OPEN MAD
cinque giornate all'insegna della condivisione
OPENArchival Platform
Renata Summo – O’Connell
a cura di Valentina Gensini e Renata Summo O'Connell
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a cura di Valentina Gensini e Renata Summo O'Connell
Sulla scorta della ricerca correlata al lavoro presentato per Rivus, A4C Arts for the Commons ha svolto una residenza su invito di MAD Murate Art District, in collaborazione con Artegiro Contemporary Art. La metodologia di A4C si basa su un approccio di lavoro collaborativo e partecipato: laboratori, visite sul campo, incontri, interventi site-specific, mapping collettivo, raccolte di esperienze presentate nella Project room commissionata da MAD. La residenza ha infatti previsto la formazione di un gruppo di lavoro di giovani artisti, curatori e mediatori culturali che ha affiancato la ricerca sul territorio toscano improntata su tre tematiche principali: Sentipensare con l’Arno come modalità di connessione “sentimentale” e sensoriale con l’ecosistema fluviale; Io sono il fiume, il fiume è me ispirato alla cultura ancestrale Maori; Fiume come soggetto agente, premessa essenziale per poter immaginare un percorso che riconosca i diritti dell’Arno come fium
Sulla scorta della ricerca correlata al lavoro presentato per Rivus, A4C Arts for the Commons ha svolto una residenza su invito di MAD Murate Art District, in collaborazione con Artegiro Contemporary Art. La metodologia di A4C si basa su un approccio di lavoro collaborativo e partecipato: laboratori, visite sul campo, incontri, interventi site-specific, mapping collettivo, raccolte di esperienze presentate nella Project room commissionata da MAD. La residenza ha infatti previsto la formazione di un gruppo di lavoro di giovani artisti, curatori e mediatori culturali che ha affiancato la ricerca sul territorio toscano improntata su tre tematiche principali: Sentipensare con l’Arno come modalità di connessione “sentimentale” e sensoriale con l’ecosistema fluviale; Io sono il fiume, il fiume è me ispirato alla cultura ancestrale Maori; Fiume come soggetto agente, premessa essenziale per poter immaginare un percorso che riconosca i diritti dell’Arno come fiume e come ecosistema.
La proposta di A4C per Firenze si è tradotta in un inizio di sentipensamiento con l’Arno, nel senso che ha instaurato un rapporto che per sua natura dovrebbe continuare, dando spazio alla collettività partecipante di poter essere il fiume e con il fiume, collettività rappresentata durante la residenza di A4C di giovani studenti, artisti, curatori e mediatori culturali dell’Accademia di Belle Arti e dell’Istituto Europeo di Design.
_ Renata Summo-O’Connell
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A4C Arts for the Commons
A4C Arts for the Commons è un esercizio collettivo inteso a fornire una piattaforma per artisti e attivisti che esplorano le connessioni e le sinergie tra la produzione visiva e le lotte di rivendicazione dei commons, per affrontare temi relativi alla migrazione umana, ai confini, alla giustizia sociale e ambientale. Nel 2022 hanno partecipato alla 23ma Biennale di Sydney e alla Biennale BAM di Palermo. Nell’ambito del Progetto RIVA sono stati invitati da MAD Murate Art District a creare una Project room a seguito di un mese di residenza artistica di ricerca, con la partecipazione dei giovani artisti e curatori del territorio.
Rosa Jijòn
Rosa Jijòn Artista, attivista e mediatrice culturale, ex direttore del CAC (Centro de Arte Contemporáneo de Quito). Ha partecipato a varie mostre internazionali (Biennale di Venezia, Biennale dell’Avana, Biennale di Cuenca, Bienal Poligráfica de San Juan, Porto Rico) e residenze artistiche internazionali tra cui ARTEA, Residencia Sur Antarctica e Q21 Vienna. Si occupa di mobilità umana e migrazione, cittadinanza, giustizia sociale e ambiente, e si è impegnata nella produzione artistica partecipativa con organizzazioni e comunità di base, dalle donne migranti, alle comunità Rom, alle popolazioni indigene e alle bande di strada. Già Segretaria Culturale dell’Organizzazione Internazionale Italo Latino-americana (IILA).
Francesco Martone
Francesco Martone è membro del Tribunale internazionale sui diritti della natura e “associato” del Transnational Institute. Già Senatore della Repubblica Italiana, dal 1988 si occupa di questioni relative a foreste, cambiamenti climatici, diritti della Natura, diritti delle popolazioni indigene, difensori dell’ambiente e giustizia ambientale. Membro fondatore di Greenpeace Italia, è giurato e membro del Tribunale Permanente dei Popoli ed è stato consulente politico per ONG internazionali sui diritti dei popoli indigeni.
Murate Art District non è un semplice spazio espositivo ma un cantiere di produzione: tramite una selezione basata sul progetto artistico e sul curriculum vitae, artisti nazionali ed internazionali possono svolgere periodi di ricerca dedicati a progetti specifici, condividendo così il loro lavoro con la cittadinanza attraverso installazioni site specific, workshop ed esposizioni.
