OGGI APERTO
14:30 - 19:30
  • LUN: Chiuso
  • MAR: 14:30 - 19:30
  • MER: 14:30 - 19:30
  • GIO: 14:30 - 19:30
  • VEN: 14:30 - 19:30
  • SAB: 14:30 - 19:30
  • DOM: Chiuso
Chiusi per le festività

Performace Habitus/Ethos, Coro CONfusion di Benedetta Manfriani

Progetto realizzato nel corso di una residenza d’artista presso MAD, 2019 , parte della installazione Mediterranea

Performace Habitus/Ethos, Coro CONfusion di Benedetta Manfriani

Installazione multimediale e performativa di Benedetta Manfriani;
Sound Design a cura di Agnese Banti
in collaborazione con Tempo Reale.
Performers: Coro CONfusion

 

L’Habitus è un sistema di schemi percettivi, di pensiero e di azione acquisiti in maniera duratura e generati da condizioni oggettive, ma che tendono a persistere anche dopo il mutamento di queste condizioni. È uno schema di comportamento culturale e sociale appreso nel proprio ambiente di vita, che tende a riprodursi e che viene tramandato. In quanto tale è subìto ed è una situazione di comodo (habitus-abitudine) che sembra facilitare lo stile di vita e il comportamento quotidiano. È fondato sulla rassicurazione del ‘così si è sempre fatto’ e rifugge il cambiamento.

È la chiave della riproduzione culturale, essendo strettamente collegato alla struttura di gruppo sociale (classe, fede religiosa, etnia, livello di istruzione, professione, e via dicendo), ed è in grado di generare comportamenti regolari che condizionano la vita sociale, ovvero usanze, costumi e credenze “conformi” all’attesa sociale.

L’Ethos si rifà alla percezione della coscienza individuale e informa il comportamento morale. L’Ethos è di per sé una scelta libera, innovativa, di mutazione e di trasformazione di quanto viene appreso dalla cultura e dal condizionamento sociale. È pertanto deviante e faticoso, ma foriero di nuove possibilità di vita e capace di trasformare l’esistente in relazione al cambiamento dei tempi.

Il fenomeno delle migrazioni sposta da un paese all’altro molte persone con il loro bagaglio di consuetudini, credenze, aspirazioni, e costringe chi arriva e chi accoglie al cambiamento. Anche qui ci aiutano le parole: ospite è sia colui che ospita, sia colui che è ospitato,  intendendo così la necessità di un patto vincolante e sacro, di reciprocità. Un rapporto intercambiabile.

L’Habitus è resistente a qualsiasi contributo esterno destabilizzante e cede facilmente alla tentazione di segregare le nuove forme di vita per evitare contaminazione e meticciamento. Attingendo all’Ethos è invece possibile far dialogare culture diverse. È l’unica forma possibile per accogliere e valorizzare il flusso inesorabile della vita e della storia, caratterizzato dal continuo cambiamento. Più una cultura è ricca, consolidata e costituita da persone anziane, più è resistente al cambiamento e tende all’ arroccamento su posizioni sclerotizzate e all’esclusione sociale, ovvero a privilegiare l’habitus invece dell’Ethos.

In questo preciso momento storico è necessario e urgente fare scelte dettate dall’Ethos e dalla giustizia. L’ingiustizia crea emarginazione, devianza e illegalità. L’autentica legalità, invece, non è il legalismo dei codici, ma è la traduzione normativa del senso della giustizia che si radica nell’Ethos della convivenza umana. Vivere la legalità significa generare nuove leggi, o modificare quelle esistenti, in relazione alle nuove necessità dell’inclusione e dell’accoglienza dei nuovi popoli e delle culture che giungono e giungeranno nel nostro paese. Questa operazione si radica nella speranza che sia possibile trovare una via per creare una società fondata sul rispetto dei diritti universali e sulla dignità di ogni uomo.

