OPEN MAD
cinque giornate all'insegna della condivisione
OPENArchival Platform
Valentina Gensini
a cura di Valentina Gensini e Renata Summo O'Connell
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a cura di Valentina Gensini e Renata Summo O'Connell
Sulla scorta della ricerca correlata al lavoro presentato per Rivus, A4C Arts for the Commons ha svolto una residenza su invito di MAD Murate Art District, in collaborazione con Artegiro Contemporary Art. La metodologia di A4C si basa su un approccio di lavoro collaborativo e partecipato: laboratori, visite sul campo, incontri, interventi site-specific, mapping collettivo, raccolte di esperienze presentate nella Project room commissionata da MAD. La residenza ha infatti previsto la formazione di un gruppo di lavoro di giovani artisti, curatori e mediatori culturali che ha affiancato la ricerca sul territorio toscano improntata su tre tematiche principali: Sentipensare con l’Arno come modalità di connessione “sentimentale” e sensoriale con l’ecosistema fluviale; Io sono il fiume, il fiume è me ispirato alla cultura ancestrale Maori; Fiume come soggetto agente, premessa essenziale per poter immaginare un percorso che riconosca i diritti dell’Arno come fium
Sulla scorta della ricerca correlata al lavoro presentato per Rivus, A4C Arts for the Commons ha svolto una residenza su invito di MAD Murate Art District, in collaborazione con Artegiro Contemporary Art. La metodologia di A4C si basa su un approccio di lavoro collaborativo e partecipato: laboratori, visite sul campo, incontri, interventi site-specific, mapping collettivo, raccolte di esperienze presentate nella Project room commissionata da MAD. La residenza ha infatti previsto la formazione di un gruppo di lavoro di giovani artisti, curatori e mediatori culturali che ha affiancato la ricerca sul territorio toscano improntata su tre tematiche principali: Sentipensare con l’Arno come modalità di connessione “sentimentale” e sensoriale con l’ecosistema fluviale; Io sono il fiume, il fiume è me ispirato alla cultura ancestrale Maori; Fiume come soggetto agente, premessa essenziale per poter immaginare un percorso che riconosca i diritti dell’Arno come fiume e come ecosistema.
La proposta di A4C per Firenze si è tradotta in un inizio di sentipensamiento con l’Arno, nel senso che ha instaurato un rapporto che per sua natura dovrebbe continuare, dando spazio alla collettività partecipante di poter essere il fiume e con il fiume, collettività rappresentata durante la residenza di A4C di giovani studenti, artisti, curatori e mediatori culturali dell’Accademia di Belle Arti e dell’Istituto Europeo di Design.
_ Renata Summo-O’Connell
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A4C Arts for the Commons
A4C Arts for the Commons è un esercizio collettivo inteso a fornire una piattaforma per artisti e attivisti che esplorano le connessioni e le sinergie tra la produzione visiva e le lotte di rivendicazione dei commons, per affrontare temi relativi alla migrazione umana, ai confini, alla giustizia sociale e ambientale. Nel 2022 hanno partecipato alla 23ma Biennale di Sydney e alla Biennale BAM di Palermo. Nell’ambito del Progetto RIVA sono stati invitati da MAD Murate Art District a creare una Project room a seguito di un mese di residenza artistica di ricerca, con la partecipazione dei giovani artisti e curatori del territorio.
Rosa Jijòn
Rosa Jijòn Artista, attivista e mediatrice culturale, ex direttore del CAC (Centro de Arte Contemporáneo de Quito). Ha partecipato a varie mostre internazionali (Biennale di Venezia, Biennale dell’Avana, Biennale di Cuenca, Bienal Poligráfica de San Juan, Porto Rico) e residenze artistiche internazionali tra cui ARTEA, Residencia Sur Antarctica e Q21 Vienna. Si occupa di mobilità umana e migrazione, cittadinanza, giustizia sociale e ambiente, e si è impegnata nella produzione artistica partecipativa con organizzazioni e comunità di base, dalle donne migranti, alle comunità Rom, alle popolazioni indigene e alle bande di strada. Già Segretaria Culturale dell’Organizzazione Internazionale Italo Latino-americana (IILA).
Francesco Martone
Francesco Martone è membro del Tribunale internazionale sui diritti della natura e “associato” del Transnational Institute. Già Senatore della Repubblica Italiana, dal 1988 si occupa di questioni relative a foreste, cambiamenti climatici, diritti della Natura, diritti delle popolazioni indigene, difensori dell’ambiente e giustizia ambientale. Membro fondatore di Greenpeace Italia, è giurato e membro del Tribunale Permanente dei Popoli ed è stato consulente politico per ONG internazionali sui diritti dei popoli indigeni.
Murate Art District non è un semplice spazio espositivo ma un cantiere di produzione: tramite una selezione basata sul progetto artistico e sul curriculum vitae, artisti nazionali ed internazionali possono svolgere periodi di ricerca dedicati a progetti specifici, condividendo così il loro lavoro con la cittadinanza attraverso installazioni site specific, workshop ed esposizioni.
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Mapping the Community: Residenze d’artista a scuola, è un progetto finanziato dalla Direzione Istruzione e promosso dall’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze con il contributo di Cassa di Risparmio di Firenze, con l’ideazione e la curatela di MAD Murate Art District, il centro di arte contemporanea gestito da MUS.E, che ha invitato gli artisti a “coabitare” con i ragazzi, coinvolgendo complessivamente 2790 studenti in laboratori di lungo periodo dedicati a 641 di loro con oltre 700 ore di lavoro investite nelle scuole da novembre 2022 a maggio 2023. La scelta di dedicare un progetto di questo tipo alle scuole medie inferiori deriva da una valutazione molto semplice e strategica: le scuole medie accolgono i ragazzi per un tempo piuttosto breve in relazione agli altri cicli scolastici; i professori hanno difficoltà a trovare progetti dedicati, e la fascia di età coinvolta è delicatissima: entrano bambini ed escono adolescenti in pieno t
Mapping the Community: Residenze d’artista a scuola, è un progetto finanziato dalla Direzione Istruzione e promosso dall’Assessorato all’Educazione del Comune di Firenze con il contributo di Cassa di Risparmio di Firenze, con l’ideazione e la curatela di MAD Murate Art District, il centro di arte contemporanea gestito da MUS.E, che ha invitato gli artisti a “coabitare” con i ragazzi, coinvolgendo complessivamente 2790 studenti in laboratori di lungo periodo dedicati a 641 di loro con oltre 700 ore di lavoro investite nelle scuole da novembre 2022 a maggio 2023. La scelta di dedicare un progetto di questo tipo alle scuole medie inferiori deriva da una valutazione molto semplice e strategica: le scuole medie accolgono i ragazzi per un tempo piuttosto breve in relazione agli altri cicli scolastici; i professori hanno difficoltà a trovare progetti dedicati, e la fascia di età coinvolta è delicatissima: entrano bambini ed escono adolescenti in pieno turbamento. Su di loro l’arte ha un effetto straordinario.
Quando si immagina un progetto per una residenza artistica a scuola la prima difficoltà a cui si può pensare è come l’artista si interfaccerà con i ragazzi, oppure come riuscirà a catturare la loro attenzione. In realtà il primo passo da compiere, o meglio il primo ostacolo da superare, è se e come gli adolescenti accetteranno questa nuova figura. Obiettivo primo, infatti, del progetto Residenze d’artista a scuola è quello di far diventare l’artista parte integrante della comunità, affinché tramite la sua arte possa far esprimere i desideri e i disagi degli studenti, tipici della loro età. A tal proposito ognuno di loro si è presentato a tutta la scuola, illustrando il proprio lavoro e il progetto che aveva in mente per loro.
Clarissa Pasquali
Performing arts, teatro, arti visive e installazioni, canto, videoarte, fotografia sono alcuni dei mezzi espressivi utilizzati dai nove artisti internazionali coinvolti nel progetto, provenienti da Stati Uniti, Ucraina, Russia e Italia. Katiuscia Favilli (regista) con Cristina Abati (performer) per Fosca, Victoria DeBlassie (artista visiva), Andrea Falcone (drammaturgo) con Giacomo Bogani (attore) per inQuanto Teatro, Benedetta Manfriani (cantante, performer, artista visiva), Alisa Martynova (fotografa), Marco Di Costanzo (regista e attore) per Teatro dell’Elce, Olga Pavlenko (artista visiva) hanno messo la loro esperienza e la loro creatività al servizio dell’educazione, coinvolgendo gli studenti delle scuole medie inferiori in un percorso fatto di scoperta, di incontro e di nuove consapevolezze.
Valentina Gensini
Mercoledì 27 settembre alle ore 17:30 verrà presentato al pubblico il Quaderno di Residenza d’artista di Ilaria Turba dal titolo Le simmetrie dei desideri, parte della collana “Quaderni di residenza” edita da Postmediabooks.