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Parole di Ana Vujovic, Renata Summo O'Connell, Valentina Gensini
Residenza artistica di Jacopo Baboni Schilingi
La residenza d’artista di Jacopo Baboni Schilingi, parte del nuovo ciclo del Progetto RIVA e iniziata nel settembre 2021, si svilupperà lungo l’arco di 12 mesi durante i quali Baboni Schilingi soggiornerà a intervalli regolari a Firenze, avendo a disposizione uno studio personale a MAD.
La sua presenza sarà però costante, anche durante la sua assenza: attraverso il dispositivo ARGO, infatti, in uno spazio a lui dedicato affacciato sulla sala Ketty La Rocca, i visitatori potranno vedere e seguire l’artista nella sua quotidianità. ARGO è un’installazione sonora e video che accompagnerà tutta la vita di Baboni Schilingi, traducendo in forma organica e in paesaggio sonoro il suo respiro e alcuni parametri vitali misurati 24 ore su 24, 7 giorni su 7, attraverso uno speciale dispositivo. Un computer dedicato e un algoritmo monitorano costantemente i dati in entrata: lunghezza e frequenza del respiro, espansione e compressione della gabbia toracica, ecc. I dati
La residenza d’artista di Jacopo Baboni Schilingi, parte del nuovo ciclo del Progetto RIVA e iniziata nel settembre 2021, si svilupperà lungo l’arco di 12 mesi durante i quali Baboni Schilingi soggiornerà a intervalli regolari a Firenze, avendo a disposizione uno studio personale a MAD.
La sua presenza sarà però costante, anche durante la sua assenza: attraverso il dispositivo ARGO, infatti, in uno spazio a lui dedicato affacciato sulla sala Ketty La Rocca, i visitatori potranno vedere e seguire l’artista nella sua quotidianità. ARGO è un’installazione sonora e video che accompagnerà tutta la vita di Baboni Schilingi, traducendo in forma organica e in paesaggio sonoro il suo respiro e alcuni parametri vitali misurati 24 ore su 24, 7 giorni su 7, attraverso uno speciale dispositivo. Un computer dedicato e un algoritmo monitorano costantemente i dati in entrata: lunghezza e frequenza del respiro, espansione e compressione della gabbia toracica, ecc. I dati trasmessi e interpretati in diretta dal sensore che l’artista indossa, creano una simbiosi tra tecnologia e parametri vitali permettendoci di visualizzare e comprendere una versione esistenziale del presente. Attraverso la conversione di questi dati in funzioni semantiche, ARGO genera musica e immagini senza fine.
Gli appuntamenti che cadenzeranno questa residenza sono molteplici e prevedono, oltre all’installazione che investirà gli spazi di MAD e del Terzo Giardino nel settembre 2022 e che chiuderà questo percorso di Jacopo Baboni Schilingi e Murate Art District, momenti di formazione destinati agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Firenze e del Conservatorio Cherubini e la riproposizione di grandi performance della sua lunga carriera.
Il 4 novembre Jacopo Baboni Schilingi incontra la cittadinanza per presentare ARGO al MAD, alle ore 17:30.
Il 5 novembre, alle ore 18:00, invece verrà eseguita in anteprima italiana al Cinema La Compagnia, la pièce Cinere [une partie d’Alias- hommage au statut des femmes], di Elsa Revcolevschi e Jacopo Baboni Schilingi.
La mia estetica si ispira all’umano: le sue relazioni razionali, emotive e fisiologiche. Ma anche all’umano come rete di regimi sociali reali e virtuali. Noi umani siamo esseri linguistici, dotati di linguaggio. Abbiamo inventato diverse forme scrittura grazie alle quali lasciamo delle tracce per l’alterità. Queste tracce, a differenza degli altri animali del nostro pianeta, hanno una grande longevità, a volte millenaria, che supera la durata della nostra esistenza e che permette di mettere in relazione generazioni molto lontane nel tempo tra di loro. Quando un umano lascia una traccia ripone in essa l’intenzionalità di un dialogo con l’altro; un altro umano. Io chiamo « bellezza » questa intenzionalità al dialogo. Il dialogo è quella capacità umana [non animale, tanto meno vegetale] che permette di andare oltre l’istinto, la tassia, il gesto. Il dialogo è la capacità umana di creare almeno una ipotesi [spesso sono molteplici] che ha come fine la comprensione tra almeno due individui. Due umani. Tu mi parli o mi scrivi [mi lasci una traccia] ed io capisco [credo di capire] quello che mi vuoi trasmettere. E nel capire, nel comprendere, c’è tutto l’abisso della bellezza. Poiché nessuno può definire completamente la comprensione dell’altro. In questo senso, la bellezza naturale non esiste. In natura non c’è dialogo, c’è comunicazione. Le piante comunicano. Gli animali anche. Anche i fiumi con i laghi, e laghi con altri fiumi comunicano: i famosi « vasi comunicanti », ma non è dialogo. Le stelle, gli astri, comunicano, ma non è dialogo. Il dialogo è basato sul linguaggio ed il linguaggio [il verbo] è umano. La bellezza è quella relazione tra un artefatto intenzionale [voluto e creato dall’umano] e un altro umano. O l’ipotesi di un altro. La bellezza è quella tensione « scritta » e firmata [nel senso di fermata, come firmamento] dall’umano. E in quella « scritta », la firma, risiede tutta l’intenzionalità dell’umano. La potenza è uno scambio di energia. Senza due polarità non c’è potenza. La potenza esiste solo come relazione tra due [o più] polarità. Allora la bellezza, nella sua intenzionalità, è la potenza [come scambio di energia] tra due o più umani. Più una « cosa » risulta bella, più di fatto è potente nella sua intenzionalità di dialogo.
