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Ermanna Montanari

Relatore convegno e artista

Ermanna Montanari, nel 1977 sposa Marco Martinelli e insieme cominciano il proprio apprendistato teatrale a Ravenna, lavorando fino al 1983 in diversi gruppi.
Nell’83, insieme a Martinelli, Luigi Dadina e Marcella Nonni, fonda il Teatro delle Albe e lavora nella compagnia come autrice, attrice e scenografa, contribuendo all’originale percorso del gruppo che unisce ricerca e tradizione, nell’invenzione di un linguaggio scenico contemporaneo ponendo l’accento su un originale percorso vocale. Da allora il Teatro delle Albe si è affermato come una delle più importanti realtà sul piano nazionale e internazionale. In qualità di attrice e scenografa partecipa agli spettacoli della compagnia, da lei ideati e realizzati insieme a Marco Martinelli, drammaturgo e regista, partecipando a importanti festival nazionali e internazionali.
Nel 1986 è autrice e unica interprete di Confine, spettacolo ispirato ai racconti di Marco Belpoliti, e selezionato per la finale del Premio “Opera

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Ermanna Montanari, nel 1977 sposa Marco Martinelli e insieme cominciano il proprio apprendistato teatrale a Ravenna, lavorando fino al 1983 in diversi gruppi.
Nell’83, insieme a Martinelli, Luigi Dadina e Marcella Nonni, fonda il Teatro delle Albe e lavora nella compagnia come autrice, attrice e scenografa, contribuendo all’originale percorso del gruppo che unisce ricerca e tradizione, nell’invenzione di un linguaggio scenico contemporaneo ponendo l’accento su un originale percorso vocale. Da allora il Teatro delle Albe si è affermato come una delle più importanti realtà sul piano nazionale e internazionale. In qualità di attrice e scenografa partecipa agli spettacoli della compagnia, da lei ideati e realizzati insieme a Marco Martinelli, drammaturgo e regista, partecipando a importanti festival nazionali e internazionali.
Nel 1986 è autrice e unica interprete di Confine, spettacolo ispirato ai racconti di Marco Belpoliti, e selezionato per la finale del Premio “Opera Prima di Narni”, diretto da Giuseppe Bartolucci. In questa occasione riceve dalla giuria una segnalazione particolare “per la rilevanza del suo lavoro di autrice-attrice”.
Nel 1991, il Teatro delle Albe fonda Ravenna Teatro, “Teatro Stabile di Innovazione”, per il quale dal 1991 al 1995 la Montanari cura la direzione artistica del progetto Il linguaggio della dea.
Contemporaneamente continua la sua duplice attività scenica: da una parte, attrice e scenografa nei lavori scritti e diretti da Marco Martinelli, dall’altra autrice, regista e interprete di spettacoli come Rosvita (1991), Cenci (1993) da Artaud e Shelley, Ippolito (1995) da Euripide e Marina Cvetaeva, e Lus, (1995), “canto in dialetto romagnolo” di Nevio Spadoni. Per l’interpretazione di quest’ultimo lavoro, riceve la nomination nell’edizione ’97 del Premio Ubu.
Nel 1998 crea insieme a Martinelli I Polacchi, “dall’irriducibile Ubu di Alfred Jarry”, per il quale firma scene e costumi insieme a Cosetta Gardini, oltre a interpretare il ruolo di Madre Ubu. Per questa interpretazione nel 2003 riceve dalla giuria del Festival Internazionale “Mess” di Sarajevo il Golden Laurel quale “miglior attrice”. Lo spettacolo, nelle sue reinvenzioni e trasformazioni, ha girato il mondo intero, dagli Stati Uniti al Senegal, dalla Serbia all’Iran, e poi ancora in Belgio, Portogallo, Svezia, Francia, Germania, Svizzera, Polonia, Bosnia Erzegovina.