Il volume racconta il progetto di ricerca portato avanti dall’artista nel corso della residenza presso MAD, nato in dialogo con i cittadini che abitano il quartiere di Sant’Ambrogio e il Complesso delle Murate.
Ilaria Turba dialoga con Giorgio Bacci e Valentina Gensini, curatori della mostra.
Per maggiori informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it
Mercoledì 27 settembre alle ore 17:30 verrà presentato al pubblico il Quaderno di Residenza d’artista di Ilaria Turba dal titolo Le simmetrie dei desideri, parte della collana “Quaderni di residenza” edita da Postmediabooks.
Il volume racconta il progetto di ricerca portato avanti dall’artista nel corso della residenza presso MAD, nato in dialogo con i cittadini che abitano il quartiere di Sant’Ambrogio e il Complesso delle Murate.
Ilaria Turba dialoga con Giorgio Bacci e Valentina Gensini, curatori della mostra.
Per maggiori informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it
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Il progetto della mostra unisce tre depositi costantemente tenuti insieme da un unico filo conduttore che è quello legato all’ibridazione delle materie e alla non istantanea riconoscibilità degli oggetti usati, oltre ad essere un intervento pensato appositamente per lo spazio architettonico di MAD. Il titolo della mostra è Standby, l’ho scelto appositamente per questi oggetti che sembravano in attesa di diventare altro…
_ Chiara Bettazzi
L’intervento installativo di Chiara Bettazzi vede protagonisti gli strumenti scientifici conservati nei depositi del Museo Galileo (tra gli oggetti selezionati un caleidoscopio, un binocolo da teatro con custodia, uno specchio concavo metallico, un visore per microscopio) e i reperti lapidei e materiali del deposito del complesso delle Murate, insieme alle relative schede inventariali, testimonianze fotografiche e documentali. Attraverso ricomposizioni visive questi elementi – fuori contesto rispetto ai loro luoghi di co
Il progetto della mostra unisce tre depositi costantemente tenuti insieme da un unico filo conduttore che è quello legato all’ibridazione delle materie e alla non istantanea riconoscibilità degli oggetti usati, oltre ad essere un intervento pensato appositamente per lo spazio architettonico di MAD. Il titolo della mostra è Standby, l’ho scelto appositamente per questi oggetti che sembravano in attesa di diventare altro…
_ Chiara Bettazzi
L’intervento installativo di Chiara Bettazzi vede protagonisti gli strumenti scientifici conservati nei depositi del Museo Galileo (tra gli oggetti selezionati un caleidoscopio, un binocolo da teatro con custodia, uno specchio concavo metallico, un visore per microscopio) e i reperti lapidei e materiali del deposito del complesso delle Murate, insieme alle relative schede inventariali, testimonianze fotografiche e documentali. Attraverso ricomposizioni visive questi elementi – fuori contesto rispetto ai loro luoghi di conservazione – diventano oggetto e suggestione per l’opera dell’artista: si apre così un dialogo articolato su differenti livelli di memoria, tra l’immaginario artistico di Chiara Bettazzi e lo spirito che anima la conservazione istituzionale degli oggetti storici e scientifici. Risemantizzati in una nuova geografia della visione. Curata da Letizia Bocci e Valentina Gensini, la mostra mette in evidenza l’urgenza intimamente legata alla necessità dell’artista di riappropriarsi di una memoria individuale e collettiva, affinché essa non venga dispersa. Il visitatore è invitato così a risalire alle prime tracce di un vissuto e di un pensiero: quello legato alla pratica dell’artista e quello delle due realtà fiorentine. Il risultato è un lavoro di riflessione sulla stratificazione del tempo e della memoria.
Con saggi di: Letizia Bocci, Alessandra Acocella, Caterina Toschi, Silvia Bruni, Valentina Gensini e Margherita Scheggi.
L’esposizione si presenta all’occhio come un lavoro scultoreo, che oltre ad essere espressione di un processo in divenire, è una stratificazione di studio e documentazione su entrambi i depositi, insieme a lavori passati dell’artista, in particolare gli studi sulla visione e sulla fotografia, che trovano completamento e senso in questa nuova dimensione. Chiara Bettazzi ha così, progressivamente, posto l’attenzione sul concetto di ambiente, su qualcosa che andava costruendosi in termini di relazione, sia durante il lavoro nei depositi, sia all’interno della mostra, chiedendo a chi osserva di affinare lo sguardo, affinché ciò che sembra una sola moltitudine possa rivelarsi nelle proprie infinite variazioni, all’interno di un’unica “visione d’insieme”, come suggerisce il sottotitolo della mostra, sebbene suddivisa in più nuclei focali.
_ Letizia Bocci
Il lavoro di Chiara Bettazzi può dunque essere letto da una prospettiva storico-artistica in senso lineare, attraverso una ricognizione puntuale della cronologia delle diverse fasi della sua ricerca – restituita nel presente volume da Alessandra Acocella –, oppure ponendolo comparativamente nel crogiuolo delle pratiche tassonomiche contemporanee, in cui il formato della collezione è integrato nella prassi artistica ed espositiva per indagare l’ambivalenza diacronica e anacronica delle memorie racchiuse negli oggetti raccolti; la complessità di questo secondo metodo di indagine è oggetto di numerosi studi monografici, di cui la presente indagine è debitrice pur focalizzandosi solo su pochi aspetti della questione.
_ Caterina Toschi
Chiara Bettazzi (Prato, 1977) è artista e fondatrice dello spazio ex-industriale di Via Genova. Da anni indaga i linguaggi contemporanei all’interno del paesaggio industriale del territorio attraverso il progetto TAI – Tuscan Art Industry. Da sempre interessata a innescare processi di sensibilizzazione e riappropriazione di spazi in abbandono si dedica alla sua ricerca artistica che indaga una duplice dimensione, da un lato lo spazio industriale e i luoghi silenziosi dall’altro una poetica dell’oggetto quotidiano che si sviluppa tra accumulo e scarto. Un processo creativo che riflette sulla memoria, sul tempo, e sul tentativo di coniugare materie organiche e inorganiche. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private.
Murate Art District non è un semplice spazio espositivo ma un cantiere di produzione: tramite una selezione basata sul progetto artistico e sul curriculum vitae, artisti nazionali ed internazionali possono svolgere periodi di ricerca dedicati a progetti specifici, condividendo così il loro lavoro con la cittadinanza attraverso installazioni site specific, workshop ed esposizioni.
by Chiara Bettazzi, curated by Letizia Bocci e Valentina Gensini
From May 10 to July 23, 2023 Museo Galileo and MAD Murate Art District present the exhibition “Standby. Installation view” by Chiara Bettazzi.
The exhibition, born from an original production commissioned by Museo Galileo and MAD Murate Art District, presents a site-specific installation developing around the theme of storage, a symbol of preservation but also a space of material and immaterial memories, unknown and hidden from collective view.
Chiara Bettazzi’s installation features scientific instruments from the Museo Galileo’s storage and materials from the Murate’s storage, along with inventory cards, photographic and documentary evidence. Through visual compositions, these elements – out of context with respect to their places of preservation – become object and suggestion for the artist’s work: a multi-level dialogue of memory is thus opened between Chiara Bettazzi’s artistic imagination and the spirit that animates the institutional p
From May 10 to July 23, 2023 Museo Galileo and MAD Murate Art District present the exhibition “Standby. Installation view” by Chiara Bettazzi.
The exhibition, born from an original production commissioned by Museo Galileo and MAD Murate Art District, presents a site-specific installation developing around the theme of storage, a symbol of preservation but also a space of material and immaterial memories, unknown and hidden from collective view.
Chiara Bettazzi’s installation features scientific instruments from the Museo Galileo’s storage and materials from the Murate’s storage, along with inventory cards, photographic and documentary evidence. Through visual compositions, these elements – out of context with respect to their places of preservation – become object and suggestion for the artist’s work: a multi-level dialogue of memory is thus opened between Chiara Bettazzi’s artistic imagination and the spirit that animates the institutional preservation of historical and scientific objects, resemantized in a new geography of vision.
Curated by Letizia Bocci and Valentina Gensini, the exhibition highlights the artist’s intimate need to reclaim and preserve individual and collective memory. The visitor is thus invited to follow the first tracks of a peculiar experience and thought, which is on the one hand closely linked to the artist’s practice, and on the other hand connected to both Florentine institution archives. The result is a work of reflection on the stratification of time and memory.
The exhibition opens on Wednesday, May 10 at 6 p.m. at MAD Murate Art District and will be running until Sunday, July 23.
