrale – dalla presenza all’ascolto, dalla capacità improvvisativa alla composizione scenica – attraverso esercizi e pratiche legate al corpo, alla voce, al canto, alla danza.
Sotterraneo solitamente gestisce i propri progetti formativi estendendo ai partecipanti il proprio metodo di ricerca, e motivando questi ultimi a sentirsi parte attiva e integrante del percorso. Le varie fasi di costruzione del prodotto scenico che il gruppo affronta per ogni produzione vengono riproposte e illustrate ai partecipanti per quello che sono: non solo esercizi per formare un allievo, ma anche e soprattutto metodo di creazione di un gruppo di ricerca esteso, allargato, reso partecipe.
Nel caso di Theatre-fit, per allargare l’offerta formativa e offrire ai partecipanti uno spettro più ampio di possibilità, abbiamo deciso di coinvolgere anche Massimiliano Civica, regista pluripremiato (3 premi Ubu) e attuale consulente artistico del Teatro Metastasio di Prato, che ha sviluppato un lavoro sul concetto di “attore/autore” e sulla costruzione/decostruzione del personaggio: il laboratorio dunque è stato gestito per i primi due giorni e mezzo da Civica, e per la seconda parte da Sotterraneo – che ha lavorato principalmente sull’addestramento alla composizione scenica e sul concetto di teatro come “filosofia in azione”.
I partecipanti a Theatre-fit sono stati selezionati in seguito a una call pubblica che ha visto più di 60 domande di candidatura, da cui sono state selezionate 22 persone giovani e giovanissime: l’obiettivo, pienamente raggiunto, era quello di fornire loro un’esperienza professionalizzante, totalmente gratuita, che potesse aiutarli nella loro crescita artistica e incentivarli all’approfondimento della pratica teatrale, rendendoli coscienti di quanto sia al tempo stesso complessa, stratificata e in grado di accrescere lo spirito critico.
È stato estremamente stimolante, a detta di chi ha gestito il laboratorio e di chi lo ha seguito, mettere a confronto le poetiche e le modalità di lavoro profondamente diverse di Civica e Sotterraneo: il primo portato a una pedagogia teatrale profondissima e rigorosissima, che attraverso esercizi, dimostrazioni pratiche e brevi conferenze riesce a guidare gli attori verso un’incredibile consapevolezza di sé e dei propri strumenti espressivi; i secondi portatori di un fare teatrale più cinetico e propulsivo, insieme caotico e maniacale, con cui bombardare i partecipanti di stimoli performativi diversissimi allo scopo di disinnescare il pensiero razionale per accendere il pensiero in azione.
Il doppio laboratorio si è concluso con una dimostrazione finale aperta a pubblico, in cui sono stati selezionati alcuni degli esercizi proposti durante la settimana e restituiti agli spettatori in una sequenza ragionata che restituisse il senso, anche attraverso l’uso di una voce off, di quello che era stato il percorso formativo intrapreso.

Theater Fit

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Theater Fit

Residenza d'artista di Sotterraneo

Theater Fit

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Emigranti cià cià cià

Residenza d'artista di Fulvio Cauteruccio

Emigranti cià cià cià è un monologo, scritto a due mani da Fulvio Cauteruccio e Giuseppe Mazza, che racconta le vicissitudini di un emigrante siciliano strappato prematuramente ai propri affetti e ai propri sogni e provato durante una residenza d’artista presso Murate Art District nell’estate del 2019.

Giuseppe, protagonista e narratore della storia, avrebbe voluto diventare “attore di arte drammatica” ed invece si ritrova a lavorare in un ufficio postale in un isolato paese del Trentino Alto Adige.
Con estrema leggerezza Giuseppe, oramai vecchio ed in pensione, racconta la storia della sua vita, partendo dai giorni da studente nella Sicilia sudorientale appena uscita dalle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale. Pian piano il riso iniziale diventerà amaro, nel momento in cui la narrazione delle vicende di Giuseppe porterà a comprendere la tragicità di chi ha lasciato la propria casa per ritrovarsi in luoghi spesso ostili e di chi per poter sperare in un futu

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Emigranti cià cià cià è un monologo, scritto a due mani da Fulvio Cauteruccio e Giuseppe Mazza, che racconta le vicissitudini di un emigrante siciliano strappato prematuramente ai propri affetti e ai propri sogni e provato durante una residenza d’artista presso Murate Art District nell’estate del 2019.