Jacopo Baboni Schilingi
La residenza di Jacopo Baboni Schilngi, curata da Renata Summo O’Connell e Valentina Gensini, è finanziata da ANCI e da Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale, all’interno di LUMEN- Progetto RIVA, ideato e prodotto da MAD, in collaborazione con Artegiro Contemporary Art, Institut Francais, Accademia di Belle Arti di Firenze, Conservatorio Luigi Cherubini.
Presentazione della mostra
30 giugno 2021
Workshop al MAD
15 giugno 2021
Art in turbolent times
Il sito è promosso da Mad – Murate Art District e curato da Associazione Ailae nell’ambito del programma Artegiro Contemporary Art per il Progetto RIVA .
Artisti visivi e sonori presentano opere, eventi e azioni realizzati dall’inizio della pandemia ad oggi.
Il sito “Stay With Me. Arte in tempi di turbolenza” è il frutto di un progetto collaborativo ongoing curato da Artegiro per il Progetto RIVA, che vede un gruppo internazionale di artisti, curatori e critici affrontare la sfida di fare arte, curatela e critica oggi, in tempi complessi e turbolenti. I soggetti coinvolti, a partire da marzo 2020, hanno dedicato una serie di azioni al momento storico che stiamo vivendo, per essere testimoni del loro tempo.
E se sulla piattaforma MAD Archival Platform e sul sito stay-with-me.org verrà documentata la produzione degli artisti, un forum verrà proposto al MAD insieme a future azioni sulla sostenibilità nell’ambito del progetto RIVA, che spingerà Stay With Me ad affrontar
Il sito è promosso da Mad – Murate Art District e curato da Associazione Ailae nell’ambito del programma Artegiro Contemporary Art per il Progetto RIVA .
Artisti visivi e sonori presentano opere, eventi e azioni realizzati dall’inizio della pandemia ad oggi.
Il sito “Stay With Me. Arte in tempi di turbolenza” è il frutto di un progetto collaborativo ongoing curato da Artegiro per il Progetto RIVA, che vede un gruppo internazionale di artisti, curatori e critici affrontare la sfida di fare arte, curatela e critica oggi, in tempi complessi e turbolenti. I soggetti coinvolti, a partire da marzo 2020, hanno dedicato una serie di azioni al momento storico che stiamo vivendo, per essere testimoni del loro tempo.
E se sulla piattaforma MAD Archival Platform e sul sito stay-with-me.org verrà documentata la produzione degli artisti, un forum verrà proposto al MAD insieme a future azioni sulla sostenibilità nell’ambito del progetto RIVA, che spingerà Stay With Me ad affrontare le pratiche partecipative nello spazio pubblico.
Dal momento della sua messa online, sul sito Stay With Me saranno presenti (e fruibili) i vari contributi degli artisti all’interno di quelle che sono state simbolicamente chiamate “stanze”.
Aperto e trasversale, Stay with me è un modo di vivere e partecipare l’arte (e il dibattito che ruota intorno ad essa) anche in un momento in cui non è possibile la partecipazione dal vivo. Un invito a condividere le azioni realizzate dagli artisti in questi mesi, a esplorarne i contenuti, a discuterne apertamente creando un dialogo che coinvolga altri artisti, curatori, studiosi dell’arte, storici, sociologi, studenti o chiunque si senta coinvolto dal progetto e dalle sue premesse.
Progetto realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze
Art in turbolent times
With the column #LeOpereeiGiorni we invited artists, curators and intellectuals to share reflections on their work and the current moment.