For more information
055 2476873
info.mad@musefirenze.it
Ilaria Turba, a cura di Giorgio Bacci e Valentina Gensini
Le simmetrie dei desideri è un progetto di ricerca nato in dialogo con i cittadini che abitano il quartiere di Sant’Ambrogio e il Complesso delle Murate, riattivando un ricco tessuto di memorie personali e territoriali che sottolinea la feconda e complessa articolazione della società contemporanea.
Significativamente, il lavoro si riallaccia alla straordinaria esperienza vissuta da Ilaria Turba nel corso dei quattro anni trascorsi a Marsiglia come artiste associée di Le ZEF – scène nationale de Marseille, di cui il progetto attuale costituisce un capitolo collegato eppure totalmente nuovo. In quella circostanza la pratica della panificazione, rituale antico che accomuna tutte le culture mediterranee, aveva condotto a una iconica materializzazione dei desideri della comunità nei pani dei desideri. Nella residenza fiorentina l’artista ha ricercato oggetti privati e d’affezione in quanto veicoli di desideri, storie e immaginari. I pani rituali impastati con i marsigliesi
Le simmetrie dei desideri è un progetto di ricerca nato in dialogo con i cittadini che abitano il quartiere di Sant’Ambrogio e il Complesso delle Murate, riattivando un ricco tessuto di memorie personali e territoriali che sottolinea la feconda e complessa articolazione della società contemporanea.
Significativamente, il lavoro si riallaccia alla straordinaria esperienza vissuta da Ilaria Turba nel corso dei quattro anni trascorsi a Marsiglia come artiste associée di Le ZEF – scène nationale de Marseille, di cui il progetto attuale costituisce un capitolo collegato eppure totalmente nuovo. In quella circostanza la pratica della panificazione, rituale antico che accomuna tutte le culture mediterranee, aveva condotto a una iconica materializzazione dei desideri della comunità nei pani dei desideri. Nella residenza fiorentina l’artista ha ricercato oggetti privati e d’affezione in quanto veicoli di desideri, storie e immaginari. I pani rituali impastati con i marsigliesi sono dunque serviti da attivatori di un nuovo percorso partecipativo con gli abitanti delle Murate e del quartiere di Sant’Ambrogio. I cittadini sono stati coinvolti in un percorso di ricerca, identitario e migrante al tempo stesso, il cui esito immediato e più visibile è stata la raccolta di oggetti appartenenti agli intervistati, messi idealmente in simmetrico dialogo con i desideri espressi dagli abitanti di Marsiglia, in un sentire condiviso di aspirazioni e desideri.
Durante il mese di residenza Ilaria Turba ha dunque progressivamente collocato negli spazi espositivi oggetti, pani e immagini fotografiche cui ha lavorato in progress, creando una personale topografia del quartiere. Gli oggetti sono a loro volta accompagnati da racconti e tracce del processo di ricerca: ogni singolo elemento è parte di una narrazione collettiva, di una mappatura delle memorie e delle istanze, oltre che dei desideri della nostra comunità.
Al primo piano l’idea di comunità è evocata dal tavolo dei pani di Marsiglia, circondato dagli oggetti affidati all’artista dagli abitanti del quartiere. Nelle celle invece è possibile ritrovare lo studio dell’artista e spazi di ascolto e visualizzazione di documenti, per ripercorrere il processo di ricerca e di mappatura, ascoltare le voci delle persone coinvolte, ricomporre le tracce e la stratificazione di questo percorso collettivo, un palinsesto in cui ogni singolo elemento rinvia a una costellazione di vissuti e relazioni, indagata e sollecitata dall’artista con attenzione.
Ilaria Turba ha incontrato e coinvolto gli abitanti di Sant’Ambrogio recandosi nelle loro case, negli spazi artigiani o commerciali, nel mercato e per la strada, bussando all’interno delle comunità e delle redazioni, delle università e dei ristoranti, delle associazioni e di atelier. Adesso la vita del quartiere e gli oggetti importanti per la comunità entrano nello spazio dell’arte, protagonisti di questa esposizione.
Il lungo processo di rigenerazione e riqualificazione delle Murate prosegue dunque prendendo sempre nuove forme.
Parole di Ana Vujovic, Renata Summo O'Connell, Valentina Gensini
Benedetta Manfriani e Valentina Gensini
Benedetta Manfriani
The RIVA project, promoted by the Associazione MUS.E, under the artistic direction of Valentina Gensini, in collaboration with the Municipality of Florence, the Region of Tuscany, in co-project with the Sensi contemporanei program and MiC (Ministry of Culture, Italy) was created with the aim of enhancing the banks of the Arno River, in the heart of Florence and in the metropolitan area.
Waiting to visit the exhibition, through the words of the curator, we review how, following the idea of rediscovering the environmental and cultural heritage of the river, the RIVA Project has developed until today.
Direttore Artistico MAD Murate Art District
Valentina Gensini è storica dell’arte e curatrice. Dopo il lavoro in sovrintendenza presso Palazzo Pitti, e le collaborazioni con la Scuola di specializzazione in storia dell’arte dell’università di Siena, ha lavorato come consulente per la Fondazione Palazzo Strozzi, dove ha co-curato Green Platform. Arte Ecologia Sostenibilità (CCCStrozzina, 2009). Ha co-curato il progetto espositivo e il catalogo Novecento Sedotto. il fascino del seicento tra le due guerre (villa Bardini 2010). Ha diretto la sezione Arti Visive del Festival Fabbrica Europa (2012). Per Mus.e, è Responsabile dell’area contemporaneo, ha fondato e diretto il Museo Novecento (2014-2017) e Le Murate. Progetti Arte Contemporanea (2014-2019), che attualmente dirige con il nuovo progetto MAD Murate Art District. È fondatrice e direttore artistico del Progetto RIVA, un progetto pluriennale di arte pubblica internazionale sul tema della progettazione ecosostenibile ed ecosofica. E’ autrice di saggi,
Valentina Gensini è storica dell’arte e curatrice. Dopo il lavoro in sovrintendenza presso Palazzo Pitti, e le collaborazioni con la Scuola di specializzazione in storia dell’arte dell’università di Siena, ha lavorato come consulente per la Fondazione Palazzo Strozzi, dove ha co-curato Green Platform. Arte Ecologia Sostenibilità (CCCStrozzina, 2009). Ha co-curato il progetto espositivo e il catalogo Novecento Sedotto. il fascino del seicento tra le due guerre (villa Bardini 2010). Ha diretto la sezione Arti Visive del Festival Fabbrica Europa (2012). Per Mus.e, è Responsabile dell’area contemporaneo, ha fondato e diretto il Museo Novecento (2014-2017) e Le Murate. Progetti Arte Contemporanea (2014-2019), che attualmente dirige con il nuovo progetto MAD Murate Art District. È fondatrice e direttore artistico del Progetto RIVA, un progetto pluriennale di arte pubblica internazionale sul tema della progettazione ecosostenibile ed ecosofica. E’ autrice di saggi, cataloghi e volumi tra cui Video d’artista. La video-arte dalle origini a oggi, Polistampa 2011; Nuclei vitali, Pacini Editore 2015, Global Identities. postcolonial and cross-cultural narratives, Mousse, 2019; Musei, pubblici, tecnologie, Pisa University Press, 2020; Il Novecento: dalle collezioni civiche al museo, Skirà 2021; Firenze Novecento, Skirà 2022.
Conferenza in diretta sulla pagina facebook del Museo Civico e del MAD Murate Art District, 17 febbraio 2021 ore 17.00
Il Museo Civico di Castelbuono in collaborazione con MAD Murate Art District presenta l’incontro “La sfida del digitale per i musei: storytelling, pubblici e accessibilità”, trasmesso in diretta sulla pagina facebook delle due istituzioni culturali, mercoledi 17 febbraio 2021 ore 17.00.
Un incontro con la partecipazione di:
Elisa Bonacini, esperta di comunicazione culturale con le nuove tecnologie,
Valentina Gensini, direttore artistico MAD Murate Art District,
Maria Rosa Sossai, ricercatrice nel campo delle pratiche artistiche partecipative e delle politiche dell’educazione,
Laura Barreca, Direttrice del Museo Civico di Castelbuono.
La conversazione affronta da diverse prospettive scientifiche un tema con il quale i musei sono chiamati a confrontarsi in un momento storico come quello attuale. Appare ormai condivisa l’idea di un generale ripensamento della funzione dei musei e degli strumenti di divulgazione e promozione culturale, sia in rapporto alle diverse tipologie
Il Museo Civico di Castelbuono in collaborazione con MAD Murate Art District presenta l’incontro “La sfida del digitale per i musei: storytelling, pubblici e accessibilità”, trasmesso in diretta sulla pagina facebook delle due istituzioni culturali, mercoledi 17 febbraio 2021 ore 17.00.