Nel 2000 ha dato vita alla figura di Alcina -la maga dell’Orlando furioso- ne L’isola di Alcina di Nevio Spadoni, musica di Luigi Ceccarelli, prodotto dalla Biennale di Venezia e da Ravenna Festival, raccogliendo i consensi entusiastici della critica teatrale e di intellettuali di portata internazionale come Susan Sontag. Nello stesso anno Ermanna Montanari vince il Premio Ubu come “migliore attrice italiana”, mentre in occasione del Mittelfest 2001 le viene conferito il Premio Adelaide Ristori. Lo spettacolo rinasce a nuova vita nel 2009, trasformato in performance vocale con il titolo di Ouverture Alcina, e con tale forma approda a importanti festival internazionali a New York, Mosca, Tunisi, Wroclaw, Limoges, Berlino.
Nel febbraio 2005 è protagonista dello spettacolo La mano, de profundis rock, tratto dal romanzo omonimo di Luca Doninelli, con la regia di Martinelli, coprodotto da le manège.mons-Centre Dramatique insieme a Ravenna Festival e al Festival delle Colline Torinesi.
Nel 2005 Ermanna Montanari, insieme a Martinelli e Mandiaye N’Diaye, lavora a Chicago per cinque settimane con un intenso programma di spettacoli e laboratori. Cuore del progetto, l’allestimento di una nuova versione de I Polacchi con un gruppo di studenti africani della Senn High School, che debutta al Museum of Contemporary Art di Chicago con il titolo Mighty mighty Ubu.
Nel 2006 riceve il Premio Lo Straniero dedicato “alla memoria di Carmelo Bene”. A parere della giuria Ermanna Montanari “grande interprete di L’isola di Alcina e La mano, sperimentatrice delle possibilità e del potere della voce umana, è a suo modo la migliore continuatrice di una ricerca di cui Carmelo è stato iniziatore e maestro. Ermanna Montanari è la più spericolata e formidabile attrice del teatro italiano contemporaneo, ma al contempo è membro di un gruppo di cui segue il destino con ammirevoli costanza e modestia; agli spettacoli più “suoi” come i citati, ha aggiunto la partecipazione a quelli del gruppo con altre memorabili interpretazioni, dalla Mère Ubu di I Polacchi alla Titania del Sogno di una notte di mezza estate”.
Nel novembre 2006 debutta con Sterminio di Werner Schwab all’interno del quale riveste il ruolo della Signora Cazzafuoco. Per questa interpretazione vince nuovamente il Premio Ubu 2007 come “miglior attrice italiana”.
Nel gennaio 2007 lavora in Senegal a una nuova “messa in vita” de I Polacchi. Lo spettacolo Ubu buur debutta nel villaggio di Diol Kadd, con un coro di adolescenti senegalesi, e viene presentato in prima europea al Festival des Francophonies en Limousin (Francia), che lo ha anche coprodotto, e in prima nazionale al Teatro Festival Italia di Napoli, e a VIE Scena Contemporanea Festival di Modena, nell’autunno 2007.
Nel giugno 2008 debutta Rosvita, lettura-concerto in cui Ermanna Montanari torna, dopo diciassette anni, ad affrontare l’opera della monaca-drammaturga sassone del X secolo nel doppio ruolo di interprete e autrice del testo. Per questo lavoro riceve per la terza volta il Premio Ubu come “miglior attrice italiana”: i critici hanno sottolineato l’eccezionale performance vocale dell’ attrice-autrice, che per le sue straordinarie qualità si pone con continuità ai vertici del teatro italiano.
Nel 2010 il Teatro delle Albe, con l’ideazione di Martinelli e Montanari, porta a compimento il suo affondo nell’opera di Molière, articolandolo in due differenti lavori. detto Molière di Marco Martinelli, debutta a Mons, portando sulle scene un “coro” di quaranta attori e musicisti, insieme a un gruppo di adolescenti delle periferie della Francia e del Belgio. L’Avaro di Molière, nella traduzione di Cesare Garboli, vede impegnata l’intera compagnia attorno a un Arpagone, fantasma-burattino del potere, impugnato come un’arma da Ermanna Montanari.
Nel 2011 ha firmato la direzione artistica del Festival internazionale di Santarcangelo (edizione 41), all’interno di un triennio di lavoro 2009-2011 condiviso con Chiara Guidi-Societas Raffaello Sanzio e Enrico Casagrande-Motus.
Nell’ottobre 2012 debutta in scena con Chiara Guidi (Societas Raffaello Sanzio) con Poco lontano da qui, insieme firmano drammaturgia e regia.