Giuseppe, protagonista e narratore della storia, avrebbe voluto diventare “attore di arte drammatica” ed invece si ritrova a lavorare in un ufficio postale in un isolato paese del Trentino Alto Adige.
Con estrema leggerezza Giuseppe, oramai vecchio ed in pensione, racconta la storia della sua vita, partendo dai giorni da studente nella Sicilia sudorientale appena uscita dalle devastazioni della Seconda Guerra Mondiale. Pian piano il riso iniziale diventerà amaro, nel momento in cui la narrazione delle vicende di Giuseppe porterà a comprendere la tragicità di chi ha lasciato la propria casa per ritrovarsi in luoghi spesso ostili e di chi per poter sperare in un futuro migliore è stato costretto a rinunciare a tutto ciò che possiede.

Lo spettacolo ripercorre alcuni punti focali della storia d’Italia (l’Unità d’Italia, la migrazione dal sud al nord, la tragedia dei minatori italiani a Marcinelle) e si pone l’intento di far sorgere nello spettatore una domanda: come è possibile che gli italiani abbiano dimenticato che i loro padri ed i loro nonni siano emigrati in tutto il mondo? Perché si vuole negare aiuto a chi percorre strade di terra e di mare in cerca di accoglienza e di un futuro?

Emigranti cià cià cià, messo in scena dall’Associazione Culturale Impresa Fulvio Cauteruccio, vuole essere un manifesto dell’accoglienza come atto di umanità e come dovere di uno stato democratico e civile.

Emigranti cià cià cià

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Penteo. Un rito iniziatico

Residenza d'artista di Francesco Gori

Residenza di produzione aperta alla cittadinanza: quando i cittadini diventano protagonisti di pièces sperimentali

Penteo. Un rito iniziatico
Ideazione e drammaturgia: Francesco Gori

Penteo” è una riscrittura delle Baccanti di Euripide dal punto di vista del protagonista maschile Penteo. La vicenda del giovane re di Tebe cessa di essere una tragedia, dove l’empietà di un uomo è punita con la condanna sua e di tutta la sua stirpe, per diventare un rito collettivo di iniziazione che coinvolge un attore, venti performer e il pubblico.

Lo spettacolo è stato prodotto nel corso della residenza artistica a MAD Murate Art District, in cui è stato composto il collettivo di performer del dramma satiresco che prelude alla tragedia di Penteo, che ha dato vita a ben 4 repliche sold out tra l’aprile ed il maggio 2019.

Da piccolo il re di Tebe, Penteo, perse il padre ed fu cresciuto dalle donne, ma delle donne non conobbe la natura, le teme e le maltratta poiché non conosce se st


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Residenza di produzione aperta alla cittadinanza: quando i cittadini diventano protagonisti di pièces sperimentali

Penteo. Un rito iniziatico
Ideazione e drammaturgia: Francesco Gori

Penteo” è una riscrittura delle Baccanti di Euripide dal punto di vista del protagonista maschile Penteo. La vicenda del giovane re di Tebe cessa di essere una tragedia, dove l’empietà di un uomo è punita con la condanna sua e di tutta la sua stirpe, per diventare un rito collettivo di iniziazione che coinvolge un attore, venti performer e il pubblico.

Lo spettacolo è stato prodotto nel corso della residenza artistica a MAD Murate Art District, in cui è stato composto il collettivo di performer del dramma satiresco che prelude alla tragedia di Penteo, che ha dato vita a ben 4 repliche sold out tra l’aprile ed il maggio 2019.

Da piccolo il re di Tebe, Penteo, perse il padre ed fu cresciuto dalle donne, ma delle donne non conobbe la natura, le teme e le maltratta poiché non conosce se stesso. Non conoscendo se stesso non riesce a riconoscere l’Altro, sia esso donna o dio, baccante o Dioniso.
Fu per questo che Dioniso – prigioniero di Penteo nella sua reggia – lo convinse a travestirsi da donna per andare a spiare le baccanti nei boschi del monte Citero. Le baccanti, scopertolo, lo fanno a pezzi. A decapitarlo la sua stessa madre, Agave.
È così che Penteo vivrà sulla sua pelle lo 
σπαραγμός (sparagmòs):il rito particolarmente violento dei misteri dionisiaci che consiste nello smembramento rituale. Come Dioniso, il dio maschio-femmina, morì fanciullo sbranato dai titani e risorse dalla coscia del padre, Zeus, adesso che la sua spoglia di re viene deposta – e con essa la sua volontà, la sua arroganza, il suo ego –  e Penteo diventa un iniziato a Dioniso.