Un incontro con la partecipazione di:
Elisa Bonacini, esperta di comunicazione culturale con le nuove tecnologie,
Valentina Gensini, direttore artistico MAD Murate Art District,
Maria Rosa Sossai, ricercatrice nel campo delle pratiche artistiche partecipative e delle politiche dell’educazione,
Laura Barreca, Direttrice del Museo Civico di Castelbuono.
La conversazione affronta da diverse prospettive scientifiche un tema con il quale i musei sono chiamati a confrontarsi in un momento storico come quello attuale. Appare ormai condivisa l’idea di un generale ripensamento della funzione dei musei e degli strumenti di divulgazione e promozione culturale, sia in rapporto alle diverse tipologie di pubblico, sia in relazione alla valorizzazione del patrimonio culturale. I Musei possono quindi farsi promotori di un nuovo formato di fruizione che permetta una maggiore inclusione e una migliore accessibilità al patrimonio culturale, anche in relazione all’orientamento fornito dalla Convenzione di Faro (2005).
Le istituzioni culturali, a cui è affidata per statuto la tutela, la valorizzazione, la produzione, la musealizzazione, e la divulgazione di beni materiali e immateriali, oggi affrontano la sfida della trasmissione del patrimonio culturale attraverso l’invenzione di nuovi linguaggi di comunicazione. Una riflessione che si estende anche al tema delle professionalità museali, e dei nuovi ambiti di sperimentazione come lo storytelling, i virtual tour, la partecipazione di più categorie sociali di pubblico, con l’adozione di un linguaggio meno tecnico e più comprensibile. Per determinare un impatto concreto sui visitatori il settore dell’innovazione tecnologica ha offerto negli ultimi decenni strumenti e possibilità di valorizzazione delle opere e del concetto di esperienza al museo.
Durante la conversazione saranno discussi e presentati con le autrici le recenti pubblicazioni di Elisa Bonacini I Musei e le forme dello Storytelling digitale, Aracne, 2020, e Valentina Gensini, Musei, Pubblici, Tecnologie, Pisa University Press, 2020.
Available in:
Questione di Accessibilità, Valentina Gensini
Texts by: Patrizia Asproni, Lucia Cataldo, Maria Vittoria Marini Clarelli, Alberto Del Bimbo, Irene Di Ruscio, Perla Gianni Falvo, Vincenza Ferrara, Alessandra Ferrini, Manuela Fusi, Valentina Gensini, Antonella Guidazzoli, Anna Maria Marras, Paolo Mazzanti, Elena Mazzi, Sarah Dominique Orlandi, Robert Pettena, Cesare Pietroiusti, Alfredo Pirri, Antonia Silvaggi, Anna Soffici, Maria Rosa Sossai, Francesca Velani, Valentina Zucchi
A cura di Valentina Gensini
The theme of the centrality of the public and its involvement in the use and interpretation of the museum has finally stimulated generations of reserchers to re-read this device also in the light of new cognitive sensitivities; the focus on Audience Development and Public Engagement addressed the discussion in an exclusive way, so much so as to represent a mantra that the most lively technicians and experts, sometimes pushed to consider the public as a consumer, awaited.
Texts by: Patrizia Asproni, Lucia Cataldo, Maria Vittoria Marini Clarelli, Alberto Del Bimbo, Irene Di Ruscio, Perla Gianni Falvo, Vincenza Ferrara, Alessandra Ferrini, Manuela Fusi, Valentina Gensini, Antonella Guidazzoli, Anna Maria Marras, Paolo Mazzanti, Elena Mazzi, Sarah Dominique Orlandi, Robert Pettena, Cesare Pietroiusti, Alfredo Pirri, Antonia Silvaggi, Anna Soffici, Maria Rosa Sossai, Francesca Velani, Valentina Zucchi
The theme of the centrality of the public and its involvement in the use and interpretation of the museum has finally stimulated generations of reserchers to re-read this device also in the light of new cognitive sensitivities; the focus on Audience Development and Public Engagement addressed the discussion in an exclusive way, so much so as to represent a mantra that the most lively technicians and experts, sometimes pushed to consider the public as a consumer, awaited.
Texts by: Patrizia Asproni, Lucia Cataldo, Maria Vittoria Marini Clarelli, Alberto Del Bimbo, Irene Di Ruscio, Perla Gianni Falvo, Vincenza Ferrara, Alessandra Ferrini, Manuela Fusi, Valentina Gensini, Antonella Guidazzoli, Anna Maria Marras, Paolo Mazzanti, Elena Mazzi, Sarah Dominique Orlandi, Robert Pettena, Cesare Pietroiusti, Alfredo Pirri, Antonia Silvaggi, Anna Soffici, Maria Rosa Sossai, Francesca Velani, Valentina Zucchi
International conference about artistic residencies
The art system today sees the artist’s residence as a consolidated and constitutive system. Residence is synonymous with mobility, production and research.
Some pioneering experiences are renewed today by proposing new approaches and alternative ways.
How much can residency affect artistic production?
What instruments can be claimed?
How can residencies and artists not only represent a network of insiders but also establish and stimulate important relationships with the territories and communities that host them?
During the international conference hosted by MAD Murate Art District on 28th november 2019, thanks to the participations of national and international guests, we tried to answer these questions.
Introduction by
Roberto Ferrari, Direttore Cultura e Ricerca, Regione Toscana
10.30-14.00
Artist’s residencies in Italy: research, production, participatory processes
Moderator Valentina Gensini
FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina
FONDAZIONE BEVILA
The art system today sees the artist’s residence as a consolidated and constitutive system. Residence is synonymous with mobility, production and research.
Some pioneering experiences are renewed today by proposing new approaches and alternative ways.
How much can residency affect artistic production?
What instruments can be claimed?
How can residencies and artists not only represent a network of insiders but also establish and stimulate important relationships with the territories and communities that host them?
During the international conference hosted by MAD Murate Art District on 28th november 2019, thanks to the participations of national and international guests, we tried to answer these questions.
Introduction by
Roberto Ferrari, Direttore Cultura e Ricerca, Regione Toscana
10.30-14.00
Artist’s residencies in Italy: research, production, participatory processes
Moderator Valentina Gensini
FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina
FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA, Stefano Coletto
CENTRALE FIES, Dino Sommadossi (skype call)
FONDAZIONE RATTI, Lorenzo Benedetti
FONDAZIONE LAC O LE MON, Emilio Fantin
FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE, Claudia Cavalieri
FARM CULTURAL PARK, Mariacristina Di Carlentini
MUSEO CARLO ZAULI, Matteo Zauli
GUILMIARTPROJECT, Lucia Giardino
ARTEGIRO, Renata Summo
15.00-17.00
Workshop Toscana
Moderator Matteo Innocenti
KILOWATT FESTIVAL, Lucia Franchi e Luca Ricci
TEMPO REALE, Loredana Terminio
MURATE ART DISTRICT, Valentina Gensini
CHINA PROJECT, Giulio Saverio Rossi e Gabriele Dini
FABBRICA EUROPA, Maurizia Settembri
CORNIOLO ART PLATFORM, Angela Burico e Silvio Palladino
COMPAGNIA VIRGILIO SIENI, Daniela Giuliano
CAB008, Cristina Rizzo
17.30-19.00
Participative processes in European networks and alternative practices in international residences
Giuliana Ciancio, Università di Anversa,
The international experience of Be SpectACTive
Keynote
Pascal Gielen, COMMONS E RESIDENZE, Università di Anversa
Author of the book Contemporary Artist Residencies Reclaiming Time and Space
Il Progetto è realizzato nell’ambito di Toscanaincontemporanea2019 con il sostegno di Regione Toscana e Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze
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Abstract degli interventi degli ospiti del convegno
Prima sessione: Residenze d’artista in Italia: la ricerca, la produzione, i processi partecipativi
-FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina
La residenza tra arte visiva e musica contemporanea: l’esperienza della Fondazione Spinola Banna per l’Arte
La Fondazione Spinola Banna per l’Arte, con sede a Poirino in provincia di Torino, ha iniziato la sua attività nel 2005 con il desiderio di contribuire alla promozione e alla diffusione dell’arte contemporanea.
Per perseguire questo intento ha da subito voluto rivolgersi ai giovani artisti che si dedicano alle arti visive, e in seguito dal 2007 anche alla musica, per sostenerli in quel significativo e cruciale momento di passaggio in cui, al termine del periodo di formazione accademica/universitaria, essi si avviano verso una carriera artistica vera e propria. La Fondazione ha adottato la metodologia della residenza come base di lavoro, declinandola nel tempo in diversi progetti che, in particolare negl
Prima sessione: Residenze d’artista in Italia: la ricerca, la produzione, i processi partecipativi
-FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina
La residenza tra arte visiva e musica contemporanea: l’esperienza della Fondazione Spinola Banna per l’Arte
La Fondazione Spinola Banna per l’Arte, con sede a Poirino in provincia di Torino, ha iniziato la sua attività nel 2005 con il desiderio di contribuire alla promozione e alla diffusione dell’arte contemporanea.
Per perseguire questo intento ha da subito voluto rivolgersi ai giovani artisti che si dedicano alle arti visive, e in seguito dal 2007 anche alla musica, per sostenerli in quel significativo e cruciale momento di passaggio in cui, al termine del periodo di formazione accademica/universitaria, essi si avviano verso una carriera artistica vera e propria. La Fondazione ha adottato la metodologia della residenza come base di lavoro, declinandola nel tempo in diversi progetti che, in particolare negli ultimi anni, si sono arricchiti in dialoghi serrati con altre istituzioni.
-FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA, Stefano Coletto
Residenze e formazione artistica a Venezia.
La Fondazione Bevilacqua La Masa, Istituzione del Comune di Venezia, nasce per “dare spazio” agli artisti, e quindi formazione, lavoro, visibilità.
Gli Atelier, all’inizio del Novecento, sono la prima attività di questo particolare e originale Ente. Gli Studi diventano luoghi di lavoro, abitazioni instabili e precarie, stanze per incontri e dialoghi.
Dalla fine degli anni Novanta, il lavoro sugli artisti emergenti si fa sempre più mirato e si comincia a lavorare sulla mobilità. Dall’inizio degli anni Duemila l’Istituzione diviene un riferimento per le attività di residenze e Atelier in Italia, si costruiscono relazioni internazionali e progetti di supporto con partner pubblici e privati. Il “radicante” arriva a Venezia e comincia a lasciare tracce vive.
-CENTRALE FIES, Dino Sommadossi
Centrale Fies Art work Space è un centro indipendente di residenza e produzione delle arti performative contemporanee situato all’interno di una centrale idroelettrica di inizio novecento, in parte ancora attiva, proprietà di Hydro Dolomiti Energia.
Centrale Fies è attraversata ogni anno da decine di artisti e creativi da ogni parte del mondo, che supporta sotto ogni aspetto: da quello curatoriale a quello produttivo (tramite residenze, disponibilità di sale attrezzate e di assistenza tecnica, aree di coworking) ma anche pratico (assistenza gestionale, organizzativa, fundraising e supporto amministrativo, produzione e networking nazionale e internazionale). In virtù della sua vocazione trans-settoriale, attrae e contribuisce a far crescere realtà imprenditoriali e progetti ibridi dal forte carattere di sperimentazione.
-FONDAZIONE RATTI, Lorenzo Benedetti
Dal 1988 la Fondazione Antonio Ratti è impegnata nell’indagine dei linguaggi e delle ricerche nel campo delle arti visive, con una particolare attenzione per l’arte contemporanea. Le attività della Fondazione in questo senso sono legate alla formazione, alla riflessione teorico critica e alla creazione di network che favoriscano la circolazione del pensiero.
La Fondazione Antonio Ratti è diventata negli anni un punto di riferimento per la giovane arte italiana e internazionale, una incubatrice di idee, un luogo di discussione e sperimentazione, cominciando dal fare e diffondere arte, per arrivare al pensiero puro che ruota attorno all’arte stessa.
Tra le principali attività ci sono l’annuale CSAV – Artists’ Research Laboratory, ex Corso Superiore di Arti Visive, giunto nel 2016 alla sua XXII edizione, diretto dal 1995 da Annie Ratti e nato dal precedente Corso Superiore di Disegno.
-FONDAZIONE LAC O LE MON, Emilio Fantin
La Fondazione Lac o Le Mon nasce nel 2015 per iniziativa di Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti e Luigi Presicce che, a partire dal 2006, con il nome collettivo di Lu Cafausu, hanno organizzato performance, mostre e azioni in diversi contesti e che celebrano tutti gli anni, a partire dal 2010, la “Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte)”.
La Fondazione ha acquisito un immobile con più di un ettaro e mezzo di terreno, a San Cesario di Lecce: la Casa Cafausica, centro di sperimentazione e formazione artistica. Qui si stanno creando “comunità di indagine” sia per ricercare e attuare soluzioni pratiche (pur anche paradossali o non-funzionali), sia anche, utilizzando letture, tecniche, sperimentazioni e visioni, per mettere in discussione il tema stesso dell’indagine e liberarsi da ogni finalità.
-FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE, Claudia Cavalieri
Residenza d’artista: la poetica del fare
Dopo una veloce panoramica sulla storia del Pastificio Cerere attraverso le voci di alcuni dei suoi diretti protagonisti, si illustrerà il progetto “6ARTISTA. Progetto per giovani artisti” che ha caratterizzato, fin dalla sua istituzione nel 2009, le attività della Fondazione Pastificio Cerere.
6ARTISTA è stato uno dei primi programmi a considerare la possibilità per gli artisti italiani delle nuove generazioni di risiedere a Roma, offrendo un percorso formativo di alto livello culturale, finalizzato all’inserimento nel mondo dell’arte. Il progetto recupera l’atmosfera di quella che storicamente è l’identità del Pastificio Cerere, dove sono state condivise e continuano tuttora, vite ed esperienze artistiche di diversa natura.
Si racconterà anche come negli anni la Fondazione Pastificio Cerere ha diversificato i suoi programmi di residenza, collaborando con enti internazionali e ospitando artisti stranieri.
-FARM CULTURAL PARK, Mariacristina Di Carlentini
La Residenza d’artista a Farm Cultural Park rappresenta un punto di connessione tra l’artista e la comunità; la popolazione entra a contatto con la bellezza di cui Farm si fa portavoce.
Gli artisti in residenza arricchiscono il loro progetto anche grazie alle relazioni che intraprendono all’interno del contesto nel quale gli stessi operano.
Questi processi permettono alla comunità di instaurare delle relazioni personali strettamente legate alla bellezza racchiusa nella condivisione con l’altro. È importante quello che si innesca a livello comunitario, infatti gli artisti lasciano tracce di memoria che permettono a Favara di comunicare con il mondo. Ciascuna residenza rappresenta quindi una sperimentazione artistica, ma prima di tutto umana.
-MUSEO CARLO ZAULI, Matteo Zauli
Residenze d’artista al Museo Carlo Zauli di Faenza: la ceramica come incontro tra territorio e contemporaneità
Il progetto Residenza d’Artista dal 2003 ha l’obiettivo di esplorare il rapporto tra ceramica e arte contemporanea, invitando spesso artisti di rilievo internazionale che abitualmente non utilizzano questo materiale ma che sono attratti dal suo fascino arcano e familiare.
Un Incontro che non si limita ed esaurisce nella produzione di un’opera, ma coinvolge anche un curatore, un ceramista, un gruppo di studenti e la citta’ di Faenza.
Un’avventura sperimentale, un processo creativo guidato da un artista che non conosce le regole ceramiche, con esiti sempre unici e sorprendenti dal punto di vista artistico, tecnico e relazionale, nel quale il museo mette a disposizione laboratorio, tecnico ceramista, residenza e staff, per porre in relazione un territorio con la visione di un artista.
-GUILMIARTPROJECT, Lucia Giardino
Il lavoro e l’ansia da stakeholders
GuilmiArtProject è una residenza su invito in cui l’artista, condividendo gli intenti basati sulla pratica empirica non aprioristica di GAP, agisca come vettore di ricerca dallo sguardo trasversale e avvii la produzione di un’opera in dialogo a vari livelli col paese e/o con la comunità. Guilmi è un comune nell’entroterra abruzzese, che conta oggi circa 300 residenti, rispetto ai quasi 3000 degli anni Sessanta. Dal 2007 GAP – e i suoi “effetti collaterali” (feste, laboratori, passeggiate, pasti collettivi, non-ché la Nuova Didattica Popolare, per la condivisione di esperienza e il consolida-mento del binomio di arte/educazione) – ha attirato l’attenzione di locali e professio-nisti, generando partecipazione e pubblico e una micro-economia nel territorio, irri-levante nell’ottica macro, ma di un certo peso nella scala locale. Parallelamente molti lavori prodotti nell’ambito di GAP sono confluiti nel mercato dell’arte nazionale e internazionale. Nel 2019 GAP decide di rimodularsi, ridefinendo la sua comunità di riferimento.
-ARTEGIRO, Renata Summo-O’Connell
Pratica artistica e il sistema dell’arte contemporanea Dieci anni di residenze artistiche ad Artegiro.
Le residenze Artegiro sono concepite come un’opportunità di lasciar vivere l’arte, ripensando non solo il concetto di residenza per far sì che l’artista fosse davvero presente e al cuore del mondo dell’arte. L’artista è visto come presente con la sua scelta di progettualità, le sue preferenze, la produzione, sebbene in un contesto di reciprocità, con il curatore, ma anche con la collettività.