Today we listen to Renata Summo - O'Connell Director Artegiro Contemporary Art
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Direttrice artistica del progetto Artegiro
Renata è curatrice indipendente e responsabile per il progetto Artegiro Contemporary Art, un progetto curatoriale nomadico e transnazionale in arte contemporanea con sede in Italia. Artegiro è un programma che opera all’interno dell’AILAE, organizzazione co- fondata da Renata nel 2007. Summo O’Connell attualmente collabora con il Global Center for Advanced Studies, come docente del corso Materialist, anticolonial & diasporic studies. Avendo lavorato nei campi di ricerca e docenza in Sociolinguistica e Gender Studies specialmente in Australia, ha continuato indipendentemente la sua scrittura e ricerca critica dopo il ritorno in Europa, concentrandosi soprattutto su argomenti relativi ai ruoli dell’artista e del curatore nella società, la pratica artistica nelle nuove forme di cattività per migrazione, attraverso nuovi modelli di ricerca transnazionale che, al di là di confini istituzionali, possano far avanzare con decisione il dibattito internazionale sull’arte,
Renata è curatrice indipendente e responsabile per il progetto Artegiro Contemporary Art, un progetto curatoriale nomadico e transnazionale in arte contemporanea con sede in Italia. Artegiro è un programma che opera all’interno dell’AILAE, organizzazione co- fondata da Renata nel 2007. Summo O’Connell attualmente collabora con il Global Center for Advanced Studies, come docente del corso Materialist, anticolonial & diasporic studies. Avendo lavorato nei campi di ricerca e docenza in Sociolinguistica e Gender Studies specialmente in Australia, ha continuato indipendentemente la sua scrittura e ricerca critica dopo il ritorno in Europa, concentrandosi soprattutto su argomenti relativi ai ruoli dell’artista e del curatore nella società, la pratica artistica nelle nuove forme di cattività per migrazione, attraverso nuovi modelli di ricerca transnazionale che, al di là di confini istituzionali, possano far avanzare con decisione il dibattito internazionale sull’arte, sulla progettualità creativa e culturale in relazione alla vita politica e sociale. In collaborazione con Monash University Prato Centre, ha lanciato il progetto Imagined Australia. Una Riflessione sulla reciproca costruzione di identità tra Australia e Europa, pubblicato da Peter Lang nel 2009 e nel 2018, in collaborazione con un gruppo internazionale di curatori e artisti, il progetto di ricerca Decolonize! Art, curatorial and critical practices in contemporary times. Con la creazione del COCOAA, una collaborazione che lei ha stabilito tra AILAE e il Comune di Conzano in Monferrato, è curatrice delle residenze artistiche Artegiro che hanno luogo annualmente dal 2010 ed hanno visto più di 14 artisti internazionali in residenza finora. Renata ha creato AILAE Research forums e l’AILAE Summer School in collaborazioni con l’Universita di Monash Prato Centre, Prato; l’Università di Bari; Università Cà Foscari, Venezia; Unical, Rende. E’ stata invitata o ha proposto e collaborato con Goldsmith Uniersity, London; Set Up Art Fair Special Events, Bologna; MAD Murate art District; Università di Cordoba, Argentina; Estate Fiorentina, Comune di Firenze; Città Metropolitana, Firenze; White Night Melbourne, Melbourne City Council Australia.
In collaborazione con AILAE, Renata Summo O’Connell è in residenza curatoriale per il biennio 2020/2021 e per il biennio 2022/2023.
https://www.monash.edu/prato/timeline#/years/2005/events/2675979; https://www.murateartdistrict.it/en/stay-with-me/
https://stay-with-me.org/about/
http://www.lemuratepac.it/en/decolonize-art-curatorial-and-critical-practices-in-contemporary-times/
International conference about artistic residencies
The art system today sees the artist’s residence as a consolidated and constitutive system. Residence is synonymous with mobility, production and research.
Some pioneering experiences are renewed today by proposing new approaches and alternative ways.
How much can residency affect artistic production?
What instruments can be claimed?
How can residencies and artists not only represent a network of insiders but also establish and stimulate important relationships with the territories and communities that host them?
During the international conference hosted by MAD Murate Art District on 28th november 2019, thanks to the participations of national and international guests, we tried to answer these questions.
Introduction by
Roberto Ferrari, Direttore Cultura e Ricerca, Regione Toscana
10.30-14.00
Artist’s residencies in Italy: research, production, participatory processes
Moderator Valentina Gensini
FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina
FONDAZIONE BEVILA
The art system today sees the artist’s residence as a consolidated and constitutive system. Residence is synonymous with mobility, production and research.
Some pioneering experiences are renewed today by proposing new approaches and alternative ways.
How much can residency affect artistic production?
What instruments can be claimed?
How can residencies and artists not only represent a network of insiders but also establish and stimulate important relationships with the territories and communities that host them?
During the international conference hosted by MAD Murate Art District on 28th november 2019, thanks to the participations of national and international guests, we tried to answer these questions.