Con: Francesco Gori e Filippo Bagordo, Benedetta Bronzini, Giovanna Brunelli, Lorenzo Caponnetto, Silvia Catani, Tommaso Ciabatti, Giulia Ciccarelli, Ilaria Jina Corsi, Filippo Focardi, Barbara Gerini, Tommaso Laponti, Ester Mauro Scucces, Maria Montesi, Gabriele Orsini, Filippo Pasciuto, Lorenzo Pellegrini, Michele Vangioni, Melody Waysieh Behbahani, Chiara Zavattaro. E con la straordinaria partecipazione di Lorenzo Pezzatini

Regia: Francesco Gori e Gloria Amaranti

Art: Parama Libralesso

Costumi: Marion Gizard

Luci e Suoni: Martino Lega

Grafica: Silvia Catani

Supporto Tecnico: Michele Vangioni

Penteo. Un rito iniziatico

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Penteo. Un rito iniziatico

Residenza d'artista di Francesco Gori

Penteo. Un rito iniziatico

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Marta Bellu

Danzatrice e psicologa

Danzatrice e psicologa, ricercatrice del corpo e della mente, si interessa a pratiche di consapevolezza ed espressione che coinvolgono il sistema mente-corpo in senso artistico, evolutivo e sociale. Dal 2014 si occupa di ricerca coreografica in dialogo col linguaggio e la composizione musicale che prosegue con Donato Epiro e Andrea Sanson, indagando la relazione tra corpo, suono e luce, come Collettivo Trifoglio. Collabora dal 2019, come artista associata, con Versiliadanza. Lavora con Cristina Kristal Rizzo dal 2016, con la coreografa svizzera Yasmine Hugonnet, ha lavorato con il Gruppo Nanou. Dal 2013 si occupa di progetti di danza e ricerca coreografica con persone con disabilità intellettiva collaborando con L’Associazione Trisomia21, Autismo Svizzera Italiana, MAD (Murate Art District), e dal 2021 con la danzatrice Laura Lucioli per lo spettacolo I versi delle Mani. Dal 2015 si occupa di formazione artistica nelle scuole con l’Associazione Fosca e dal 2020 con Tempo Reale. Do

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Danzatrice e psicologa, ricercatrice del corpo e della mente, si interessa a pratiche di consapevolezza ed espressione che coinvolgono il sistema mente-corpo in senso artistico, evolutivo e sociale. Dal 2014 si occupa di ricerca coreografica in dialogo col linguaggio e la composizione musicale che prosegue con Donato Epiro e Andrea Sanson, indagando la relazione tra corpo, suono e luce, come Collettivo Trifoglio. Collabora dal 2019, come artista associata, con Versiliadanza. Lavora con Cristina Kristal Rizzo dal 2016, con la coreografa svizzera Yasmine Hugonnet, ha lavorato con il Gruppo Nanou. Dal 2013 si occupa di progetti di danza e ricerca coreografica con persone con disabilità intellettiva collaborando con L’Associazione Trisomia21, Autismo Svizzera Italiana, MAD (Murate Art District), e dal 2021 con la danzatrice Laura Lucioli per lo spettacolo I versi delle Mani. Dal 2015 si occupa di formazione artistica nelle scuole con l’Associazione Fosca e dal 2020 con Tempo Reale. Dopo aver concluso il Master in Neuroscienze e Pratiche contemplative all’Università di Pisa, si dedica allo studio e alla pratica del Buddhismo tibetano all’Istituto Lama Tzong Khapa concludendo il programma avanzato FPMT Basic Program. Nel 2014, inizia il progetto del Collettivo_CA, con base a Cagliari, che coltiva attraverso i linguaggi dell’arte, esperienze di ricerca e riflessione di respiro comunitario.

Iniziali_Lab

Residenza d'artista di Marta Bellu

INIZIALI é un progetto nato ad Aprile 2015 con la collaborazione del Vivaio del Malcantone che ha visto la partecipazione di I.G. (Irene Galli), A.S (Anaita Safai), E.O.(Edoardo Orofino), F.C. (Francesco Cioppi), L.L. (Laura Lucioli), F.S. (Francesca Sera), G.G (Gabriele Gonzi), A.B (Angela Burico), C.C (Cristina Rizzo). INIZIALI è un complesso di informazioni, di energia e di trasformazioni realizzato in un corpo fisico e mosso dal sentire, ossia dall’incorporazione di un input. L’input utilizzato per questo processo fisiologico sulla sensazione sono parole, ovvero inizi, scaturite da libere associazioni da e per il corpo con cui non hanno una relazione di significato ma solo di senso. Ogni inizio e legato ad un iniziale che lo inventa, lo incorpora, lo metabolizza e lo restituisce in qualche forma non predeterminata. INIZIALI è una proposta di attività espressiva con valenza pedagogica che si avvale delle tecniche della danza e del teatro per generare un contesto che utilizzi

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INIZIALI é un progetto nato ad Aprile 2015 con la collaborazione del Vivaio del Malcantone che ha visto la partecipazione di I.G. (Irene Galli), A.S (Anaita Safai), E.O.(Edoardo Orofino), F.C. (Francesco Cioppi), L.L. (Laura Lucioli), F.S. (Francesca Sera), G.G (Gabriele Gonzi), A.B (Angela Burico), C.C (Cristina Rizzo). INIZIALI è un complesso di informazioni, di energia e di trasformazioni realizzato in un corpo fisico e mosso dal sentire, ossia dall’incorporazione di un input. L’input utilizzato per questo processo fisiologico sulla sensazione sono parole, ovvero inizi, scaturite da libere associazioni da e per il corpo con cui non hanno una relazione di significato ma solo di senso. Ogni inizio e legato ad un iniziale che lo inventa, lo incorpora, lo metabolizza e lo restituisce in qualche forma non predeterminata. INIZIALI è una proposta di attività espressiva con valenza pedagogica che si avvale delle tecniche della danza e del teatro per generare un contesto che utilizzi il corpo come luogo di confronto e conoscenza estesa a tutti, divenendo mezzo di comunicazione e facilitando l’espressione delle potenzialità creative e poetiche dell’essere umano. Attraverso le azioni performative e l’apertura dei processi alla cittadinanza si intende innescare un processo di pensiero e di dialogo dove l’incontro con le differenze diventa risorsa per una riflessione condivisa sul senso dell’abitare il corpo, dandogli parola.

INIZIALI_LAB è un laboratorio inclusivo di esplorazione ed espressione sul corpo e il movimento sensibile alla differenza. È rivolto a persone con disabilità intellettiva e non, amatori e ricercatori del corpo, praticanti esperti. Il progetto riguarda un gruppo integrato di adulti tra cui alcuni con Sindrome di Down, che invita alla pratica della ricerca corporea e del movimento. Il laboratorio è aperto a persone che vogliono intraprendere un nuovo percorso e adulti con disabilità intellettiva che abbiano autonomia nella gestione personale e nell’accompagnamento. Il progetto si propone di indagare i processi trasformativi sul linguaggio del corpo e della danza creando uno spazio di ricerca personale ed espressiva attraverso la cura della relazione e la creazione di comunità. I principi etici del progetto riguardano l’accoglienza: promuovere la partecipazione di persone con diversi livelli di complessità di linguaggio e il dialogo: creare eventi artistici di condivisione espressiva con la comunità attraverso il corpo e la parola in diversi spazi del territorio. Il progetto si configura inoltre come luogo di attraversamento che parla con l’esterno, invitando artisti, pubblico, persone comuni a entrare in contatto con i processi che in modo trasversale mostrano un output della ricerca in atto. Parte integrante del lavoro è la sua apertura all’esterno, invitando il pubblico a partecipare a degli eventi in cui mostreremo il materiale su cui stiamo lavorando e il suo sviluppo attraverso il dialogo. Inoltre artisti esterni saranno invitati a partecipare ad alcuni incontri di lavoro e a proporre input o inizi di processi di ricerca.

INIZIALI_LAB è curato da Marta Bellu in collaborazione con Gabriele Gonzi e Angela Burico, che curano focus di lavoro interdisciplinari che riguardano la ricerca vocale e il teatro.

La prima fase di residenza è stata chiusa dalla performance inedita Dia_logos, dall’inizio di tutto un po’ il 14 giugno 2019. Attraversare la parola come un’apertura, nel senso più ampio del termine. Possa essere questa non solo una parola ma un luogo: quel luogo di attraversamento e di specificazione del linguaggio all’interno di un “corpo comune”. In funzione di questo linguaggio hanno preso corpo e parola affermazioni che valgono sempre almeno per un caso specifico, che dunque esiste; l’estensione è sempre totale, proiettata al di fuori e riguarda tutti. Ora la parola si è resa onda, pura relazione dove le forme attraverso le quali si esprime ciò di cui parliamo (gesti, suoni, colori) sono anche dei contenitori vuoti, a volte si assentano come lo sfondo a volte si stagliano come figure danzanti, parlanti di quello, dell’altro. Con Angela Burico, Edoardo Orofino, Gabriele Gonzi, Laura Lucioli e Mosè Risaliti.

Iniziali_Lab

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Little Boy

Residenza d'artista a cura del Teatro dell'Elce

Little Boy

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Compagnia Simona Bucci

Compagnia di danza contemporanea

COMPAGNIA SIMONA BUCCI

Direzione artistica Simona Bucci, già danzatrice solista della Alwin Nikolais Dance Company, coordinatrice dell’Accademia Isola Danza La Biennale di Venezia, assistente di Carolyn Carlson, già direttore artistico e coreografa della Compagnia Imago, nel 2002 fonda la Compagnia che prenderà il suo nome.

Nel 2018 si affianca la direzione artistica di Roberto Lori, danzatore e coreografo marchigiano, attivo in Italia e all’estero.