Questa nozione di presenza infatti, presuppone un contesto nel quale essere presenti, un contesto che il progetto Artegiro legge soprattutto come la comunità attorno all’artista, da quella che ospita la residenza, fino a quella più ampia, la realtà globale che oggi, più che mai, è presente nella vita di ciascuno anche grazie alla rete internet.
Seconda sessione: Workshop Toscana
-KILOWATT FESTIVAL, Lucia Franchi e Luca Ricci
PRATICHE DI PARTECIPAZIONE: GLI ARTISTI SONO PRONTI?
Il tempo della residenza è fatto di dicotomie: spazio protetto per la creazione/spazio di interazione con territori e comunità, chiuso/aperto, intimo/pubblico. Abbiamo già artisti pronti a valorizzare questi contrasti perché essi non appaiano come limite, ma quale opportunità? La relazione coi luoghi è una tassa da pagare o può portare a un ribaltamento della prospettiva dalla quale si crea?
-TEMPO REALE, Loredana Terminio
Il primo progetto di residenze (La mansarda di Tempo Reale) nasce in maniera pionieristica nel lontano 2000: durerà tre anni, mutuando il concetto di residenza dai sistemi della danza e del teatro e portando a Firenze musicisti italiani e stranieri. Sarà poi dal 2015 che Tempo Reale riprenderà in maniera continuativa l’idea di “aprire i propri spazi” e mettere a disposizione la propria professionalità nel campo della ricerca musicale con un programma di residenze, strutturato come vera e propria azione di promozione e sostegno della creatività. Il programma di residenze IN TEMPO REALE diventato poi RESIDENZE KATE (in omaggio alla collaboratrice Caterina Poggesi) prevede la possibilità di ospitare più artisti che indagano l’ambito del suono e della musica sperimentale, nel tentativo di far crescere realtà artistiche, facilitandone le esperienze di formazione e di scambio.
-MURATE ART DISTRICT, Valentina Gensini
-CHINA PROJECT, Giulio Saverio Rossi e Gabriele Dini
MAD Murate Art District nasce nel 2014 come centro di arte contemporanea e residenze d’artista del Comune di Firenze. Da allora migliaia di artisti hanno lavorato nel nostro centro, focalizzato sulla ricerca artistica e sulla produzione. Convintamente aperto a ricerche di taglio interdisciplinare e transdisciplinare, MAD ospita fotografi, artisti visivi, architetti e designer, danzatori, performer, attori, registi teatrali e cinematografici, musicisti e sound designer.
Nel corso del 2019 MAD ha accompagnato il lavoro di oltre 600 artisti, divisi tra senior e artisti in formazione.
MAD non è un semplice spazio espositivo ma un cantiere di produzione: tramite una selezione basata sul progetto artistico e sul curriculum vitae, artisti nazionali ed internazionali possono svolgere periodi di ricerca dedicati a progetti specifici, condividendo il loro lavoro con la cittadinanza attraverso installazioni site-specific, workshop ed esposizioni. Artisti del territorio vengono invece supportati per soggiorni di ricerca all’interno della società civile (progetto Residenze d’artista a scuola) o all’Estero, come nel caso del China Project.
Agli artisti riconosciamo risorse tramite bandi, ma anche tempo e spazio, nel rispetto delle necessità del lavoro e della ricerca specifica cui stanno attendendo; ciò che verrà da loro restituito alla cittadinanza è una scelta soggettiva e non preventivamente negoziata.
-FABBRICA EUROPA, Maurizia Settembri
Situata all’interno del Parco delle Cascine di Firenze, PARC Performing Arts Research Centre, attuale sede di FABBRICA EUROPA è un centro di incontro e creazione internazionale e interculturale, con numerosi progetti di produzione e formazione all’attivo. Fabbrica Europa dà spazio a moltissime realtà artistiche locali, nazionali e internazionali, costruendo una rete di scambi capace di nutrire un terreno prolifico e di grande impatto
-CORNIOLO ART PLATFORM, Angela Burico e Silvio Palladino
Corniolo Art Platform una prospettiva di educazione radicale, collaborativa e integrata.
Corniolo Art Platform nasce nel 2011 per attivare un centro di residenza focalizzato su collettivi e gruppi artistici formali e informali su scala internazionale e per fornire un luogo di ricerca protetto e circondato dalla natura in un contesto rurale e vitale.
L’attitudine a praticare i linguaggi artistici collettivamente, a considerare la convivialità come pratica artistica e creare una micro-comunità temporanea coesa e oziosamente produttiva, è divenuta vocazione del luogo e sua caratteristica imprescindibile ed accomuna oggi i diversi collaboratori.
Corniolo Art Platform non interviene direttamente sul territorio ma è piuttosto il territorio che si prende cura della residenza e dei suoi fruitori: fornisce esempi, ispirazione e visione amplificando i contenuti e i temi della summer school.
-COMPAGNIA VIRGILIO SIENI, Daniela Giuliano
Centro Nazionale di Produzione sui linguaggi del corpo e della danza diretto da Virgilio Sieni con sede a Cango a Firenze si apre a un orizzonte internazionale di ricerca ponendo il corpo, la danza e i linguaggi contemporanei dell’arte in dialogo con le discipline umanistiche e con il territorio nei suoi aspetti architettonici e urbanistici. Proiettato verso la costruzione di una polis culturale, il Centro si articola come un corpo organico agendo tra produzione, ospitalità, residenza e trasmissione attraverso le attività della Compagnia Virgilio Sieni, dell’Accademia sull’arte del gesto e della programmazione di Cango. Il Centro propone un modello innovativo di residenza dove oltre allo sviluppo della creazione, l’artista si predispone ad articolare la sua presenza incontrando e creando con altre tipologie di interpreti, giovanissimi danzatori, professionisti, amatori, cittadini, diversamente abili.
-CAB008, Cristina Rizzo
AION = TEMPO
La residenza artistica non é uno spazio ma é un tempo in cui si svolge un lavoro: il punto di vista degli artisti.
Terza sessione: Processi partecipativi in network europei e pratiche alternative in residenze internazionali
– Giuliana Ciancio, Univerisità di Anversa
L’esperienza internazionale di Be SpectACTive
Il progetto Europeo Be SpectACTive!
Tra trans-località e ‘safe space’
Partendo dall’introduzione del progetto europeo di larga scala Be SpectACTive!, oggi alla sua seconda edizione di finanziamento del programma Creative Europe, Giuliana Ciancio co-curator e project manager, ne osserverà punti di forza e di debolezza con particolare attenzione al ruolo assolto dalle residenze artistiche all’interno del network europeo. Queste verranno osservate come luogo di sperimentazione e creazione artistica, ma anche come spazio di collegamento tra realtà culturali diverse, centri parte di uno spazio immateriale di natura ‘trans-locale’.
Il tema della partecipazione ed il coinvolgimento della società civile verranno osservati attraverso le strategie di engagement adottate alla luce della priorità europea dell’Audience Development. Al tempo stesso, la nozione di ‘safe space’ verrà indagata, da un lato, come presupposto e garanzia per la creazione artistica, dall’altro, come condizione per far si che la cultura possa continuare ad essere un luogo ‘insicuro ed imparziale’.
Keynote
-Pascal Gielen, COMMONS E RESIDENZE, Università di Anversa
Autore del libro Contemporary Artist Residencies Reclaiming Time and Space
Tempo e spazio per creare ed essere umani
Una breve cronopia di residenze d’artista
Sulla base dei libri “Contemporary Artist Residencies” e “Commonism”, Pascal Gielen analizzerà la presentazione del tempo e dello spazio per residenza. Il modo in cui le residenze d’artista si presentano e si promuovono per attrarre artisti trasformati nel tempo. Il tempo e lo spazio sono utilizzati come coordinate per costruire un quadro utopico delle condizioni ideali per la creazione. Questa immaginazione del tempo e dello spazio per la creazione sarà descritta da Gielen come quattro tipi-ideali, le cosiddette ‘cronotopias’. In questo modo egli specula su quello che potrebbe essere il tempo e lo spazio ideale per gli artisti per creare in tempi neoliberali e neonazionalisti contemporanei (quello che lui chiama “repressivo liberale”). Questa ricerca lo porta a pratiche comuni dove l’utopia può essere trasformata in politica prefigurativa o “utopia vissuta”.
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Abstract degli interventi in occasione del convengno in memoria dello storico dell'arte Enrico Crispolti
La curatela come atto critico. Pratiche e scelte di metodo dopo la formazione alla Scuola di Specializzazione di Siena.
