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OPEN MAD

 

MAD Murate Art District collabora ogni anno con centinaia di artisti nazionali e internazionali a progetti artistici, performativi, fotografici, rendendo partecipe la cittadinanza e la comunità dell’intenso lavoro di ricerca che viene svolto nella nostra città.

MAD apre le porte per cinque giornate di apertura e presentazione alla cittadinanza, in programma dal 23 al 27 ottobre 2024: incontri, riflessioni, performance, talk e convegni incentrati sul tema della “cura”.

Vuoi scoprire come lavorano gli artisti e i curatori contemporanei? Cinque giornate all’insegna della condivisione tra artisti, curatori, addetti ai lavori e pubblico, per poter compartecipare alla quotidianità di MAD, davanti e dietro le quinte.

 

OPEN MAD

 

MAD Murate Art District collabora ogni anno con centinaia di artisti nazionali e internazionali a progetti artistici, performativi, fotografici, rendendo partecipe la cittadinanza e la comunità dell’intenso lavoro di ricerca che viene svolto nella nostra città.

MAD apre le porte per cinque giornate di apertura e presentazione alla cittadinanza, in programma dal 23 al 27 ottobre 2024: incontri, riflessioni, performance, talk e convegni incentrati sul tema della “cura”.

Vuoi scoprire come lavorano gli artisti e i curatori contemporanei? Cinque giornate all’insegna della condivisione tra artisti, curatori, addetti ai lavori e pubblico, per poter compartecipare alla quotidianità di MAD, davanti e dietro le quinte.

 

Available in:

TALK

CONVERSATION WITH EVE TAGNY / Eve Tagny e Justin Randolph Thompson

thursday 22nd february at 5:30 p.m.

 

Conversation with Eve Tagny

In dialogue with Justin Randolph Thompson

 

The artist Eve Tagny, one of the artists of the exhibition Repose and Resist will be in dialogue with the director of Black History Month Florence discussing her interdisciplinary practice and her relationship with rest and healing. Tagny’s practice combines embodied movement  with videos and sculptural installations, focusing on connections between touch and forms of mourning in relation to nature and the earth.

 

 

For more information:
055 2476873
info.mad@musefirenze.it



TALK

CONVERSATION WITH EVE TAGNY / Eve Tagny e Justin Randolph Thompson

thursday 22nd february at 5:30 p.m.

 

Conversation with Eve Tagny

In dialogue with Justin Randolph Thompson

 

The artist Eve Tagny, one of the artists of the exhibition Repose and Resist will be in dialogue with the director of Black History Month Florence discussing her interdisciplinary practice and her relationship with rest and healing. Tagny’s practice combines embodied movement  with videos and sculptural installations, focusing on connections between touch and forms of mourning in relation to nature and the earth.

 

 

For more information:
055 2476873
info.mad@musefirenze.it

Arte come cura. Tracciare strade percorribili

Convegno

“Arte come cura. Tracciare strade percorribili”

sabato 4 novembre ore 16:00

 

Il convegno, coordinato dalla Dottoressa Gloria Canaccini, psicoterapeuta di Jonas Firenze, si propone come occasione di confronto e riflessione. Questo è frutto di un precedente progetto artistico ideato due anni fa dall’artista Barbara Amadori e curato dal Professor Roberto Vecchiarelli e dall’Architetto Nello Teodori, che in questa occasione apriranno i lavori, rispettivamente, con i seguenti interventi: “Arte come cura/Il giardino terapeutico” e “Architettura e Arte dei luoghi di cura/Esperienze e progetti contemporanei”. Interverranno anche Ilaria Margutti, Barbara Amadori, come anche Dottoressa Ilaria Innocenti, la Presidente di Jonas Firenze, con un intervento dal titolo “Arte-terapia/Arteterapia”.

“Non ci si ammala da soli come non si guarisce da soli” è il titolo della relazione del Dottor Luciano Carli, della Chirurgia senologica Breast Unit

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Convegno

“Arte come cura. Tracciare strade percorribili”

sabato 4 novembre ore 16:00

 

Il convegno, coordinato dalla Dottoressa Gloria Canaccini, psicoterapeuta di Jonas Firenze, si propone come occasione di confronto e riflessione. Questo è frutto di un precedente progetto artistico ideato due anni fa dall’artista Barbara Amadori e curato dal Professor Roberto Vecchiarelli e dall’Architetto Nello Teodori, che in questa occasione apriranno i lavori, rispettivamente, con i seguenti interventi: “Arte come cura/Il giardino terapeutico” e “Architettura e Arte dei luoghi di cura/Esperienze e progetti contemporanei”. Interverranno anche Ilaria Margutti, Barbara Amadori, come anche Dottoressa Ilaria Innocenti, la Presidente di Jonas Firenze, con un intervento dal titolo “Arte-terapia/Arteterapia”.

“Non ci si ammala da soli come non si guarisce da soli” è il titolo della relazione del Dottor Luciano Carli, della Chirurgia senologica Breast Unit di Città di Castello, a testimonianza della sinergia, possibile ed auspicabile, tra arte e medicina, sinergia che ha dato vita anni fa al progetto in questione.

A chiudere, con “Percorsi di rinascita” Lucia De Ranieri, la Presidente di Firenze in Rosa Onlus.

L’associazione Jonas Firenze ha curato l’organizzazione del Convegno, sostenendo il valore sociale e soggettivo di una cura umanizzata. Il convegno è sponsorizzato da ADoc, Centro Medico Polispecialistico umbro di Gualdo Tadino.

 

Per maggiori informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it

Arte come cura. Tracciare strade percorribili

Available in:

Festival della transizione ecologica

a cura di Villaggio dei Popoli

MAD ospita il Festival della Transizione Ecologica 2023 a partire dal 6 ottobre. Il Festival è realizzato in collaborazione con il Comune di Firenze e si articola all’interno delle sale di MAD e di altri spazi in quattro giornate: dal 5 all’8 ottobre!

Per comprendere a fondo il significato della Transizione Ecologica e quali cambiamenti questa comporti nella vita quotidiana di ciascuno, il Festival affronta il tema da diversi punti di vista: alimentazione e produzione alimentare, cambiamento climatico, commercio equo e solidale, energia, economia, inclusione, rifiuti. Tutte questioni profondamente legate ai valori e agli ideali di sostenibilità ambientale, giustizia sociale, solidarietà e consumo critico.

Il Festival è un’occasione di formazione e informazione che permetterà di conoscere meglio le realtà istituzionali, associative e imprenditoriali protagoniste della transizione ecologica in Toscana e in Italia. Sarà inoltre un’opportunità per associazioni e imprese

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MAD ospita il Festival della Transizione Ecologica 2023 a partire dal 6 ottobre. Il Festival è realizzato in collaborazione con il Comune di Firenze e si articola all’interno delle sale di MAD e di altri spazi in quattro giornate: dal 5 all’8 ottobre!

Per comprendere a fondo il significato della Transizione Ecologica e quali cambiamenti questa comporti nella vita quotidiana di ciascuno, il Festival affronta il tema da diversi punti di vista: alimentazione e produzione alimentare, cambiamento climatico, commercio equo e solidale, energia, economia, inclusione, rifiuti. Tutte questioni profondamente legate ai valori e agli ideali di sostenibilità ambientale, giustizia sociale, solidarietà e consumo critico.

Il Festival è un’occasione di formazione e informazione che permetterà di conoscere meglio le realtà istituzionali, associative e imprenditoriali protagoniste della transizione ecologica in Toscana e in Italia. Sarà inoltre un’opportunità per associazioni e imprese di fare rete per agire insieme sul territorio.

 

Per maggiori informazioni
055 2476873
info.mad@musefirenze.it

Festival della transizione ecologica

Available in:

ASINARA LAB 2021 - CONVIVUM

in collaborazione con LWCircus e con il padiglione Italia, XVII Biennale di Architettura di Venezia
Progetto RIVA

Continuano gli appuntamenti del Progetto RIVA, all’interno del progetto interregionale Neptune, in collaborazione con il padiglione Italia, XVII Biennale di Architettura di Venezia e LWCircus, grazie a quattro giorni di attività di informazione e comunicazione sui paesaggi e sulle comunità resilienti, in cui esporremo le iniziative e i risultati raggiunti grazie all’impegno pluriennale del Progetto RIVA.

Mercoledì 29 e giovedì 30 settembre, a partire dalle ore 18.00, trasmetteremo in diretta sulla nostra pagina di Facebook ASINARA LAB 2021 – CONVIVUM – “Asinara Arte e Natura, i paesaggi resilienti e il turismo sostenibile”, per parlare di ecosostenibilità e per promuovere un turismo responsabile nel Mediterraneo.

La partecipazione è gratuita e non necessita di invito.

 

È possibile vedere la registrazione degli eventi ai seguenti link:

https://www.facebook.com/murateartdistrict/posts/1958386580996944 (29 settembre 2021)
https://www.facebook.c

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Continuano gli appuntamenti del Progetto RIVA, all’interno del progetto interregionale Neptune, in collaborazione con il padiglione Italia, XVII Biennale di Architettura di Venezia e LWCircus, grazie a quattro giorni di attività di informazione e comunicazione sui paesaggi e sulle comunità resilienti, in cui esporremo le iniziative e i risultati raggiunti grazie all’impegno pluriennale del Progetto RIVA.

Mercoledì 29 e giovedì 30 settembre, a partire dalle ore 18.00, trasmetteremo in diretta sulla nostra pagina di Facebook ASINARA LAB 2021 – CONVIVUM – “Asinara Arte e Natura, i paesaggi resilienti e il turismo sostenibile”, per parlare di ecosostenibilità e per promuovere un turismo responsabile nel Mediterraneo.

La partecipazione è gratuita e non necessita di invito.

 

È possibile vedere la registrazione degli eventi ai seguenti link:

https://www.facebook.com/murateartdistrict/posts/1958386580996944 (29 settembre 2021)
https://www.facebook.com/murateartdistrict/posts/1959059214263014 (30 settembre 2021)

ASINARA LAB 2021 - CONVIVUM

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Valentina Gensini

Direttore Artistico MAD Murate Art District

Valentina Gensini è storica dell’arte e curatrice. Dopo il lavoro in sovrintendenza presso Palazzo Pitti, e le collaborazioni con la Scuola di specializzazione in storia dell’arte dell’università di Siena, ha lavorato come consulente per la Fondazione Palazzo Strozzi, dove ha co-curato Green Platform. Arte Ecologia Sostenibilità (CCCStrozzina, 2009). Ha co-curato il progetto espositivo e il catalogo Novecento Sedotto. il fascino del seicento tra le due guerre (villa Bardini 2010). Ha diretto la sezione Arti Visive del Festival Fabbrica Europa (2012). Per Mus.e, è Responsabile dell’area contemporaneo, ha fondato e diretto il Museo Novecento (2014-2017) e Le Murate. Progetti Arte Contemporanea (2014-2019), che attualmente dirige con il nuovo progetto MAD Murate Art District. È fondatrice e direttore artistico del Progetto RIVA, un progetto pluriennale di arte pubblica internazionale sul tema della progettazione ecosostenibile ed ecosofica. E’ autrice di saggi,

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Valentina Gensini è storica dell’arte e curatrice. Dopo il lavoro in sovrintendenza presso Palazzo Pitti, e le collaborazioni con la Scuola di specializzazione in storia dell’arte dell’università di Siena, ha lavorato come consulente per la Fondazione Palazzo Strozzi, dove ha co-curato Green Platform. Arte Ecologia Sostenibilità (CCCStrozzina, 2009). Ha co-curato il progetto espositivo e il catalogo Novecento Sedotto. il fascino del seicento tra le due guerre (villa Bardini 2010). Ha diretto la sezione Arti Visive del Festival Fabbrica Europa (2012). Per Mus.e, è Responsabile dell’area contemporaneo, ha fondato e diretto il Museo Novecento (2014-2017) e Le Murate. Progetti Arte Contemporanea (2014-2019), che attualmente dirige con il nuovo progetto MAD Murate Art District. È fondatrice e direttore artistico del Progetto RIVA, un progetto pluriennale di arte pubblica internazionale sul tema della progettazione ecosostenibile ed ecosofica. E’ autrice di saggi, cataloghi e volumi tra cui Video d’artista. La video-arte dalle origini a oggi, Polistampa 2011; Nuclei vitali, Pacini Editore 2015, Global Identities. postcolonial and cross-cultural narratives, Mousse, 2019; Musei, pubblici, tecnologie, Pisa University Press, 2020; Il Novecento: dalle collezioni civiche al museo, Skirà 2021; Firenze Novecento, Skirà 2022.

FOSCA

Network that generates reflections

Fosca is a project originated in 2006 by a Caterina Poggesi’s idea. Fosca is a network that generates reflections and creative spaces for contemporary culture through creations, workshops, events, moments of study, exhibitions, publications, radio broadcasts in the field of performing and visual arts.

www.fosca.eu

Fosca is a project originated in 2006 by a Caterina Poggesi’s idea. Fosca is a network that generates reflections and creative spaces for contemporary culture through creations, workshops, events, moments of study, exhibitions, publications, radio broadcasts in the field of performing and visual arts.

www.fosca.eu

Teatringestazione

Anna Gesualdi e Giovanni Trono, direttori artistici

TeatrInGestAzione è una compagnia indipendente di ricerca-azione teatrale, dal 2006 di base a Napoli, fondata e diretta da Gesualdi | Trono. Si occupano di produzione, educazione, progettazione e curatela in ambito artistico e in contesti socialmente svantaggiati, con una particolare attenzione ai processi condivisi. Creano opere e dispositivi a carattere ibrido incrociando diverse discipline e ambiti di ricerca, a cui si lega sempre una componente teorica. Perseguono un’estetica basata sul rigore della presenza, la sobrietà degli elementi e l’uso essenziale dello spazio. La loro opera muove dall’esigenza di svincolare l’atto performativo dal contesto spettacolare, e di qualificare la scena come sede di una socialità sperimentale. Lavorano in contesti nazionali e internazionali, indipendenti e istituzionali, tra questi sono stati ospiti di: ConTempo 19, Kaunas (LTU); Matera-Basilicata 2019 ECoC; Valletta 2018 ECoC (MLT); International Culture Summit, Edinburgh (GB-SCT); DMZ

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TeatrInGestAzione è una compagnia indipendente di ricerca-azione teatrale, dal 2006 di base a Napoli, fondata e diretta da Gesualdi | Trono. Si occupano di produzione, educazione, progettazione e curatela in ambito artistico e in contesti socialmente svantaggiati, con una particolare attenzione ai processi condivisi. Creano opere e dispositivi a carattere ibrido incrociando diverse discipline e ambiti di ricerca, a cui si lega sempre una componente teorica. Perseguono un’estetica basata sul rigore della presenza, la sobrietà degli elementi e l’uso essenziale dello spazio. La loro opera muove dall’esigenza di svincolare l’atto performativo dal contesto spettacolare, e di qualificare la scena come sede di una socialità sperimentale. Lavorano in contesti nazionali e internazionali, indipendenti e istituzionali, tra questi sono stati ospiti di: ConTempo 19, Kaunas (LTU); Matera-Basilicata 2019 ECoC; Valletta 2018 ECoC (MLT); International Culture Summit, Edinburgh (GB-SCT); DMZ Research Lab and Open Forum, Seul (KOR); Dance Interfaces, Tenerife (ES); CAMP_iN, San Luis Potosì (MEX); Institut für Theater Film und Medienwissenschaft – Goethe Universität, Frankfurt am Main (DE); About a City, Fondazione Feltrinelli – Milano; La Soffitta – DAMS, Bologna; CRT – Triennale Teatro dell’Arte, Milano; Play K(ey) – Zona K, Milano; APACHE – Teatro Litta, Milano; Italian Performance Platform – Ipercorpo Festival, Forlì; Trasparenze Festival – Modena; Testimonianze Ricerca Azioni – Teatro Akropolis, Genova; Napoli Teatro Festival – Napoli. In ambito sociale, dal 2006 al 2014 hanno condotto l’attività teatrale nel Manicomio Giudiziario di Aversa. Dal 2015 ad oggi conducono l’attività teatrale presso il carcere di Poggioreale a Napoli. Nel 2010 sono tra i soci fondatori del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere. Dal 2015 al 2017 sono tra i registi guida del progetto di teatro-educazione Arrevuoto – Teatro Nazionale di Napoli. In qualità di curatori, tra i vari, nel 2011 inaugurano Altofest (altofest.net), premiato con l’EFFE AWARD 2017 – 18, tra i sei migliori festival d’Europa. Dal 2011 al 2013, curano presso il PAN Palazzo delle Arti di Napoli, tre edizioni del progetto Altofragile, Corpi Esposti all’Opera – spazio di condivisione del momento genetico della creazione (altofragile.eu). Nel 2019 e 2020 sono tra i co-curatori di due edizioni di START StreetART conference (www.startconf.org). Tra le pubblicazioni che raccontano l’esperienza di TeatrInGestAzione ci sono svariate tesi di laurea e progetti editoriali tra cui “Displace Altofest” a cura di Loretta Mesiti e Silvia Mei, ed. Valletta 2018; “Culture Teatrali 2015” a cura di Silvia Mei, ed. La casa Usher; “Testimonianze Ricerca Azioni” ed. Akropolis Libri 2014; “Il tempo a Napoli” di Piermario Vescovo, Ed. Marsilio 2011; “Recito, dunque so(g)no” di Pozzi e Minoia, Edizioni Nuove Catarsi, 2009; incontri notevoli di un libraio militante, a cura di Davide D’Urso, Ed. Valtrend, 2011; Annual Young Blood, 2011, ed. FM con il sostegno del Ministero della Gioventù, annuario dei talenti italiani che hanno ottenuto riconoscimenti nel campo della creatività e della ricerca; il documentario “Caini d’Aversa” di Palamara&Nicois; il docu-film di Giuseppe Valentino “On the dust island”.
Tra i premi e riconoscimenti, nel 2011 vincono il DE.MO./ Movin’UP a supporto della circuitazione dei talenti italiani emergenti nel mondo (GAI e MiBACT). Nel 2016 il Funder 35 dedicato alle giovani imprese culturali. Nel 2017 il SIAE – Sillumina, copia privata per i giovani per la cultura. Nel 2017 l’EFFE Award.

Atletica del cuore. Distanza | Spazi possibili

Convegno | Performance

la città come luogo dell’atto artistico e pedagogico.

La crisi generata dall’attuale emergenza sanitaria ha mostrato alcune fragilità dell’organizzazione delle istituzioni culturali legate all’arte e all’istruzione. Una in particolare le accomuna entrambe:  accadono principalmente in uno spazio fisico formale chiuso ed esclusivo. La soluzione principale è stata trovare un luogo alternativo, lo spazio virtuale, che ha messo al riparo i corpi ma che ha privato della relazione che si instaura con la compresenza fisica.

La città è tutto quello che esiste al di fuori delle mura dei teatri e delle scuole, nel senso che con essa raramente questi mondi entrano in  relazione.

Senza mettere in dubbio la formalità della scena come necessaria ad una certa creazione o la necessità di un luogo dove si svolga la scuola, questi luoghi dedicati portano con sé un’importante questione sulla loro funzione sociale/culturale: il teatro come luogo dell&

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la città come luogo dell’atto artistico e pedagogico.

La crisi generata dall’attuale emergenza sanitaria ha mostrato alcune fragilità dell’organizzazione delle istituzioni culturali legate all’arte e all’istruzione. Una in particolare le accomuna entrambe:  accadono principalmente in uno spazio fisico formale chiuso ed esclusivo. La soluzione principale è stata trovare un luogo alternativo, lo spazio virtuale, che ha messo al riparo i corpi ma che ha privato della relazione che si instaura con la compresenza fisica.

La città è tutto quello che esiste al di fuori delle mura dei teatri e delle scuole, nel senso che con essa raramente questi mondi entrano in  relazione.

Senza mettere in dubbio la formalità della scena come necessaria ad una certa creazione o la necessità di un luogo dove si svolga la scuola, questi luoghi dedicati portano con sé un’importante questione sulla loro funzione sociale/culturale: il teatro come luogo dell’incontro è in crisi da molto tempo, la scuola come unico luogo a cui delegare la pedagogia e l’apprendimento anche.

Atletica del cuore vuole essere uno strumento per generare pensiero. Un luogo dove artisti e intellettuali possano portare le loro visioni, uno spazio dialettico. I relatori saranno narratori del possibile, esploratori di altre soluzioni. Altri spazi possibili.

Il convegno si è sempre svolto in presenza. Quest’anno abiterà forzatamente la virtualità.  Non può essere un semplice spostamento: un convegno che parla di arte e pedagogia non può sottrarsi a una riflessione strutturale sul setting di lavoro.

Non volevamo  snaturare il setting del convegno e ci siamo interrogati su un possibile visivo. Ci è piaciuto immaginarlo come un’opera d’arte in divenire. La pagina web a cui collegarsi per ascoltare lo streaming ospiterà anche la diretta live di una telecamera posizionata nello studio parigino dell’artista Stephan Zimmerli; inquadrerà le mani di Stephan che, ascoltando le voci dei relatori e da queste  prende spunto, dipingerà traducendo l’intervento in un suo quadro. In contemporanea il musicista Davide Woods improvvisando sui movimenti delle mani di Stephan, creerà la colonna sonora dell’azione, in diretta dal suo studio fiorentino  e con diversi strumenti musicali.

Atletica del cuore decide di abitare il web e prova a sperimentare l’essere contemporaneamente un momento di alta formazione, una trasmissione radio e una live performance di segno e musica: il digitale potenzia stratificazione e contemporaneità.

Il convegno di Atletica del cuore, in questa edizione, si svolgerà in streaming radio sulla piattaforma del media partner Fango Radio. E’ stata scelta la radio per una riflessione su l’invasività fisica (stare fermo di fronte ad uno schermo a guardare e ascoltare) che i mezzi digitali hanno portato negli ultimi mesi nello spazio privato: la radio  è una voce che abitualmente entra in casa,  è il sottofondo di altre azioni, apre un immaginario visivo attivo e partecipato. ponendosi come obiettivo quello di essere contemporaneamente un momento di alta formazione.
Una trasmissione radio e una live performance di segno e musica grazie alla collaborazione con gli artisti Stephan Zimmerli e Davide Woods
La conclusione della giornata sarà affidata alla poetessa Elisa Biagini, che diretta da Cristina Abati, leggerà live alcune poesie raccolte sotto il titolo Corrente Alternata.
Intervengono al convegno:
Ermanna Montanari e Marco Martinelli; Farsi Luogo, Teatro delle Albe, Ravenna.
Anna Gesualdi e Giovanni Trono; Lo spazio della differenza, teatringestazione, Napoli.
Anna Lisa Pecoriello; Scuole aperte, la crisi come opportunità, urbanista e ricercatrice, Firenze.
Gilberto Scaramuzzo, docente di pedagogia dell’espressione, Roma 3.

______________

Corrente alternata

scritto e letto da Elisa Biagini, regia Cristina Abati

Aperto anche a chi non partecipa ai percorsi di formazione.

Al tavolo da ore: c’è come un vibrare di piatti all’altezza
del polso, la manica è una tenda per il sangue.
Fuori, il colore è di inverno sguinzagliato. Ritorni, tra
nuvola e suolo.

Ghiaccio e fuoco si avvicinano, complementari, per dar vita a una corrente alternata di immagini e pensieri. La voce del poeta, si fa carne e allo stesso tempo risuona come fumoso ghiaccio, diventa la sua stessa ombra, che racconta seduta a un tavolo di quel ricordo polveroso che ha dato amore e vita. “Mi spiani le rughe alla fronte” “Ci sono parole rimaste nel fuoco..ghiaccio la distanza tra la mia memoria e il tuo respiro” sono alcune delle parole che emergeranno tra le crepe di una partitura sonora fatta di parole, echi della voce, suoni naturali e meccanici.

_____________________
Un progetto a cura di Fosca realizzato con il contributo di Fondazione CR Firenze e sostenuto da Mus.E e Murate Art District, all’interno di Inverno Fiorentino.
Media partner fango radio, partner di comunicazione Neo Studio

Atletica del cuore. Distanza | Spazi possibili

Available in:

StraDESIGN

Visioni e progetti dell'Università di Firenze

Una settimana tutta per il design. E’ StraDESIGN, una rassegna di incontri, mostre e workshop, che nasce per iniziativa del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Da  lunedì 30 settembre 2019 a venerdì 4 ottobre 2019 sono stati alla ribalta i prodotti che nascono dalla ricerca e dall’innovazione, ma anche i progetti dei più giovani laureati usciti dai corsi di laurea in design, insieme a talk con la partecipazione di alcuni protagonisti del disegno industriale contemporaneo. Le iniziative si sono svolte principalmente tra il complesso delle Murate e il complesso universitario di Santa Verdiana.

StraDESIGN ci ha parlato di una disciplina, il design, divenuta sempre più pervasiva: dal prodotto alla comunicazione, dagli interni alla moda, ai servizi fino alle tematiche dell’innovazione sociale. Ma StraDESIGN ha raccontato anche la capacità, propria del design, di “sporcarsi le mani”, di intervenire concretamente sul reale, di farsi attore

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Una settimana tutta per il design. E’ StraDESIGN, una rassegna di incontri, mostre e workshop, che nasce per iniziativa del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze. Da  lunedì 30 settembre 2019 a venerdì 4 ottobre 2019 sono stati alla ribalta i prodotti che nascono dalla ricerca e dall’innovazione, ma anche i progetti dei più giovani laureati usciti dai corsi di laurea in design, insieme a talk con la partecipazione di alcuni protagonisti del disegno industriale contemporaneo. Le iniziative si sono svolte principalmente tra il complesso delle Murate e il complesso universitario di Santa Verdiana.

StraDESIGN ci ha parlato di una disciplina, il design, divenuta sempre più pervasiva: dal prodotto alla comunicazione, dagli interni alla moda, ai servizi fino alle tematiche dell’innovazione sociale. Ma StraDESIGN ha raccontato anche la capacità, propria del design, di “sporcarsi le mani”, di intervenire concretamente sul reale, di farsi attore delle trasformazioni sociali. StraDESIGN è stata in fine un’esplicita citazione dell’esperienza dell’Architettura Radicale e del Controdesign della fine degli anni ’60 in cui i prefissi erano un voluto riferimento alle contemporanee esperienze della Pop Art e, a quella del Bolidismo degli anni ’80, due importanti contributi fiorentini alla storia del design italiano.