La Compagnia Simona Bucci inizia la sua attività con il solo Di ombre cerchiati gli occhi, commissione la Biennale di Venezia 2002, coreografia di Simona Bucci.
Nell’estate del 2004 debutta a Roma con Path, solo dedicato ad Alwin Nikolais, e Nik conferenza spettacolo sullo stesso Nikolais.
Nel novembre del 2005 debutta a Civitanova Marche con I Rimasti, ispirata a “Il natale dei rimasti” di Angelo Morbelli, coreografia di Simona Bucci, musica originale di Paki Zennaro, vincendo il concorso “Coreografo d’Europa” e il prem

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COMPAGNIA SIMONA BUCCI

Direzione artistica Simona Bucci, già danzatrice solista della Alwin Nikolais Dance Company, coordinatrice dell’Accademia Isola Danza La Biennale di Venezia, assistente di Carolyn Carlson, già direttore artistico e coreografa della Compagnia Imago, nel 2002 fonda la Compagnia che prenderà il suo nome.

Nel 2018 si affianca la direzione artistica di Roberto Lori, danzatore e coreografo marchigiano, attivo in Italia e all’estero.

La Compagnia Simona Bucci inizia la sua attività con il solo Di ombre cerchiati gli occhi, commissione la Biennale di Venezia 2002, coreografia di Simona Bucci.
Nell’estate del 2004 debutta a Roma con Path, solo dedicato ad Alwin Nikolais, e Nik conferenza spettacolo sullo stesso Nikolais.
Nel novembre del 2005 debutta a Civitanova Marche con I Rimasti, ispirata a “Il natale dei rimasti” di Angelo Morbelli, coreografia di Simona Bucci, musica originale di Paki Zennaro, vincendo il concorso “Coreografo d’Europa” e il premio “Danza&Danza 2005” come migliore produzione italiana di danza contemporanea.
Nel 2007 La Biennale di Venezia commissiona alla Compagnia la coreografia Arresi alla notte, presentata al 5. Festival Internazionale di Danza Contemporanea di Venezia e coprodotto dal Festival Oriente Occidente di Rovereto.
Nel 2008 la Compagnia debutta con il suo primo lavoro dedicato a un pubblico giovane (dai 5 agli 8 anni) dal titolo Giorgio e il drago, coreografie di Simona Bucci, liberamente ispirato alla leggenda di San Giorgio e il drago, coprodotto da La Corte Ospitale di Rubiera e dalla Fondazione I Teatri di Reggio Emilia.
Del 2009 è Indissolubile eco, un duetto liberamente ispirato all’opera di Francisco Goya, “Disparate matrimonial”, coreografia di Simona Bucci.
Del 2010 è lo studio di Boxville, una nuova produzione dedicata a un pubblico giovane, omaggio ad Alwin Nikolais per il centenario della sua nascita (1910-2010) che debutterà, nella sua versione definitiva, al Teatro degli Industri di Grosseto ad ottobre 2011 con il titolo: Boxville_ballata di cartone.
Del 2011 è anche lo spettacolo Giuditta e Oloferne, coreografia di Simona Bucci, coproduzione Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, con il sostegno del CCN – Centre Chorégraphique National di Roubaix di Carolyn Carlson.
Del 2012 è lo spettacolo Malbianco, lavoro liberamente ispirato al romanzo Cecità di Josè Saramago, con la coreografia di Carmelo Scarcella e Frida Vannini, con la direzione artistica di Simona Bucci.
Nel 2013 iniziano le prove della nuova produzione ispirata alla tragedia shakespeariana Macbeth, dal titolo Enter Lady Macbeth, coreografia di Simona Bucci, che indaga il femmineo nella tragedia stessa, con debutto nel maggio 2014 a fabbrica Europa, Firenze.
Dal 2013 alla Compagnia Simona Bucci viene affidata la direzione artistica per la sessione danza presso il Teatro delle Arti di Lastra a Signa (Fi), per la programmazione di spettacoli di compagnie nazionali e internazionali, oltre a un’intensa attività di formazione attraverso laboratori, prove aperte, incontri con il pubblico.
Del 2015 è la nuova produzione per bambini Il gatto con gli stivali, coreografia di Roberto Lori, parte recitate a cura di Fabio Bacaloni, direzione artistica di Simona Bucci.
In occasione del “150° anniversario delle relazioni Italia/Giappone”, nel 2016 la Compagnia produce lo spettacolo Me/Moire coreografia dell’artista giapponede Yumiko Yoshioka, regia Camilla Giani, spettacolo di danza butoh.
Oltre alle proprie produzioni, la Compagnia ha in repertorio altre importanti co-produzioni: Home, coproduzione con Dance Gallery di Perugia e la trilogia “Le 100 giornate di Salò” con Mascarà Teatro Popolare d’arte (2015-2017).
Nel 2017 la Compagnia produce un nuovo lavoro dedicato ai bambini, Brutto anatroccolo, coreografia di Roberto Lori parte recitate a cura di Fabio Bacaloni, direzione artistica di Simona Bucci.