Interventi del 31 ottobre 2019, MAD Murate Art District, Firenze
-Maria Fratelli, Case Museo e Progetti speciali, Comune di Milano
Il passato declinato al presente e coniugato al futuro
I temi della conservazione delle collezioni, della salvaguardia e della trasmissione del patrimonio culturale e della diffusione della conoscenza sono diventati prioritari. Come operatori museali siamo infatti responsabili del patrimonio che curiamo per trasmetterlo al futuro e per renderlo fruibile ai visitatori, ma la responsabilità deve estendersi a coloro che forse non entreranno mai nelle nostre sale, perché il nostro mestiere ha una rilevante valenza sociale. L’arte è materia viva e, con la scuola, i musei debbono concorrere a condividere e a promuovere un’etica di rispetto della cultura e di apertura alla diversità. Il museo è garante della molteplicità delle id
La curatela come atto critico. Pratiche e scelte di metodo dopo la formazione alla Scuola di Specializzazione di Siena.
Interventi del 31 ottobre 2019, MAD Murate Art District, Firenze
-Maria Fratelli, Case Museo e Progetti speciali, Comune di Milano
Il passato declinato al presente e coniugato al futuro
I temi della conservazione delle collezioni, della salvaguardia e della trasmissione del patrimonio culturale e della diffusione della conoscenza sono diventati prioritari. Come operatori museali siamo infatti responsabili del patrimonio che curiamo per trasmetterlo al futuro e per renderlo fruibile ai visitatori, ma la responsabilità deve estendersi a coloro che forse non entreranno mai nelle nostre sale, perché il nostro mestiere ha una rilevante valenza sociale. L’arte è materia viva e, con la scuola, i musei debbono concorrere a condividere e a promuovere un’etica di rispetto della cultura e di apertura alla diversità. Il museo è garante della molteplicità delle identità che nelle opere prendono forma e delle esperienze dell’uomo che nelle sale sono approdate attraversando terre e popoli in modo non sempre positivo e felice. Anche di questa prevaricazione serve oggi conservare memoria, per pensare con una diversa coscienza al futuro.
-Cecilia Canziani, curatrice indipendente
Ripensare le pratiche curatoriali. La giusta misura
La giusta misura è una pratica di condivisione di letture e azioni, ma soprattutto di tempo, tra un’artista e una curatrice. Un processo che ha gradualmente incluso altre voci e altri corpi, attorno all’idea di genere come asimmetria, di lavoro e pensiero come pratiche collettive, del tempo come dimensione necessaria per la costruzione di saperi condivisi, e che ha trovato una sua dimensione operativa su invito di Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, Firenze. A partire da questo progetto si parlerà di reciprocità e dialogo come punto di partenza – o di arrivo – di un atto critico.
-Andrea Bruciati, Villa Adriana e Villa d’Este, Tivoli
Varius, Multiplex, Multiformis
L’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este – Villae ha l’obiettivo di favorire la ricerca, la valorizzazione e la diffusione delle conoscenze riguardanti il patrimonio culturale che custodisce, al fine di condividerne valori e originalità con il resto del mondo.
In questo quadro progetta il futuro attraverso la promozione della creatività, della qualità della vita e delle diversità culturali presenti sul territorio; lavora inoltre per assicurare l’accessibilità totale e la fruizione del patrimonio culturale, monitorando l’efficienza e la qualità dei servizi al pubblico.
La cultura contemporanea è valorizzata con programmi e progetti che, attraverso le creazioni artistiche più attuali, veicolano e amplificano il messaggio universale dei siti UNESCO.
-Valentina Gensini, MAD Murate Art District, Firenze
Museo come dispositivo, arte nello spazio pubblico, produzione: le pratiche artistiche e il rigore della committenza pubblica
Enrico Crispolti ha aperto numerosi filoni di indagine che hanno lasciato un segno profondo nella mia formazione e nell’approccio al lavoro: la visione nel contesto, attuata in relazione ai progetti di lettura e interpretazione del patrimonio; il dialogo con gli artisti e l’incontro personale, al centro della visione programmatica del centro delle Murate; l’arte pubblica come visione che permea il territorio e la comunità, da cui il Progetto RIVA.
In tutti i casi il presupposto dell’attitudine etica è un elemento centrale nel lavoro e nella pratica quotidiana.
-Marco Tonelli, Palazzo Collicola, Spoleto
Storia dell’arte e museologia: decostruzioni, bricolage e effimero intrattenimento
Ciò che la metodologia storiografica insegnata e praticata da Enrico Crispolti ha lasciato alle future generazioni è un sistema di approcci e conoscenze specifiche sull’arte moderna e contemporanea secondo percorsi basati su competenze scientifiche, studio, ricerca. Oggi queste competenze sembrano dover essere ripensate a causa di decostruzioni del senso stesso della storia e della storia dell’arte.
Chi dirige musei non può prescindere da questi cambiamenti né da competenze specifiche, dovendo però ripensarle. Non tutto però sembra lecito per quanto ci sia muova su narrative parallele, aperte e arbitrarie. Né si possono scambiare revisioni del senso della storia e della pratica museologica con pratiche non fondate su metodi ma su improvvisazioni e fraintendimenti a fronte di pratiche curatoriali che si muovono spesso su titoli a effetto, citazioni, omissioni, intrattenimento e mancanze.
-Arabella Natalini, Museo degli Innocenti, Firenze
Tra arte pubblica, centri d’arte e musei. L’arte e il suo contesto come esercizio
Per quanto la messa a punto di un metodo di studio dell’arte contemporanea sia elemento imprescindibile per lo sviluppo di una consapevolezza critica, l’esperienza testimonia che non esiste una formula unica per la buona riuscita di una mostra.
Come ricordava Enrico Crispolti, bisogna “sapere e saper fare”, e la creazione di ogni progetto espositivo è necessariamente legata all’“ambiente” per il quale esso è concepito. Ciò è particolarmente evidente nella sfera dell’arte pubblica, ma rappresenta un aspetto sostanziale anche quando si operi all’interno di un museo, o di un centro d’arte contemporanea.
Naturalmente, la riflessione di partenza, la sua elaborazione, la scelta degli artisti e delle opere, costituisce l’elemento chiave per la riuscita di un progetto d’arte, ma tra l’ideazione e la sua messa in opera si inseriscono molteplici variabili: talvolta queste risulteranno limiti riduttivi, altre volte saranno invece in grado di offrire nuovi spunti, di dare forza e originalità all’esito finale.
Attraverso un breve excursus su alcuni progetti realizzati, tenterò di evidenziare come la curatela non sia solo un atto critico che prende corpo nell’ambito di un determinato contesto storico, ma come quest’ultimo lo definisca e lo plasmi, contribuendo a lasciar trasparire, di volta in volta, il senso del mondo in cui viviamo.
-Luigia Lonardelli, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Curatori nonostante tutto
La formazione senese è stata prima di tutto un’esperienza comunitaria, dove si imparava a sviluppare pensieri, attitudini e pratiche collettive senza rinunciare alle specificità e ai background personali. Con spirito maieutico la docenza di Enrico Crispolti non richiedeva atteggiamenti specifici, se non pretendere una base di studio della storia, mai messa in discussione o minata da fervori di formazione manageriale. Alla certosa di Pontignano si entrava per la prima volta con il tremore e la vertigine del non sapere e con la sola sicurezza del desiderio di imparare. Arrivata alla Scuola di specializzazione cercando una protezione, nello studio della storia dell’arte, dalle facili infatuazioni della curatela, negli anni di laboratori, studio, viaggi, lezioni mi è sembrato fosse possibile non dover rinunciare a nessuna delle due identità: “operare” non era solo accostabile a “ricercare”, ma necessario a supportare la verifica costante delle funzioni del nostro lavoro di storici.
-Manuela Pacella, curatrice indipendente
Vivacità di sguardo
Attraverso esempi del mio percorso critico e curatoriale, l’intervento ambisce a restituire una corretta memoria dell’insegnamento ricevuto da Enrico Crispolti durante gli anni di studio presso la Scuola di Specializzazione di Siena.
Come si desume dal titolo, l’intervento vuole essere in parte commemorativo – attraverso il concreto ricordo del sorprendente e sempre vivido sguardo di Crispolti – e in parte concentrarsi sull’essenza del suo insegnamento che ancora oggi guida molte delle mie scelte professionali.
Nonostante evidenti differenze di aree di ricerca come di gusto e un approccio – il mio – meno orizzontale e più verticale, si vuole riconoscere l’eredità di Crispolti nella mia odierna pratica curatoriale soprattutto nell’importanza data alla ricerca e alla qualità, nel ravvivare costantemente la mia curiosità e nel seguire un’etica professionale a volte probabilmente poco elastica ma di cui continuamente riconosco le origini al tempo trascorso a Siena.