Programma degli appuntamenti presso MAD Murate Art District:

  • Design tra specificità e internazionalizzazione Incontro con Cuid / Sid

30 settembre | ore 15.30
a cura di Francesca Tosi | Alessia Brischetto UniFi
partecipano
Federico Cinquepalmi MIUR
Francesca Tosi UniFi
Lorenzo Imbesi La Sapienza
Rossana Carullo Poliba e componenti della Conferenza Universitaria Italiana del Design e della Società Italiana del Design

  • Arena Design talkshow

1 ottobre | ore 10
a cura di Elisabetta Cianfanelli | Elisabetta Benelli UniFi
con la collaborazione di Jurji Filieri | Francesca Filippi  Margherita Tufarelli UniFi

  • Human-Centred  Design / User Experience

2 ottobre | ore 10
a cura di Francesca Tosi | Alessandra Rinaldi Alessia Brischetto | Mattia Pistolesi Ester Iacono | Claudia Becchimanzi UniFi
Partecipano
Tommaso Bellandi
Società Italiana di Ergonomia e fattori umani
Giuseppe Fedele
Technogym
Francesca Tosi | Alessandra Rinaldi
Alessia Brischetto | Mattia Pistolesi
Ester Iacono | Claudia Becchimanzi
Unifi

  • Le Forme del nuovo L’esperienza del distretto dID 

2 ottobre | ore 15.00
a cura di Giuseppe Lotti | Debora Giorgi  Marco Marseglia | Eleonora Trivellin  Irene Fiesoli UniFi
Irene Burroni | Ilaria Bedeschi dID
partecipano
Enrico Rossi  Presidente Regione Toscana
Giuseppe Bianchi | Piero Pii Irene Burroni dID
Giuseppe Lotti UniFi
Marco Magnarosa Nuvap
Marco Marseglia UniFi
Loriano Corsi Sea
Barbara del Curto Polimi
Andrea Blandi Consorzio Zenit
Filippo Cavallo Sssa
Luca Terrosi Uscita di sicurezza
Francesca Tosi UniFi
Annalisa Tani Richard Ginori
Maurizio Masini UniSi
Davide Micaroni Mediacross
Debora Giorgi UniFi
Sandro Bigiarini Spazio Arredo
Manuele Bonaccorsi CoRobotics
Paolo Campinoti PR Industrial
Romano Giglioli UniPi
Antonio Bertini Imer
Federico Rotini UniFi
Guglielmo Montagnani  Newton Trasformatori
Maurizio De Lucia UniFi
Federico Nonni New Changer
Laura Burzagli Cnr
Marcello Cassioli Cassioli
Massimo Ceraolo UniPi
Katia Balducci Effebi
Leonardo Vanni Consorzio Polo Magona
modera
Vincenzo Legnante UniFi

80’: CONtaminazioni & CONtemporaneità
3 ottobre | ore 14.30
a cura di Gianpiero Alfarano | Giuseppe Lotti Stefano Follesa | Alessandra Rinaldi Isabella Patti | Matteo Zambelli UniFi
partecipano
Giancarlo Cauteruccio UniFi
Roberto Semprini Accademia di Brera
Carlo Vannicola  UniCam
Antonio Glessi Isia Firenze
modera
Andrea Mi
con una preview della mostra su Remo Buti
a cura di Matteo Zambelli UniFi Giovanni Bartolozzi UniFi Pino Brugellis

StraDESIGN

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Katia Favilli

formatrice teatrale

Katiuscia Favilli has been involved in performing arts as a stage and design practice for twenty years. She has been a trainer in the artistic and educational field, and she has developed the practice of theatre as a tool for exploring the self, relational capacity, and the growth of one’s own potential and individual abilities. She has developed skills in the design of courses for both trainees and trainers, in formal and informal contexts, such as schools, festivals and social cooperatives. She currently collaborates with the Department of Education Sciences of the University of Florence.

FOSCA is a project born in 2006 from Caterina Poggesi’s idea. Fosca is a network in continuous definition that aims to create spaces for investigation and reflection in contemporary culture, through creations in the field of performing and visual arts. Within the various initiatives, different artists and newcomers collaborate each time, linked to the specific features of the work. Fosca

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Katiuscia Favilli has been involved in performing arts as a stage and design practice for twenty years. She has been a trainer in the artistic and educational field, and she has developed the practice of theatre as a tool for exploring the self, relational capacity, and the growth of one’s own potential and individual abilities. She has developed skills in the design of courses for both trainees and trainers, in formal and informal contexts, such as schools, festivals and social cooperatives. She currently collaborates with the Department of Education Sciences of the University of Florence.

FOSCA is a project born in 2006 from Caterina Poggesi’s idea. Fosca is a network in continuous definition that aims to create spaces for investigation and reflection in contemporary culture, through creations in the field of performing and visual arts. Within the various initiatives, different artists and newcomers collaborate each time, linked to the specific features of the work. Fosca is not intended to be a formation of people, but rather a set of collaborations and experiences, constantly changing between subjects, languages, territories and disciplinary areas. It is a mental space that finds its manifestation in concrete actions in artistic research and in the study of contemporary languages, dealing transversally with culture, education, sociality, human sciences. It is a project of creation, production and artistic promotion of shows, workshops, events, study moments, exhibitions, publications, radio broadcasts. Fosca is a multidirectional network in continuous evolution and as such a work.

Gilberto Scaramuzzo

Relatore convegno

Gilberto Scaramuzzo, è direttore del Master in “Pedagogia dell’Espressione – Teatro Danza Musica Arte Sport: Educazione” del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre. Ha insegnato nelle università di Cambridge e di Valencia. È membro della Philosophy of Education Society of Great Britain. Per approfondimenti sulla sua ricerca e sulle sue pubblicazioni:
uniroma3.academia.edu/GilbertoScaramuzzo,
www.masterpedagogiadellespressione.org,
host.uniroma3.it/laboratori/mimesislab/




Gilberto Scaramuzzo, è direttore del Master in “Pedagogia dell’Espressione – Teatro Danza Musica Arte Sport: Educazione” del Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università Roma Tre. Ha insegnato nelle università di Cambridge e di Valencia. È membro della Philosophy of Education Society of Great Britain. Per approfondimenti sulla sua ricerca e sulle sue pubblicazioni:
uniroma3.academia.edu/GilbertoScaramuzzo,
www.masterpedagogiadellespressione.org,
host.uniroma3.it/laboratori/mimesislab/

Anna Lisa Pecoriello

Relatore convegno

Anna Lisa Pecoriello, architetta, socia fondatrice dell’associazione La città bambina e dello spin-off dell’Università di Firenze Mhc-Progetto territorio. Si occupa come attività professionale e di ricerca di processi partecipativi, di autorganizzazione e del rapporto tra bambini e città.

Anna Lisa Pecoriello, architetta, socia fondatrice dell’associazione La città bambina e dello spin-off dell’Università di Firenze Mhc-Progetto territorio. Si occupa come attività professionale e di ricerca di processi partecipativi, di autorganizzazione e del rapporto tra bambini e città.

Anna Gesualdi

Relatore convegno e artista

Anna Gesualdi nasce a Foggia il 15 luglio 1976. Vive e lavora a Napoli, dove, insieme a Giovanni Trono, dà vita e si prende cura di TeatrInGestAzione, organismo creativo intersoggettivo che produce, indaga e dà forma a opere ibride di natura teatrale, interventi artistici interdisciplinari, progetti curatoriali, laboratori di ricerca e formazione e progetti di teatro sociale. Nel 2011, a Napoli, dà vita ad Altofest – International Contemporary Live Arts Festival (altofest.net), premiato con l’EFFE AWARD 2017 – 18, tra i sei migliori festival d’Europa. Inoltre, dal 2011 al 2013, cura presso il PAN Palazzo delle Arti di Napoli, tre edizioni del progetto Altofragile, Corpi Esposti all’Opera – spazio di condivisione del momento genetico della creazione (altofragile.eu).

Nel 2011 TeatrInGestAzione vince il premio DE.MO./ Movin’UP a supporto della circuitazione dei talenti italiani emergenti nel mondo (GAI e MiBACT).
Il lavoro di TeatrInGestAzione è stato presentato in c

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Anna Gesualdi nasce a Foggia il 15 luglio 1976. Vive e lavora a Napoli, dove, insieme a Giovanni Trono, dà vita e si prende cura di TeatrInGestAzione, organismo creativo intersoggettivo che produce, indaga e dà forma a opere ibride di natura teatrale, interventi artistici interdisciplinari, progetti curatoriali, laboratori di ricerca e formazione e progetti di teatro sociale. Nel 2011, a Napoli, dà vita ad Altofest – International Contemporary Live Arts Festival (altofest.net), premiato con l’EFFE AWARD 2017 – 18, tra i sei migliori festival d’Europa. Inoltre, dal 2011 al 2013, cura presso il PAN Palazzo delle Arti di Napoli, tre edizioni del progetto Altofragile, Corpi Esposti all’Opera – spazio di condivisione del momento genetico della creazione (altofragile.eu).

Nel 2011 TeatrInGestAzione vince il premio DE.MO./ Movin’UP a supporto della circuitazione dei talenti italiani emergenti nel mondo (GAI e MiBACT).
Il lavoro di TeatrInGestAzione è stato presentato in contesti nazionali e internazionali di rilievo, tra cui Valletta 2018 European Capital or Culture (Malta) per cui hanno curato un’edizione speciale di Altofest; Edinburgh International Culture Summit (Scozia); DMZ Research Lab and Open Forum, Seul (Korea); Dance Interfaces, Tenerife (Spagna); CAMP_iN, San luis Potosì (Messico); Institut für Theater Film und Medienwissenschaft – Goethe Universität di Frankfurt am Main (Germania); Ella Fiskum Danz R.E.D. (Norvegia); Theatre Toursky, Marsiglia (Francia); La Soffitta – DAMS, Univerisità di Bologna; CRT – Triennale Teatro dell’Arte, Milano; Napoli Teatro Festival – Napoli; tra tanti altri.
Dal 2006 al 2014 curano l’attività teatrale permanente nel Manicomio Criminale di Aversa, e dal 2015 ad oggi nel carcere di Poggioreale a Napoli. Tra il 2015 e il 2017 è tra i 10 registi guida di Arrevuoto, progetto di teatro e pedagogia del Teatro Mercadante – Teatro Nazionale di Napoli (progetto nato nel 2005 ispirato alla Non Scuola del Teatro delle Albe; inaugurato e guidato da Marco Martinelli per i primi tre anni, affidato poi ad una regia collettiva dal 2008 ad oggi, sotto la direzione di Maurizio Braucci).

Dal settembre 2018, presso gli spazi di Casa Morra – Archivio d’Arte Contemporanea, a Napoli, la Fondazione Morra gli affida uno spazio in residenza permanente volta alla cura di attività di ricerca, formazione e produzione di opere teatrali, legate in particolare modo all’Archivio Storico del Living Theatre, in collaborazione con Lorenzo Mango e la cattedra di teatro moderno e contemporaneo dell’Unior (Università L’Orientale di Napoli).
L’esperienza artistica e pedagogica di TeatrInGestAzione è oggetto di diverse tesi di laurea e pubblicazioni tra cui “Displace Altofest” a cura di Loretta Mesiti e Silvia Mei, ed. Valletta 2018; “Culture Teatrali 2015” a cura di Silvia Mei, ed. La casa Usher; “Testimonianze Ricerca Azioni” ed. AkropolisLibri 2014; “Il tempo a Napoli” di Piermario Vescovo, Ed. Marsilio 2011; “Recito, dunque so(g)no” di Pozzi e Minoia, Edizioni Nuove Catarsi, 2009. Per un’approfondimento www.teatringestazione.com

Giovanni Trono

Relatore convegno e artista

Giovanni Trono is a researcher and performer. In 2006, they co-founded the Theatre and Dance Company TeatrInGestAzione based in Naples. Anna and Giovanni work at national and international level, having presented work in remarkable contexts such as Institut für Theater Film und Medienwissenschaft – Goethe Universität, La Soffitta, DAMS University of Bologna; CRT Triennale Teatro dell’Arte; Napoli Teatro Festival.

From 2006 to 2014, they led a theatre project at the OPG (Criminal Psychiatric Prison) in Aversa and then Poggioreale Prison, in Naples. In 2011, they founded the National Network of Theatre in Prison. Since 2015, they have been directors of “Arrevuoto”, a pedagogical project focused on youth theatre with the National Theatre of Naples. They are creators and curators of complex projects, such as Altofragile and Altofest – International Contemporary Live Arts Festival, which won the Funder35 prize in 2016. In 2017, EFA assigned to Altofest t

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Giovanni Trono is a researcher and performer. In 2006, they co-founded the Theatre and Dance Company TeatrInGestAzione based in Naples. Anna and Giovanni work at national and international level, having presented work in remarkable contexts such as Institut für Theater Film und Medienwissenschaft – Goethe Universität, La Soffitta, DAMS University of Bologna; CRT Triennale Teatro dell’Arte; Napoli Teatro Festival.

From 2006 to 2014, they led a theatre project at the OPG (Criminal Psychiatric Prison) in Aversa and then Poggioreale Prison, in Naples. In 2011, they founded the National Network of Theatre in Prison. Since 2015, they have been directors of “Arrevuoto”, a pedagogical project focused on youth theatre with the National Theatre of Naples. They are creators and curators of complex projects, such as Altofragile and Altofest – International Contemporary Live Arts Festival, which won the Funder35 prize in 2016. In 2017, EFA assigned to Altofest the EFFE Award, as one of the six most remarkable festivals in Europe. Moreover, Foundation Valletta 2018 commissioned to Gesualdi | Trono a special edition of Altofest, to be held in Malta, for the cultural programme of Valletta 2018  European Capital of Culture.

Marco Martinelli

Relatore convegno e artista

Marco Martinelli, drammaturgo e regista, è fondatore del Teatro delle Albe (1983) insieme a Ermanna Montanari con la quale condivide la direzione artistica. Tra i numerosi riconoscimenti: sette Premi Ubu, “come regista, drammaturgo e pedagogo”, Premio Hystrio, Golden Laurel-Mess festival di Sarajevo, Premio alla carriera Journées théâtrales de Carthage, premio culturale 2018 Vereinigung Deutsch-Italianischer Kultur Gesellschafte.
I suoi testi sono pubblicati e messi in scena in Italia, Francia (progetti Face à Face e Fabulamundi), Belgio, Germania, Romania, Slovacchia, Cile, Brasile, Senegal e Stati Uniti. Alla sua attività drammaturgica è dedicata la monografia di di Maria Dolores Pesce Marco Martinelli Un Drammaturgo Corsaro, edito nel 2018 da Editoria e Spettacolo.
Nel 2018 il suo Farsi luogo è stato pubblicato in francese per le edizioni Alternatives théâtrales, con la prefazione di Marco Consolini-Université de la Sorbonne Nouvelle Paris, traduzione di Laurence Van

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Marco Martinelli, drammaturgo e regista, è fondatore del Teatro delle Albe (1983) insieme a Ermanna Montanari con la quale condivide la direzione artistica. Tra i numerosi riconoscimenti: sette Premi Ubu, “come regista, drammaturgo e pedagogo”, Premio Hystrio, Golden Laurel-Mess festival di Sarajevo, Premio alla carriera Journées théâtrales de Carthage, premio culturale 2018 Vereinigung Deutsch-Italianischer Kultur Gesellschafte.
I suoi testi sono pubblicati e messi in scena in Italia, Francia (progetti Face à Face e Fabulamundi), Belgio, Germania, Romania, Slovacchia, Cile, Brasile, Senegal e Stati Uniti. Alla sua attività drammaturgica è dedicata la monografia di di Maria Dolores Pesce Marco Martinelli Un Drammaturgo Corsaro, edito nel 2018 da Editoria e Spettacolo.
Nel 2018 il suo Farsi luogo è stato pubblicato in francese per le edizioni Alternatives théâtrales, con la prefazione di Marco Consolini-Université de la Sorbonne Nouvelle Paris, traduzione di Laurence Van Goethem, nel 2019 sarà pubblicato in tedesco per le edizioni Alexander Verlag Berlin, con la traduzione di Peter Kammerer.
Martinelli e Montanari firmano insieme ideazione e regia de La Divina Commedia 2017-2021, prodotta da Ravenna Festival, insieme alle capitali europee della cultura Matera-Basilicata 2019 e Timisoara 2021. Raccogliendo la sfida di trasformare in teatro il capolavoro della lingua italiana, i due registi hanno pensato a un corto circuito tra la sacra rappresentazione medievale e il teatro di massa di Majakovskij: la città è un palcoscenico, i cittadini sono chiamati a ‘farsi luogo’.
Nel 2017 Ponte alle Grazie pubblica Nel nome di Dante, diventare grandi con la Divina Commedia.
Martinelli ha debuttato al cinema con il film Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi (2017) -soggetto cofirmato con Montanari che ne è anche protagonista- presentato in anteprima al Biografilm Festival, in altri festival in Italia, all’estero e in sala con una distribuzione indipendente. Nell’autunno 2019 uscirà il suo nuovo film, The sky over Kibera, che racconta la “messa in vita” della Divina Commedia nell’immenso slum nel cuore di Nairobi con 150 bambini e adolescenti delle scuole locali in relazione alla Fondazione AVSI.
Marco Martinelli e Ermanna Montanari hanno dato vita nel 1991 a Ravenna Teatro, centro di ricerca scenica che intreccia una necessità etica di radicamento nella polis a una vocazione internazionale.
Martinelli è fondatore della non-scuola, pratica teatral-pedagogica con gli adolescenti, diventata punto di riferimento da Ravenna a Napoli a Dakar, da Mons a New York, raccontata nel volume Aristofane a Scampia, Ponte alle Grazie editore, ora in corso di pubblicazione in Francia per Actes Sud.

Ermanna Montanari

Relatore convegno e artista

Ermanna Montanari, nel 1977 sposa Marco Martinelli e insieme cominciano il proprio apprendistato teatrale a Ravenna, lavorando fino al 1983 in diversi gruppi.
Nell’83, insieme a Martinelli, Luigi Dadina e Marcella Nonni, fonda il Teatro delle Albe e lavora nella compagnia come autrice, attrice e scenografa, contribuendo all’originale percorso del gruppo che unisce ricerca e tradizione, nell’invenzione di un linguaggio scenico contemporaneo ponendo l’accento su un originale percorso vocale. Da allora il Teatro delle Albe si è affermato come una delle più importanti realtà sul piano nazionale e internazionale. In qualità di attrice e scenografa partecipa agli spettacoli della compagnia, da lei ideati e realizzati insieme a Marco Martinelli, drammaturgo e regista, partecipando a importanti festival nazionali e internazionali.
Nel 1986 è autrice e unica interprete di Confine, spettacolo ispirato ai racconti di Marco Belpoliti, e selezionato per la finale del Premio “Opera

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Ermanna Montanari, nel 1977 sposa Marco Martinelli e insieme cominciano il proprio apprendistato teatrale a Ravenna, lavorando fino al 1983 in diversi gruppi.
Nell’83, insieme a Martinelli, Luigi Dadina e Marcella Nonni, fonda il Teatro delle Albe e lavora nella compagnia come autrice, attrice e scenografa, contribuendo all’originale percorso del gruppo che unisce ricerca e tradizione, nell’invenzione di un linguaggio scenico contemporaneo ponendo l’accento su un originale percorso vocale. Da allora il Teatro delle Albe si è affermato come una delle più importanti realtà sul piano nazionale e internazionale. In qualità di attrice e scenografa partecipa agli spettacoli della compagnia, da lei ideati e realizzati insieme a Marco Martinelli, drammaturgo e regista, partecipando a importanti festival nazionali e internazionali.
Nel 1986 è autrice e unica interprete di Confine, spettacolo ispirato ai racconti di Marco Belpoliti, e selezionato per la finale del Premio “Opera Prima di Narni”, diretto da Giuseppe Bartolucci. In questa occasione riceve dalla giuria una segnalazione particolare “per la rilevanza del suo lavoro di autrice-attrice”.
Nel 1991, il Teatro delle Albe fonda Ravenna Teatro, “Teatro Stabile di Innovazione”, per il quale dal 1991 al 1995 la Montanari cura la direzione artistica del progetto Il linguaggio della dea.
Contemporaneamente continua la sua duplice attività scenica: da una parte, attrice e scenografa nei lavori scritti e diretti da Marco Martinelli, dall’altra autrice, regista e interprete di spettacoli come Rosvita (1991), Cenci (1993) da Artaud e Shelley, Ippolito (1995) da Euripide e Marina Cvetaeva, e Lus, (1995), “canto in dialetto romagnolo” di Nevio Spadoni. Per l’interpretazione di quest’ultimo lavoro, riceve la nomination nell’edizione ’97 del Premio Ubu.
Nel 1998 crea insieme a Martinelli I Polacchi, “dall’irriducibile Ubu di Alfred Jarry”, per il quale firma scene e costumi insieme a Cosetta Gardini, oltre a interpretare il ruolo di Madre Ubu. Per questa interpretazione nel 2003 riceve dalla giuria del Festival Internazionale “Mess” di Sarajevo il Golden Laurel quale “miglior attrice”. Lo spettacolo, nelle sue reinvenzioni e trasformazioni, ha girato il mondo intero, dagli Stati Uniti al Senegal, dalla Serbia all’Iran, e poi ancora in Belgio, Portogallo, Svezia, Francia, Germania, Svizzera, Polonia, Bosnia Erzegovina.
Nel 2000 ha dato vita alla figura di Alcina -la maga dell’Orlando furioso- ne L’isola di Alcina di Nevio Spadoni, musica di Luigi Ceccarelli, prodotto dalla Biennale di Venezia e da Ravenna Festival, raccogliendo i consensi entusiastici della critica teatrale e di intellettuali di portata internazionale come Susan Sontag. Nello stesso anno Ermanna Montanari vince il Premio Ubu come “migliore attrice italiana”, mentre in occasione del Mittelfest 2001 le viene conferito il Premio Adelaide Ristori. Lo spettacolo rinasce a nuova vita nel 2009, trasformato in performance vocale con il titolo di Ouverture Alcina, e con tale forma approda a importanti festival internazionali a New York, Mosca, Tunisi, Wroclaw, Limoges, Berlino.
Nel febbraio 2005 è protagonista dello spettacolo La mano, de profundis rock, tratto dal romanzo omonimo di Luca Doninelli, con la regia di Martinelli, coprodotto da le manège.mons-Centre Dramatique insieme a Ravenna Festival e al Festival delle Colline Torinesi.
Nel 2005 Ermanna Montanari, insieme a Martinelli e Mandiaye N’Diaye, lavora a Chicago per cinque settimane con un intenso programma di spettacoli e laboratori. Cuore del progetto, l’allestimento di una nuova versione de I Polacchi con un gruppo di studenti africani della Senn High School, che debutta al Museum of Contemporary Art di Chicago con il titolo Mighty mighty Ubu.
Nel 2006 riceve il Premio Lo Straniero dedicato “alla memoria di Carmelo Bene”. A parere della giuria Ermanna Montanari “grande interprete di L’isola di Alcina e La mano, sperimentatrice delle possibilità e del potere della voce umana, è a suo modo la migliore continuatrice di una ricerca di cui Carmelo è stato iniziatore e maestro. Ermanna Montanari è la più spericolata e formidabile attrice del teatro italiano contemporaneo, ma al contempo è membro di un gruppo di cui segue il destino con ammirevoli costanza e modestia; agli spettacoli più “suoi” come i citati, ha aggiunto la partecipazione a quelli del gruppo con altre memorabili interpretazioni, dalla Mère Ubu di I Polacchi alla Titania del Sogno di una notte di mezza estate”.
Nel novembre 2006 debutta con Sterminio di Werner Schwab all’interno del quale riveste il ruolo della Signora Cazzafuoco. Per questa interpretazione vince nuovamente il Premio Ubu 2007 come “miglior attrice italiana”.
Nel gennaio 2007 lavora in Senegal a una nuova “messa in vita” de I Polacchi. Lo spettacolo Ubu buur debutta nel villaggio di Diol Kadd, con un coro di adolescenti senegalesi, e viene presentato in prima europea al Festival des Francophonies en Limousin (Francia), che lo ha anche coprodotto, e in prima nazionale al Teatro Festival Italia di Napoli, e a VIE Scena Contemporanea Festival di Modena, nell’autunno 2007.
Nel giugno 2008 debutta Rosvita, lettura-concerto in cui Ermanna Montanari torna, dopo diciassette anni, ad affrontare l’opera della monaca-drammaturga sassone del X secolo nel doppio ruolo di interprete e autrice del testo. Per questo lavoro riceve per la terza volta il Premio Ubu come “miglior attrice italiana”: i critici hanno sottolineato l’eccezionale performance vocale dell’ attrice-autrice, che per le sue straordinarie qualità si pone con continuità ai vertici del teatro italiano.
Nel 2010 il Teatro delle Albe, con l’ideazione di Martinelli e Montanari, porta a compimento il suo affondo nell’opera di Molière, articolandolo in due differenti lavori. detto Molière di Marco Martinelli, debutta a Mons, portando sulle scene un “coro” di quaranta attori e musicisti, insieme a un gruppo di adolescenti delle periferie della Francia e del Belgio. L’Avaro di Molière, nella traduzione di Cesare Garboli, vede impegnata l’intera compagnia attorno a un Arpagone, fantasma-burattino del potere, impugnato come un’arma da Ermanna Montanari.
Nel 2011 ha firmato la direzione artistica del Festival internazionale di Santarcangelo (edizione 41), all’interno di un triennio di lavoro 2009-2011 condiviso con Chiara Guidi-Societas Raffaello Sanzio e Enrico Casagrande-Motus.
Nell’ottobre 2012 debutta in scena con Chiara Guidi (Societas Raffaello Sanzio) con Poco lontano da qui, insieme firmano drammaturgia e regia.
Nel novembre dello stesso anno cura con Marco Martinelli l’ideazione di PANTANI, testo e regia dello stesso Martinelli, interpretando il ruolo di Tonina, la madre di Marco Pantani.
È  del novembre 2012 l’uscita del volume: Ermanna Montanari fare-disfare-rifare nel Teatro delle Albe di Laura Mariani per Titivillus edizioni.
A maggio 2013 Ermanna Montanari crea La camera da ricevere nell’ambito del progetto “Dimore delle voci-Laboratorio di Drammaturgia sonora, IV edizione”, a cura di Valentina Valentini, promosso da Rai Radio 3, Centro Teatro Ateneo e La Sapienza Università di Roma. Un racconto dalla “stanza dei travestimenti” con alcune figure ritagliate dal suo repertorio: Fatima asina parlante, Bêlda veggente romagnola, Rosvita dalla squillante voce, Medar Ubu che squittisce le sue invettive, l’istupidimento di Alcina, le profezie di Daura, l’afasia di Arpagone e la sete di giustizia Tonina Pantani.
Sempre nel 2013 porta in scena A te come te di Giovanni Testori: una “lettura scenica” degli scritti giornalistici di Testori scegliendo tre articoli legati da un filo preciso: la violenza sulle donne, scritti tra il ’79 e l’80 sulla terza pagina del Corriere della sera.
Nel 2013 vince il Premio Duse, l’unico premio italiano riservato all’attrice di teatro che si è distinta particolarmente nel corso della stagione di prosa in uno o più spettacoli in Italia o all’estero, per la sua interpretazione in PANTANI.
Nel 2014 debutta Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, ideazione Ermanna Montanari e Marco Martinelli (autore del testo e regista dello spettacolo), in cui Montanari interpreta il ruolo della leader birmana, premio Nobel per la pace nel 1991.
Tra i suoi ultimi progetti di teatro-in-musica, ricordiamo LUṢ (2015), concerto spettacolo di Ermanna Montanari, Luigi Ceccarelli, Daniele Roccato, regia di Marco Martinelli, produzione Emilia Romagna Teatro Fondazione con il Teatro delle Albe; e Maryam (2017), testo di Luca Doninelli, musica di Luigi Ceccarelli, spettacolo dalla forte natura performatica che la vede sola in scena, e di cui firma la regia insieme a Martinelli.
Nel 2017 insieme a Marco Martinelli firma l’ideazione, la direzione artistica e la regia di INFERNO Chiamata pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri (prima anta del progetto LA DIVINA COMMEDIA 2017-2021) prodotto da Ravenna Festival in coproduzione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro. A Martinelli e Montanari viene assegnato il Premio Ubu 2017 al “miglior progetto curatoriale” per INFERNO. La seconda anta del progetto, PURGATORIO, vede nel 2019 un doppio debutto a Matera, in occasione di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, e a Ravenna, nell’ambito di Ravenna Festival.
Nel 2018 è in scena, insieme a Simone Marzocchi alla tromba, in fedeli d’Amore, polittico in sette quadri per Dante Alighieri, testo di Martinelli, musica di Luigi Ceccarelli, di cui firma la regia insieme a Marco Martinelli.
Sempre nel 2018 mette in scena -insieme a Marco Martinelli- Va pensiero, affresco corale capace di far luce sulla corruzione mafiosa in Emilia Romagna, in cui interpreta l’intensa figura della “zarina”.
Per le sue interpretazioni in Va pensiero e fedeli d’Amore le viene assegnato il Premio Ubu 2018 come “miglior attrice”.
Nell’autunno 2019 firma con Marco Martinelli il soggetto di The sky over Kibera, presentato al Filmmaker Festival di Milano, che racconta la “messa in vita” della Divina Commedia nell’immenso slum nel cuore di Nairobi con 150 bambini e adolescenti delle scuole locali in relazione alla Fondazione AVSI.
Ha partecipato ai seguenti film: Lacrymae di Maria Martinelli (1999), Il mnemonista di Paolo Rosa (2000), L’ultimo terrestre di Gianni Pacinotti (2011).
Nel 2017 è protagonista nel film di Marco Martinelli Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi, di cui firma il soggetto insieme a Martinelli.

Cristina Abati

Musician and performer

She is an Italian musician and performer. In 1998 she founded, with other actors, Gogmagog theatre company, which she still co-directs. Since 2004 she has been active in the field of radical improvisation. Since 2009 she has also worked with Fosca company as a performer and musician, and since 2017 she is artistics co-directs. Since 2012 she has played in the Blutwurst. She works on vocal research projects related to the body and poetic writing.

 

She is an Italian musician and performer. In 1998 she founded, with other actors, Gogmagog theatre company, which she still co-directs. Since 2004 she has been active in the field of radical improvisation. Since 2009 she has also worked with Fosca company as a performer and musician, and since 2017 she is artistics co-directs. Since 2012 she has played in the Blutwurst. She works on vocal research projects related to the body and poetic writing.

 

Elisa Biagini

Artista

Elisa Biagini, ha pubblicato otto raccolte poetiche fra cui L’Ospite (Einaudi, 2004), Fiato. parole per musica (Edizionidif, 2006), Nel Bosco, (Einaudi, 2007), The guest in the wood (Chelsea editions, 2013 – 2014 Best Translated Book Award), Da una crepa (Einaudi 2014; negli USA: Xenos books 2017; in Francia: Cadastre8zero 2018- Prix NUNC 2018) e Filamenti (Einaudi, 2020). Sue poesie sono tradotte in più di quindici lingue e ha partecipato ad importanti festival italiani e internazionali.
www.elisabiagini.it


Elisa Biagini, ha pubblicato otto raccolte poetiche fra cui L’Ospite (Einaudi, 2004), Fiato. parole per musica (Edizionidif, 2006), Nel Bosco, (Einaudi, 2007), The guest in the wood (Chelsea editions, 2013 – 2014 Best Translated Book Award), Da una crepa (Einaudi 2014; negli USA: Xenos books 2017; in Francia: Cadastre8zero 2018- Prix NUNC 2018) e Filamenti (Einaudi, 2020). Sue poesie sono tradotte in più di quindici lingue e ha partecipato ad importanti festival italiani e internazionali.
www.elisabiagini.it

Davide Woods

artista e operatore laboratorio

Davide Woods (MA MT) è musicista e musicoterapeuta. In seguito alla laurea in linguistica e studi di musica si è laureato con lode in musicoterapia alla UWE. Dal 2006 lavora nell’ambito della salute mentale presso i Centri di Salute Mentale di Firenze; in ambito oncologico presso il CE.Ri.On e all’hospice delle Oblate (Associazione La Finestra) e in libera professione con bambini e adulti (autismo e disturbi dello sviluppo). Ha lavorato in strutture residenziali, in centri diurni e in carcere, sperimentando diverse tecniche di musicoterapia e adattandole ai vari contesti. Presso il Centro Studi Musica ed Arte è coordinatore della ludoteca musicale www.musicarte.it e docente del corso di musicoterapia di Firenze www.musicoterapiadinamica.it. Svolge attività di formazione in corsi, seminari e workshop di musicoterapia in Italia e all’estero e collabora con il progetto Music and Resilience Support nella formazione di musicisti in sostegno alle popolazioni migranti www.

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Davide Woods (MA MT) è musicista e musicoterapeuta. In seguito alla laurea in linguistica e studi di musica si è laureato con lode in musicoterapia alla UWE. Dal 2006 lavora nell’ambito della salute mentale presso i Centri di Salute Mentale di Firenze; in ambito oncologico presso il CE.Ri.On e all’hospice delle Oblate (Associazione La Finestra) e in libera professione con bambini e adulti (autismo e disturbi dello sviluppo). Ha lavorato in strutture residenziali, in centri diurni e in carcere, sperimentando diverse tecniche di musicoterapia e adattandole ai vari contesti. Presso il Centro Studi Musica ed Arte è coordinatore della ludoteca musicale www.musicarte.it e docente del corso di musicoterapia di Firenze www.musicoterapiadinamica.it. Svolge attività di formazione in corsi, seminari e workshop di musicoterapia in Italia e all’estero e collabora con il progetto Music and Resilience Support nella formazione di musicisti in sostegno alle popolazioni migranti www.musicandresilience.org . Nel proprio lavoro integra un approccio di orientamento psicodinamico alla pratica incentrata sull’improvvisazione musicale. È iscritto e probiviro della A.I.M. (Associazione Italiana professionisti della Musicoterapia).

Cesare Torricelli 

Trainer, regista e co-autore, operatore laboratorio

Cesare Torricelli Si laurea in Pedagogia dove approfondisce i rapporti tra il teatro di ricerca e la formazione. Continua i suoi studi come pedagogista corporeo con orientamento bioenergetico e si qualifica come esperto in metodologie autobiografiche. Attraverso percorsi intensivi, workshop e seminari con vari maestri della scena indaga in un’area che spazia dal teatro, alla danza contemporanea fino a concentrarsi negli ultimi anni in special modo sullo studio della vocalità. Sono molteplici gli spettacoli e le produzioni a cui partecipa in qualità di trainer, regista e co-autore nell’ambito dei percorsi formativi della scuola comunale di teatro Artimbanco di Cecina (LI), dell’Associazione culturale Fosca e della sua attività di libero professionista. Si specializza in percorsi di teatro sociale realizzando laboratori e spettacoli con persone diversamente abili, minori migranti e pazienti psichiatrici. La sua ricerca è orientata verso la sperimentazione e la riflessione su a

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Cesare Torricelli Si laurea in Pedagogia dove approfondisce i rapporti tra il teatro di ricerca e la formazione. Continua i suoi studi come pedagogista corporeo con orientamento bioenergetico e si qualifica come esperto in metodologie autobiografiche. Attraverso percorsi intensivi, workshop e seminari con vari maestri della scena indaga in un’area che spazia dal teatro, alla danza contemporanea fino a concentrarsi negli ultimi anni in special modo sullo studio della vocalità. Sono molteplici gli spettacoli e le produzioni a cui partecipa in qualità di trainer, regista e co-autore nell’ambito dei percorsi formativi della scuola comunale di teatro Artimbanco di Cecina (LI), dell’Associazione culturale Fosca e della sua attività di libero professionista. Si specializza in percorsi di teatro sociale realizzando laboratori e spettacoli con persone diversamente abili, minori migranti e pazienti psichiatrici. La sua ricerca è orientata verso la sperimentazione e la riflessione su alcuni dei principi fondamentali che riguardano la presenza scenica e il gesto fisico e vocale e sulla analisi e individuazione di alcuni degli interrogativi nodali presenti nella pratica della scena. La sua tecnica di lavoro si sviluppa prendendo spunto dai principi ispiratori di varie discipline: dallo yoga alla danza contemporanea, dalla bioenergetica al canto. Nel 2011 è tra i fondatori del Vivaio del Malcantone_centro di ricerca e pratica culturale. E’ codirettore della scuola di teatroterapia dell’Istituto Taliatitù e del Vivaio del Malcantone.

Arabella Natalini

Museo degli Innocenti, Firenze

Arabella S. Natalini è storica dell’arte, docente e curatrice. Dopo aver studiato a Firenze, Siena, e Londra, si è interessata ai recenti sviluppi dell’arte pubblica, alla riflessione sul rinnovato ruolo del museo nonché ai complessi rapporti tra sfera pubblica e privata. Tra il 1998 e il 2001 è stata curatrice del Palazzo delle Papesse di Siena, tra il 2009 e il 2011, di EX3. Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze e dal 2001 al 2018 direttrice artistica di Tusciaelecta. Arte contemporanea nel Chianti. Dal Maggio 2019 è direttrice scientifica del Museo degli Innocenti di Firenze. Nel corso degli anni ha curato numerose mostre e cataloghi di personali e collettive, scritto testi per pubblicazioni di settore, partecipato a convegni e conferenze in istituti italiani e stranieri. Ha inoltre insegnato Storia dell’arte contemporanea al Polimoda e alla Facoltà di Architettura di Firenze, Cultura del progetto all’ISIA ed Exhibition Planning allo IED di Firenze.

Arabella S. Natalini è storica dell’arte, docente e curatrice. Dopo aver studiato a Firenze, Siena, e Londra, si è interessata ai recenti sviluppi dell’arte pubblica, alla riflessione sul rinnovato ruolo del museo nonché ai complessi rapporti tra sfera pubblica e privata. Tra il 1998 e il 2001 è stata curatrice del Palazzo delle Papesse di Siena, tra il 2009 e il 2011, di EX3. Centro per l’Arte Contemporanea di Firenze e dal 2001 al 2018 direttrice artistica di Tusciaelecta. Arte contemporanea nel Chianti. Dal Maggio 2019 è direttrice scientifica del Museo degli Innocenti di Firenze. Nel corso degli anni ha curato numerose mostre e cataloghi di personali e collettive, scritto testi per pubblicazioni di settore, partecipato a convegni e conferenze in istituti italiani e stranieri. Ha inoltre insegnato Storia dell’arte contemporanea al Polimoda e alla Facoltà di Architettura di Firenze, Cultura del progetto all’ISIA ed Exhibition Planning allo IED di Firenze.

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Pascal Gielen

Professore ordinario di Sociologia, arte e politica presso l'Università di Anversa e Direttore del Culture Commons Quest Office

Professore ordinario di Sociologia, arte e politica presso l’Università di Anversa e Direttore del Culture Commons Quest Office

 

Pascal Gielen (1970) è professore di sociologia della cultura e della politica presso l’Antwerp Research Institute for the Arts (Università di Anversa – Belgio) dove dirige il Culture Commons Quest Office (CCQO). Gielen è redattore della collana internazionale Antennae – Arts in Society (Valiz). Nel 2016 è diventato vincitore della borsa di studio Odysseus per l’eccellente ricerca scientifica internazionale del Fondo per la ricerca scientifica Fiandre in Belgio. Gielen ha pubblicato numerosi libri tradotti in cinese, inglese, polacco, portoghese, portoghese, russo, spagnolo, turco e ucraino. La sua ricerca si concentra sul lavoro creativo, la politica comune, urbana e culturale. Gielen lavora e vive ad Anversa, in Belgio.

Professore ordinario di Sociologia, arte e politica presso l’Università di Anversa e Direttore del Culture Commons Quest Office

 

Pascal Gielen (1970) è professore di sociologia della cultura e della politica presso l’Antwerp Research Institute for the Arts (Università di Anversa – Belgio) dove dirige il Culture Commons Quest Office (CCQO). Gielen è redattore della collana internazionale Antennae – Arts in Society (Valiz). Nel 2016 è diventato vincitore della borsa di studio Odysseus per l’eccellente ricerca scientifica internazionale del Fondo per la ricerca scientifica Fiandre in Belgio. Gielen ha pubblicato numerosi libri tradotti in cinese, inglese, polacco, portoghese, portoghese, russo, spagnolo, turco e ucraino. La sua ricerca si concentra sul lavoro creativo, la politica comune, urbana e culturale. Gielen lavora e vive ad Anversa, in Belgio.

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Giuliana Ciancio

Co-curator e project manager di BE SpectACTive e ricercatrice presso l’Università di Anversa

Co-curator e project manager di BE SpectACTive e ricercatrice presso l’Università di Anversa

 

Da dicembre 2014, BE SpectACTive è un progetto di cooperazione europea su larga scala – cofinanziato dal Programma Europa Creativa dell’Unione Europea – che opera nelle arti performative attraverso produzioni artistiche e pratiche partecipative, volte a coinvolgere i cittadini e gli spettatori nei processi creativi e organizzativi. I suoi membri sono festival europei, teatri, organizzazioni culturali, università e un centro di ricerca.

Co-curator e project manager di BE SpectACTive e ricercatrice presso l’Università di Anversa

 

Da dicembre 2014, BE SpectACTive è un progetto di cooperazione europea su larga scala – cofinanziato dal Programma Europa Creativa dell’Unione Europea – che opera nelle arti performative attraverso produzioni artistiche e pratiche partecipative, volte a coinvolgere i cittadini e gli spettatori nei processi creativi e organizzativi. I suoi membri sono festival europei, teatri, organizzazioni culturali, università e un centro di ricerca.

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Daniela Giuliano

Direttrice alla produzione della Compagnia Virgilio Sieni

Direttrice alla produzione della Compagnia Virgilio Sieni

 

Il Centro Nazionale di Produzione sui linguaggi del corpo e della danza diretto da Virgilio Sieni con sede a Cango a Firenze si apre a un orizzonte internazionale di ricerca ponendo il corpo, la danza e i linguaggi contemporanei dell’arte in dialogo con le discipline umanistiche e con il territorio nei suoi aspetti architettonici e urbanistici. Proiettato verso la costruzione di una polis culturale, il Centro si articola come un corpo organico agendo tra produzione, ospitalità, residenza e trasmissione attraverso le attività della Compagnia Virgilio Sieni, dellAccademia sullarte del gesto e della programmazione di Cango.

Fondata nel 1992, la Compagnia Virgilio Sieni costruisce, attraverso un percorso scandito da cicli tematici, un linguaggio coreografico segnato da una capillare indagine articolare. Un linguaggio in continua evoluzione sia sul piano compositivo che su quello del rapporto col pubblico, dove si

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Direttrice alla produzione della Compagnia Virgilio Sieni

 

Il Centro Nazionale di Produzione sui linguaggi del corpo e della danza diretto da Virgilio Sieni con sede a Cango a Firenze si apre a un orizzonte internazionale di ricerca ponendo il corpo, la danza e i linguaggi contemporanei dell’arte in dialogo con le discipline umanistiche e con il territorio nei suoi aspetti architettonici e urbanistici. Proiettato verso la costruzione di una polis culturale, il Centro si articola come un corpo organico agendo tra produzione, ospitalità, residenza e trasmissione attraverso le attività della Compagnia Virgilio Sieni, dellAccademia sullarte del gesto e della programmazione di Cango.

Fondata nel 1992, la Compagnia Virgilio Sieni costruisce, attraverso un percorso scandito da cicli tematici, un linguaggio coreografico segnato da una capillare indagine articolare. Un linguaggio in continua evoluzione sia sul piano compositivo che su quello del rapporto col pubblico, dove si alternano spettacoli da palcoscenico e formati inediti per spettatori itineranti in luoghi non convenzionali, dai boschi ai musei. Lesplorazione della tragedia greca, le peregrinazioni nei paesaggi della fiaba, lo scandaglio di suggestioni filosofiche lucreziane con la complicità drammaturgica di Giorgio Agamben sono solo alcune delle tappe di un itinerario che attraversa orizzonti antropologici e mitologici, in un confronto costante con la realtà del presente, alla ricerca di un perduto umanesimo.

 

 

 

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Loredana Terminio

Responsabile del Coordinamento progetti presso Tempo Reale

Responsabile del Coordinamento progetti presso Tempo Reale

Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università Cattolica di Milano, consegue, presso la stessa università, il Master in Organizzazione e Comunicazione di Eventi Culturali. Dal 2007 al 2010 cura la comunicazione per l’Associazione Firenze dei Teatri, collabora inoltre con il Teatro Puccini di Firenze nell’organizzazione di alcuni eventi per il Comune di Firenze e con la società PRG per la produzione dei concerti allo stadio Franchi dal 2007 al 2012. Dal 2008 entra a far parte dello staff di Tempo Reale, dal 2012 ne coordina i vari progetti ed è responsabile organizzativa delle attività di produzione musicale.

Fondato da Luciano Berio a Firenze nel 1987, Tempo Reale è oggi un punto di riferimento per la ricerca, la produzione e la formazione nel campo delle nuove tecnologie musicali e della musica elettronica. Dalla sua costituzione il Centro è stato impegnato nella realizzazione delle opere di

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Responsabile del Coordinamento progetti presso Tempo Reale

Laureata in Lingue e Letterature Straniere all’Università Cattolica di Milano, consegue, presso la stessa università, il Master in Organizzazione e Comunicazione di Eventi Culturali. Dal 2007 al 2010 cura la comunicazione per l’Associazione Firenze dei Teatri, collabora inoltre con il Teatro Puccini di Firenze nell’organizzazione di alcuni eventi per il Comune di Firenze e con la società PRG per la produzione dei concerti allo stadio Franchi dal 2007 al 2012. Dal 2008 entra a far parte dello staff di Tempo Reale, dal 2012 ne coordina i vari progetti ed è responsabile organizzativa delle attività di produzione musicale.

Fondato da Luciano Berio a Firenze nel 1987, Tempo Reale è oggi un punto di riferimento per la ricerca, la produzione e la formazione nel campo delle nuove tecnologie musicali e della musica elettronica. Dalla sua costituzione il Centro è stato impegnato nella realizzazione delle opere di Berio, opere che lo hanno portato a lavorare nei più prestigiosi contesti concertistici di tutto il mondo. Lo sviluppo di criteri di qualità e creatività derivati da queste esperienze si è riverberato nel lavoro condotto continuativamente tanto con compositori e artisti affermati quanto con giovani musicisti emergenti. I temi principali della ricerca riflettono un’idea di poliedricità che da sempre caratterizza le scelte e le iniziative di Tempo Reale: l’ideazione di eventi musicali di grande spessore, lo studio sull’elaborazione del suono dal vivo, le esperienze di interazione tra suono e spazio, la sinergia tra creatività, competenza scientifica, rigore esecutivo e didattico. Alle attività di ricerca in queste aree vengono affiancate regolarmente manifestazioni, incontri e progetti sul territorio che vedono il Centro collaborare con le principali istituzioni della Toscana, sia in campo musicale, teatrale e di danza, sia nella promozione di una fitta rete di esperienze didattiche.

Dal 2013 Tempo Reale è Ente di Rilevanza per lo Spettacolo dal Vivo della Regione Toscana.

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Luca Ricci

Direttore artistico di Kilowatt

Direttore artistico di Kilowatt

 

Kilowatt è un festival dedicato alle compagnie emergenti della scena contemporanea (teatro, danza, arti performative, musica, letteratura, arti visive), che si svolge a Sansepolcro (Ar). Il progetto è stato ideato nel 2003 e da allora è sempre stato promosso e realizzato dalla compagnia Capotrave.

Dal 2007 è nata la “Selezione Visionari”, dal 2008 Kilowatt è diventato una struttura che fa interventi a sostegno della produzione di teatro, danza e arti performative, dal 2009 il festival ha inaugurato la sezione musicale, dal 2010 quella delle arti visive.

Nel 2010 Kilowatt Festival ha vinto il Premio Ubu.
Nel 2013 ha vinto il Premio Nico Garrone.

Da dicembre 2014 fino a novembre 2018, insieme al Comune di Sansepolcro, è capofila di un progetto europeo di cooperazione su larga scala denominato “Be SpectACTive!”. Il progetto coinvolge altri 11 partner, sul tema dell’active spectatorship. Il progetto è stato rinnovato a luglio 2018 per


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Direttore artistico di Kilowatt

 

Kilowatt è un festival dedicato alle compagnie emergenti della scena contemporanea (teatro, danza, arti performative, musica, letteratura, arti visive), che si svolge a Sansepolcro (Ar). Il progetto è stato ideato nel 2003 e da allora è sempre stato promosso e realizzato dalla compagnia Capotrave.

Dal 2007 è nata la “Selezione Visionari”, dal 2008 Kilowatt è diventato una struttura che fa interventi a sostegno della produzione di teatro, danza e arti performative, dal 2009 il festival ha inaugurato la sezione musicale, dal 2010 quella delle arti visive.

Nel 2010 Kilowatt Festival ha vinto il Premio Ubu.
Nel 2013 ha vinto il Premio Nico Garrone.

Da dicembre 2014 fino a novembre 2018, insieme al Comune di Sansepolcro, è capofila di un progetto europeo di cooperazione su larga scala denominato “Be SpectACTive!”. Il progetto coinvolge altri 11 partner, sul tema dell’active spectatorship. Il progetto è stato rinnovato a luglio 2018 per altri quattro anni di attività, con Capotrave / Kilowatt come capofila unico del progetto e una partnership di 18 istituzioni in 15 diversi paesi europei.

Dal 2018 è riconosciuta da Regione e MIBACT come Centro di Residenza della Toscana (in partnership con Armunia).

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Lucia Franchi

Direttrice amministrativa di Kilowatt

Direttrice amministrativa di Kilowatt

 

Kilowatt è un festival dedicato alle compagnie emergenti della scena contemporanea (teatro, danza, arti performative, musica, letteratura, arti visive), che si svolge a Sansepolcro (Ar). Il progetto è stato ideato nel 2003 e da allora è sempre stato promosso e realizzato dalla compagnia Capotrave.

Dal 2007 è nata la “Selezione Visionari”, dal 2008 Kilowatt è diventato una struttura che fa interventi a sostegno della produzione di teatro, danza e arti performative, dal 2009 il festival ha inaugurato la sezione musicale, dal 2010 quella delle arti visive.

Nel 2010 Kilowatt Festival ha vinto il Premio Ubu.
Nel 2013 ha vinto il Premio Nico Garrone.

Da dicembre 2014 fino a novembre 2018, insieme al Comune di Sansepolcro, è capofila di un progetto europeo di cooperazione su larga scala denominato “Be SpectACTive!”. Il progetto coinvolge altri 11 partner, sul tema dell’active spectatorship. Il progetto è stato rinnovato a luglio 20


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Direttrice amministrativa di Kilowatt

 

Kilowatt è un festival dedicato alle compagnie emergenti della scena contemporanea (teatro, danza, arti performative, musica, letteratura, arti visive), che si svolge a Sansepolcro (Ar). Il progetto è stato ideato nel 2003 e da allora è sempre stato promosso e realizzato dalla compagnia Capotrave.

Dal 2007 è nata la “Selezione Visionari”, dal 2008 Kilowatt è diventato una struttura che fa interventi a sostegno della produzione di teatro, danza e arti performative, dal 2009 il festival ha inaugurato la sezione musicale, dal 2010 quella delle arti visive.

Nel 2010 Kilowatt Festival ha vinto il Premio Ubu.
Nel 2013 ha vinto il Premio Nico Garrone.

Da dicembre 2014 fino a novembre 2018, insieme al Comune di Sansepolcro, è capofila di un progetto europeo di cooperazione su larga scala denominato “Be SpectACTive!”. Il progetto coinvolge altri 11 partner, sul tema dell’active spectatorship. Il progetto è stato rinnovato a luglio 2018 per altri quattro anni di attività, con Capotrave / Kilowatt come capofila unico del progetto e una partnership di 18 istituzioni in 15 diversi paesi europei.

Dal 2018 è riconosciuta da Regione e MIBACT come Centro di Residenza della Toscana (in partnership con Armunia).

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Maurizia Settembri

Direttrice sezione danza, multimedia e progetti internazionali della Fondazione Fabbrica Europa

Direttrice sezione danza, multimedia e progetti internazionali della Fondazione Fabbrica Europa

 

Fabbrica Europa, nata nel 1994 da un’idea di Maurizia Settembri e Andrés Morte Terés con l’ambiziosa volontà di creare a Firenze una casa per la cultura di tutta Europa, ha dato origine, in oltre venti anni di attività, a uno spazio per i linguaggi e le arti contemporanee. Officina, bottega, palcoscenico e laboratorio della ricerca e della sperimentazione, Fabbrica Europa ha restituito alla città un luogo di archeologia industriale, la Stazione Leopolda, recuperandolo all’uso culturale.
Firenze, città deputata ad accogliere l’arte e tuttavia gravata dal peso che la tradizione le impone, è forse uno dei luoghi più difficili per portare avanti questo progetto, che non è solo un festival ma un’idea, un centro di incontro, di creazione e di formazione a carattere internazionale e multiculturale.

Con 26 edizioni del festival e numerosi progetti di produzione, formazione


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Direttrice sezione danza, multimedia e progetti internazionali della Fondazione Fabbrica Europa

 

Fabbrica Europa, nata nel 1994 da un’idea di Maurizia Settembri e Andrés Morte Terés con l’ambiziosa volontà di creare a Firenze una casa per la cultura di tutta Europa, ha dato origine, in oltre venti anni di attività, a uno spazio per i linguaggi e le arti contemporanee. Officina, bottega, palcoscenico e laboratorio della ricerca e della sperimentazione, Fabbrica Europa ha restituito alla città un luogo di archeologia industriale, la Stazione Leopolda, recuperandolo all’uso culturale.
Firenze, città deputata ad accogliere l’arte e tuttavia gravata dal peso che la tradizione le impone, è forse uno dei luoghi più difficili per portare avanti questo progetto, che non è solo un festival ma un’idea, un centro di incontro, di creazione e di formazione a carattere internazionale e multiculturale.

Con 26 edizioni del festival e numerosi progetti di produzione, formazione e cultura all’attivo, Fabbrica Europa ha dato e si propone di dare spazio a moltissime realtà artistiche locali, nazionali e internazionali, costruendo una rete di scambi capace di consolidare un terreno fertile e di grande impatto, dando un importante contributo alla conferma di Firenze quale luogo di incontro e di confronto per culture diverse, e contribuendo alla formazione di un pubblico per eventi artistici innovativi e al di fuori dei circuiti più tradizionali.

La dimensione internazionale di Fabbrica Europa è testimoniata anche dalla politica degli investimenti dell’Unione Europea, che negli anni ha contribuito al finanziamento dei progetti più significativi, riconoscendone il valore e la portata internazionale.

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Lucia Giardino

Curatrice e ideatrice delle residenze d’artista presso Guilmi Art Project

Curatrice e ideatrice delle residenze d’artista presso Guilmi Art Project

 

Guilmi Art Project (GAP) è una residenza artistica ad invito a cadenza annuale nel comune di Guilmi. Dal 2007 Federico Bacci e Lucia Giardino ospitano artisti visivi nella casa nel centro cittadino, per la produzione di un’opera che si ponga in dialogo a vari livelli col paese e/o con la comunità.

L’attività di GAP si compone di fasi articolate in più momenti dell’anno che si concludono con la residenza vera e propria. La residenza innesca eventi collaterali, Gap-Labs e la Nuova Didattica Popolare: azioni di mutuo insegnamento dagli abitanti agli ospiti e da professionisti ai locali, per la conoscenza e la diffusione dell’arte, del territorio, del vivere civile.

 

 

Curatrice e ideatrice delle residenze d’artista presso Guilmi Art Project

 

Guilmi Art Project (GAP) è una residenza artistica ad invito a cadenza annuale nel comune di Guilmi. Dal 2007 Federico Bacci e Lucia Giardino ospitano artisti visivi nella casa nel centro cittadino, per la produzione di un’opera che si ponga in dialogo a vari livelli col paese e/o con la comunità.

L’attività di GAP si compone di fasi articolate in più momenti dell’anno che si concludono con la residenza vera e propria. La residenza innesca eventi collaterali, Gap-Labs e la Nuova Didattica Popolare: azioni di mutuo insegnamento dagli abitanti agli ospiti e da professionisti ai locali, per la conoscenza e la diffusione dell’arte, del territorio, del vivere civile.

 

 

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Renata Summo-O'Connell

Direttrice artistica del progetto Artegiro

Renata è curatrice indipendente e responsabile per il progetto Artegiro Contemporary Art, un progetto curatoriale nomadico e transnazionale in arte contemporanea con sede in Italia. Artegiro è un programma che opera all’interno dell’AILAE, organizzazione co- fondata da Renata nel 2007. Summo O’Connell attualmente collabora con il Global Center for Advanced Studies, come docente del corso Materialist, anticolonial & diasporic studies. Avendo lavorato nei campi di ricerca e docenza in Sociolinguistica e Gender Studies specialmente in Australia, ha continuato indipendentemente la sua scrittura e ricerca critica dopo il ritorno in Europa, concentrandosi soprattutto su argomenti relativi ai ruoli dell’artista e del curatore nella società, la pratica artistica nelle nuove forme di cattività per migrazione, attraverso nuovi modelli di ricerca transnazionale che, al di là di confini istituzionali, possano far avanzare con decisione il dibattito internazionale sull’arte,

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Renata è curatrice indipendente e responsabile per il progetto Artegiro Contemporary Art, un progetto curatoriale nomadico e transnazionale in arte contemporanea con sede in Italia. Artegiro è un programma che opera all’interno dell’AILAE, organizzazione co- fondata da Renata nel 2007. Summo O’Connell attualmente collabora con il Global Center for Advanced Studies, come docente del corso Materialist, anticolonial & diasporic studies. Avendo lavorato nei campi di ricerca e docenza in Sociolinguistica e Gender Studies specialmente in Australia, ha continuato indipendentemente la sua scrittura e ricerca critica dopo il ritorno in Europa, concentrandosi soprattutto su argomenti relativi ai ruoli dell’artista e del curatore nella società, la pratica artistica nelle nuove forme di cattività per migrazione, attraverso nuovi modelli di ricerca transnazionale che, al di là di confini istituzionali, possano far avanzare con decisione il dibattito internazionale sull’arte, sulla progettualità creativa e culturale in relazione alla vita politica e sociale. In collaborazione con Monash University Prato Centre, ha lanciato il progetto Imagined Australia. Una Riflessione sulla reciproca costruzione di identità tra Australia e Europa, pubblicato da Peter Lang nel 2009 e nel 2018, in collaborazione con un gruppo internazionale di curatori e artisti, il progetto di ricerca Decolonize! Art, curatorial and critical practices in contemporary times. Con la creazione del COCOAA, una collaborazione che lei ha stabilito tra AILAE e il Comune di Conzano in Monferrato, è curatrice delle residenze artistiche Artegiro che hanno luogo annualmente dal 2010 ed hanno visto più di 14 artisti internazionali in residenza finora. Renata ha creato AILAE Research forums e l’AILAE Summer School in collaborazioni con l’Universita di Monash Prato Centre, Prato; l’Università di Bari; Università Cà Foscari, Venezia; Unical, Rende. E’ stata invitata o ha proposto e collaborato con Goldsmith Uniersity, London; Set Up Art Fair Special Events, Bologna; MAD Murate art District; Università di Cordoba, Argentina; Estate Fiorentina, Comune di Firenze; Città Metropolitana, Firenze; White Night Melbourne, Melbourne City Council Australia.

In collaborazione con AILAE, Renata Summo O’Connell è in residenza curatoriale per il biennio 2020/2021 e per il biennio 2022/2023.

https://www.monash.edu/prato/timeline#/years/2005/events/2675979; https://www.murateartdistrict.it/en/stay-with-me/
https://stay-with-me.org/about/
http://www.lemuratepac.it/en/decolonize-art-curatorial-and-critical-practices-in-contemporary-times/

Matteo Zauli

Direttore del Museo Carlo Zauli

Direttore del Museo Carlo Zauli

 

Il Museo Carlo Zauli è un contenitore che dal 2002, attraverso le sue collezioni, e le diverse attività culturali, esplora e diffonde l’arte contemporanea in tutti i suoi linguaggi, con un’attenzione particolare alla ceramica, materiale della tradizione locale.

Si trova infatti a Faenza, in pieno centro storico, all’interno dei locali che furono dal 1949 di Carlo Zauli, uno dei più rappresentativi scultori del 900, di cui promuove il lavoro e la storia.

Direttore del Museo Carlo Zauli

 

Il Museo Carlo Zauli è un contenitore che dal 2002, attraverso le sue collezioni, e le diverse attività culturali, esplora e diffonde l’arte contemporanea in tutti i suoi linguaggi, con un’attenzione particolare alla ceramica, materiale della tradizione locale.

Si trova infatti a Faenza, in pieno centro storico, all’interno dei locali che furono dal 1949 di Carlo Zauli, uno dei più rappresentativi scultori del 900, di cui promuove il lavoro e la storia.

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Mariacristina Di Carlentini

Collaboratrice presso Farm Cultural Park

Collaboratrice presso Farm Cultural Park

 

Fondata il 25 giugno 2010 dal notaio Andrea Bartoli e dalla moglie, l’avvocato Florinda Saieva, sorge all’interno del Cortile Bentivegna, un aggregato a sua volta costituito da sette piccoli cortili che ospitano piccoli palazzi ed è situato nei pressi del centro storico di Favara. Oltre che come museo si propone anche come centro culturale e turistico dove vengono allestite mostre pittoriche temporanee e installazioni permanenti di arte contemporanea. Inoltre vi sono residenze per artisti e vengono svolte presentazioni di libri e vari corsi di architettura. Lo scopo principale di questo progetto è quello di recuperare tutto il centro storico di Favara e trasformare il paese nella seconda attrazione turistica della provincia di Agrigento dopo la Valle dei Templi.

Collaboratrice presso Farm Cultural Park

 

Fondata il 25 giugno 2010 dal notaio Andrea Bartoli e dalla moglie, l’avvocato Florinda Saieva, sorge all’interno del Cortile Bentivegna, un aggregato a sua volta costituito da sette piccoli cortili che ospitano piccoli palazzi ed è situato nei pressi del centro storico di Favara. Oltre che come museo si propone anche come centro culturale e turistico dove vengono allestite mostre pittoriche temporanee e installazioni permanenti di arte contemporanea. Inoltre vi sono residenze per artisti e vengono svolte presentazioni di libri e vari corsi di architettura. Lo scopo principale di questo progetto è quello di recuperare tutto il centro storico di Favara e trasformare il paese nella seconda attrazione turistica della provincia di Agrigento dopo la Valle dei Templi.

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Lorenzo Benedetti

Curatore e collaboratore presso Fondazione Antonio Ratti

Curatore e collaboratore presso Fondazione Antonio Ratti

 

Sulle rive del lago di Como, lungo il Chilometro della Conoscenza, la passeggiata che nel verde congiunge i parchi secolari di tre ville storiche del primo bacino del Lario, Villa Sucota è sede della Fondazione Antonio Ratti (FAR).

Nata nel 1985 dal desiderio di Antonio Ratti di trasformare la sua profonda passione per l’arte e il tessuto in una realtà attiva nel mondo della cultura, la Fondazione, ora presieduta dalla figlia Annie, è luogo di promozione e divulgazione culturale. Con continue collaborazioni con artisti affermati, giovani talenti, intellettuali, creativi e studiosi, la Fondazione Antonio Ratti pone al centro della sua vivace programmazione lo studio e la sperimentazione. Nel corso degli anni è diventata un punto di riferimento per la giovane arte italiana e internazionale, per gli operatori della filiera tessile, un incubatore di idee e un luogo aperto alla città e alla collettività grazie ad un cal

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Curatore e collaboratore presso Fondazione Antonio Ratti

 

Sulle rive del lago di Como, lungo il Chilometro della Conoscenza, la passeggiata che nel verde congiunge i parchi secolari di tre ville storiche del primo bacino del Lario, Villa Sucota è sede della Fondazione Antonio Ratti (FAR).

Nata nel 1985 dal desiderio di Antonio Ratti di trasformare la sua profonda passione per l’arte e il tessuto in una realtà attiva nel mondo della cultura, la Fondazione, ora presieduta dalla figlia Annie, è luogo di promozione e divulgazione culturale. Con continue collaborazioni con artisti affermati, giovani talenti, intellettuali, creativi e studiosi, la Fondazione Antonio Ratti pone al centro della sua vivace programmazione lo studio e la sperimentazione. Nel corso degli anni è diventata un punto di riferimento per la giovane arte italiana e internazionale, per gli operatori della filiera tessile, un incubatore di idee e un luogo aperto alla città e alla collettività grazie ad un calendario di attività, incontri e mostre che per linguaggio, temi e visioni hanno saputo coinvolgere non solo gli addetti ai lavori ma anche il grande pubblico.

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Claudia Cavalieri

Coordinatrice mostre e progetti presso Fondazione Pastificio Cerere

Coordinatrice mostre e progetti presso Fondazione Pastificio Cerere

La Fondazione Pastificio Cerere sorge in quello che una volta era il Pastificio Cerere, la più antica delle fabbriche del quartiere di San Lorenzo che, fondata nel 1905, fornì pasta e farina alla capitale fino al 1960 e che circa un decennio dopo divenne luogo d’arte.

 

La storia del Pastificio Cerere e della sua riconversione inizia quando l’imprenditrice Felicina Ceci, proprietaria dell’edificio insieme a sua sorella Adriana, accettò di affittarne i locali ad alcuni giovani artisti. Il primo a istallarvi lo studio fu Nunzio, che ricorda di essere arrivato nel 1973; in seguito vi si insediarono Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Pizzi Cannella e Marco Tirelli. “Quando siamo arrivati, abbiamo smontato le macchine, abbiamo costruito le pareti, i pavimenti, abbiamo allacciato l’acqua e la luce, insomma abbiamo trasformato uno spazio industriale in un luogo dove lavorare e vivere

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Coordinatrice mostre e progetti presso Fondazione Pastificio Cerere

La Fondazione Pastificio Cerere sorge in quello che una volta era il Pastificio Cerere, la più antica delle fabbriche del quartiere di San Lorenzo che, fondata nel 1905, fornì pasta e farina alla capitale fino al 1960 e che circa un decennio dopo divenne luogo d’arte.

 

La storia del Pastificio Cerere e della sua riconversione inizia quando l’imprenditrice Felicina Ceci, proprietaria dell’edificio insieme a sua sorella Adriana, accettò di affittarne i locali ad alcuni giovani artisti. Il primo a istallarvi lo studio fu Nunzio, che ricorda di essere arrivato nel 1973; in seguito vi si insediarono Bruno Ceccobelli, Gianni Dessì, Giuseppe Gallo, Pizzi Cannella e Marco Tirelli. “Quando siamo arrivati, abbiamo smontato le macchine, abbiamo costruito le pareti, i pavimenti, abbiamo allacciato l’acqua e la luce, insomma abbiamo trasformato uno spazio industriale in un luogo dove lavorare e vivere”. Questo e molti altri ricordi testimoniamo come l’edificio con i montacarichi, i grandi ambienti aperti e le ampie finestre, offrì agli artisti spazi ideali per i loro studi. Infatti, i nuovi inquilini ne ristrutturarono gradualmente gli interni, mentre le zone comuni non vennero modificate. Anche dopo il generale rinnovamento, la memoria dell’uso industriale del Pastificio non venne cancellata e al suo interno si conviveva, come a Roma si fa da secoli, con le tracce archeologiche derivanti dalla sua precedente funzione.

Nell’estate del 1984 il critico Achille Bonito Oliva rese celebre il Pastificio con la mostra “Ateliers”. Eccezionalmente per la prima volta si aprirono al pubblico gli spazi dove abitavano e lavoravano gli artisti che, non costituirono un gruppo omogeneo per poetica o linguaggio, ma appartenendo alla stessa generazione, istaurarono un contatto continuo e spesso profondi rapporti di amicizia facilitati dalla struttura del Pastificio con i suoi spazi contigui di lavoro e luoghi di incontro comuni.

Oltre ai protagonisti che tradizionalmente vengono indicati come il Gruppo di San Lorenzo, nel corso degli anni l’edificio ha visto il susseguirsi di tanti e diversi artisti, poi anche critici, intellettuali ed esponenti dello spettacolo che hanno gravitato intorno a questa fucina divenuta un punto di riferimento per la cultura, oltrepassando abbondantemente i confini della capitale. L’ideologia che condividevano e condividono i residenti del palazzo è quella dell’operare, del fare, gli artisti ricordano l’esistenza di un terreno culturale comune, nel quale ci si incontrava e si discuteva: “È esistita in quegli anni e in questo luogo una generazione di artisti che si è confrontata, ha messo a disposizione dell’altro le proprie esperienze, ha discusso con l’altro il proprio pensiero. […] Nel tempo, ognuno ha preso la propria direzione, pur con tante storie in comune che fanno parte della nostra vita”.

Nel 2002 dalla mostra “Interno F.M.” nasce l’idea di dotare il Pastificio Cerere di uno spazio espositivo dedicato all’arte contemporanea e sempre aperto al pubblico. Flavio Misciattelli racconta: “nel 1998 presi uno dei locali del Pastificio, proprietà della mia famiglia, che poi rimase la mia abitazione fino a qualche anno fa. Da lì cominciai a conoscere gli artisti che già vivevano e lavoravano nell’edificio, ad apprezzarli e collezionarli fino ad organizzare una mostra con loro a casa mia. In quell’occasione vennero più di cinquecento persone e fu allora che mi resi conto di quanto interesse ci fosse nei confronti del Pastificio”.

Così nel 2005 nasce la Fondazione Pastificio Cerere e con la mostra RESIDENTI inaugura la sua sede all’ interno del palazzo.

Ancora oggi, gli spazi dell’ex stabilimento industriale ospitano studi d’artista, atelier di moda, studi di grafica e comunicazione, una scuola di fotografia (ISFCI – Istituto Superiore di Fotografia e Comunicazione Integrata) e un’accademia di arti visive (RUFA – Rome University of Fine Arts).

 

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Emilio Fantin

Artista performativo e Co-fondatore della Fondazione Lac o Le Mon

Artista performativo e Co-fondatore della Fondazione Lac o Le Mon

Emilio Fantin (Bassano del Grappa, 22 maggio 1954) è un artista italiano. Nel 1991 attua i primi esperimenti di eventi artistici in cui esplora e valorizza le relazioni reciproche tra arte e pubblico, pubblico e artista, artista e artista e in generale tra i componenti del sistema dell’arte. Ha dato vita a diversi eventi e performance realizzando anche alcuni video, ha collaborato e condiviso progetti con molti personaggi del panorama artistico italiano. Nel 1994 a Bologna condivide uno studio insieme ad altri artisti (Francesco Bernardi, Gianni Gosdan, Eva Marisaldi), ‘L’atelier senza pennelli – La Casa Mentale’, intorno a cui gravitavano anche giovani artisti bolognesi. Nel 2003 ha partecipato alla mostra Arte Pubblica in Italia: lo spazio delle relazioni curata da Anna Detheridge presso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto a Biella.

 

La Fondazione Lac o Le Mon nasce nel

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Artista performativo e Co-fondatore della Fondazione Lac o Le Mon

Emilio Fantin (Bassano del Grappa, 22 maggio 1954) è un artista italiano. Nel 1991 attua i primi esperimenti di eventi artistici in cui esplora e valorizza le relazioni reciproche tra arte e pubblico, pubblico e artista, artista e artista e in generale tra i componenti del sistema dell’arte. Ha dato vita a diversi eventi e performance realizzando anche alcuni video, ha collaborato e condiviso progetti con molti personaggi del panorama artistico italiano. Nel 1994 a Bologna condivide uno studio insieme ad altri artisti (Francesco Bernardi, Gianni Gosdan, Eva Marisaldi), ‘L’atelier senza pennelli – La Casa Mentale’, intorno a cui gravitavano anche giovani artisti bolognesi. Nel 2003 ha partecipato alla mostra Arte Pubblica in Italia: lo spazio delle relazioni curata da Anna Detheridge presso Cittadellarte – Fondazione Pistoletto a Biella.

 

La Fondazione Lac o Le Mon nasce nel 2015 per iniziativa degli artisti Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti e Luigi Presicce che, a partire dal 2006, con il nome collettivo di Lu Cafausu, hanno organizzato performance, mostre e azioni eterodosse in diversi contesti, in Italia e altrove, e che celebrano tutti gli anni, a partire dal 2010, la “Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte)”.

Subito dopo la sua creazione la Fondazione ha acquisito un meraviglioso immobile con più di un ettaro e mezzo di terreno, situato sul confine fra il comune di San Cesario di Lecce e quello di Cavallino: la Casa Cafausica. Questa casa è la sede di un centro di sperimentazione e formazione artistica

 

 

 

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Dino Sommadossi

Presidente di Centrale Fies Art work Space

Presidente di Centrale Fies Art work Space

 

Centrale Fies Art work Space è un centro indipendente di residenza e produzione delle arti performative contemporanee situato all’interno di una centrale idroelettrica di inizio novecento, in parte ancora attiva, proprietà di Hydro Dolomiti Energia. 

Il progetto, avviato nel 1999 da Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi con la Cooperativa il Gaviale sull’esperienza del festival drodesera (nato nel 1980), è di fatto una vera e propria impresa culturale la cui attività è connotata da un modello di sostenibilità ibrido, cui concorrono contributi pubblici e privati.
Centrale Fies è il primo esempio in Italia di 
recupero di archeologia industriale a fini artistici e culturali all’interno del quale si rinnovano le sperimentazioni su pratiche, modalità e processi produttivi legati alle residenze artistiche (anche family friendly!) e alle arti performative.
Sede di Drodesera, festival di arti performative provenient

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Presidente di Centrale Fies Art work Space

 

Centrale Fies Art work Space è un centro indipendente di residenza e produzione delle arti performative contemporanee situato all’interno di una centrale idroelettrica di inizio novecento, in parte ancora attiva, proprietà di Hydro Dolomiti Energia. 

Il progetto, avviato nel 1999 da Barbara Boninsegna e Dino Sommadossi con la Cooperativa il Gaviale sull’esperienza del festival drodesera (nato nel 1980), è di fatto una vera e propria impresa culturale la cui attività è connotata da un modello di sostenibilità ibrido, cui concorrono contributi pubblici e privati.
Centrale Fies è il primo esempio in Italia di 
recupero di archeologia industriale a fini artistici e culturali all’interno del quale si rinnovano le sperimentazioni su pratiche, modalità e processi produttivi legati alle residenze artistiche (anche family friendly!) e alle arti performative.
Sede di Drodesera, festival di arti performative provenienti sia dal teatro che dalle arti visive, Centrale Fies è un luogo dedicato tutto l’anno alla ricerca: al suo interno si allena lo sguardo critico sul contemporaneo e si sperimentano nuove forme e processi artistici, in un’ottica aperta ad ogni disciplina, tematica e campo di studio. Nell’art work space ha sede inoltre l’
hub culturale Fies Core, che utilizza la cultura come strumento intrecciandosi a diversi ambiti tra cui turismo, agricoltura, design, educazione. Centrale Fies contribuisce così alla creazione di pensiero laterale e biodiversità culturali, credendo fermamente nell’intrinseco ruolo politico dell’arte e nella sua indomabile capacità di aprire nuove visioni.

Centrale Fies è attraversata ogni anno da decine di artisti e creativi da ogni parte del mondo, che supporta sotto ogni aspetto: da quello curatoriale a quello produttivo (tramite residenze, disponibilità di sale attrezzate e di assistenza tecnica, aree di coworking) ma anche pratico (assistenza gestionale, organizzativa, fundraising e supporto amministrativo, produzione e networking nazionale e internazionale). In virtù della sua vocazione trans-settoriale, attrae e contribuisce a far crescere realtà imprenditoriali e progetti ibridi dal forte carattere di sperimentazione.

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Stefano Coletto

Curatore presso Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa

Curatore presso Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa

 

Nata nel 1898 per un lascito testamentario, la Fondazione Bevilacqua La Masa, Istituzione del Comune di Venezia, si occupa da oltre un secolo di arte contemporanea e giovani artisti.


Punto di osservazione privilegiato delle esperienze artistiche italiane ed internazionali più interessanti ed incubatore di progetti che coinvolgono la comunità artistica locale, la Fondazione Bevilacqua La Masa (BLM) nasce nel 1898 per volontà di Felicita Bevilacqua, che lascia al Comune di Venezia il suo palazzo di famiglia sul Canal Grande, Ca’ Pesaro, a patto che diventi un luogo per la cultura artistica cittadina volto ad agevolare i “giovani artisti ai quali è spesso interdetto l’ingresso nelle grandi mostre”. La BLM diviene rapidamente il punto di riferimento e il trampolino di lancio per giovanissimi autori tra cui ricordiamo Boccioni, Casorati, Semeghini, Gino Rossi e Arturo Martini.

In seguito la sua sede s

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Curatore presso Istituzione Fondazione Bevilacqua La Masa

 

Nata nel 1898 per un lascito testamentario, la Fondazione Bevilacqua La Masa, Istituzione del Comune di Venezia, si occupa da oltre un secolo di arte contemporanea e giovani artisti.


Punto di osservazione privilegiato delle esperienze artistiche italiane ed internazionali più interessanti ed incubatore di progetti che coinvolgono la comunità artistica locale, la Fondazione Bevilacqua La Masa (BLM) nasce nel 1898 per volontà di Felicita Bevilacqua, che lascia al Comune di Venezia il suo palazzo di famiglia sul Canal Grande, Ca’ Pesaro, a patto che diventi un luogo per la cultura artistica cittadina volto ad agevolare i “giovani artisti ai quali è spesso interdetto l’ingresso nelle grandi mostre”. La BLM diviene rapidamente il punto di riferimento e il trampolino di lancio per giovanissimi autori tra cui ricordiamo Boccioni, Casorati, Semeghini, Gino Rossi e Arturo Martini.

In seguito la sua sede si è spostata dapprima al Lido, poi a Piazza San Marco dove ha tutt’ora la sua principale sede espositiva. Una seconda sede è Palazzetto Tito, vicino a Campo San Barnaba e nel cuore della zona universitaria della città. Pensata e voluta per dare spazio alle ricerche artistiche giovanili, la Bevilacqua La Masa continua la sua missione dopo oltre un secolo di vita, integrando il suo ruolo di sede espositiva con il sostegno agli artisti esordienti. L’avveniristico interesse della Fondazione per la fotografia, il design e la grafica e arti applicate ne ha definito le linee programmatiche

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Luisella Molina

Direttrice della Fondazione Spinola Banna per l’arte

Direttrice della Fondazione Spinola Banna per l’arte

 

Fondata da Gianluca Spinola, la Fondazione Spinola Banna per l’Arte propone seminari pubblici, workshop e conferenze sull’arte e sulla musica contemporanea che avranno luogo nello splendido quadro della tenuta di Banna. Imponente complesso di edifici rurali a corte chiusa, tra i più grandi e interessanti del Piemonte, è dominato da un massiccio torrione rimodernato sulle fondazioni di un’antica casaforte, la cui più remota attestazione risale alla seconda metà del Duecento. Possesso dei Canonici di Asti, poi feudo dei Roero, degli Asinari di Virle e dei Caraglio, venne eretto con Chieri, Poirino e Riva in principato nel 1785 da Vittorio Amedeo III di Savoia in favore del figlio Vittorio Emanuele, Duca d’Aosta. In seguito la tenuta ebbe vari proprietari, fino ad arrivare nel corso della prima metà del Novecento alla famiglia Spinola.