Nel Maggio 2018 debutta a Firenze, nell’ambito del Festival Fabbrica Europa, con la nuova produzione Interrogai me stesso, lavoro creato da Simona Bucci per l’artista giapponese Hal Yamanouchi.

Con la direzione artistica di Roberto Lori, inoltre, organizza l’evento Face_Off, festival danza urbana nella città di Matelica (MC), giunto ormai alla sua quinta edizione, in collaborazione con la Proloco di Matelica, Amat e il contributo del Comune di Matelica.

La Compagnia ogni anno sostiene e produce i lavori di giovani artisti-coreografi.

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Preludi e fughe. Geografia antropica

Residenza d'artista della Compagnia Simona Bucci

Uno sguardo che si posa per “un istante”.
Un istante che grazie a questa attenzione si frantuma in innumerevoli frammenti pregni ed evocativi.
Gli accadimenti si inseguono, si scontrano, si intrecciano, si fronteggiano, uguali ed opposti, ma fusi in un unico corpo di corpi.
Malinconia, grottesco, gioia, forza e vulnerabilità, quiete, dolore, rimorso, nel costante inarrestabile mutamento del divenire.

“We did not come to remain whole.
We came to lose our leaves like the trees, Trees that start again,
Drawing up from the great roots.” Robert Bly

Un progetto di danza con musica dal vivo, commissionato alla Compagnia Simona Bucci da Stresa Festival, per la stagione 2019. Il progetto nasce da un’idea del direttore artistico, il Maestro Gianandrea Noseda, in collaborazione con Carmelo di Gennaro, di realizzare un progetto coreografico che prenda ispirazione ed energia da uno dei capolavori di Dimitri Shostakovich, 24 Preludi e Fughe op.87. Lo spettacolo, firmato da Simona Bucci



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Uno sguardo che si posa per “un istante”.
Un istante che grazie a questa attenzione si frantuma in innumerevoli frammenti pregni ed evocativi.
Gli accadimenti si inseguono, si scontrano, si intrecciano, si fronteggiano, uguali ed opposti, ma fusi in un unico corpo di corpi.
Malinconia, grottesco, gioia, forza e vulnerabilità, quiete, dolore, rimorso, nel costante inarrestabile mutamento del divenire.

“We did not come to remain whole.
We came to lose our leaves like the trees, Trees that start again,
Drawing up from the great roots.” Robert Bly

Un progetto di danza con musica dal vivo, commissionato alla Compagnia Simona Bucci da Stresa Festival, per la stagione 2019. Il progetto nasce da un’idea del direttore artistico, il Maestro Gianandrea Noseda, in collaborazione con Carmelo di Gennaro, di realizzare un progetto coreografico che prenda ispirazione ed energia da uno dei capolavori di Dimitri Shostakovich, 24 Preludi e Fughe op.87. Lo spettacolo, firmato da Simona Bucci, ha visto la presenza in scena di un pianista e di sette danzatori uomini.

Preludi e fughe. Geografia antropica

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The Time of discretion. Chapter one

Global Identity

The time of Discretion. Chapter one di Lisa Batacchi, curated by Veronica Caciolli closes the cycle GLOBAL IDENTITIES. Postcolonial and cross-cultural Narratives curated by Valentina Gensini. The Time of Discretion is presented as a metaphorical and necessary retrospective on a cycle of works developed specifically on the subject of discretion and intended as its first chapter, over the last two years. The show consists of two works made in the south of China together with the Hmong people and about twenty new works expressly produced for this occasion, including installations, tapestries, videos, photographs, documentary archives and symbolic finds. The Time of Discretion is a transnational project in progress, which opens up complex and extremely sensitive issues that widely extend the boundaries of art. The exhibition intersects experience and representation, dramatically confronting the East and the West, advancing a dense theoretical scenario in relation to the processes of global