-Linda Kaiser, curatrice indipendente
Musei d’impresa. Identità e prospettive vent’anni dopo
Il 12 e 13 giugno del 1999 si tenne alla Certosa di Pontignano, allora sede dei corsi della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università di Siena, il convegno – ideato e curato dalla sottoscritta – dal titolo: Musei d’impresa. Identità e prospettive.
Vennero affrontati, nella maniera più interdisciplinare possibile, i temi di dibattito, allora agli albori, ma di grande attualità, intorno a un nuovo modello museale. Si incontrarono, nell’occasione, ed esposero le proprie istanze, i curatori e direttori di archivi e musei d’impresa toscani e del resto d’Italia. Si fece il punto della situazione e si rese possibile un proficuo scambio culturale, che dovrebbe essere proprio di ogni struttura di ricerca.
Enrico Crispolti diede carta bianca all’organizzazione di un evento che segnò, poi, l’intero “movimento”, che già avevo fatto nascere in Assolombarda sotto l’egida di Confindustria, e che si perfezionerà nella costituzione dell’Associazione Museimpresa nel 2001.
Oggi i musei e gli archivi d’impresa si sono evoluti ulteriormente, ma soffrono anch’essi la crisi dei tempi: culturale, economica e sociale. Quale identità rispecchiano ancora e quale futuro si prospetta per loro?
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Convengno in memoria dello storico dell'arte Enrico Crispolti
PER ENRICO CRISPOLTI:
LA STORIA DELL’ARTE E LA CRITICA MILITANTE
due giornate a cura di Università di Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, e MAD Murate Art District, in collaborazione con Archivio Crispolti
Nate in collaborazione con Archivio Crispolti, le due giornate di approfondimento critico a Siena e a Firenze sono state dedicate a Enrico Crispolti e all’eredità trasmessa dalla sua figura e dal suo insegnamento agli allievi della Scuola di Specializzazione di Siena in merito all’approccio sperimentale adottato nel fondamentale periodo della sua direzione (1986-1998 e 2001-2007).
In particolare l’appuntamento senese si è concentrato sugli aspetti metodologici, didattici, di ricerca e sulle attività della Scuola di Specializzazione promosse da Crispolti (dai seminari con gli artisti ai convegni, dalle mostre alle pubblicazioni e ai progetti di ricerca nati in seno alla Scuola), nella volontà di restituire un’immagine ampia e ar
PER ENRICO CRISPOLTI:
LA STORIA DELL’ARTE E LA CRITICA MILITANTE
due giornate a cura di Università di Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, e MAD Murate Art District, in collaborazione con Archivio Crispolti
Nate in collaborazione con Archivio Crispolti, le due giornate di approfondimento critico a Siena e a Firenze sono state dedicate a Enrico Crispolti e all’eredità trasmessa dalla sua figura e dal suo insegnamento agli allievi della Scuola di Specializzazione di Siena in merito all’approccio sperimentale adottato nel fondamentale periodo della sua direzione (1986-1998 e 2001-2007).
In particolare l’appuntamento senese si è concentrato sugli aspetti metodologici, didattici, di ricerca e sulle attività della Scuola di Specializzazione promosse da Crispolti (dai seminari con gli artisti ai convegni, dalle mostre alle pubblicazioni e ai progetti di ricerca nati in seno alla Scuola), nella volontà di restituire un’immagine ampia e articolata sia dell’impostazione metodologico-progettuale sia delle virtuose convergenze con gli altri insegnamenti inerenti all’arte contemporanea attivati da Crispolti nel corso della sua direzione.
Relatori sono stati sia docenti o assidui frequentatori della Scuola (quali Antonello Negri, Franco Purini, Luca Quattrocchi, Massimo Bignardi, Sileno Salvagnini), che ex allievi oggi docenti universitari, per i quali l’esperienza della Scuola ha rappresentato un momento formativo determinante sotto il profilo metodologico (quali Raffaele Bedarida, Davide Lacagnina, Anna Mazzanti, Giuseppe Di Natale, Giovanni Bianchi), ma anche ex allievi attivi in ambiti professionali contigui quali l’editoria universitaria (Anna Casalino).
Marisa Dalai Emiliani è intervenuta in relazione alle numerose e strenue “battaglie” condotte con Enrico Crispolti per il riconoscimento delle Scuole di Specializzazione e le connesse riforme ministeriali.
L’appuntamento fiorentino, coordinato da MAD Murate Art District, è stato invece specificamente dedicato alle riflessioni metodologiche discusse da Enrico Crispolti in merito alla pratica curatoriale e dell’esercizio critico militante. Numerosi ex allievi oggi direttori o curatori di musei e centri d’arte come Maria Fratelli, Marco Tonelli, Luigia Lonardelli, Andrea Bruciati, Valentina Gensini o attivi come curatori indipendenti di progetti internazionali come Cecilia Canziani e Manuela Pacella, si sono confrontati sull’approccio critico e curatoriale nonché su alcune linee progettuali aperte da Crispolti ed ereditate dai professionisti formati alla scuola di Specializzazione di Siena.
Ha concluso la giornata l’intervento di Linda Kaiser che, oltre a fornire un aggiornamento sulle sue ricerche in merito ai Musei d’impresa (iniziate sotto l’egida di Crispolti) proporrà insieme all’Archivio Crispolti la fondazione di un’Associazione di ex alumni della Scuola di Specializzazione dell’Università di Siena.
Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali,
mercoledì 30 ottobre 2019 e giovedì 31 ottobre 2019
Enrico Crispolti a Siena: la vitalità di un metodo tra didattica e ricerca
a cura di Massimo Bignardi e Luca Quattrocchi, Università di Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali
Programma
Presentazione di Stefano Moscadelli, Direttore del Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali
Testimonianze di Roberto Venuti, Bernardina Sani, Marcello Aitiani, Mauro Berrettini
Marisa Dalai Emiliani, Università “La Sapienza” di Roma
Le Scuole di Specializzazione. Riforme, abolizioni, rinascite
Antonello Negri, Università Statale di Milano
La prospettiva “sociale” nelle lezioni di Siena
Franco Purini, Università “La Sapienza” di Roma
Una biblioteca in via Ripetta
Massimo Bignardi, Università di Siena
Ambiente come sociale
Luca Quattrocchi, Università di Siena
Crispolti, la Scuola, le mostre: percorsi di democrazia
Sileno Salvagnini, Accademia di Belle Arti di Venezia
Enrico Crispolti. Questioni e metodi
Davide Lacagnina, Università di Siena
L’eloquenza della filologia: il catalogo ragionato fra militanza critica e rielaborazione storiografica
Raffaele Bedarida, The Cooper Union for the Advancement of Art and Science, New York
Imparare dagli artisti. Le logiche multiple di Corrado Cagli e il metodo Crispolti
Testimonianze di Roberto Barzanti, Charles Szymkowicz
Luca Lenzini, Biblioteca Umanistica dell’Università di Siena
Il fondo Crispolti della Biblioteca Umanistica
Anna Casalino, Carocci Editore, Roma
Oltre l’immagine: una Scuola per pensare, progettare, sperimentare “cultura”
Giovanni Bianchi, Università di Padova
Da Venezia a Siena alla ricerca di un maestro della contemporaneità
Anna Mazzanti, Politecnico di Milano
Enrico Crispolti e la partecipazione condivisa. Dalla Scuola alle attività extradidattiche
Giuseppe Di Natale, Università di Firenze
”Poetica dell’informale”. Storia di una militanza, di un progetto e della ricerca di una propria identità
giovedì 31 ottobre 2019
Firenze, MAD Murate Art District
La curatela come atto critico. Pratiche curatoriali e scelte di metodo dopo la formazione alla Scuola di Specializzazione di Siena
Maria Fratelli, Case Museo e Progetti speciali, Comune di Milano
Il passato declinato al presente e coniugato al futuro
Cecilia Canziani, curatrice indipendente
Ripensare le pratiche curatoriali. La giusta misura
Andrea Bruciati, Villa Adriana e Villa d’Este Tivoli
Varius, Multiplex, Multiformis
Valentina Gensini, MAD Murate Art District Firenze
Museo come dispositivo, arte nello spazio pubblico, produzione: le pratiche artistiche e il rigore della committenza pubblica
Marco Tonelli, Palazzo Collicola Spoleto
Storia dell’arte e museologia: decostruzioni, bricolage e effimero intrattenimento
Arabella Natalini, Museo degli Innocenti Firenze
Tra arte pubblica, centri d’arte e musei: L’arte e il suo contesto come esercizio quotidiano
Luigia Lonardelli, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Curatori, nonostante tutto
Manuela Pacella, curatrice indipendente
Vivacità di sguardo
Linda Kaiser, curatrice indipendente
Musei d’impresa. Identità e prospettive vent’anni dopo
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patrimoni inattesi
riusare per valorizzare ex-carceri: pratiche e progetti per un patrimonio difficile
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