Gli edifici che costituiscono il complesso sono ancora in parte utilizzati p

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Direttrice della Fondazione Spinola Banna per l’arte

 

Fondata da Gianluca Spinola, la Fondazione Spinola Banna per l’Arte propone seminari pubblici, workshop e conferenze sull’arte e sulla musica contemporanea che avranno luogo nello splendido quadro della tenuta di Banna. Imponente complesso di edifici rurali a corte chiusa, tra i più grandi e interessanti del Piemonte, è dominato da un massiccio torrione rimodernato sulle fondazioni di un’antica casaforte, la cui più remota attestazione risale alla seconda metà del Duecento. Possesso dei Canonici di Asti, poi feudo dei Roero, degli Asinari di Virle e dei Caraglio, venne eretto con Chieri, Poirino e Riva in principato nel 1785 da Vittorio Amedeo III di Savoia in favore del figlio Vittorio Emanuele, Duca d’Aosta. In seguito la tenuta ebbe vari proprietari, fino ad arrivare nel corso della prima metà del Novecento alla famiglia Spinola.

Gli edifici che costituiscono il complesso sono ancora in parte utilizzati per le attività dell’azienda agricola di 280 ettari, coltivata a grano tenero, meliga e soia, colture classiche per queste zone e per questa tipologia di terreno. L’attrezzatura esistente consente l’autosufficenza dalla raccolta e alla semina senza necessita’ di ricorrere all’outsourcing.

Inaugurato nel 2005, il centro appositamente creato comprende tre edifici rustici del tutto rinnovati, offre spazi individuali e comuni nonché una residenza per artisti. Il complesso prevede la possibilità di ospitare persone disabili.

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Residenze d'artista: contro-tendenze

Residenze d'artista: contro-tendenze

Texts by : Barbara Boninsegna, Angela Burico, Giuliana Ciancio, Stefano Coletto, Mariacristina Di Carlentini, Emilio Fantin, Cesare Pietroiusti, Lucia Franchi e Luca Ricci, Valentina Gensini, Lucia Giardino, Pascal Gielen, Matteo Innocenti, Kinkaleri, Luisella Molina, Paolo Naldini, Giulia Sarno, Maurizia Settembrini, Marcello Smarrelli, Renata Summo O’Connell, Matteo Zauli

This publication aims to document the conference Residenze d’artista: contro tendenze, organized at MAD Murate Art District as part of the Toscanaincontemporanea 2019 project by Regione Toscana.

The following realities participated in the conference: Fondazione Spinola Banna Per L’arte, Fondazione Bevilacqua La Masa, Centrale Fies, Fondazione Ratti, Fondazione Lac o Le Mon, Fondazione Pastificio Cerere, Farm Cultural Park, Museo Carlo Zauli, Guilmi Art Project, Artegiro, Kilowatt Festival, Tempo Reale, centro di ricerca produzione e didattica musicale, Fondazione Fabbrica Europa, Corniolo Art Platform, Com

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Texts by : Barbara Boninsegna, Angela Burico, Giuliana Ciancio, Stefano Coletto, Mariacristina Di Carlentini, Emilio Fantin, Cesare Pietroiusti, Lucia Franchi e Luca Ricci, Valentina Gensini, Lucia Giardino, Pascal Gielen, Matteo Innocenti, Kinkaleri, Luisella Molina, Paolo Naldini, Giulia Sarno, Maurizia Settembrini, Marcello Smarrelli, Renata Summo O’Connell, Matteo Zauli

This publication aims to document the conference Residenze d’artista: contro tendenze, organized at MAD Murate Art District as part of the Toscanaincontemporanea 2019 project by Regione Toscana.

The following realities participated in the conference: Fondazione Spinola Banna Per L’arte, Fondazione Bevilacqua La Masa, Centrale Fies, Fondazione Ratti, Fondazione Lac o Le Mon, Fondazione Pastificio Cerere, Farm Cultural Park, Museo Carlo Zauli, Guilmi Art Project, Artegiro, Kilowatt Festival, Tempo Reale, centro di ricerca produzione e didattica musicale, Fondazione Fabbrica Europa, Corniolo Art Platform, Compagnia Virgilio Sieni, MAD Murate Art District

Residenze d'artista: contro-tendenze

Residenze d'artista: contro-tendenze

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Residenze d'artista: contro-tendenze

Edited by: Valentina Gensini

Residenze d'artista: contro-tendenze

Available in:

Residenze d'artista: contro-tendenze

International conference about artistic residencies

The art system today sees the artist’s residence as a consolidated and constitutive system. Residence is synonymous with mobility, production and research.
Some pioneering experiences are renewed today by proposing new approaches and alternative ways.
How much can residency affect artistic production?
What instruments can be claimed?
How can residencies and artists not only represent a network of insiders but also establish and stimulate important relationships with the territories and communities that host them?

 

During the international conference hosted by MAD Murate Art District on 28th november 2019, thanks to the participations of national and international guests, we tried to answer these questions.

 

Introduction by

Roberto Ferrari, Direttore Cultura e Ricerca, Regione Toscana

10.30-14.00
Artist’s residencies in Italy: research, production, participatory processes

Moderator Valentina Gensini

FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina
FONDAZIONE BEVILA






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The art system today sees the artist’s residence as a consolidated and constitutive system. Residence is synonymous with mobility, production and research.
Some pioneering experiences are renewed today by proposing new approaches and alternative ways.
How much can residency affect artistic production?
What instruments can be claimed?
How can residencies and artists not only represent a network of insiders but also establish and stimulate important relationships with the territories and communities that host them?

 

During the international conference hosted by MAD Murate Art District on 28th november 2019, thanks to the participations of national and international guests, we tried to answer these questions.

 

Introduction by

Roberto Ferrari, Direttore Cultura e Ricerca, Regione Toscana

10.30-14.00
Artist’s residencies in Italy: research, production, participatory processes

Moderator Valentina Gensini

FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina
FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA, Stefano Coletto
CENTRALE FIES, Dino Sommadossi (skype call)
FONDAZIONE RATTI, Lorenzo Benedetti
FONDAZIONE LAC O LE MON, Emilio Fantin
FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE, Claudia Cavalieri
FARM CULTURAL PARK, Mariacristina Di Carlentini
MUSEO CARLO ZAULI, Matteo Zauli
GUILMIARTPROJECT, Lucia Giardino
ARTEGIRO, Renata Summo
15.00-17.00
Workshop Toscana

Moderator Matteo Innocenti

KILOWATT FESTIVAL, Lucia Franchi e Luca Ricci
TEMPO REALE, Loredana Terminio
MURATE ART DISTRICT, Valentina Gensini
CHINA PROJECT, Giulio Saverio Rossi e Gabriele Dini
FABBRICA EUROPA, Maurizia Settembri
CORNIOLO ART PLATFORM, Angela Burico e Silvio Palladino
COMPAGNIA VIRGILIO SIENI, Daniela Giuliano
CAB008, Cristina Rizzo
17.30-19.00
Participative processes in European networks and alternative practices in international residences
Giuliana Ciancio, Università di Anversa,
The international experience of Be SpectACTive

Keynote
Pascal Gielen, COMMONS E RESIDENZE, Università di Anversa
Author of the book Contemporary Artist Residencies Reclaiming Time and Space

Il Progetto è realizzato nell’ambito di Toscanaincontemporanea2019 con il sostegno di Regione Toscana e Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze

Residenze d'artista: contro-tendenze

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Residenze d'artista: contro-tendenze

Abstract degli interventi degli ospiti del convegno

Prima sessione: Residenze d’artista in Italia: la ricerca, la produzione, i processi partecipativi

 

-FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina

La residenza tra arte visiva e musica contemporanea: l’esperienza della Fondazione Spinola Banna per l’Arte 

La Fondazione Spinola Banna per l’Arte, con sede a Poirino in provincia di Torino, ha iniziato la sua attività nel 2005 con il desiderio di contribuire alla promozione e alla diffusione dell’arte contemporanea.

Per perseguire questo intento ha da subito voluto rivolgersi ai giovani artisti che si dedicano alle arti visive, e in seguito dal 2007 anche alla musica, per sostenerli in quel significativo e cruciale momento di passaggio in cui, al termine del periodo di formazione accademica/universitaria, essi si avviano verso una carriera artistica vera e propria. La Fondazione ha adottato la metodologia della residenza come base di lavoro, declinandola nel tempo in diversi progetti che, in particolare negl

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Prima sessione: Residenze d’artista in Italia: la ricerca, la produzione, i processi partecipativi

 

-FONDAZIONE SPINOLA BANNA PER L’ARTE, Luisella Molina

La residenza tra arte visiva e musica contemporanea: l’esperienza della Fondazione Spinola Banna per l’Arte 

La Fondazione Spinola Banna per l’Arte, con sede a Poirino in provincia di Torino, ha iniziato la sua attività nel 2005 con il desiderio di contribuire alla promozione e alla diffusione dell’arte contemporanea.

Per perseguire questo intento ha da subito voluto rivolgersi ai giovani artisti che si dedicano alle arti visive, e in seguito dal 2007 anche alla musica, per sostenerli in quel significativo e cruciale momento di passaggio in cui, al termine del periodo di formazione accademica/universitaria, essi si avviano verso una carriera artistica vera e propria. La Fondazione ha adottato la metodologia della residenza come base di lavoro, declinandola nel tempo in diversi progetti che, in particolare negli ultimi anni, si sono arricchiti in dialoghi serrati con altre istituzioni.

 

-FONDAZIONE BEVILACQUA LA MASA, Stefano Coletto

Residenze e formazione artistica a Venezia.  

La Fondazione Bevilacqua La Masa, Istituzione del Comune di Venezia, nasce per “dare spazio” agli artisti, e quindi formazione, lavoro, visibilità.

Gli Atelier, all’inizio del Novecento, sono la prima attività di questo particolare e originale Ente. Gli Studi diventano luoghi di lavoro, abitazioni instabili e precarie, stanze per incontri e dialoghi.

Dalla fine degli anni Novanta, il lavoro sugli artisti emergenti si fa sempre più mirato e si comincia a lavorare sulla mobilità. Dall’inizio degli anni Duemila  l’Istituzione diviene un riferimento per le attività di residenze e Atelier in Italia, si costruiscono relazioni internazionali e progetti di supporto con partner pubblici e privati. Il “radicante” arriva a Venezia e comincia a lasciare tracce vive.

 

-CENTRALE FIES, Dino Sommadossi

Centrale Fies Art work Space è un centro indipendente di residenza e produzione delle arti performative contemporanee situato all’interno di una centrale idroelettrica di inizio novecento, in parte ancora attiva, proprietà di Hydro Dolomiti Energia.
Centrale Fies è attraversata ogni anno da decine di artisti e creativi da ogni parte del mondo, che supporta sotto ogni aspetto: da quello curatoriale a quello produttivo (tramite residenze, disponibilità di sale attrezzate e di assistenza tecnica, aree di coworking) ma anche pratico (assistenza gestionale, organizzativa, fundraising e supporto amministrativo, produzione e networking nazionale e internazionale). In virtù della sua vocazione trans-settoriale, attrae e contribuisce a far crescere realtà imprenditoriali e progetti ibridi dal forte carattere di sperimentazione.

 

-FONDAZIONE RATTI, Lorenzo Benedetti

Dal 1988 la Fondazione Antonio Ratti è impegnata nell’indagine dei linguaggi e delle ricerche nel campo delle arti visive, con una particolare attenzione per l’arte contemporanea. Le attività della Fondazione in questo senso sono legate alla formazione, alla riflessione teorico critica e alla creazione di network che favoriscano la circolazione del pensiero.
La Fondazione Antonio Ratti è diventata negli anni un punto di riferimento per la giovane arte italiana e internazionale, una incubatrice di idee, un luogo di discussione e sperimentazione, cominciando dal fare e diffondere arte, per arrivare al pensiero puro che ruota attorno all’arte stessa.
Tra le principali attività ci sono l’annuale CSAV – Artists’ Research Laboratory, ex Corso Superiore di Arti Visive, giunto nel 2016 alla sua XXII edizione, diretto dal 1995 da Annie Ratti e nato dal precedente Corso Superiore di Disegno.

 

-FONDAZIONE LAC O LE MON, Emilio Fantin

La Fondazione Lac o Le Mon nasce nel 2015 per iniziativa di Emilio Fantin, Luigi Negro, Giancarlo Norese, Cesare Pietroiusti e Luigi Presicce che, a partire dal 2006, con il nome collettivo di Lu Cafausu, hanno organizzato performance, mostre e azioni in diversi contesti e che celebrano tutti gli anni, a partire dal 2010, la “Festa dei Vivi (che riflettono sulla morte)”.
La Fondazione ha acquisito un immobile con più di un ettaro e mezzo di terreno, a San Cesario di Lecce: la Casa Cafausica, centro di sperimentazione e formazione artistica. Qui si stanno creando “comunità di indagine” sia per ricercare e attuare soluzioni pratiche (pur anche paradossali o non-funzionali), sia anche, utilizzando letture, tecniche, sperimentazioni e visioni, per mettere in discussione il tema stesso dell’indagine e liberarsi da ogni finalità.

 

-FONDAZIONE PASTIFICIO CERERE, Claudia Cavalieri

Residenza d’artista: la poetica del fare

Dopo una veloce panoramica sulla storia del Pastificio Cerere attraverso le voci di alcuni dei suoi diretti protagonisti, si illustrerà il progetto “6ARTISTA. Progetto per giovani artisti” che ha caratterizzato, fin dalla sua istituzione nel 2009, le attività della Fondazione Pastificio Cerere.
6ARTISTA è stato uno dei primi programmi a considerare la possibilità per gli artisti italiani delle nuove generazioni di risiedere a Roma, offrendo un percorso formativo di alto livello culturale, finalizzato all’inserimento nel mondo dell’arte. Il progetto recupera l’atmosfera di quella che storicamente è l’identità del Pastificio Cerere, dove sono state condivise e continuano tuttora, vite ed esperienze artistiche di diversa natura.
Si racconterà anche come negli anni la Fondazione Pastificio Cerere ha diversificato i suoi programmi di residenza, collaborando con enti internazionali e ospitando artisti stranieri.

 

-FARM CULTURAL PARK, Mariacristina Di Carlentini

La Residenza d’artista a Farm Cultural Park rappresenta un punto di connessione tra l’artista e la comunità; la popolazione entra a contatto con la bellezza di cui Farm si fa portavoce.

Gli artisti in residenza arricchiscono il loro progetto anche grazie alle relazioni che intraprendono all’interno del contesto nel quale gli stessi operano.

Questi processi permettono alla comunità di instaurare delle relazioni personali strettamente legate alla bellezza racchiusa nella condivisione con l’altro. È importante quello che si innesca a livello comunitario, infatti gli artisti lasciano tracce di memoria che permettono a Favara di comunicare con il mondo. Ciascuna residenza rappresenta quindi una sperimentazione artistica, ma prima di tutto umana.

 

-MUSEO CARLO ZAULI, Matteo Zauli

Residenze d’artista al Museo Carlo Zauli di Faenza: la ceramica come incontro tra territorio e contemporaneità

Il progetto Residenza d’Artista dal 2003 ha l’obiettivo di esplorare il rapporto tra ceramica e arte contemporanea, invitando spesso artisti di rilievo internazionale che abitualmente non utilizzano questo materiale ma che sono attratti dal suo fascino arcano e familiare.
Un Incontro che non si limita ed esaurisce nella produzione di un’opera, ma coinvolge anche un curatore, un ceramista, un gruppo di studenti e la citta’ di Faenza.
Un’avventura sperimentale, un processo creativo guidato da un artista che non conosce le regole ceramiche, con esiti sempre unici e sorprendenti dal punto di vista artistico, tecnico e relazionale, nel quale il museo mette a disposizione laboratorio, tecnico ceramista, residenza e staff, per porre in relazione un territorio con la visione di un artista.

 

-GUILMIARTPROJECT, Lucia Giardino

Il lavoro e l’ansia da stakeholders

GuilmiArtProject è una residenza su invito in cui l’artista, condividendo gli intenti basati sulla pratica empirica non aprioristica di GAP, agisca come vettore di ricerca dallo sguardo trasversale e avvii la produzione di un’opera in dialogo a vari livelli col paese e/o con la comunità. Guilmi è un comune nell’entroterra abruzzese, che conta oggi circa 300 residenti, rispetto ai quasi 3000 degli anni Sessanta. Dal 2007 GAP – e i suoi “effetti collaterali” (feste, laboratori, passeggiate, pasti collettivi, non-ché la Nuova Didattica Popolare, per la condivisione di esperienza e il consolida-mento del binomio di arte/educazione) – ha attirato l’attenzione di locali e professio-nisti, generando partecipazione e pubblico e una micro-economia nel territorio, irri-levante nell’ottica macro, ma di un certo peso nella scala locale. Parallelamente molti lavori prodotti nell’ambito di GAP sono confluiti nel mercato dell’arte nazionale e internazionale. Nel 2019 GAP decide di rimodularsi, ridefinendo la sua comunità di riferimento.

 

-ARTEGIRO, Renata Summo-O’Connell

Pratica artistica e il sistema dell’arte contemporanea Dieci anni di residenze artistiche ad Artegiro.

Le residenze Artegiro sono concepite come un’opportunità di lasciar vivere l’arte, ripensando non solo il concetto di residenza per far sì che l’artista fosse davvero presente e al cuore del mondo dell’arte. L’artista è visto come presente con la sua scelta di progettualità, le sue preferenze, la produzione, sebbene in un contesto di reciprocità, con il curatore, ma anche con la collettività.

Questa nozione di presenza infatti, presuppone un contesto nel quale essere presenti, un contesto che il progetto Artegiro legge soprattutto come la comunità attorno all’artista, da quella che ospita la residenza, fino a quella più ampia, la realtà globale che oggi, più che mai, è presente nella vita di ciascuno anche grazie alla rete internet.

 

 

Seconda sessione: Workshop Toscana

 

-KILOWATT FESTIVAL, Lucia Franchi e Luca Ricci

PRATICHE DI PARTECIPAZIONE: GLI ARTISTI SONO PRONTI?

Il tempo della residenza è fatto di dicotomie: spazio protetto per la creazione/spazio di interazione con territori e comunità, chiuso/aperto, intimo/pubblico. Abbiamo già artisti pronti a valorizzare questi contrasti perché essi non appaiano come limite, ma quale opportunità? La relazione coi luoghi è una tassa da pagare o può portare a un ribaltamento della prospettiva dalla quale si crea?

 

-TEMPO REALE, Loredana Terminio

Il primo progetto di residenze (La mansarda di Tempo Reale) nasce in maniera pionieristica nel lontano 2000: durerà tre anni, mutuando il concetto di residenza dai sistemi della danza e del teatro e portando a Firenze musicisti italiani e stranieri. Sarà poi dal 2015 che Tempo Reale riprenderà in maniera continuativa l’idea di “aprire i propri spazi” e mettere a disposizione la propria professionalità nel campo della ricerca musicale con un programma di residenze, strutturato come vera e propria azione di promozione e sostegno della creatività. Il programma di residenze IN TEMPO REALE diventato poi RESIDENZE KATE (in omaggio alla collaboratrice Caterina Poggesi) prevede la possibilità di ospitare più artisti che indagano l’ambito del suono e della musica sperimentale, nel tentativo di far crescere realtà artistiche, facilitandone le esperienze di formazione e di scambio.

 

-MURATE ART DISTRICT, Valentina Gensini
-CHINA PROJECT, Giulio Saverio Rossi e Gabriele Dini

MAD Murate Art District nasce nel 2014 come centro di arte contemporanea e residenze d’artista del Comune di Firenze. Da allora migliaia di artisti hanno lavorato nel nostro centro, focalizzato sulla ricerca artistica e sulla produzione. Convintamente aperto a ricerche di taglio interdisciplinare e transdisciplinare, MAD ospita fotografi, artisti visivi, architetti e designer, danzatori, performer, attori, registi teatrali e cinematografici, musicisti e sound designer.
Nel corso del 2019 MAD ha accompagnato il lavoro di oltre 600 artisti, divisi tra senior e artisti in formazione.
MAD non è un semplice spazio espositivo ma un cantiere di produzione: tramite una selezione basata sul progetto artistico e sul curriculum vitae, artisti nazionali ed internazionali possono svolgere periodi di ricerca dedicati a progetti specifici, condividendo il loro lavoro con la cittadinanza attraverso installazioni site-specific, workshop ed esposizioni. Artisti del territorio vengono invece supportati per soggiorni di ricerca all’interno della società civile (progetto Residenze d’artista a scuola) o all’Estero, come nel caso del China Project.
Agli artisti riconosciamo risorse tramite bandi, ma anche tempo e spazio, nel rispetto delle necessità del lavoro e della ricerca specifica cui stanno attendendo; ciò che verrà da loro restituito alla cittadinanza è una scelta soggettiva e non preventivamente negoziata.

 

-FABBRICA EUROPA, Maurizia Settembri

Situata all’interno del Parco delle Cascine di Firenze, PARC Performing Arts Research Centre, attuale sede di FABBRICA EUROPA è un centro di incontro e creazione internazionale e interculturale, con numerosi progetti di produzione e formazione all’attivo. Fabbrica Europa dà spazio a moltissime realtà artistiche locali, nazionali e internazionali, costruendo una rete di scambi capace di nutrire un terreno prolifico e di grande impatto

 

-CORNIOLO ART PLATFORM, Angela Burico e Silvio Palladino

Corniolo Art Platform una prospettiva di educazione radicale, collaborativa e integrata.

Corniolo Art Platform nasce nel 2011 per attivare un centro di residenza focalizzato su collettivi e gruppi artistici formali e informali su scala internazionale e per fornire un luogo di ricerca protetto e circondato dalla natura in un contesto rurale e vitale.

L’attitudine a praticare i linguaggi artistici collettivamente, a considerare la convivialità come pratica artistica e creare una micro-comunità temporanea coesa e oziosamente produttiva, è divenuta vocazione del luogo e sua caratteristica imprescindibile ed accomuna oggi i diversi collaboratori.

Corniolo Art Platform non interviene direttamente sul territorio ma è piuttosto il territorio che si prende cura della residenza e dei suoi fruitori: fornisce esempi, ispirazione e visione amplificando i contenuti e i temi della summer school.

 

-COMPAGNIA VIRGILIO SIENI, Daniela Giuliano

Centro Nazionale di Produzione sui linguaggi del corpo e della danza diretto da Virgilio Sieni con sede a Cango a Firenze si apre a un orizzonte internazionale di ricerca ponendo il corpo, la danza e i linguaggi contemporanei dell’arte in dialogo con le discipline umanistiche e con il territorio nei suoi aspetti architettonici e urbanistici. Proiettato verso la costruzione di una polis culturale, il Centro si articola come un corpo organico agendo tra produzione, ospitalità, residenza e trasmissione attraverso le attività della Compagnia Virgilio Sieni, dell’Accademia sull’arte del gesto e della programmazione di Cango. Il Centro propone un modello innovativo di residenza dove oltre allo sviluppo della creazione, l’artista si predispone ad articolare la sua presenza incontrando e creando con altre tipologie di interpreti, giovanissimi danzatori, professionisti, amatori, cittadini, diversamente abili.

 

-CAB008, Cristina Rizzo

AION = TEMPO

La residenza artistica non é uno spazio ma é un tempo in cui si svolge un lavoro: il punto di vista degli artisti.

 

 

Terza sessione: Processi partecipativi in network europei e pratiche alternative in residenze internazionali

– Giuliana Ciancio, Univerisità di Anversa
L’esperienza internazionale di Be SpectACTive

Il progetto Europeo Be SpectACTive!
Tra trans-località e ‘safe space’

Partendo dall’introduzione del progetto europeo di larga scala Be SpectACTive!, oggi alla sua seconda edizione di finanziamento del programma Creative Europe, Giuliana Ciancio co-curator e project manager, ne osserverà punti di forza e di debolezza con particolare attenzione al ruolo assolto dalle residenze artistiche all’interno del network europeo. Queste verranno osservate come luogo di sperimentazione e creazione artistica, ma anche come spazio di collegamento tra realtà culturali diverse, centri parte di uno spazio immateriale di natura ‘trans-locale’.
Il tema della partecipazione ed il coinvolgimento della società civile verranno osservati attraverso le strategie di engagement adottate alla luce della priorità europea dell’Audience Development. Al tempo stesso, la nozione di ‘safe space’ verrà indagata, da un lato, come presupposto e garanzia per la creazione artistica, dall’altro, come condizione per far si che la cultura possa continuare ad essere un luogo ‘insicuro ed imparziale’.

 

Keynote
-Pascal Gielen, COMMONS E RESIDENZE, Università di Anversa
Autore del libro Contemporary Artist Residencies Reclaiming Time and Space

Tempo e spazio per creare ed essere umani

Una breve cronopia di residenze d’artista

Sulla base dei libri “Contemporary Artist Residencies” e “Commonism”, Pascal Gielen analizzerà la presentazione del tempo e dello spazio per residenza. Il modo in cui le residenze d’artista si presentano e si promuovono per attrarre artisti trasformati nel tempo. Il tempo e lo spazio sono utilizzati come coordinate per costruire un quadro utopico delle condizioni ideali per la creazione. Questa immaginazione del tempo e dello spazio per la creazione sarà descritta da Gielen come quattro tipi-ideali, le cosiddette ‘cronotopias’. In questo modo egli specula su quello che potrebbe essere il tempo e lo spazio ideale per gli artisti per creare in tempi neoliberali e neonazionalisti contemporanei (quello che lui chiama “repressivo liberale”). Questa ricerca lo porta a pratiche comuni dove l’utopia può essere trasformata in politica prefigurativa o “utopia vissuta”. 