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The time of Discretion. Chapter one di Lisa Batacchi, curated by Veronica Caciolli closes the cycle GLOBAL IDENTITIES. Postcolonial and cross-cultural Narratives curated by Valentina Gensini. The Time of Discretion is presented as a metaphorical and necessary retrospective on a cycle of works developed specifically on the subject of discretion and intended as its first chapter, over the last two years. The show consists of two works made in the south of China together with the Hmong people and about twenty new works expressly produced for this occasion, including installations, tapestries, videos, photographs, documentary archives and symbolic finds. The Time of Discretion is a transnational project in progress, which opens up complex and extremely sensitive issues that widely extend the boundaries of art. The exhibition intersects experience and representation, dramatically confronting the East and the West, advancing a dense theoretical scenario in relation to the processes of globalization. The project begins with the participation of Lisa Batacchi at the Land Art Mongolia Biennal of 2016, whose theme to be discussed concerned the interpretation of the axis that divides the sky from the earth. To do so, the artist reached Guizhou, a mountain village in southern China where the ancient Hmong people (originating from the Siberian-Mongol area), observe a traditional ritual daily. In particular, they hold a specific practice, considered divinatory, that of natural indigo dyeing. A large tent created by the artist, manually, slowly and discretely, together with the Hmong women, was later carried in a procession towards the sacred mountain Altan Ovoo, for the inaugural performance of the Biennale. The horse-cow represented there, shows a symbology derived from a Chinese oracle of the classical tradition, questioned preliminarily by the artist, whose sentences are governed by a logic of randomness, through the repeated tossing of coins. A randomness clearly understood as not accidental but secretly determined, also deliberately regulates the progressive behavior of Lisa Batacchi. A subsequent experience with this people allowed her to dye another fabric, which still draws on the meanings expressed in the fortieth and in the second hexagram of the I-Ching (The liberation – The receptive). Alongside these, there are further twenty multimedia works, produced for this exhibition and shown in preview for the Le Murate space. The collaboration with different types of mastery, activity that characterizes one of the directions of the project, has been extended by the artist to the local area, first in the city of Florence, where through the ancient looms of the Lisio Foundation, she has been able to realize five fabric tapestries. A toli, an amulet usually worn and used by Mongolian shamans, has instead been reproduced on a large scale, for performative as well as exhibition purposes, in parternship with the la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. A new batik dyed with guado (ancient vegetable color) will be realized during the summer together with Natural Color Culture in the Marche region and premiered at Le Murate on September the 4th. The exhibition is also enriched by four photographic series that on one hand document the performance for the Land Art Mongolia Biennal, the backstage material of this first chapter and a collection that represents the beauty, the persistence of tradition and the fragility of a world partially isolated, on the threshold of globalization but still magically possible. Eventually, a video, which anticipates an upcoming feature film, retraces the landscape, relational and cultural stages of Mongolia, Inner Mongolia and southern China, in which poetry, imagery and narration become confused. June 7th h 5.30 p.m. introduction to exhibition by Veronica Caciolli curator, Valentina Gensini artistic director Le murate. Progetti Arte Contemporanea and the artist Lisa Batacchi h 6.30 p.m. vernissage

In particular, they hold a specific practice, considered divinatory, that of natural indigo dyeing. A large tent created by the artist, manually, slowly and discretely, together with the Hmong women, was later carried in a procession towards the sacred mountain Altan Ovoo, for the inaugural performance of the Biennale.
The horse-cow represented there, shows a symbology derived from a Chinese oracle of the classical tradition, questioned preliminarily by the artist, whose sentences are governed by a logic of randomness, through the repeated tossing of coins. A randomness clearly understood as not accidental but secretly determined, also deliberately regulates the progressive behavior of Lisa Batacchi.
A subsequent experience with this people allowed her to dye another fabric, which still draws on the meanings expressed in the fortieth and in the second hexagram of the I-Ching (The liberation – The receptive).
Alongside these, there are further twenty multimedia works, produced for this exhibition and shown in preview for the Le Murate space.

The collaboration with different types of mastery, activity that characterizes one of the directions of the project, has been extended by the artist to the local area, first in the city of Florence, where through the ancient looms of the Lisio Foundation, she has been able to realize five fabric tapestries.
A toli, an amulet usually worn and used by Mongolian shamans, has instead been reproduced on a large scale, for performative as well as exhibition purposes, in parternship with the la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.
A new batik dyed with guado (ancient vegetable color) will be realized during the summer together with Natural Color Culture in the Marche region and premiered at Le Murate on September the 4th.

The exhibition is also enriched by four photographic series that on one hand document the performance for the Land Art Mongolia Biennal, the backstage material of this first chapter and a collection that represents the beauty, the persistence of tradition and the fragility of a world partially isolated, on the threshold of globalization but still magically possible.
Eventually, a video, which anticipates an upcoming feature film, retraces the landscape, relational and cultural stages of Mongolia, Inner Mongolia and southern China, in which poetry, imagery and narration become confused.

Il progetto nell’ambito di ToscanaInContemporanea 2018

The Time of discretion. Chapter one

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Mountaintops

Black History Month Florence 2018
Murate Artlab

Mountaintops is an artistic workshop designed for elementary school children that celebrates Martin Luther King Jr. while pushing participants to dream beyond what they can see and to aspire for what appears out of reach. Drawing upon the 1968 speech in which King states, ”I’ve been to the Mountaintop” the workshop has three intertwined activities that take on the language of sculptural installation and the performance qualities. The workshop involves the creation of a painted 360° mountain landscape, a series of topographic mountains atop wooden posts and the creation of a climbing surface. Reflecting upon Martin Luther King’s legacy, the three elements examine the meaning of dreams and ambition, the importance of leadership and techniques for overcoming obstacles.