Nel novembre dello stesso anno cura con Marco Martinelli l’ideazione di PANTANI, testo e regia dello stesso Martinelli, interpretando il ruolo di Tonina, la madre di Marco Pantani.
È  del novembre 2012 l’uscita del volume: Ermanna Montanari fare-disfare-rifare nel Teatro delle Albe di Laura Mariani per Titivillus edizioni.
A maggio 2013 Ermanna Montanari crea La camera da ricevere nell’ambito del progetto “Dimore delle voci-Laboratorio di Drammaturgia sonora, IV edizione”, a cura di Valentina Valentini, promosso da Rai Radio 3, Centro Teatro Ateneo e La Sapienza Università di Roma. Un racconto dalla “stanza dei travestimenti” con alcune figure ritagliate dal suo repertorio: Fatima asina parlante, Bêlda veggente romagnola, Rosvita dalla squillante voce, Medar Ubu che squittisce le sue invettive, l’istupidimento di Alcina, le profezie di Daura, l’afasia di Arpagone e la sete di giustizia Tonina Pantani.
Sempre nel 2013 porta in scena A te come te di Giovanni Testori: una “lettura scenica” degli scritti giornalistici di Testori scegliendo tre articoli legati da un filo preciso: la violenza sulle donne, scritti tra il ’79 e l’80 sulla terza pagina del Corriere della sera.
Nel 2013 vince il Premio Duse, l’unico premio italiano riservato all’attrice di teatro che si è distinta particolarmente nel corso della stagione di prosa in uno o più spettacoli in Italia o all’estero, per la sua interpretazione in PANTANI.
Nel 2014 debutta Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, ideazione Ermanna Montanari e Marco Martinelli (autore del testo e regista dello spettacolo), in cui Montanari interpreta il ruolo della leader birmana, premio Nobel per la pace nel 1991.
Tra i suoi ultimi progetti di teatro-in-musica, ricordiamo LUṢ (2015), concerto spettacolo di Ermanna Montanari, Luigi Ceccarelli, Daniele Roccato, regia di Marco Martinelli, produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione con il Teatro delle Albe; e Maryam (2017), testo di Luca Doninelli, musica di Luigi Ceccarelli, spettacolo dalla forte natura performatica che la vede sola in scena, e di cui firma la regia insieme a Martinelli.
Nel 2017 insieme a Marco Martinelli firma l’ideazione, la direzione artistica e la regia di INFERNO Chiamata pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri (prima anta del progetto LA DIVINA COMMEDIA 2017-2021) prodotto da Ravenna Festival in coproduzione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro. A Martinelli e Montanari viene assegnato il Premio Ubu 2017 al “miglior progetto curatoriale” per INFERNO. La seconda anta del progetto, PURGATORIO, vede nel 2019 un doppio debutto a Matera, in occasione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, e a Ravenna, nell’ambito di Ravenna Festival.
Nel 2018 è in scena, insieme a Simone Marzocchi alla tromba, in fedeli d’Amore, polittico in sette quadri per Dante Alighieri, testo di Martinelli, musica di Luigi Ceccarelli, di cui firma la regia insieme a Marco Martinelli.
Sempre nel 2018 mette in scena -insieme a Marco Martinelli- Va pensiero, affresco corale capace di far luce sulla corruzione mafiosa in Emilia Romagna, in cui interpreta l’intensa figura della “zarina”.
Per le sue interpretazioni in Va pensiero e fedeli d’Amore le viene assegnato il Premio Ubu 2018 come “miglior attrice”.
Nell’autunno 2019 firma con Marco Martinelli il soggetto di The sky over Kibera, presentato al Filmmaker Festival di Milano, che racconta la “messa in vita” della Divina Commedia nell’immenso slum nel cuore di Nairobi con 150 bambini e adolescenti delle scuole locali in relazione alla Fondazione AVSI.
Ha partecipato ai seguenti film: Lacrymae di Maria Martinelli (1999), Il mnemonista di Paolo Rosa (2000), L’ultimo terrestre di Gianni Pacinotti (2011).
Nel 2017 è protagonista nel film di Marco Martinelli Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, di cui firma il soggetto insieme a Martinelli.