 

Residenze d'artista: contro-tendenze

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Linda Kaiser

curatrice indipendente

Linda Kaiser (Genova, 1963) è laureata in Storia della critica d’arte all’Università di Genova, dottore di ricerca in Storia e critica dei beni artistici e ambientali all’Università di Milano, specializzata in Storia dell’arte contemporanea alla Scuola di Specializzazione in storia dell’arte dell’Università di Siena. È critico d’arte contemporanea, giornalista, fotografa e curatore. È specialista di Fluxus, Outsider Art, Mail Art, Arte Povera, Anacronismo, museologia e cultura d’impresa. Cura progetti espositivi presso spazi pubblici e privati (tra questi, Genova, Palazzo Ducale: “Arte Povera: la prima mostra”, 2012; “Andrei Molodkin. Transformers No. M208”, 2014). Ha tenuto seminari di arte presso le Università di Genova, Siena, Milano e Kassel. Già consulente scientifica di Assolombarda, ha contribuito a fondare nel 2001 a Milano l’Associazione Museimpresa. Ha ideato e curato l’Archivio Storico Riva a Sarnico (BG). Sta costruendo l’Archivio Stori

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Linda Kaiser (Genova, 1963) è laureata in Storia della critica d’arte all’Università di Genova, dottore di ricerca in Storia e critica dei beni artistici e ambientali all’Università di Milano, specializzata in Storia dell’arte contemporanea alla Scuola di Specializzazione in storia dell’arte dell’Università di Siena. È critico d’arte contemporanea, giornalista, fotografa e curatore. È specialista di Fluxus, Outsider Art, Mail Art, Arte Povera, Anacronismo, museologia e cultura d’impresa. Cura progetti espositivi presso spazi pubblici e privati (tra questi, Genova, Palazzo Ducale: “Arte Povera: la prima mostra”, 2012; “Andrei Molodkin. Transformers No. M208”, 2014). Ha tenuto seminari di arte presso le Università di Genova, Siena, Milano e Kassel. Già consulente scientifica di Assolombarda, ha contribuito a fondare nel 2001 a Milano l’Associazione Museimpresa. Ha ideato e curato l’Archivio Storico Riva a Sarnico (BG). Sta costruendo l’Archivio Storico Cressi a Genova. È autrice di monografie come “L’Anacronismo e il ritorno alla pittura. L’origine è la meta” (Silvana Editoriale, 2003) e della prima Guida Touring dedicata al “Turismo industriale in Italia. Arte, scienza, industria: musei e archivi d’impresa” (TCI, 2003). Pubblica servizi e foto su Artribune dal 2012; su altri periodici e portali scrive di arte, spettacoli, musica, cultura d’impresa, nautica, food & wine. Elabora e crede in modelli propositivi che promuovano una politica culturale interdisciplinare.

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Manuela Pacella

curatrice indipendente

Nata a Roma nel ’77, laureata con una tesi monografica su David Tremlett alla Sapienza di Roma, ha conseguito la specializzazione in Storia dell’Arte Contemporanea all’l’Università di Siena, sotto la guida di Enrico Crispolti. Come storica dell’arte e ricercatrice ha all’attivo diverse collaborazioni con con archivi di artisti, gallerie private e istituzioni pubbliche come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e l’Istituto Nazionale per la Grafica.

Dopo aver curato la mostra Patria Interiore alla Golden Thread Gallery di Belfast nel 2012, inizia a coltivare un forte interesse per la storia e l’arte dell’Irlanda del Nord grazie alla partecipazione nel 2013 al corso intensivo curatoriale dell’ICI al CCA di Derry e alla residenza internazionale nei Flax Art studios di Belfast.
Come curatore ospite del MAC di Belfast ha realizzato nel 2017 la mostra Lost in Narration. Riccardo Giacconi, Invernomuto, Luca Trevisani e co-curato il secondo Curatorial

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Nata a Roma nel ’77, laureata con una tesi monografica su David Tremlett alla Sapienza di Roma, ha conseguito la specializzazione in Storia dell’Arte Contemporanea all’l’Università di Siena, sotto la guida di Enrico Crispolti. Come storica dell’arte e ricercatrice ha all’attivo diverse collaborazioni con con archivi di artisti, gallerie private e istituzioni pubbliche come la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e l’Istituto Nazionale per la Grafica.

Dopo aver curato la mostra Patria Interiore alla Golden Thread Gallery di Belfast nel 2012, inizia a coltivare un forte interesse per la storia e l’arte dell’Irlanda del Nord grazie alla partecipazione nel 2013 al corso intensivo curatoriale dell’ICI al CCA di Derry e alla residenza internazionale nei Flax Art studios di Belfast.
Come curatore ospite del MAC di Belfast ha realizzato nel 2017 la mostra Lost in Narration. Riccardo Giacconi, Invernomuto, Luca Trevisani e co-curato il secondo Curatorial Directions focalizzato sull’importanza del testo e della narrazione nel processo curatoriale con laboratori e seminari a Belfast e a Milano.

Tra il 2015 e il 2016 è stata ricercatrice e coordinatrice editoriale di NERO (Roma).
Ha recentemente pubblicato il saggio monografico Bertille Bak. La fiaba del reale per i tipi di postmediabooks e scrive regolarmente per “Flash Art” (edizione italiana e internazionale), “The Visual Artists’ New Sheet” (Dublino) e “Springerin” (Vienna).

Con la collaborazione di alcuni artisti coltiva anche una passione per la scrittura sperimentale e, come curatrice indipendente, lavora sugli interscambi culturali tra Italia e alcuni paesi del Centro e Nord Europa come Austria, Finlandia e Irlanda del Nord.

 

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Andrea Bruciati

Villa Adriana e Villa d’Este

Andrea Bruciati, (Corinaldo, 1968), è storico dell’arte e si è laureato con una tesi su Lucio Fontana e Piero Manzoni, da cui sviluppa un’ indagine legata al monocromo e al fattore bianco.
Ricerca e innovazione contraddistinguono la sue esperienza da curatore, come dimostra nella decennale direzione (2002 – 2011) della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, concepita quale laboratorio e cantiere volto alla sperimentazione. Dal 2009 collabora con la rassegna scaligera ArtVerona e dal 2013, in qualità di direttore artistico, ne progetta l’intera programmazione culturale. Interviene su varie testate specializzate e ha un ruolo attivo nella costruzione di un network per l’arte contemporanea, improntato sulla consapevolezza di un’identità nazionale e la formazione di un pubblico sensibilizzato. Si interessa, a tal proposito, anche della promozione internazionale delle giovani generazioni che operano nella penisola sia a livello pubblico che p
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Andrea Bruciati, (Corinaldo, 1968), è storico dell’arte e si è laureato con una tesi su Lucio Fontana e Piero Manzoni, da cui sviluppa un’ indagine legata al monocromo e al fattore bianco.
Ricerca e innovazione contraddistinguono la sue esperienza da curatore, come dimostra nella decennale direzione (2002 – 2011) della Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Monfalcone, concepita quale laboratorio e cantiere volto alla sperimentazione. Dal 2009 collabora con la rassegna scaligera ArtVerona e dal 2013, in qualità di direttore artistico, ne progetta l’intera programmazione culturale. Interviene su varie testate specializzate e ha un ruolo attivo nella costruzione di un network per l’arte contemporanea, improntato sulla consapevolezza di un’identità nazionale e la formazione di un pubblico sensibilizzato. Si interessa, a tal proposito, anche della promozione internazionale delle giovani generazioni che operano nella penisola sia a livello pubblico che privato (MOROSO CONCEPT per l’Arte Contemporanea; meravigliosamente; Painting Practices), sia sul web (00 ITALIA; allonsenfants).
All’interno della programmazione museale e fieristica ha ideato i format: lab.it, video REPORT ITALIA, prima visione, 40, L’immagine sottile, Fruz, Past Forward, On Stage, studiovisit, Level 0, raw zone, ARTES, Focus XX, Collectors e atupertu.
Fra le pubblicazioni più significative: On Air (2004); Painting Codes (2006); Love Addiction (2007); Soft Cell (2008); Arrivals and Departures_EURO (2010); Il cielo in una stanza (2011); Ni Dieu Ni Maitre (2012); Visioni per un inventario (2014) e Qui non si canta al mondo delle rane (2015).

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Maria Fratelli

Case Museo e Progetti speciali, Comune di Milano

Maria Fratelli, museologa, è stata Conservatore di Arte Moderna e Contemporanea e Responsabile della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano. Attualmente è Dirigente del Servizio Case Museo e Progetti Speciali del Comune di Milano e reggente del Servizio Musei Storici.

Maria Fratelli, museologa, è stata Conservatore di Arte Moderna e Contemporanea e Responsabile della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Milano. Attualmente è Dirigente del Servizio Case Museo e Progetti Speciali del Comune di Milano e reggente del Servizio Musei Storici.

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Giuseppe Di Natale

Università di Firenze

Giuseppe Di Natale (BA – 1974) si è laureato all’Università degli Studi di Firenze con una tesi sulla Ricezione critica di Henri Matisse in Italia, 1910-1954. Ha frequentato seminari di museologia all’Ecole du Louvre ed è stato borsista nel 2005 dell’Accademia Nazionale di San Luca in Roma. Nel 2006 ha conseguito il Diploma di Specializzazione in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Siena e dal 2007 è dottorando di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Firenze, dove porta avanti una ricerca su E. Jaguer, ”Phases in Italia”. Ha partecipato a simposi e giornate di studio in Italia e all’estero, e ha lavorato al catalogo generale della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

Giuseppe Di Natale (BA – 1974) si è laureato all’Università degli Studi di Firenze con una tesi sulla Ricezione critica di Henri Matisse in Italia, 1910-1954. Ha frequentato seminari di museologia all’Ecole du Louvre ed è stato borsista nel 2005 dell’Accademia Nazionale di San Luca in Roma. Nel 2006 ha conseguito il Diploma di Specializzazione in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università degli Studi di Siena e dal 2007 è dottorando di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Firenze, dove porta avanti una ricerca su E. Jaguer, ”Phases in Italia”. Ha partecipato a simposi e giornate di studio in Italia e all’estero, e ha lavorato al catalogo generale della Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino.

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Anna Mazzanti

Politecnico di Milano

Anna Mazzanti è Assistente di Storia dell’Arte Contemporanea, presso il Politecnico di Milano – Dipartimento di Design dal 2009; ha studiato all’Università di Firenze (laurea), Venezia (dottorato di ricerca) e Siena (laurea specialistica e borsa di studio quadriennale) dove ha insegnato per dieci anni (2000-2011) come professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte. Attualmente è anche docente di Storia dell’arte europea e italiana del XIX secolo presso lo Studio Art Centers International (SACI), un programma universitario statunitense a Firenze (2015-2017). I suoi specifici campi di ricerca ruotano intorno alla cultura artistica e alla transizione critica tra Ottocento e Novecento in Italia e nel suo patrimonio angloamericano. Altri focus della sua ricerca sono l’arte pubblica, l’arte site specific e i parchi di scultura. È anche membro del comitato scientifico della Fondazione Daniel Spoerri Garden (Italia)

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Anna Mazzanti è Assistente di Storia dell’Arte Contemporanea, presso il Politecnico di Milano – Dipartimento di Design dal 2009; ha studiato all’Università di Firenze (laurea), Venezia (dottorato di ricerca) e Siena (laurea specialistica e borsa di studio quadriennale) dove ha insegnato per dieci anni (2000-2011) come professore a contratto presso la Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte. Attualmente è anche docente di Storia dell’arte europea e italiana del XIX secolo presso lo Studio Art Centers International (SACI), un programma universitario statunitense a Firenze (2015-2017). I suoi specifici campi di ricerca ruotano intorno alla cultura artistica e alla transizione critica tra Ottocento e Novecento in Italia e nel suo patrimonio angloamericano. Altri focus della sua ricerca sono l’arte pubblica, l’arte site specific e i parchi di scultura. È anche membro del comitato scientifico della Fondazione Daniel Spoerri Garden (Italia). È autrice di diversi libri, articoli, saggi e ha partecipato a conferenze e workshop in Italia e all’estero su questi temi. Ha curato e co-curato diverse mostre tra cui: Ettore Tito (1859-1941), (Venezia, 1998); Novecento sedotto: Il fascino del Seicento tra le due guerre (Firenze, 2010-2011); Simbolismo in Italia (Padova, 2011-2012); Mondi a Milano. Culture ed esposizioni 1874-1950, (Milano, 2015); Bellezza divina tra Van Gogh, Chagall e Fontana (Firenze, 2015-2016). Attualmente sta curando una mostra su Ettore Tito e sull’Impressionismo Tardo Internazionale alla Biennale (Padova, gennaio 2019).

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Giovanni Bianchi

Docente di Storia dell’arte contemporanea Università di Padova

Conseguito il diploma di maturità classica presso il Liceo Marco Polo di Venezia, si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Ca’ Foscari. Segue i corsi di storia dell’arte contemporanea tenuti dal prof. Giuseppe Mazzariol e nel 1991 si laurea in Lettere con indirizzo storico artistico discutendo una tesi dal titolo: La scultura di Fausto Melotti, avviata con il prof. Mazzariol e portata a termine con il prof. Lionello Puppi.
Nel 1995 consegue il diploma di specializzazione presso l’Università degli Studi di Siena discutendo una tesi dal titolo: Mario Deluigi, scritti, considerazioni, pensieri nella sua attività didattica 1942-1978 (relatore prof. Enrico Crispolti).
Nel 2004 consegue il titolo di dottore di ricerca discutendo una tesi dal titolo: Arte a Venezia: 1938-1948. Fermenti e segnali di rinnovamento (tutor prof.ssa Giuseppina Dal Canton) presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel 2005 gli viene assegnata u

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Conseguito il diploma di maturità classica presso il Liceo Marco Polo di Venezia, si iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Ca’ Foscari. Segue i corsi di storia dell’arte contemporanea tenuti dal prof. Giuseppe Mazzariol e nel 1991 si laurea in Lettere con indirizzo storico artistico discutendo una tesi dal titolo: La scultura di Fausto Melotti, avviata con il prof. Mazzariol e portata a termine con il prof. Lionello Puppi.
Nel 1995 consegue il diploma di specializzazione presso l’Università degli Studi di Siena discutendo una tesi dal titolo: Mario Deluigi, scritti, considerazioni, pensieri nella sua attività didattica 1942-1978 (relatore prof. Enrico Crispolti).
Nel 2004 consegue il titolo di dottore di ricerca discutendo una tesi dal titolo: Arte a Venezia: 1938-1948. Fermenti e segnali di rinnovamento (tutor prof.ssa Giuseppina Dal Canton) presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Nel 2005 gli viene assegnata una borsa di studio post-dottorato presso l’Università di Padova. Dal 2007 al 2010, in qualità di docente a contratto, ha tenuto corsi di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Dal 2010 al 2014 è stato Ricercatore di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Padova dove ha tenuto l’insegnamento per il corso di laurea triennale in Storia e tutela dei beni artistici e musicali. Dal 2015 è Professore associato di Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Padova. Dal 1997 si occupa del sistema dell’arte contemporanea (artisti, esposizioni, spazi espositivi, committenza, critica, pubblico, con particolare riguardo all’area triveneta) e delle attività delle principali istituzioni deputate alla promozione dell’arte contemporanea quali la Biennale Internazionale d’Arte di Venezia e la Fondazione dell’Opera Bevilacqua La Masa. Inoltre ha dedicato le sue ricerche al Futurismo e ad altre avanguardie storiche, nonché ad artisti particolarmente rappresentativi sia della pittura sia della scultura del Novecento.
Collabora con la Fondazione Querini Stampalia, con la Peggy Guggenheim Collection, e la Fondazione Giorgio Cini.

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Anna Casalino

Carocci Editore, Roma

Anna Casalino è editor e storica dell’arte.
Dopo aver conseguito il diploma di laurea alla Sapienza, Università di Roma, si è trasferita a Siena per frequentare la Scuola di Specializzazione in Storia dell’arte e poi il Dottorato di Ricerca. Grazie al progetto “Giovani Ricercatori”, finanziato dal medesimo Ateneo, ha potuto visitare diversi Children’sMuseums europei, avendo così modo di analizzare metodologie e prassi educative proposte anche in base alla tipologia di collezione (storica, storico-artistica, etno-antropologica e scientifica).
In quest’ottica e con un’attenzione particolare all’uso delle “nuove tecnologie” per la comunicazione dell’“antico” – oggetto del dottorato di ricerca –, ha tenuto conferenze e lavorato a vari progetti in materia di pedagogia del patrimonio e, in particolare, all’idea di un Museo d’arte per bambini sotto la supervisione di Giovanni Bollea, fondatore della neuropsichiatria infantile in Italia (cfr. A. Casalino,

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Anna Casalino è editor e storica dell’arte.
Dopo aver conseguito il diploma di laurea alla Sapienza, Università di Roma, si è trasferita a Siena per frequentare la Scuola di Specializzazione in Storia dell’arte e poi il Dottorato di Ricerca. Grazie al progetto “Giovani Ricercatori”, finanziato dal medesimo Ateneo, ha potuto visitare diversi Children’sMuseums europei, avendo così modo di analizzare metodologie e prassi educative proposte anche in base alla tipologia di collezione (storica, storico-artistica, etno-antropologica e scientifica).
In quest’ottica e con un’attenzione particolare all’uso delle “nuove tecnologie” per la comunicazione dell’“antico” – oggetto del dottorato di ricerca –, ha tenuto conferenze e lavorato a vari progetti in materia di pedagogia del patrimonio e, in particolare, all’idea di un Museo d’arte per bambini sotto la supervisione di Giovanni Bollea, fondatore della neuropsichiatria infantile in Italia (cfr. A. Casalino, Musei per bambini. L’occhio ha saltato il muro? Pendragon, Bologna, 2002; con introduzione di G.Bollea e postfazione di E.Crispolti).
È, da diversi anni, editor del settore umanistico e responsabile della progettazione digitale presso la Carocci editore: questo incarico le ha permesso di unire alle competenze acquisite in materia storico-artistica una capacità progettuale in un contesto culturale ampio e diversificato grazie a consulenze presso Istituzioni, quali la Luiss Guido Carli, ad esempio.
Completa il profilo un’innata propensione al tema dell’educazione e dell’alta divulgazione scientifica unita alla convinzione che la scrittura e la “testualità”, intesa in senso lato, possano dare un contributo fondamentale alla valorizzazione e trasmissione del patrimonio storico-artistico.

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Luca Lenzini

Biblioteca Umanistica dell’Università di Siena

Luca Lenzini, nato a Firenze il 3 Marzo 1954. Diploma di Maturità classica (Liceo Ginnasio Enea Silvio Piccolomini di Siena,1973). Corsi di lingua inglese al St.Clare’s Hall, Università di Oxford (1974 e 1975). 1978: periodo di studio al King’s College, Cambridge. Laurea in lettere moderne (1978: tesi “Sulle traduzioni italiane da T.S.Eliot“, relatore il prof. F.Fortini, cattedra di(Storia della critica letteraria; 110 e lode). 1979: esercitatore presso la Facoltà di Magistero, Università degli studi di Siena, A.A. 1978/79; seminario di Metodologia della critica letteraria. 1980: Diploma del Corso di perfezionamento in Storia e scienza della letteratura, Università di Urbino; tesi su “La parodia nella teoria letteraria novecentesca“, relatore il prof. P.Paioni.
Ha dedicato studi e commenti all’opera di Vittorio Sereni, Franco Fortini, Guido Gozzano, Giovanni Giudici, Attilio Bertolucci, Alessandro Parronchi e altri autori novecenteschi, non so

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Luca Lenzini, nato a Firenze il 3 Marzo 1954. Diploma di Maturità classica (Liceo Ginnasio Enea Silvio Piccolomini di Siena,1973). Corsi di lingua inglese al St.Clare’s Hall, Università di Oxford (1974 e 1975). 1978: periodo di studio al King’s College, Cambridge. Laurea in lettere moderne (1978: tesi “Sulle traduzioni italiane da T.S.Eliot“, relatore il prof. F.Fortini, cattedra di(Storia della critica letteraria; 110 e lode). 1979: esercitatore presso la Facoltà di Magistero, Università degli studi di Siena, A.A. 1978/79; seminario di Metodologia della critica letteraria. 1980: Diploma del Corso di perfezionamento in Storia e scienza della letteratura, Università di Urbino; tesi su “La parodia nella teoria letteraria novecentesca“, relatore il prof. P.Paioni.
Ha dedicato studi e commenti all’opera di Vittorio Sereni, Franco Fortini, Guido Gozzano, Giovanni Giudici, Attilio Bertolucci, Alessandro Parronchi e altri autori novecenteschi, non solo italiani. Dirige la Biblioteca Umanistica dell’Università di Siena ed è coordinatore del Centro studi Franco Fortini. Per Quodlibet ha pubblicato Verso la trasparenza (2019) e Cronotopi novecenteschi (2020).

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Raffaele Bedarida

The Cooper Union for the Advancement of Art and Science, NY

Raffaele Bedarida è professore di Storia dell’arte all’università Cooper Union di New York. La sua ricerca più recente è dedicata allo scambio artistico tra Italia e Stati Uniti a partire dagli anni trenta del secolo scorso, con particolare attenzione all’intreccio tra arte, politica, diplomazia e costruzione dell’identità nazionale. Autore di Bepi Romagnoni. Il nuovo racconto, 1961-1964 (Silvana Editoriale, 2005), ha pubblicato numerosi saggi in Europa e in America su artisti e intellettuali come Afro, Brin, Celant, Depero, Fontana, Kiesler, Lewis, Oppenheim, Scarpitta e Venturi.

Raffaele Bedarida è professore di Storia dell’arte all’università Cooper Union di New York. La sua ricerca più recente è dedicata allo scambio artistico tra Italia e Stati Uniti a partire dagli anni trenta del secolo scorso, con particolare attenzione all’intreccio tra arte, politica, diplomazia e costruzione dell’identità nazionale. Autore di Bepi Romagnoni. Il nuovo racconto, 1961-1964 (Silvana Editoriale, 2005), ha pubblicato numerosi saggi in Europa e in America su artisti e intellettuali come Afro, Brin, Celant, Depero, Fontana, Kiesler, Lewis, Oppenheim, Scarpitta e Venturi.

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Davide Lacagnina

Professore associato di museologia e critica artistica e del restauro e Direttore della Scuola di specializzazione in beni storico artistici presso l'Università di Siena

Davide Lacagnina (Palermo, 1978) ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’arte presso l’Università di Palermo e si è specializzato in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Siena. Ha frequentato i corsi di perfezionamento in museologia e gestione dei beni culturali della Scuola Normale Superiore di Pisa e dell’Ecole du Louvre e ha svolto attività di ricerca presso l’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona, il Dipartimento di Archeologia e Storia dell’arte dell’Università di Siena, l’Institut National d’Histoire de l’Art di Parigi, il MART di Rovereto e il Warburg Institute di Londra.
Ha insegnato nelle Università di Palermo, Enna e Catania, nell’Accademia di Belle Arti di Palermo e nella Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena. Dal 2007 è direttore della collana “Piccola Biblioteca d’Arte” (Edizioni Kalós, Palermo) e nel 20

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Davide Lacagnina (Palermo, 1978) ha conseguito il dottorato di ricerca in Storia dell’arte presso l’Università di Palermo e si è specializzato in Storia dell’arte contemporanea presso l’Università di Siena. Ha frequentato i corsi di perfezionamento in museologia e gestione dei beni culturali della Scuola Normale Superiore di Pisa e dell’Ecole du Louvre e ha svolto attività di ricerca presso l’Universitat Pompeu Fabra di Barcellona, il Dipartimento di Archeologia e Storia dell’arte dell’Università di Siena, l’Institut National d’Histoire de l’Art di Parigi, il MART di Rovereto e il Warburg Institute di Londra.
Ha insegnato nelle Università di Palermo, Enna e Catania, nell’Accademia di Belle Arti di Palermo e nella Scuola di Specializzazione in Beni Storico Artistici dell’Università di Siena. Dal 2007 è direttore della collana “Piccola Biblioteca d’Arte” (Edizioni Kalós, Palermo) e nel 2013 è stato nominato membro della giuria del Premio New York (Ministero degli Affari Esteri e Italian Academy for Advanced Studies, Columbia University).
Dall’1 agosto 2013 è stato ricercatore a tempo determinato presso l’Università di Siena, quale responsabile dell’Unità locale del progetto di ricerca FIRB 2012 “Diffondere la cultura visiva: l’arte contemporanea tra riviste, archivi e illustrazioni. La storia dell’arte dalla fine dell’Ottocento agli anni Ottanta del Novecento vista attraverso fonti inesplorate, coniugando metodologie e sistemi di analisi multidisciplinari: critica storico-artistica, letteratura, semiotica, arti visive”.
È professore associato di museologia e critica artistica e del restauro e Direttore della Scuola di specializzazione in beni storico artistici presso l’Università di Siena.