Introduction by
Roberto Ferrari, Direttore Cultura e Ricerca, Regione Toscana
10.30-14.00
Artist’s residencies in Italy: research, production, participatory processes
Moderator Valentina Gensini
FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina
FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA, Stefano Coletto
CENTRALE FIES, Dino Sommadossi (skype call)
FONDAZIONE RATTI, Lorenzo Benedetti
FONDAZIONE LAC O LE MON, Emilio Fantin
FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE, Claudia Cavalieri
FARM CULTURAL PARK, Mariacristina Di Carlentini
MUSEO CARLO ZAULI, Matteo Zauli
GUILMIARTPROJECT, Lucia Giardino
ARTEGIRO, Renata Summo
15.00-17.00
Workshop Toscana
Moderator Matteo Innocenti
KILOWATT FESTIVAL, Lucia Franchi e Luca Ricci
TEMPO REALE, Loredana Terminio
MURATE ART DISTRICT, Valentina Gensini
CHINA PROJECT, Giulio Saverio Rossi e Gabriele Dini
FABBRICA EUROPA, Maurizia Settembri
CORNIOLO ART PLATFORM, Angela Burico e Silvio Palladino
COMPAGNIA VIRGILIO SIENI, Daniela Giuliano
CAB008, Cristina Rizzo
17.30-19.00
Participative processes in European networks and alternative practices in international residences
Giuliana Ciancio, Università di Anversa,
The international experience of Be SpectACTive
Keynote
Pascal Gielen, COMMONS E RESIDENZE, Università di Anversa
Author of the book Contemporary Artist Residencies Reclaiming Time and Space
Il Progetto è realizzato nell’ambito di Toscanaincontemporanea2019 con il sostegno di Regione Toscana e Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze
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Abstract degli interventi degli ospiti del convegno
Prima sessione: Residenze d’artista in Italia: la ricerca, la produzione, i processi partecipativi
-FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina
La residenza tra arte visiva e musica contemporanea: l’esperienza della Fondazione Spinola Banna per l’Arte
La Fondazione Spinola Banna per l’Arte, con sede a Poirino in provincia di Torino, ha iniziato la sua attività nel 2005 con il desiderio di contribuire alla promozione e alla diffusione dell’arte contemporanea.
Per perseguire questo intento ha da subito voluto rivolgersi ai giovani artisti che si dedicano alle arti visive, e in seguito dal 2007 anche alla musica, per sostenerli in quel significativo e cruciale momento di passaggio in cui, al termine del periodo di formazione accademica/universitaria, essi si avviano verso una carriera artistica vera e propria. La Fondazione ha adottato la metodologia della residenza come base di lavoro, declinandola nel tempo in diversi progetti che, in particolare negl
Prima sessione: Residenze d’artista in Italia: la ricerca, la produzione, i processi partecipativi
-FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina
La residenza tra arte visiva e musica contemporanea: l’esperienza della Fondazione Spinola Banna per l’Arte
La Fondazione Spinola Banna per l’Arte, con sede a Poirino in provincia di Torino, ha iniziato la sua attività nel 2005 con il desiderio di contribuire alla promozione e alla diffusione dell’arte contemporanea.
Per perseguire questo intento ha da subito voluto rivolgersi ai giovani artisti che si dedicano alle arti visive, e in seguito dal 2007 anche alla musica, per sostenerli in quel significativo e cruciale momento di passaggio in cui, al termine del periodo di formazione accademica/universitaria, essi si avviano verso una carriera artistica vera e propria. La Fondazione ha adottato la metodologia della residenza come base di lavoro, declinandola nel tempo in diversi progetti che, in particolare negli ultimi anni, si sono arricchiti in dialoghi serrati con altre istituzioni.
-FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA, Stefano Coletto
Residenze e formazione artistica a Venezia.
La Fondazione Bevilacqua La Masa, Istituzione del Comune di Venezia, nasce per “dare spazio” agli artisti, e quindi formazione, lavoro, visibilità.
Gli Atelier, all’inizio del Novecento, sono la prima attività di questo particolare e originale Ente. Gli Studi diventano luoghi di lavoro, abitazioni instabili e precarie, stanze per incontri e dialoghi.
Dalla fine degli anni Novanta, il lavoro sugli artisti emergenti si fa sempre più mirato e si comincia a lavorare sulla mobilità. Dall’inizio degli anni Duemila l’Istituzione diviene un riferimento per le attività di residenze e Atelier in Italia, si costruiscono relazioni internazionali e progetti di supporto con partner pubblici e privati. Il “radicante” arriva a Venezia e comincia a lasciare tracce vive.
-CENTRALE FIES, Dino Sommadossi
Centrale Fies Art work Space è un centro indipendente di residenza e produzione delle arti performative contemporanee situato all’interno di una centrale idroelettrica di inizio novecento, in parte ancora attiva, proprietà di Hydro Dolomiti Energia.
Centrale Fies è attraversata ogni anno da decine di artisti e creativi da ogni parte del mondo, che supporta sotto ogni aspetto: da quello curatoriale a quello produttivo (tramite residenze, disponibilità di sale attrezzate e di assistenza tecnica, aree di coworking) ma anche pratico (assistenza gestionale, organizzativa, fundraising e supporto amministrativo, produzione e networking nazionale e internazionale). In virtù della sua vocazione trans-settoriale, attrae e contribuisce a far crescere realtà imprenditoriali e progetti ibridi dal forte carattere di sperimentazione.
-FONDAZIONE RATTI, Lorenzo Benedetti
Dal 1988 la Fondazione Antonio Ratti è impegnata nell’indagine dei linguaggi e delle ricerche nel campo delle arti visive, con una particolare attenzione per l’arte contemporanea. Le attività della Fondazione in questo senso sono legate alla formazione, alla riflessione teorico critica e alla creazione di network che favoriscano la circolazione del pensiero.
La Fondazione Antonio Ratti è diventata negli anni un punto di riferimento per la giovane arte italiana e internazionale, una incubatrice di idee, un luogo di discussione e sperimentazione, cominciando dal fare e diffondere arte, per arrivare al pensiero puro che ruota attorno all’arte stessa.
Tra le principali attività ci sono l’annuale CSAV – Artists’ Research Laboratory, ex Corso Superiore di Arti Visive, giunto nel 2016 alla sua XXII edizione, diretto dal 1995 da Annie Ratti e nato dal precedente Corso Superiore di Disegno.
-FONDAZIONE LAC O LE MON, Emilio Fantin
La Fondazione Lac o Le Mon nasce nel 2015 per iniziativa di Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti e Luigi Presicce che, a partire dal 2006, con il nome collettivo di Lu Cafausu, hanno organizzato performance, mostre e azioni in diversi contesti e che celebrano tutti gli anni, a partire dal 2010, la “Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte)”.
La Fondazione ha acquisito un immobile con più di un ettaro e mezzo di terreno, a San Cesario di Lecce: la Casa Cafausica, centro di sperimentazione e formazione artistica. Qui si stanno creando “comunità di indagine” sia per ricercare e attuare soluzioni pratiche (pur anche paradossali o non-funzionali), sia anche, utilizzando letture, tecniche, sperimentazioni e visioni, per mettere in discussione il tema stesso dell’indagine e liberarsi da ogni finalità.
-FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE, Claudia Cavalieri
Residenza d’artista: la poetica del fare
Dopo una veloce panoramica sulla storia del Pastificio Cerere attraverso le voci di alcuni dei suoi diretti protagonisti, si illustrerà il progetto “6ARTISTA. Progetto per giovani artisti” che ha caratterizzato, fin dalla sua istituzione nel 2009, le attività della Fondazione Pastificio Cerere.
6ARTISTA è stato uno dei primi programmi a considerare la possibilità per gli artisti italiani delle nuove generazioni di risiedere a Roma, offrendo un percorso formativo di alto livello culturale, finalizzato all’inserimento nel mondo dell’arte. Il progetto recupera l’atmosfera di quella che storicamente è l’identità del Pastificio Cerere, dove sono state condivise e continuano tuttora, vite ed esperienze artistiche di diversa natura.
Si racconterà anche come negli anni la Fondazione Pastificio Cerere ha diversificato i suoi programmi di residenza, collaborando con enti internazionali e ospitando artisti stranieri.
-FARM CULTURAL PARK, Mariacristina Di Carlentini
La Residenza d’artista a Farm Cultural Park rappresenta un punto di connessione tra l’artista e la comunità; la popolazione entra a contatto con la bellezza di cui Farm si fa portavoce.
Gli artisti in residenza arricchiscono il loro progetto anche grazie alle relazioni che intraprendono all’interno del contesto nel quale gli stessi operano.
Questi processi permettono alla comunità di instaurare delle relazioni personali strettamente legate alla bellezza racchiusa nella condivisione con l’altro. È importante quello che si innesca a livello comunitario, infatti gli artisti lasciano tracce di memoria che permettono a Favara di comunicare con il mondo. Ciascuna residenza rappresenta quindi una sperimentazione artistica, ma prima di tutto umana.
-MUSEO CARLO ZAULI, Matteo Zauli
Residenze d’artista al Museo Carlo Zauli di Faenza: la ceramica come incontro tra territorio e contemporaneità
Il progetto Residenza d’Artista dal 2003 ha l’obiettivo di esplorare il rapporto tra ceramica e arte contemporanea, invitando spesso artisti di rilievo internazionale che abitualmente non utilizzano questo materiale ma che sono attratti dal suo fascino arcano e familiare.
Un Incontro che non si limita ed esaurisce nella produzione di un’opera, ma coinvolge anche un curatore, un ceramista, un gruppo di studenti e la citta’ di Faenza.
Un’avventura sperimentale, un processo creativo guidato da un artista che non conosce le regole ceramiche, con esiti sempre unici e sorprendenti dal punto di vista artistico, tecnico e relazionale, nel quale il museo mette a disposizione laboratorio, tecnico ceramista, residenza e staff, per porre in relazione un territorio con la visione di un artista.