 

From where I stand: Investigating the ideas of creating our own hurdles the first element of the workshop is dedicated to the realization of the freestanding 360 landscape painting. A freestanding series of

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Mountaintops is an artistic workshop designed for elementary school children that celebrates Martin Luther King Jr. while pushing participants to dream beyond what they can see and to aspire for what appears out of reach. Drawing upon the 1968 speech in which King states, ”I’ve been to the Mountaintop” the workshop has three intertwined activities that take on the language of sculptural installation and the performance qualities. The workshop involves the creation of a painted 360° mountain landscape, a series of topographic mountains atop wooden posts and the creation of a climbing surface. Reflecting upon Martin Luther King’s legacy, the three elements examine the meaning of dreams and ambition, the importance of leadership and techniques for overcoming obstacles.

 

From where I stand: Investigating the ideas of creating our own hurdles the first element of the workshop is dedicated to the realization of the freestanding 360 landscape painting. A freestanding series of posts will support a cardboard range of mountaintops cut out and painted by the participants of the workshop. This range will be attached to the top of the supporting posts placing the participants in the center of a small space surrounded by mountains of their own creation. A range of colors will imagine the cool sunrise on one side and the warm sunset on the other. It takes a village: Examining the form of topographic maps, and the symbolic power of staffs this work involves the casting of a small mountain range in plaster that is mounted atop a wooden post to create a staff. Only when all staffs are placed together do we have a mountain range. This element emphasizes the importance of leadership and the simultaneous importance of collaboration and community. The Climb: The last element of the workshop is about overcoming obstacles. It involves the affixing of a series of custom rock climbing holds to a wooden mountain shaped wall and the exploration of climbing this form. A series of rock climbing holds created by the artist are attached to the surface of the mountain each one placed based on the choices of the participants. Once assembled participants climb this wall learning some of the tricks and techniques of rock climbing.

Mountaintops

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JOSEPH un monologo fisico interpretato da Marco D’Agostin

coreografia di Alessandro Sciarroni

JOSEPH, un monologo fisico interpretato da Marco D’Agostin ed ideato da Alessandro Sciarroni, coreografo e performer che nella sua pratica unisce i linguaggi della danza contemporanea a quelli delle arti visive e performative.all’interno di Secret Florence

Nel monologo fisico e tecnologico ideato da Alessandro Sciarroni, l’interprete Marco D’Agostin si muove sospeso in una dimensione tra reale e virtuale. Volgendo le spalle al pubblico per tutta la durata della performance, l’interprete di Joseph si muove davanti alla web cam di un computer portatile il cui desktop viene proiettato su uno schermo visibile al pubblico: tramite espedienti utilizzati fino dalla nascita della video-arte come l’effetto specchio e il circuito chiuso, si gioca il dialogo tra il soggetto e la sua immagine, che si duplica e si scompone in una ricerca inquieta ed intrigante; finché all’esecutore unico dell’assolo si sostituisce una imprevista molteplicità di sguardi e di cor

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JOSEPH, un monologo fisico interpretato da Marco D’Agostin ed ideato da Alessandro Sciarroni, coreografo e performer che nella sua pratica unisce i linguaggi della danza contemporanea a quelli delle arti visive e performative.all’interno di Secret Florence

Nel monologo fisico e tecnologico ideato da Alessandro Sciarroni, l’interprete Marco D’Agostin si muove sospeso in una dimensione tra reale e virtuale. Volgendo le spalle al pubblico per tutta la durata della performance, l’interprete di Joseph si muove davanti alla web cam di un computer portatile il cui desktop viene proiettato su uno schermo visibile al pubblico: tramite espedienti utilizzati fino dalla nascita della video-arte come l’effetto specchio e il circuito chiuso, si gioca il dialogo tra il soggetto e la sua immagine, che si duplica e si scompone in una ricerca inquieta ed intrigante; finché all’esecutore unico dell’assolo si sostituisce una imprevista molteplicità di sguardi e di corpi, aprendo una dimensione nuova e inattesa.

L’autore della performance, prende in prestito il nome da colui che assume su di sé la paternità dell’uomo che nasconde il divino, ma non ci è dato sapere chi sia Joseph, ne dove sia. Non sappiamo se si tratti dell’uomo che vediamo in scena oppure di uno di quegli occhi sconosciuti capitati per caso all’interno del sistema rappresentativo. Il solo perde la sua connotazione di evento performato da un esecutore unico e si riempie di sguardi meravigliati, deformati, raddoppiati e amplificati. Di corpi esposti e pronti all’esposizione, là fuori, chissà dove, dall’altra parte del mondo, ma nel medesimo istante.

JOSEPH un monologo fisico interpretato da Marco D’Agostin

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