 

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Sileno Salvagnini 

Accademia di Belle Arti di Venezia

Sileno Salvagnini (Este, 1953) si è laureato a Bologna in Metodologia della critica d’arte con Paolo Fossati e in Storia contemporanea con Massimo Legnani.
Ha pubblicato Il sistema delle arti in Italia 1919-1943 (Bologna, Minerva, 2000, Introduzioni di A. Emiliani e D. Formaggio), curato mostre come Da Rossi a Morandi, da Viani ad Arp. Giuseppe Marchiori critico d’arte (Venezia, 2001-02), collaborato ad altre come Da Modigliani al contemporaneo. Scultura dalle collezioni Guggenheim, a cura di Luca M. Barbero, Modena, 2003-04.
Ha partecipato a convegni come Milano pareva deserta… in occasione del 150° anniversario delle Cinque giornate di Milano (Milano, 1998); a seminari di studio quali quelli promossi dalla Fondazione Scientifica Querini Stampalia per la Donazione Eugenio da Venezia (Venezia, 1997 e 2001) o quello sugli scritti d’artista organizzato dalla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (1999). Nel 1995 ha fatto parte del Comitato scientifico per

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Sileno Salvagnini (Este, 1953) si è laureato a Bologna in Metodologia della critica d’arte con Paolo Fossati e in Storia contemporanea con Massimo Legnani.
Ha pubblicato Il sistema delle arti in Italia 1919-1943 (Bologna, Minerva, 2000, Introduzioni di A. Emiliani e D. Formaggio), curato mostre come Da Rossi a Morandi, da Viani ad Arp. Giuseppe Marchiori critico d’arte (Venezia, 2001-02), collaborato ad altre come Da Modigliani al contemporaneo. Scultura dalle collezioni Guggenheim, a cura di Luca M. Barbero, Modena, 2003-04.
Ha partecipato a convegni come Milano pareva deserta… in occasione del 150° anniversario delle Cinque giornate di Milano (Milano, 1998); a seminari di studio quali quelli promossi dalla Fondazione Scientifica Querini Stampalia per la Donazione Eugenio da Venezia (Venezia, 1997 e 2001) o quello sugli scritti d’artista organizzato dalla Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino (1999). Nel 1995 ha fatto parte del Comitato scientifico per il Centenario della Biennale di Venezia. Collabora o ha collaborato a riviste e quotidiani come “Arte”, “Art & Dossier”, “Osservatorio della Arti”, “Venetica”, “Italia Contemporanea”, “Il Mattino di Padova.
Più recentemente, ha collaborato a mostre come Arte italiana nelle collezioni Guggenheim 1900 – 1961, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, a cura di Luca M. Barbero, Chiesa di San Marco, Vercelli, febbraio – giugno 2011, Giunti Editore; Klein – Fontana. Milano Parigi 1957 – 1962, cura di Silvia Bignami e Giorgio Zanchetti, Milano, Museo del Novecento, settembre 2014 – marzo 2015, Electa, Milano; Henry Moore, a cura di Chris Stephens e Davide Colombo, catalogo della mostra, 25 sett. 2015 – 10 gennaio 2016, Roma, Terme di Diocleziano, Electa Tate, 2015. Ha pubblicato la monografia I Nabis, Giunti, Firenze, 2014. E’ stato coordinatore della Storia dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Settecento, Ottocento, Novecento, in sette tomi, Grafiche Antiga Editore (2015-2016), curandone anche il terzo volume sul Novecento. Ha tenuto conferenze e avuto incarichi alle Scuole di Specializzazione dell’Università di Siena e di Udine.
Nel 2014 ha ottenuto l’abilitazione scientifica nazionale per l’insegnamento della Storia dell’arte nelle Università come associato. E’ attualmente docente di Storia dell’arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Venezia, di cui è stato anche Vicedirettore.

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Franco Purini

Università “La Sapienza” di Roma

Nasce nel 1941 a Isola del Liri. Si laurea in Architettura a Roma con L. Quaroni nel 1971. Allievo di M. Sacripanti, collabora con G. Pollini e V. Gregotti. Architetto e teorico dell’architettura, è professore ordinario di Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura Valle Giulia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Ha insegnato a Reggio Calabria, Ascoli Piceno, Milano e Venezia. Tra i riconoscimenti: Premio Internazionale “Controcampo Culturale” nel 1980, il “Leone di Pietra” alla Biennale di Venezia del 1985, il “Premio Nazionale Inarch” nel 1991, il Premio “Grotta di Tiberio” nel 2003, il Premio “Sebetia Ter” nel 2008. Alla progettazione affianca da sempre una ricerca sul rapporto tra architettura e rappresentazione. Nel 1966 fonda con Laura Thermes lo Studio Purini-Thermes progettando e realizzando numerose opere, tra cui: La Casa del Farmacista (1980), il Sistema

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Nasce nel 1941 a Isola del Liri. Si laurea in Architettura a Roma con L. Quaroni nel 1971. Allievo di M. Sacripanti, collabora con G. Pollini e V. Gregotti. Architetto e teorico dell’architettura, è professore ordinario di Composizione Architettonica presso la Facoltà di Architettura Valle Giulia dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Ha insegnato a Reggio Calabria, Ascoli Piceno, Milano e Venezia. Tra i riconoscimenti: Premio Internazionale “Controcampo Culturale” nel 1980, il “Leone di Pietra” alla Biennale di Venezia del 1985, il “Premio Nazionale Inarch” nel 1991, il Premio “Grotta di Tiberio” nel 2003, il Premio “Sebetia Ter” nel 2008. Alla progettazione affianca da sempre una ricerca sul rapporto tra architettura e rappresentazione. Nel 1966 fonda con Laura Thermes lo Studio Purini-Thermes progettando e realizzando numerose opere, tra cui: La Casa del Farmacista (1980), il Sistema delle Piazze (1982) e la Casa Pirrello (1990) a Gibellina; un isolato residenziale a Marianella, Napoli (1983); la Cappella di Sant’Antonio da Padova a Poggioreale (1993); il restauro delle Scuderie Medicee di Poggio a Caiano (2001); un edificio per uffici a Ravenna (2005); il grattacielo “Raffaello” a Shanghai (2005), il centro parrocchiale di San Giovanni Battista a Lecce (2006); l’Europarco Castellaccio a Roma (2008).  Tra le architetture “effimere”: il Teatrino scientifico per l’Estate Romana (1979); la facciata per la “Strada Novissima” per la Biennale di Venezia (1980); la porta di ingresso alla Triennale di Milano del 1996 in occasione della mostra “Identità e differenze”, di cui è stato curatore. Nel 2006 gli è stato affidato il Nuovo Padiglione Italiano alla X Biennale di Architettura di Venezia. I suoi disegni sono conservati presso collezioni pubbliche e private, tra cui: il Centre Pompidou, il Museo di Architettura di Francoforte, l’Archivio Progetti dello IUAV, il Museo di belle Arti di Buenos Aires.  Il suo lavoro è oggetto di numerose mostre in Italia e all’estero tra le quali: “Architetture incisive – Incisioni di Architettura”, a cura di Francesco Moschini, alla A.A.M.  Architettura Arte Moderna (Roma, 1982); “Franco Purini e Laura Thermes. Progetti e disegni 1983-1984”, AssociacIon Becarios de Arquitectura y Urbanismo, Centre de Arte y comunicacIon (Buenos Aires,1984); “Lo spazio sacro nella modernità” nella Basilica Palladiana (Vicenza, 2000); “Disegni di Architettura dal Dopoguerra ad oggi, dalla collezione di Francesco Moschini A.A.M. Architettura Arte Moderna” alle Scuderie Medicee di Poggio a Caiano (2002) con omonimo catalogo edizioni Centro D; “Incontri” alla Galleria Borghese (Roma, 2002). È membro dell’Accademia Nazionale di San Luca dal 1989.

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Antonello Negri

Professore Università Statale di Milano

(Milano 1947) laureato a Milano nel 1971, è stato ricercatore dal 1980 e professore associato dal 1990, direttore del Dipartimento di Storia delle arti, musica e spettacolo e attualmente insegna Fonti, modelli e linguaggi dell’arte contemporanea all’Università di Milano. È inoltre presidente del Centro interdipartimentale di ricerca e servizi per i beni dell’Università, membro del CdA della Fondazione Boschi-Di Stefano e del Consiglio scientifico del Museo del ‘900 di Milano. Dirige la rivista “L’Uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità” fondata nel 2003. Ha inoltre collaborato alla cura di numerose mostre e a diverse edizioni del Premio Suzzara. I suoi principali campi di studio e di ricerca sono la pittura e l’architettura dell’ 800 e del ‘900 e l’archeologia industriale. Tra le pubblicazioni ricordiamo l’opera Aligi Sassu uscita con Ilisso nel 1999.

(Milano 1947) laureato a Milano nel 1971, è stato ricercatore dal 1980 e professore associato dal 1990, direttore del Dipartimento di Storia delle arti, musica e spettacolo e attualmente insegna Fonti, modelli e linguaggi dell’arte contemporanea all’Università di Milano. È inoltre presidente del Centro interdipartimentale di ricerca e servizi per i beni dell’Università, membro del CdA della Fondazione Boschi-Di Stefano e del Consiglio scientifico del Museo del ‘900 di Milano. Dirige la rivista “L’Uomo nero. Materiali per una storia delle arti della modernità” fondata nel 2003. Ha inoltre collaborato alla cura di numerose mostre e a diverse edizioni del Premio Suzzara. I suoi principali campi di studio e di ricerca sono la pittura e l’architettura dell’ 800 e del ‘900 e l’archeologia industriale. Tra le pubblicazioni ricordiamo l’opera Aligi Sassu uscita con Ilisso nel 1999.

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Bernardina Sani

Professoressa di storia dell'arte moderna presso l'Università degli Studi di Siena

Bernardina Sani (Siena, 1943). Insegna storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi di Siena e presiede la Biblioteca Comunale degli Intronati. Specialista del ritratto a pastello e a tre matite del Seicento e del Settecento, ha affiancato agli studi su Ottavio Leoni e Rosalba Carriera le ricerche sull’arte senese dal Cinquecento all’Ottocento. Attenta ai fenomeni di mecenatismo, di collezionismo e di storia critica dell’arte senese, negli ultimi anni ha privilegiato indagini sulla conservazione del patrimonio artistico a Siena nell’Ottocento e al dibattito tra i puristi e Giovan Battista Cavalcaselle.
Tra i suoi studi: Rosalba Carriera. Lettere, diari, frammenti (Olschki, Firenze 1985); Rosalba Carriera (Allemandi, Torino 1988); Pittura senese (Motta, Milano 1997); Ottavio Leoni (Allemandi, Torino 2005); Rosalba Carriera 1673-1757. Maestra del pastello nell’Europa ancien régime (Allemandi, Torino 2007).


Bernardina Sani (Siena, 1943). Insegna storia dell’arte moderna presso l’Università degli Studi di Siena e presiede la Biblioteca Comunale degli Intronati. Specialista del ritratto a pastello e a tre matite del Seicento e del Settecento, ha affiancato agli studi su Ottavio Leoni e Rosalba Carriera le ricerche sull’arte senese dal Cinquecento all’Ottocento. Attenta ai fenomeni di mecenatismo, di collezionismo e di storia critica dell’arte senese, negli ultimi anni ha privilegiato indagini sulla conservazione del patrimonio artistico a Siena nell’Ottocento e al dibattito tra i puristi e Giovan Battista Cavalcaselle.
Tra i suoi studi: Rosalba Carriera. Lettere, diari, frammenti (Olschki, Firenze 1985); Rosalba Carriera (Allemandi, Torino 1988); Pittura senese (Motta, Milano 1997); Ottavio Leoni (Allemandi, Torino 2005); Rosalba Carriera 1673-1757. Maestra del pastello nell’Europa ancien régime (Allemandi, Torino 2007).

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Roberto Venuti

Professore ordinario di Letteratura tedesca, Università di Siena

Roberto Venuti è professore ordinario di Letteratura tedesca. E’ stato Preside della Facoltà di Lettere dell’Università di Siena dal 2007 al 2012.
Ha diretto il Centro Linguistico d’Ateneo dal 2002 al 2010. Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni storico artistici dal 2011 al 2013, dal 2013 dirige Il Comitato per la Didattica del Corso di Laurea in Lingue per la comunicazione interculturale e d’impresa con sede ad Arezzo.
Ha compiuto i suoi studi presso le università di Roma, La Sapienza, di Tübingen e Heidelberg. E’ stato borsista e visiting professor presso l’Università di Tübingen, le Nationale Forschungs- und Gedenkstätte der Klassischen deutschen Literatur in Weimar (NFG), il Deutsches Literaturarchiv di Marbach/Stuttgart, la Herzog August Bibliothek di Wolfenbüttel. Ha fatto parte del comitato di redazione di “Studi Germanici” e dell’“Osservatorio critico della Germanistica”.
Dirige presso la casa editirce Artemide la collana Proteo che d


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Roberto Venuti è professore ordinario di Letteratura tedesca. E’ stato Preside della Facoltà di Lettere dell’Università di Siena dal 2007 al 2012.
Ha diretto il Centro Linguistico d’Ateneo dal 2002 al 2010. Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni storico artistici dal 2011 al 2013, dal 2013 dirige Il Comitato per la Didattica del Corso di Laurea in Lingue per la comunicazione interculturale e d’impresa con sede ad Arezzo.
Ha compiuto i suoi studi presso le università di Roma, La Sapienza, di Tübingen e Heidelberg. E’ stato borsista e visiting professor presso l’Università di Tübingen, le Nationale Forschungs- und Gedenkstätte der Klassischen deutschen Literatur in Weimar (NFG), il Deutsches Literaturarchiv di Marbach/Stuttgart, la Herzog August Bibliothek di Wolfenbüttel. Ha fatto parte del comitato di redazione di “Studi Germanici” e dell’“Osservatorio critico della Germanistica”.
Dirige presso la casa editirce Artemide la collana Proteo che dal 1995 ha pubblicato oltre 80 volumi d’argomento germanistico.
Ha scritto saggi sull’illuminismo e il classicismo tedesco e curato l’edizione dei “Diari e lettere di Goethe dall’Italia (1786-1788)” e degli “Scritti sull’arte” di Goethe.
I suoi interessi attuali si concentrano sul rapporto tra arti verbali e arti visive. Sta curando un’edizione complessiva dei saggi sulla pittura di Goethe e un edizione del Primo Faust (Urfaust) con la traduzione di Mario Specchio.

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Stefano Moscadelli

Direttore del Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, Università di Siena

Stefano Moscadelli è professore ordinario di Archivistica e direttore del Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell’Università di Siena. Si è occupato di teoria archivistica, edizioni di fonti, storia del notariato, inventariazione di archivi di enti pubblici, istituzioni ecclesiastiche e personalità della cultura del Novecento.

Stefano Moscadelli è professore ordinario di Archivistica e direttore del Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali dell’Università di Siena. Si è occupato di teoria archivistica, edizioni di fonti, storia del notariato, inventariazione di archivi di enti pubblici, istituzioni ecclesiastiche e personalità della cultura del Novecento.

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Luca Quattrocchi

Professore di Storia dell'arte contemporanea

Luca Quattrocchi si è laureato in Storia dell’Architettura (Roma 1984) e specializzato in Storia dell’Arte (Siena 1988). Ha svolto una lunga attività di ricerca presso l’Accademia di Belle Arti di Praga e presso l ‘Institut Technologique d’Art, d’Architecture et d’Urbanisme dell’Università di Tunisi; ha svolto attività didattica e di ricerca presso l’Università di Roma “La Sapienza” e presso il Politecnico di Bari. Suoi principali campi di ricerca sono l’Art Nouveau, l’architettura contemporanea, le relazioni tra le arti figurative e le altre discipline artistiche (letteratura, poesia, musica) tra la fine dell’Ottocento e la seconda guerra mondiale, la videoarte. È autore di numerosi saggi e monografie relativi, tra l’altro, a Gaudí, Rodin, Michelazzi, Tiffany, Gallé, Klimt, Sant’Elia, Piranesi, Bazzani, iurlionis, Fontana, la Secessione boema, l’architettura coloniale, l’architettura e l’immagine della città nel ventennio

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Luca Quattrocchi si è laureato in Storia dell’Architettura (Roma 1984) e specializzato in Storia dell’Arte (Siena 1988). Ha svolto una lunga attività di ricerca presso l’Accademia di Belle Arti di Praga e presso l ‘Institut Technologique d’Art, d’Architecture et d’Urbanisme dell’Università di Tunisi; ha svolto attività didattica e di ricerca presso l’Università di Roma “La Sapienza” e presso il Politecnico di Bari. Suoi principali campi di ricerca sono l’Art Nouveau, l’architettura contemporanea, le relazioni tra le arti figurative e le altre discipline artistiche (letteratura, poesia, musica) tra la fine dell’Ottocento e la seconda guerra mondiale, la videoarte. È autore di numerosi saggi e monografie relativi, tra l’altro, a Gaudí, Rodin, Michelazzi, Tiffany, Gallé, Klimt, Sant’Elia, Piranesi, Bazzani, iurlionis, Fontana, la Secessione boema, l’architettura coloniale, l’architettura e l’immagine della città nel ventennio fascista, la videoarte contemporanea.

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Massimo Bignardi

Professore di Storia dell’arte contemporanea

Massimo Bignardi (Salerno 1953) si è laureato in Storia dell’Arte contemporanea presso l’Università di Salerno e specializzato presso l’Università di Urbino.
Dal 1989 ha insegnato come docente di ruolo di prima fascia, presso le Accademia di Belle Arti di Napoli, Urbino, Milano-Brera; dal 2005 è associato di Storia dell’arte contemporanea presso Università di Siena e, dal 2008, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni storico artistici. È stato commissario della XI (1986) e XIV (2003) Quadriennale d’Arte Nazionale; del Premio Termoli (1989); della XIII Biennale d’Arte Sacra (2008.È dal 2002 direttore del Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi; dal 2012 della rivista “GeaArt. Periodico di cultura, arti visive, spettacolo e nuove tecnologie creative” (ISSN 2420-7934); è dal 2006, con Enrico Crispolti, direttore della collana “Storia e critica dell’arte contemporanea. Saggi” (Liguori Editore) e condiret

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Massimo Bignardi (Salerno 1953) si è laureato in Storia dell’Arte contemporanea presso l’Università di Salerno e specializzato presso l’Università di Urbino.
Dal 1989 ha insegnato come docente di ruolo di prima fascia, presso le Accademia di Belle Arti di Napoli, Urbino, Milano-Brera; dal 2005 è associato di Storia dell’arte contemporanea presso Università di Siena e, dal 2008, direttore della Scuola di Specializzazione in Beni storico artistici. È stato commissario della XI (1986) e XIV (2003) Quadriennale d’Arte Nazionale; del Premio Termoli (1989); della XIII Biennale d’Arte Sacra (2008.È dal 2002 direttore del Museo-Fondo Regionale d’Arte Contemporanea di Baronissi; dal 2012 della rivista “GeaArt. Periodico di cultura, arti visive, spettacolo e nuove tecnologie creative” (ISSN 2420-7934); è dal 2006, con Enrico Crispolti, direttore della collana “Storia e critica dell’arte contemporanea. Saggi” (Liguori Editore) e condirettore della collana “Materiali di ricerca” (Silvana Editoriale). Dal 2013 fa parte del gruppo di ricerca (responsabile dott. Davide Lacagnina) dell’Unità senese del progetto di ricerca FIRB 2012 “Diffondere la cultura visiva: l’arte contemporanea tra riviste, archivi e illustrazioni. La storia dell’arte dalla fine dell’Ottocento agli anni Ottanta del Novecento vista attraverso fonti inesplorate, coniugando metodologie e sistemi di analisi multidisciplinari: critica storico-artistica, letteratura, semiotica, arti visive”.Dal 2012 fino al 2014 è stato membro del Collegio dei docenti del Dottorato di ricerca internazionale di “Storia delle arti e dello spettacolo” (Pegaso) Università di Firenze-Pisa-Siena.
Ha curato l’ordinamento di significative mostre, tra le recenti “Mediterraneo Miró” (Salerno, 2002); “Picasso. La seduzione del classico” (Como, 2005); “Segni del Novecento. Il disegno italiano dal Secondo futurismo agli anni Novanta”, (San Severo, 2010); “Prospettive dell’urbano. Dieci scultori per le periferie di Siena”, (ivi 2011); “ Franco Fossa. La figura e i suoi luoghi”, (Suzzara, 2012); “Amerigo Tot. Le strade verso il Mediterraneo” (Cetara, 2013); “Ugo Marano. Sculture, mosaici, disegni, ceramiche, dipinti e performances 1965-2011” (Frac-Baronissi 2014)e ha ha collaborato alla mostra “Alle origini dell’Unione Europea. Architettura e arte italiana per il Palazzo della Farnesina” (Stoccolma,Berlino e Skopje 2014 e Roma 2015).

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Per Enrico Crispolti La storia dell'arte e la critica militante

Abstract degli interventi in occasione del convengno in memoria dello storico dell'arte Enrico Crispolti

La curatela come atto critico. Pratiche e scelte di metodo dopo la formazione alla Scuola di Specializzazione di Siena.

Interventi del 31 ottobre 2019, MAD Murate Art District, Firenze

 

-Maria Fratelli, Case Museo e Progetti speciali, Comune di Milano

Il passato declinato al presente e coniugato al futuro

I temi della conservazione delle collezioni, della salvaguardia e della trasmissione del patrimonio culturale e della diffusione della conoscenza sono diventati prioritari. Come operatori museali siamo infatti responsabili del patrimonio che curiamo per trasmetterlo al futuro e per renderlo fruibile ai visitatori, ma la responsabilità deve estendersi a coloro che forse non entreranno mai nelle nostre sale, perché il nostro mestiere ha una rilevante valenza sociale. L’arte è materia viva e, con la scuola, i musei debbono concorrere a condividere e a promuovere un’etica di rispetto della cultura e di apertura alla diversità. Il museo è garante della molteplicità delle id

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La curatela come atto critico. Pratiche e scelte di metodo dopo la formazione alla Scuola di Specializzazione di Siena.

Interventi del 31 ottobre 2019, MAD Murate Art District, Firenze

 

-Maria Fratelli, Case Museo e Progetti speciali, Comune di Milano

Il passato declinato al presente e coniugato al futuro

I temi della conservazione delle collezioni, della salvaguardia e della trasmissione del patrimonio culturale e della diffusione della conoscenza sono diventati prioritari. Come operatori museali siamo infatti responsabili del patrimonio che curiamo per trasmetterlo al futuro e per renderlo fruibile ai visitatori, ma la responsabilità deve estendersi a coloro che forse non entreranno mai nelle nostre sale, perché il nostro mestiere ha una rilevante valenza sociale. L’arte è materia viva e, con la scuola, i musei debbono concorrere a condividere e a promuovere un’etica di rispetto della cultura e di apertura alla diversità. Il museo è garante della molteplicità delle identità che nelle opere prendono forma e delle esperienze dell’uomo che nelle sale sono approdate attraversando terre e popoli in modo non sempre positivo e felice. Anche di questa prevaricazione serve oggi conservare memoria, per pensare con una diversa coscienza al futuro.

 

-Cecilia Canziani, curatrice indipendente

Ripensare le pratiche curatoriali. La giusta misura

La giusta misura è una pratica di condivisione di letture e azioni, ma soprattutto di tempo, tra un’artista e una curatrice. Un processo che ha gradualmente incluso altre voci e altri corpi, attorno all’idea di genere come asimmetria, di lavoro e pensiero come pratiche collettive, del tempo come dimensione necessaria per la costruzione di saperi condivisi, e che ha trovato una sua dimensione operativa su invito di Le Murate. Progetti Arte Contemporanea, Firenze. A partire da questo progetto si parlerà di reciprocità e dialogo come punto di partenza – o di arrivo – di un atto critico.

 

-Andrea Bruciati, Villa Adriana e Villa d’Este, Tivoli

Varius, Multiplex, Multiformis

L’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este – Villae ha l’obiettivo di favorire la ricerca, la valorizzazione e la diffusione delle conoscenze riguardanti il patrimonio culturale che custodisce, al fine di condividerne valori e originalità con il resto del mondo.

In questo quadro progetta il futuro attraverso la promozione della creatività, della qualità della vita e delle diversità culturali presenti sul territorio; lavora inoltre per assicurare l’accessibilità totale e la fruizione del patrimonio culturale, monitorando l’efficienza e la qualità dei servizi al pubblico.

La cultura contemporanea è valorizzata con programmi e progetti che, attraverso le creazioni artistiche più attuali, veicolano e amplificano il messaggio universale dei siti UNESCO.

 

-Valentina Gensini, MAD Murate Art District, Firenze

Museo come dispositivo, arte nello spazio pubblico, produzione: le pratiche artistiche e il rigore della committenza pubblica

Enrico Crispolti ha aperto numerosi filoni di indagine che hanno lasciato un segno profondo nella mia formazione e nell’approccio al lavoro: la visione nel contesto, attuata in relazione ai progetti di lettura e interpretazione del patrimonio; il dialogo con gli artisti e l’incontro personale, al centro della visione programmatica del centro delle Murate; l’arte pubblica come visione che permea il territorio e la comunità, da cui il Progetto RIVA.

In tutti i casi il presupposto dell’attitudine etica è un elemento centrale nel lavoro e nella pratica quotidiana.

 

-Marco Tonelli, Palazzo Collicola, Spoleto

Storia dell’arte e museologia: decostruzioni, bricolage e effimero intrattenimento

Ciò che la metodologia storiografica insegnata e praticata da Enrico Crispolti ha lasciato alle future generazioni è un sistema di approcci e conoscenze specifiche sull’arte moderna e contemporanea secondo percorsi basati su competenze scientifiche, studio, ricerca. Oggi queste competenze sembrano dover essere ripensate a causa di decostruzioni del senso stesso della storia e della storia dell’arte.

Chi dirige musei non può prescindere da questi cambiamenti né da competenze specifiche, dovendo però ripensarle. Non tutto però sembra lecito per quanto ci sia muova su narrative parallele, aperte e arbitrarie. Né si possono scambiare revisioni del senso della storia e della pratica museologica con pratiche non fondate su metodi ma su improvvisazioni e fraintendimenti a fronte di pratiche curatoriali che si muovono spesso su titoli a effetto, citazioni, omissioni, intrattenimento e mancanze.

 

-Arabella Natalini, Museo degli Innocenti, Firenze

Tra arte pubblica, centri d’arte e musei. L’arte e il suo contesto come esercizio

Per quanto la messa a punto di un metodo di studio dell’arte contemporanea sia elemento imprescindibile per lo sviluppo di una consapevolezza critica, l’esperienza testimonia che non esiste una formula unica per la buona riuscita di una mostra.

Come ricordava Enrico Crispolti, bisogna “sapere e saper fare”, e la creazione di ogni progetto espositivo è necessariamente legata all’“ambiente” per il quale esso è concepito. Ciò è particolarmente evidente nella sfera dell’arte pubblica, ma rappresenta un aspetto sostanziale anche quando si operi all’interno di un museo, o di un centro d’arte contemporanea.

Naturalmente, la riflessione di partenza, la sua elaborazione, la scelta degli artisti e delle opere, costituisce l’elemento chiave per la riuscita di un progetto d’arte, ma tra l’ideazione e la sua messa in opera si inseriscono molteplici variabili: talvolta queste risulteranno limiti riduttivi, altre volte saranno invece in grado di offrire nuovi spunti, di dare forza e originalità all’esito finale.

Attraverso un breve excursus su alcuni progetti realizzati, tenterò di evidenziare come la curatela non sia solo un atto critico che prende corpo nell’ambito di un determinato contesto storico, ma come quest’ultimo lo definisca e lo plasmi, contribuendo a lasciar trasparire, di volta in volta, il senso del mondo in cui viviamo.