-GUILMIARTPROJECT, Lucia Giardino
Il lavoro e l’ansia da stakeholders
GuilmiArtProject è una residenza su invito in cui l’artista, condividendo gli intenti basati sulla pratica empirica non aprioristica di GAP, agisca come vettore di ricerca dallo sguardo trasversale e avvii la produzione di un’opera in dialogo a vari livelli col paese e/o con la comunità. Guilmi è un comune nell’entroterra abruzzese, che conta oggi circa 300 residenti, rispetto ai quasi 3000 degli anni Sessanta. Dal 2007 GAP – e i suoi “effetti collaterali” (feste, laboratori, passeggiate, pasti collettivi, non-ché la Nuova Didattica Popolare, per la condivisione di esperienza e il consolida-mento del binomio di arte/educazione) – ha attirato l’attenzione di locali e professio-nisti, generando partecipazione e pubblico e una micro-economia nel territorio, irri-levante nell’ottica macro, ma di un certo peso nella scala locale. Parallelamente molti lavori prodotti nell’ambito di GAP sono confluiti nel mercato dell’arte nazionale e internazionale. Nel 2019 GAP decide di rimodularsi, ridefinendo la sua comunità di riferimento.
-ARTEGIRO, Renata Summo-O’Connell
Pratica artistica e il sistema dell’arte contemporanea Dieci anni di residenze artistiche ad Artegiro.
Le residenze Artegiro sono concepite come un’opportunità di lasciar vivere l’arte, ripensando non solo il concetto di residenza per far sì che l’artista fosse davvero presente e al cuore del mondo dell’arte. L’artista è visto come presente con la sua scelta di progettualità, le sue preferenze, la produzione, sebbene in un contesto di reciprocità, con il curatore, ma anche con la collettività.
Questa nozione di presenza infatti, presuppone un contesto nel quale essere presenti, un contesto che il progetto Artegiro legge soprattutto come la comunità attorno all’artista, da quella che ospita la residenza, fino a quella più ampia, la realtà globale che oggi, più che mai, è presente nella vita di ciascuno anche grazie alla rete internet.
Seconda sessione: Workshop Toscana
-KILOWATT FESTIVAL, Lucia Franchi e Luca Ricci
PRATICHE DI PARTECIPAZIONE: GLI ARTISTI SONO PRONTI?
Il tempo della residenza è fatto di dicotomie: spazio protetto per la creazione/spazio di interazione con territori e comunità, chiuso/aperto, intimo/pubblico. Abbiamo già artisti pronti a valorizzare questi contrasti perché essi non appaiano come limite, ma quale opportunità? La relazione coi luoghi è una tassa da pagare o può portare a un ribaltamento della prospettiva dalla quale si crea?
-TEMPO REALE, Loredana Terminio
Il primo progetto di residenze (La mansarda di Tempo Reale) nasce in maniera pionieristica nel lontano 2000: durerà tre anni, mutuando il concetto di residenza dai sistemi della danza e del teatro e portando a Firenze musicisti italiani e stranieri. Sarà poi dal 2015 che Tempo Reale riprenderà in maniera continuativa l’idea di “aprire i propri spazi” e mettere a disposizione la propria professionalità nel campo della ricerca musicale con un programma di residenze, strutturato come vera e propria azione di promozione e sostegno della creatività. Il programma di residenze IN TEMPO REALE diventato poi RESIDENZE KATE (in omaggio alla collaboratrice Caterina Poggesi) prevede la possibilità di ospitare più artisti che indagano l’ambito del suono e della musica sperimentale, nel tentativo di far crescere realtà artistiche, facilitandone le esperienze di formazione e di scambio.
-MURATE ART DISTRICT, Valentina Gensini
-CHINA PROJECT, Giulio Saverio Rossi e Gabriele Dini
MAD Murate Art District nasce nel 2014 come centro di arte contemporanea e residenze d’artista del Comune di Firenze. Da allora migliaia di artisti hanno lavorato nel nostro centro, focalizzato sulla ricerca artistica e sulla produzione. Convintamente aperto a ricerche di taglio interdisciplinare e transdisciplinare, MAD ospita fotografi, artisti visivi, architetti e designer, danzatori, performer, attori, registi teatrali e cinematografici, musicisti e sound designer.
Nel corso del 2019 MAD ha accompagnato il lavoro di oltre 600 artisti, divisi tra senior e artisti in formazione.
MAD non è un semplice spazio espositivo ma un cantiere di produzione: tramite una selezione basata sul progetto artistico e sul curriculum vitae, artisti nazionali ed internazionali possono svolgere periodi di ricerca dedicati a progetti specifici, condividendo il loro lavoro con la cittadinanza attraverso installazioni site-specific, workshop ed esposizioni. Artisti del territorio vengono invece supportati per soggiorni di ricerca all’interno della società civile (progetto Residenze d’artista a scuola) o all’Estero, come nel caso del China Project.
Agli artisti riconosciamo risorse tramite bandi, ma anche tempo e spazio, nel rispetto delle necessità del lavoro e della ricerca specifica cui stanno attendendo; ciò che verrà da loro restituito alla cittadinanza è una scelta soggettiva e non preventivamente negoziata.
