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Katiuscia Favilli & Paolo Mereu I Istituto Comprensivo Masaccio

Al di là

Indagine sul mito di Orfeo ed Euridice di Katiuscia Favilli

 

Il mito di Orfeo ed Euridice, oltre alla sua romantica interpretazione, mette di fronte all’esperienza dell’inevitabilità della fine al di là della potenza della vita e della volontà dei sentimenti. Il mito può essere un mezzo per fare esperienza di questioni esistenziali complesse con cui è difficile confrontarsi con il solo pensiero analitico e logico. Orfeo attraversa le porte dell’Ade, ma non è il solo. Nella letteratura troviamo altri esempi di eroi ed eroine che riescono a superare la soglia tra la vita e la morte per entrare in un mondo completamente ignoto. Fin dall’antichità la geografia del mondo delle tenebre era molto chiara agli individui, oggi questo spazio è incerto, negato anche come forma di riflessione o esercizio creativo. Com’è l’aldilà? Come te lo immagini? Queste le prime domande con cui entreremo in dialogo con le ragazze e i ragazzi. La riflessione sull’altro mondo, sul luogo fisico e mentale dove chi muore va, è uno spazio creativo e di riflessione concreto che può dare la possibilità di parlare e confrontarsi in maniera protetta su un argomento complesso e difficile come la morte, in modo particolare nella fase della preadolescenza. Abbiamo spesso risposto o sentito raccontare alle bambine e ai bambini che le nuvole o la luna ospitano cani e gatti. Le prime esperienze di morte portano la conseguente domanda dov’è? a cui l’adulto ha necessità di dare una risposta. La ricerca sul mito di Orfeo ed Euridice desidera indagare lo spazio possibile di un al di là: immaginarlo, rifletterci, entrarci in relazione tramite l’utilizzo della scena teatrale.

 

Indagine sul nero di Paolo Mereu

 

Il nero si manifesta sottoforma di buio, luogo affascinante, se limitato a potenze inibenti; è seducente tanto da  trasformarsi in un caos consolatorio; è il colore dell’ovest dove tramonta il sole. Questo colore include variabili interessanti generando processi ciclici e ripetitivi: dal buio all’abbaglio, illuminante prima accecante poi. Nell’arte figurativa ha assunto significati spesso contraddittori nel corso del tempo: la fertilità, gli Inferi, l’aldilà, il lutto, l’umiltà, la penitenza e il peccato, per citarne alcuni, fino a simboleggiare persino l’autorità. Il non-colore per eccellenza riesce a generare immagini e visioni ad uno sguardo attento creando aspettative o desideri inattesi. Il laboratorio sarà costruito intorno allo studio di un’opera d’arte figurativa attinente al tema in questione. Gli studenti saranno invitati a scegliere un’opera da analizzare individualmente o in piccoli gruppi e cercheranno attraverso il corpo una maniera per esprimerne una sintesi. L’obiettivo sarà la costruzione di un linguaggio, su cui entreranno in gioco nuove riflessioni e osservazioni nate dall’indagine su questo colore. L’allenamento dello sguardo non sempre avviene in modo consapevole e costruttivo, infatti i giovani sono bombardati da immagini spesso vuote di significato oppure omologate ad un pensiero comune, che abbatte le loro potenzialità cognitive e immaginifiche, portandoli ad avere timore di uscire dal coro per esporsi liberamente e trascendere dal quotidiano. Nel ciclo che prevede sei incontri, verranno proposte pratiche in grado di preparare il corpo ad entrare in uno specifico processo drammaturgico la cui finalità è la costruzione di un metalinguaggio. Ogni incontro solleciterà il pensiero del corpo secondo una tematica specifica, che cercheremo di analizzare sotto molteplici aspetti (meccanico, cinestetico, sociale, artistico, culturale e politico).

 


Katiuscia Favilli

KATIUSCIA FAVILLI si occupa di arti performative come pratica di scena e progettazione da venti anni.  Formatrice in ambito artistico ed educativo declina la pratica del teatro come strumento di esplorazione del sé, capacità relazionale e crescita del proprio potenziale. Ha maturato competenze nella progettazione di percorsi sia per soggetti in formazione che per formatori, in ambiti formali e informali, quali scuole, festival e cooperative sociali. Attualmente collabora con il dipartimento... di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi di Firenze.

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Paolo Mereu

PAOLO MEREU studia danza e architettura a Firenze. Successivamente segue i corsi di formazione presso la Nikolais and Louis Dance School, il Merce Cunningham Studio e studia con Richard Haisma, David Zambrano e Jim May a New York. Danza con diverse compagnie in Italia e all’estero tra cui: Simona Bucci, Roberto Castello, Santiago Sempere, Nikolais & Louis Dance Company, Jeanette Stoner, Neta Pulvermacher e Susanne Linke. Nel 1991 inizia un suo percorso di ricerca coreografica intessendo... delle collaborazioni con artisti di varie discipline; cura i movimenti coreografici per diversi lavori teatrali e in differenti realtà culturali (Italia, Francia, Polonia e Stati Uniti). Dal 2006 al 2010 dirige una formazione professionale per danzatori contemporanei a Firenze,

svolgendo anche il ruolo di docente. Fino al 2017 è docente stabile presso l’Accademia Internazionale Coreutica di Firenze dove dal 2005 insegna tecnica, improvvisazione, composizione e coreografia, e crea diversi assoli per concorsi, audizioni e coreografie di gruppo. Conduce seminari e laboratori in diversi centri in Italia, Svizzera, Polonia e Svezia.

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