 

-Luigia Lonardelli, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo

Curatori nonostante tutto

La formazione senese è stata prima di tutto un’esperienza comunitaria, dove si imparava a sviluppare pensieri, attitudini e pratiche collettive senza rinunciare alle specificità e ai background personali. Con spirito maieutico la docenza di Enrico Crispolti non richiedeva atteggiamenti specifici, se non pretendere una base di studio della storia, mai messa in discussione o minata da fervori di formazione manageriale. Alla certosa di Pontignano si entrava per la prima volta con il tremore e la vertigine del non sapere e con la sola sicurezza del desiderio di imparare. Arrivata alla Scuola di specializzazione cercando una protezione, nello studio della storia dell’arte, dalle facili infatuazioni della curatela, negli anni di laboratori, studio, viaggi, lezioni mi è sembrato fosse possibile non dover rinunciare a nessuna delle due identità: “operare” non era solo accostabile a “ricercare”, ma necessario a supportare la verifica costante delle funzioni del nostro lavoro di storici.

 

-Manuela Pacella, curatrice indipendente

Vivacità di sguardo

Attraverso esempi del mio percorso critico e curatoriale, l’intervento ambisce a restituire una corretta memoria dell’insegnamento ricevuto da Enrico Crispolti durante gli anni di studio presso la Scuola di Specializzazione di Siena.

Come si desume dal titolo, l’intervento vuole essere in parte commemorativo – attraverso il concreto ricordo del sorprendente e sempre vivido sguardo di Crispolti – e in parte concentrarsi sull’essenza del suo insegnamento che ancora oggi guida molte delle mie scelte professionali.

Nonostante evidenti differenze di aree di ricerca come di gusto e un approccio – il mio – meno orizzontale e più verticale, si vuole riconoscere l’eredità di Crispolti nella mia odierna pratica curatoriale soprattutto nell’importanza data alla ricerca e alla qualità, nel ravvivare costantemente la mia curiosità e nel seguire un’etica professionale a volte probabilmente poco elastica ma di cui continuamente riconosco le origini al tempo trascorso a Siena.

 

-Linda Kaiser, curatrice indipendente

Musei d’impresa. Identità e prospettive vent’anni dopo

Il 12 e 13 giugno del 1999 si tenne alla Certosa di Pontignano, allora sede dei corsi della Scuola di Specializzazione in Storia dell’Arte dell’Università di Siena, il convegno – ideato e curato dalla sottoscritta – dal titolo: Musei d’impresa. Identità e prospettive.

Vennero affrontati, nella maniera più interdisciplinare possibile, i temi di dibattito, allora agli albori, ma di grande attualità, intorno a un nuovo modello museale. Si incontrarono, nell’occasione, ed esposero le proprie istanze, i curatori e direttori di archivi e musei d’impresa toscani e del resto d’Italia. Si fece il punto della situazione e si rese possibile un proficuo scambio culturale, che dovrebbe essere proprio di ogni struttura di ricerca.

Enrico Crispolti diede carta bianca all’organizzazione di un evento che segnò, poi, l’intero “movimento”, che già avevo fatto nascere in Assolombarda sotto l’egida di Confindustria, e che si perfezionerà nella costituzione dell’Associazione Museimpresa nel 2001.

Oggi i musei e gli archivi d’impresa si sono evoluti ulteriormente, ma soffrono anch’essi la crisi dei tempi: culturale, economica e sociale. Quale identità rispecchiano ancora e quale futuro si prospetta per loro?

Per Enrico Crispolti La storia dell'arte e la critica militante

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Per Enrico Crispolti La storia dell'arte e la critica militante

Convengno in memoria dello storico dell'arte Enrico Crispolti

PER ENRICO CRISPOLTI:
LA STORIA DELL’ARTE E LA CRITICA MILITANTE
due giornate a cura di Università di Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, e MAD Murate Art District, in collaborazione con Archivio Crispolti

Nate in collaborazione con Archivio Crispolti, le due giornate di approfondimento critico a Siena e a Firenze sono state dedicate a Enrico Crispolti e all’eredità trasmessa dalla sua figura e dal suo insegnamento agli allievi della Scuola di Specializzazione di Siena in merito all’approccio sperimentale adottato nel fondamentale periodo della sua direzione (1986-1998 e 2001-2007).

In particolare l’appuntamento senese si è concentrato sugli aspetti metodologici, didattici, di ricerca e sulle attività della Scuola di Specializzazione promosse da Crispolti (dai seminari con gli artisti ai convegni, dalle mostre alle pubblicazioni e ai progetti di ricerca nati in seno alla Scuola), nella volontà di restituire un’immagine ampia e ar



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PER ENRICO CRISPOLTI:
LA STORIA DELL’ARTE E LA CRITICA MILITANTE
due giornate a cura di Università di Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali, e MAD Murate Art District, in collaborazione con Archivio Crispolti

Nate in collaborazione con Archivio Crispolti, le due giornate di approfondimento critico a Siena e a Firenze sono state dedicate a Enrico Crispolti e all’eredità trasmessa dalla sua figura e dal suo insegnamento agli allievi della Scuola di Specializzazione di Siena in merito all’approccio sperimentale adottato nel fondamentale periodo della sua direzione (1986-1998 e 2001-2007).

In particolare l’appuntamento senese si è concentrato sugli aspetti metodologici, didattici, di ricerca e sulle attività della Scuola di Specializzazione promosse da Crispolti (dai seminari con gli artisti ai convegni, dalle mostre alle pubblicazioni e ai progetti di ricerca nati in seno alla Scuola), nella volontà di restituire un’immagine ampia e articolata sia dell’impostazione metodologico-progettuale sia delle virtuose convergenze con gli altri insegnamenti inerenti all’arte contemporanea attivati da Crispolti nel corso della sua direzione.
Relatori sono stati sia docenti o assidui frequentatori della Scuola (quali Antonello Negri, Franco Purini, Luca Quattrocchi, Massimo Bignardi, Sileno Salvagnini), che ex allievi oggi docenti universitari, per i quali l’esperienza della Scuola ha rappresentato un momento formativo determinante sotto il profilo metodologico (quali Raffaele Bedarida, Davide Lacagnina, Anna Mazzanti, Giuseppe Di Natale, Giovanni Bianchi), ma anche ex allievi attivi in ambiti professionali contigui quali l’editoria universitaria (Anna Casalino).
Marisa Dalai Emiliani è intervenuta in relazione alle numerose e strenue “battaglie” condotte con Enrico Crispolti per il riconoscimento delle Scuole di Specializzazione e le connesse riforme ministeriali.

L’appuntamento fiorentino, coordinato da MAD Murate Art District, è stato invece specificamente dedicato alle riflessioni metodologiche discusse da Enrico Crispolti in merito alla pratica curatoriale e dell’esercizio critico militante. Numerosi ex allievi oggi direttori o curatori di musei e centri d’arte come Maria Fratelli, Marco Tonelli, Luigia Lonardelli, Andrea Bruciati, Valentina Gensini o attivi come curatori indipendenti di progetti internazionali come Cecilia Canziani e Manuela Pacella, si sono confrontati sull’approccio critico e curatoriale nonché su alcune linee progettuali aperte da Crispolti ed ereditate dai professionisti formati alla scuola di Specializzazione di Siena.
Ha concluso la giornata l’intervento di Linda Kaiser che, oltre a fornire un aggiornamento sulle sue ricerche in merito ai Musei d’impresa (iniziate sotto l’egida di Crispolti) proporrà insieme all’Archivio Crispolti la fondazione di un’Associazione di ex alumni della Scuola di Specializzazione dell’Università di Siena.

Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali,
mercoledì 30 ottobre 2019 e giovedì 31 ottobre 2019

Enrico Crispolti a Siena: la vitalità di un metodo tra didattica e ricerca
a cura di Massimo Bignardi e Luca Quattrocchi, Università di Siena, Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali

 

Programma

Presentazione di Stefano Moscadelli, Direttore del Dipartimento di Scienze storiche e dei beni culturali
Testimonianze di Roberto Venuti, Bernardina Sani, Marcello Aitiani, Mauro Berrettini

Marisa Dalai Emiliani, Università “La Sapienza” di Roma
Le Scuole di Specializzazione. Riforme, abolizioni, rinascite

Antonello Negri, Università Statale di Milano
La prospettiva “sociale” nelle lezioni di Siena

Franco Purini, Università “La Sapienza” di Roma
Una biblioteca in via Ripetta

Massimo Bignardi, Università di Siena
Ambiente come sociale

Luca Quattrocchi, Università di Siena
Crispolti, la Scuola, le mostre: percorsi di democrazia

Sileno Salvagnini, Accademia di Belle Arti di Venezia
Enrico Crispolti. Questioni e metodi

Davide Lacagnina, Università di Siena
L’eloquenza della filologia: il catalogo ragionato fra militanza critica e rielaborazione storiografica

Raffaele Bedarida, The Cooper Union for the Advancement of Art and Science, New York
Imparare dagli artisti. Le logiche multiple di Corrado Cagli e il metodo Crispolti

 

Testimonianze di Roberto Barzanti, Charles Szymkowicz

Luca Lenzini, Biblioteca Umanistica dell’Università di Siena
Il fondo Crispolti della Biblioteca Umanistica

Anna Casalino, Carocci Editore, Roma
Oltre l’immagine: una Scuola per pensare, progettare, sperimentare “cultura”

Giovanni Bianchi, Università di Padova
Da Venezia a Siena alla ricerca di un maestro della contemporaneità

Anna Mazzanti, Politecnico di Milano
Enrico Crispolti e la partecipazione condivisa. Dalla Scuola alle attività extradidattiche

Giuseppe Di Natale, Università di Firenze
”Poetica dell’informale”. Storia di una militanza, di un progetto e della ricerca di una propria identità

giovedì 31 ottobre 2019
Firenze, MAD Murate Art District
La curatela come atto critico. Pratiche curatoriali e scelte di metodo dopo la formazione alla Scuola di Specializzazione di Siena

Maria Fratelli, Case Museo e Progetti speciali, Comune di Milano
Il passato declinato al presente e coniugato al futuro

Cecilia Canziani, curatrice indipendente
Ripensare le pratiche curatoriali. La giusta misura

Andrea Bruciati, Villa Adriana e Villa d’Este Tivoli
Varius, Multiplex, Multiformis

Valentina Gensini, MAD Murate Art District Firenze
Museo come dispositivo, arte nello spazio pubblico, produzione: le pratiche artistiche e il rigore della committenza pubblica

Marco Tonelli, Palazzo Collicola Spoleto
Storia dell’arte e museologia: decostruzioni, bricolage e effimero intrattenimento

Arabella Natalini, Museo degli Innocenti Firenze
Tra arte pubblica, centri d’arte e musei: L’arte e il suo contesto come esercizio quotidiano

Luigia Lonardelli, MAXXI-Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Curatori, nonostante tutto

Manuela Pacella, curatrice indipendente
Vivacità di sguardo

Linda Kaiser, curatrice indipendente
Musei d’impresa. Identità e prospettive vent’anni dopo

Per Enrico Crispolti La storia dell'arte e la critica militante

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Stefano Follesa

Designer, Researcher at the DIDA Department of the University of Florence

Architect, Designer,

Researcher at the DIDA Department of the University of Florence. Ph.D. in Design and Technology of Architecture, professor of Interior Design at the DIDA Department of Architecture, at the Free Academy of Fine Arts in Florence and visiting professor at international universities (NUAA University / Nanjing (China) – Alzhara University / Teheran (Iran).

He is a member of the managment committee and tutor of the Master Degree in Interior Design in the University of Florence and Mentor in charge of the Florence Overseas Campus program promoted and coordinated by Tongji University/Shanghai (China) and the University of Florence.

He graduated in Architecture with honors with prof. Adolfo Natalini in 1988. In November 1987 he was one of the founders of Atelier Metafora, a design research group active until 1992.

Since 1996 he has worked in industrial and architectural design by opening a personal office in Florence. Since 2007 he has carried out research activities

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Architect, Designer,

Researcher at the DIDA Department of the University of Florence. Ph.D. in Design and Technology of Architecture, professor of Interior Design at the DIDA Department of Architecture, at the Free Academy of Fine Arts in Florence and visiting professor at international universities (NUAA University / Nanjing (China) – Alzhara University / Teheran (Iran).

He is a member of the managment committee and tutor of the Master Degree in Interior Design in the University of Florence and Mentor in charge of the Florence Overseas Campus program promoted and coordinated by Tongji University/Shanghai (China) and the University of Florence.

He graduated in Architecture with honors with prof. Adolfo Natalini in 1988. In November 1987 he was one of the founders of Atelier Metafora, a design research group active until 1992.

Since 1996 he has worked in industrial and architectural design by opening a personal office in Florence. Since 2007 he has carried out research activities at the Department of Architecture of the University of Florence in the field of interior design and product design.

He has published essays, volumes and articles on research topics, participated in national and international conferences and coordinated workshops in Italy and abroad. He is co-director of the book series Design Innovation Territory, published by the editor Franco Angeli in Milan and member of the scientific committee of the book series Design and City by the editor Navarra (Marsala).

He is the winner of architectural and design competitions and curator of exhibitions and installations. He is “ambassador for Italian design in the world” by appointment of the Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation. He lives and works in Florence.

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Anna Triandafyllidou

Professor at the Global Governance Programme

Anna Triandafyllidou is Professor at the Global Governance Programme of the Robert Schuman Centre for Advanced Studies, European University Institute, where she coordinates the Research Area on Cultural Pluralism. In 2004–12, she was Senior Fellow at the Hellenic Foundation for European and Foreign Policy in Athens, where she headed a successful migration research team. She has been Visiting Professor at the College of Europe in Bruges since 2002 and she is the Editor-in-Chief of the Journal of Immigrant & Refugee Studies. She received her PhD from the European University Institute in 1995 and held teaching and research positions at the University of Surrey (1994–95), the London School of Economics (1995–97), the CNR in Rome (1997–99), the EUI (1999– 2004) and the Democritus University of Thrace. She was a Fulbright Scholar-in-Residence at New York University in 2001, and a Colston Fellow at the University of Bristol (2001–02). She serves as National Expert in the OECD

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Anna Triandafyllidou is Professor at the Global Governance Programme of the Robert Schuman Centre for Advanced Studies, European University Institute, where she coordinates the Research Area on Cultural Pluralism. In 2004–12, she was Senior Fellow at the Hellenic Foundation for European and Foreign Policy in Athens, where she headed a successful migration research team. She has been Visiting Professor at the College of Europe in Bruges since 2002 and she is the Editor-in-Chief of the Journal of Immigrant & Refugee Studies. She received her PhD from the European University Institute in 1995 and held teaching and research positions at the University of Surrey (1994–95), the London School of Economics (1995–97), the CNR in Rome (1997–99), the EUI (1999– 2004) and the Democritus University of Thrace. She was a Fulbright Scholar-in-Residence at New York University in 2001, and a Colston Fellow at the University of Bristol (2001–02). She serves as National Expert in the OECD Network of International Migration Experts and acts as an evaluator of research projects for the European Research Council. She has also worked as an evaluator for DG Home policies on migrant integration (2016–18) and has been consulted by the European Parliament on high skill migration policy reform (2016).

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Monica Sassatelli

Cultural sociologist

Monica Sassatelli is a cultural sociologist, with particular interest in urban and European cultural policies. Her research focuses on cultural institutions and events, urban festivals and biennials in particular. Among her publications, Becoming Europeans. Cultural Identity and Cultural Policies (Palgrave, 2009) and Festivals and the Cultural Public Sphere (co-edited with L.Giorgi and G.Delanty, Routledge, 2011).

Monica Sassatelli is a cultural sociologist, with particular interest in urban and European cultural policies. Her research focuses on cultural institutions and events, urban festivals and biennials in particular. Among her publications, Becoming Europeans. Cultural Identity and Cultural Policies (Palgrave, 2009) and Festivals and the Cultural Public Sphere (co-edited with L.Giorgi and G.Delanty, Routledge, 2011).

Available in:

Jeremie Molho

Researcher

Jeremie Molho is a research associate at the Global Governance Programme’s Cultural Pluralism Research Area at the European University Institute’s Robert Schuman Centre for Advanced Studies in Florence. He received a BA in Middle Eastern Studies and a MA in Urban Studies from Sciences Po, Paris, and completed his PhD in Geography in 2016 at the University of Angers. His dissertation analyzed the emergence of cities as new centers of the global art market. He conducted fieldwork in Istanbul, Singapore and Hong Kong. His current research investigates diversity management regimes in Asian global cities and focuses on Doha and Singapore.

Jeremie Molho is a research associate at the Global Governance Programme’s Cultural Pluralism Research Area at the European University Institute’s Robert Schuman Centre for Advanced Studies in Florence. He received a BA in Middle Eastern Studies and a MA in Urban Studies from Sciences Po, Paris, and completed his PhD in Geography in 2016 at the University of Angers. His dissertation analyzed the emergence of cities as new centers of the global art market. He conducted fieldwork in Istanbul, Singapore and Hong Kong. His current research investigates diversity management regimes in Asian global cities and focuses on Doha and Singapore.

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Livia Dubon

Curator

Livia Dubon is a London-Florence based art writer and independent curator. Her curatorial practice, interweaves artist commissions, research and participatory practices encouraging innovative ideas and interdisciplinary dialogue between creative individuals. Her recent research focuses on the relationship between concepts of national identity, collective memory, and representation. She is particularly interested in how contemporary artists’ practices decolonize institutions and which processes foster a decolonization of knowledge. Exhibition she curated are “Negotiating Amensia” (Murate PAC, 28 Nov – 09 Dec 2015) and “The Impossible Black Tulip” (Murate PAC 3 May-3Jun.2018).

Livia successfully completed three Masters Degrees; in Museums and Gallery Studies (Newcastle, UK, 2009), in International Management of the Arts (Genoa, Italy, 2005), and in Art History (Parma, Italy, 2004). She is Ph.D. candidate at Kingston University London with the title “Italian Blackness: D

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Livia Dubon is a London-Florence based art writer and independent curator. Her curatorial practice, interweaves artist commissions, research and participatory practices encouraging innovative ideas and interdisciplinary dialogue between creative individuals. Her recent research focuses on the relationship between concepts of national identity, collective memory, and representation. She is particularly interested in how contemporary artists’ practices decolonize institutions and which processes foster a decolonization of knowledge. Exhibition she curated are “Negotiating Amensia” (Murate PAC, 28 Nov – 09 Dec 2015) and “The Impossible Black Tulip” (Murate PAC 3 May-3Jun.2018).

Livia successfully completed three Masters Degrees; in Museums and Gallery Studies (Newcastle, UK, 2009), in International Management of the Arts (Genoa, Italy, 2005), and in Art History (Parma, Italy, 2004). She is Ph.D. candidate at Kingston University London with the title “Italian Blackness: Decolonising the former Museum of the Colonies“. Livia writes for Artkernel, Artribune, and Kritica. She has also participated in international conferences as a guest speaker to disseminate her curatorial and research work such as LYNX Imaging The Past/Collecting The Future, 22-25 June 2016, Lucca (Italy) and Curatorial Challenges, The University of Copenhagen. 26-27 May 2016.

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Nick Dines

Urban sociologist

Nick Dines is an urban sociologist and is currently Jean Monnet Fellow at the Robert Schuman Center for Advanced Studies at the European University Institute, Fiesole. He is the author of numerous publications on contemporary urban change and international migration, including the monograph Tuff City: Urban Change and Contested Space in Central Naples (New York, 2012). Among his current projects, he is researching on the politics of cultural diversity in Rabat and Cape Town.

Nick Dines is an urban sociologist and is currently Jean Monnet Fellow at the Robert Schuman Center for Advanced Studies at the European University Institute, Fiesole. He is the author of numerous publications on contemporary urban change and international migration, including the monograph Tuff City: Urban Change and Contested Space in Central Naples (New York, 2012). Among his current projects, he is researching on the politics of cultural diversity in Rabat and Cape Town.

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Jasper Chalcraft

Author

Jasper Chalcraft works on “difficult heritage” as a Jean Monnet Fellow at the Robert Schuman Center of the European University Institute, and as a member of the EU-funded Heritage Contact Zone project. His work focuses on finding practical ways to deal with “difficult heritage” that is often the cause of conflict. He also co-coordinates a project working with diaspora African artists and musicians in Sao Paulo called Being/ Becoming African in Brazil: music and migrating heritages.

Jasper Chalcraft works on “difficult heritage” as a Jean Monnet Fellow at the Robert Schuman Center of the European University Institute, and as a member of the EU-funded Heritage Contact Zone project. His work focuses on finding practical ways to deal with “difficult heritage” that is often the cause of conflict. He also co-coordinates a project working with diaspora African artists and musicians in Sao Paulo called Being/ Becoming African in Brazil: music and migrating heritages.

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Global Identities. Postcolonial and Cross-cultural Narratives

A cura di Valentina Gensini, Anna Triandafillydo.
Con testi di Veronica Caciolli, Jasper Chalcraft, Nick Dines, Livia Dubon Bohlig, Daria Filardo, Valentina Gensini, Matteo Innocenti, Jeremie Molho, Monica Sassatelli, Justin Randolph Thompson and Janine Gaelle Djeudi, Anna Triandafyllidou.

“Points of view from different continents of the globe tell of the dynamics of identity in contexts that have struggled historically to find a pattern in which a land and a community can recognize themselves, to identify a codex marked by collective memory and common historical, sociological, and even psychological features. Today, this search for signs of belonging represents an experience of unprecedented urgency, taking place in an international landscape laden with appropriations, cultural influences, and hybridization that are spontaneous and not necessarily sought after, and that are perhaps due to commercial opportunism or to the unstable, fluid reality of the digital world.”—Valentina Gensini Is it still possible to speak about identity in a strongly globalized context, marked by uprooting, mobility and migration? The re-emergence of nationalism reveals a new urgency concerning the sense of belonging that contradicts existing cultural hybridization. The international semi

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“Points of view from different continents of the globe tell of the dynamics of identity in contexts that have struggled historically to find a pattern in which a land and a community can recognize themselves, to identify a codex marked by collective memory and common historical, sociological, and even psychological features. Today, this search for signs of belonging represents an experience of unprecedented urgency, taking place in an international landscape laden with appropriations, cultural influences, and hybridization that are spontaneous and not necessarily sought after, and that are perhaps due to commercial opportunism or to the unstable, fluid reality of the digital world.”—Valentina Gensini Is it still possible to speak about identity in a strongly globalized context, marked by uprooting, mobility and migration? The re-emergence of nationalism reveals a new urgency concerning the sense of belonging that contradicts existing cultural hybridization. The international seminar and exhibition cycle, held at Le Murate. Progetti Arte Contemporanea in Florence in 2018, aimed to provide insights, analysis and reflections about global identity dynamics, with particular attention to cultural production, the hybridization of languages and postcolonial narratives. The publication is a collection of the essays and lectures by the speakers who took part in this crucial artistic and cultural event.

https://www.moussepublishing.com/?product=/global-identities/

 

Global Identities. Postcolonial and Cross-cultural Narratives

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Global Identities. Postcolonial and Cross-cultural Narratives

Edited by Valentina Gensini, Anna Triandafillydo.
Texts by Veronica Caciolli, Jasper Chalcraft, Nick Dines, Livia Dubon Bohlig, Daria Filardo, Valentina Gensini, Matteo Innocenti, Jeremie Molho, Monica Sassatelli, Justin Randolph Thompson and Janine Gaelle Djeudi, Anna Triandafyllidou.

Global Identities. Postcolonial and Cross-cultural Narratives

Available in:

Daria Filardo

Curatrice e storica dell'arte

Daria Filardo Storica dell’arte e curatrice indipendente, vive a Firenze. Insegna Contemporary art practices e Art Practicum al Master in studio Arts (Saci Firenze), Visual Arts al Master in Arts Management allo IED – Firenze, dove coordina il final project. Ha insegnato inoltre dal 2001 al 2011 Storia dell’arte contemporanea alla Fondazione Studio Marangoni. Dal 1998 al 2000 ha lavorato come curatrice al Palazzo delle Papesse di Siena e dal 2001 è curatrice indipendente. Scrive su cataloghi e su riviste. Si interessa a progetti a lunga scadenza che articola negli anni, come ‘‘Distanza come identità?”.
Selezione mostre curate: Do you remember, Aleksander Duravcevic, (saggio in catalogo) Montenegro pavillion, 56.ma Biennale di Venezia, 2015; Can I reach you?, Valerio Rocco Orlando, Bianco/Valente, Claudia Losi, insieme a Pietro Gaglianò e Angel Moel Garcia, Tenuta dello Scompiglio, Lucca, ottobre 2015; Filling the void – Walker Keith Jernigan, residenza e mo

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Daria Filardo Storica dell’arte e curatrice indipendente, vive a Firenze. Insegna Contemporary art practices e Art Practicum al Master in studio Arts (Saci Firenze), Visual Arts al Master in Arts Management allo IED – Firenze, dove coordina il final project. Ha insegnato inoltre dal 2001 al 2011 Storia dell’arte contemporanea alla Fondazione Studio Marangoni. Dal 1998 al 2000 ha lavorato come curatrice al Palazzo delle Papesse di Siena e dal 2001 è curatrice indipendente. Scrive su cataloghi e su riviste. Si interessa a progetti a lunga scadenza che articola negli anni, come ‘‘Distanza come identità?”.
Selezione mostre curate: Do you remember, Aleksander Duravcevic, (saggio in catalogo) Montenegro pavillion, 56.ma Biennale di Venezia, 2015; Can I reach you?, Valerio Rocco Orlando, Bianco/Valente, Claudia Losi, insieme a Pietro Gaglianò e Angel Moel Garcia, Tenuta dello Scompiglio, Lucca, ottobre 2015; Filling the void – Walker Keith Jernigan, residenza e mostra personale, Boccanera Gallery, Trento, maggio 2014; Placing Space/Spacing Place- Walker Keith Jernigan, Xenos, Firenze, 2014; Material Marks (as far as I can reach) Sophie Tottie, Giacomo Guidi, Milano, maggio 2014; Arte torna arte, con Bruno Corà e Franca Falletti, Galleria dell’Accademia, Firenze, maggio – dicembre 2012; Cartabianca Firenze, con Lorenzo Bruni e Pietro Gaglianò, Museo of Villa Croce, Genova, 2011; Motherland/Homeland. Simon Roberts, Ex3, Firenze, 2010; Sahara chronicle. Ursula Biemann (distance for identity?) careof/DOCVA, Milano, 2010; Fuori Contesto – public art project, con Cecilia Guida, Bologna/Milano/Manifesta7 Bz-Tn-Rov, 2008.

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