-FABBRICA EUROPA, Maurizia Settembri
Situata all’interno del Parco delle Cascine di Firenze, PARC Performing Arts Research Centre, attuale sede di FABBRICA EUROPA è un centro di incontro e creazione internazionale e interculturale, con numerosi progetti di produzione e formazione all’attivo. Fabbrica Europa dà spazio a moltissime realtà artistiche locali, nazionali e internazionali, costruendo una rete di scambi capace di nutrire un terreno prolifico e di grande impatto
-CORNIOLO ART PLATFORM, Angela Burico e Silvio Palladino
Corniolo Art Platform una prospettiva di educazione radicale, collaborativa e integrata.
Corniolo Art Platform nasce nel 2011 per attivare un centro di residenza focalizzato su collettivi e gruppi artistici formali e informali su scala internazionale e per fornire un luogo di ricerca protetto e circondato dalla natura in un contesto rurale e vitale.
L’attitudine a praticare i linguaggi artistici collettivamente, a considerare la convivialità come pratica artistica e creare una micro-comunità temporanea coesa e oziosamente produttiva, è divenuta vocazione del luogo e sua caratteristica imprescindibile ed accomuna oggi i diversi collaboratori.
Corniolo Art Platform non interviene direttamente sul territorio ma è piuttosto il territorio che si prende cura della residenza e dei suoi fruitori: fornisce esempi, ispirazione e visione amplificando i contenuti e i temi della summer school.
-COMPAGNIA VIRGILIO SIENI, Daniela Giuliano
Centro Nazionale di Produzione sui linguaggi del corpo e della danza diretto da Virgilio Sieni con sede a Cango a Firenze si apre a un orizzonte internazionale di ricerca ponendo il corpo, la danza e i linguaggi contemporanei dell’arte in dialogo con le discipline umanistiche e con il territorio nei suoi aspetti architettonici e urbanistici. Proiettato verso la costruzione di una polis culturale, il Centro si articola come un corpo organico agendo tra produzione, ospitalità, residenza e trasmissione attraverso le attività della Compagnia Virgilio Sieni, dell’Accademia sull’arte del gesto e della programmazione di Cango. Il Centro propone un modello innovativo di residenza dove oltre allo sviluppo della creazione, l’artista si predispone ad articolare la sua presenza incontrando e creando con altre tipologie di interpreti, giovanissimi danzatori, professionisti, amatori, cittadini, diversamente abili.
-CAB008, Cristina Rizzo
AION = TEMPO
La residenza artistica non é uno spazio ma é un tempo in cui si svolge un lavoro: il punto di vista degli artisti.
Terza sessione: Processi partecipativi in network europei e pratiche alternative in residenze internazionali
– Giuliana Ciancio, Univerisità di Anversa
L’esperienza internazionale di Be SpectACTive
Il progetto Europeo Be SpectACTive!
Tra trans-località e ‘safe space’
Partendo dall’introduzione del progetto europeo di larga scala Be SpectACTive!, oggi alla sua seconda edizione di finanziamento del programma Creative Europe, Giuliana Ciancio co-curator e project manager, ne osserverà punti di forza e di debolezza con particolare attenzione al ruolo assolto dalle residenze artistiche all’interno del network europeo. Queste verranno osservate come luogo di sperimentazione e creazione artistica, ma anche come spazio di collegamento tra realtà culturali diverse, centri parte di uno spazio immateriale di natura ‘trans-locale’.
Il tema della partecipazione ed il coinvolgimento della società civile verranno osservati attraverso le strategie di engagement adottate alla luce della priorità europea dell’Audience Development. Al tempo stesso, la nozione di ‘safe space’ verrà indagata, da un lato, come presupposto e garanzia per la creazione artistica, dall’altro, come condizione per far si che la cultura possa continuare ad essere un luogo ‘insicuro ed imparziale’.
Keynote
-Pascal Gielen, COMMONS E RESIDENZE, Università di Anversa
Autore del libro Contemporary Artist Residencies Reclaiming Time and Space
Tempo e spazio per creare ed essere umani
Una breve cronopia di residenze d’artista
Sulla base dei libri “Contemporary Artist Residencies” e “Commonism”, Pascal Gielen analizzerà la presentazione del tempo e dello spazio per residenza. Il modo in cui le residenze d’artista si presentano e si promuovono per attrarre artisti trasformati nel tempo. Il tempo e lo spazio sono utilizzati come coordinate per costruire un quadro utopico delle condizioni ideali per la creazione. Questa immaginazione del tempo e dello spazio per la creazione sarà descritta da Gielen come quattro tipi-ideali, le cosiddette ‘cronotopias’. In questo modo egli specula su quello che potrebbe essere il tempo e lo spazio ideale per gli artisti per creare in tempi neoliberali e neonazionalisti contemporanei (quello che lui chiama “repressivo liberale”). Questa ricerca lo porta a pratiche comuni dove l’utopia può essere trasformata in politica prefigurativa o “utopia vissuta”.
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