Anche la tradizione giudaico-cristiana dice: “Ama lo straniero perché anche tu sei stato straniero” (Dt. 10,19). Parole che suonano come un invito a sentirsi stranieri, e ad agire mettendosi nei panni dell’altro. Essere stranieri non significa soltanto aver attraversato un confine, ma anche essersi sentiti esclusi, discriminati, umiliati, abbandonati, condizione che riguarda, in qualche momento della vita, ogni persona. La capacità di mettersi nei panni degli altri è una grande opportunità per partecipare alla più grande opera creativa possibile, quella di tentare di ristabilire la giustizia sulla terra.

Benedetta Manfriani

Benedetta Manfriani artista visiva e cantante, ha esplorato negli anni tecniche e linguaggi diversi – video, installazioni, fotografia, musica, ceramica, grafica – dando vita a opere multiformi. Collabora con Tempo Reale, sia nella didattica sia nella produzione di opere multimediali, e con la compagnia teatrale Catalyst. È attualmente artista in residenza al MAD Murate Art District. Nell’ambito del Progetto RIVA ha diretto la performance sonora Rivers  nel 2018, partecipando nel 2017 ad una installazione sonora di Tempo Reale Festival. Nel 2016 ha ideato CONfusion, un gruppo vocale multietnico formato da persone provenienti da molti paesi del mondo, che lavora per l’inclusione dei migranti attraverso la musica e la performance, attivo anche presso il Teatro Puccini di Firenze.

CONfusion

CONfusion è un gruppo vocale formato da persone provenienti da diversi paesi del mondo, nato come progetto di inclusione di migranti e rifugiati, ideato e diretto da Benedetta Manfriani, attivo presso uno Sprar di Borgo S. Lorenzo e presso il Teatro Puccini di Firenze. In tre anni di attività hanno partecipato alle attività del coro oltre 80 persone provenienti da Gambia, Ghana, Nigeria, Camerun, Senegal, Congo, Togo, Mali, Guinea, Yemen, Costa d’Avorio, Armenia, Pakistan, Siria,  Francia, Germania, Usa, Uk, Olanda, e tanti italiani del territorio del Mugello e di Firenze.

È un melting pot di musiche, lingue, colori, laboratorio e spazio di contaminazione di culture, e generi musicali e artistici diversi. La proposta culturale del coro CONfusion parte dalla reinterpretazione di brani del repertorio popolare delle diverse tradizioni musicali che toccano temi universali, per arrivare a brani di autori contemporanei, creati anche attraverso la rielaborazione di musiche tradizionali proposte dai coristi migranti. All’interno del coro CONfusion questo scambio di vissuti profondi attraverso la musica e la condivisione di tanti patrimoni di lingue e culture diverse, caratterizza l’ordinaria pratica artistica e umana.

In tre anni di attività, CONfusion ha svolto un’importante azione di sensibilizzazione anche attraverso iniziative quali prove aperte alla cittadinanza, flash-mob per strada e su mezzi pubblici, incontri nelle scuole.

Allo stesso tempo CONfusion ha intrapreso una crescita artistica che lo ha portato a conseguire risultati importanti fra i quali l’esecuzione della performance Rivers di Yuval Avital, nell’ambito del progetto RIVA 2018, concerti nelle biblioteche nell’ambito degli eventi promossi da Catalyst per l’Estate Fiorentina 2018, la partecipazione al Tempo Reale Festival 2017 (Sound&Bike), Migrarti 2017 (produzione di un brano contemporaneo originale, concerti al Teatro Puccini e al Corsini di Barberino, e realizzazione di un docufilm sull’esperienza del coro, la partecipazione allo spettacolo del Pavel Zalov Quartet di Enrico Fink al Teatro Corsini di Barberino per la giornata della memoria 2019.

Dalla primavera 2019 CONfusion è in residenza al Murate Art District

Il Progetto è realizzato nell’ambito di Toscanaincontemporanea 2019 con il sostegno di Regione Toscana e Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze