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Lettura performativa dei tarocchi
ispirata all’immaginario di Shakespeare

7-8-9-10 novembre

liberamente ispirato all’opera di William Shakespeare
di e con Marco Di Costanzo
suono Andrea Pistolesi
costumi Laura Dondoli
produzione Teatro dell’Elce
coproduzione Fondazione Armunia Castello Pasquini
con il contributo di Fondazione CR Firenze, Regione Toscana, Comune di Firenze
residenze artistiche Teatri d’Imbarco, Teatro delle Donne, Murate Art District
con il sostegno del Centro di Residenza della Toscana (Armunia-CapoTrave/Kilowatt), Comune di Sansepolcro

Uno spazio nascosto e raccolto: una stanza, un balcone, un ascensore, l’interno di un furgone…
Un bardo, o sedicente tale, con un mazzo di tarocchi.
L’accesso è consentito a una persona alla volta ogni quindici minuti con una singola richiesta: “Mi devo licenziare?” o “Devo divorziare?” o “Devo partire?” oppure altre parole, parole, parole, purché esprimano una sola, precisa, domanda. La

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Lettura performativa dei tarocchi
ispirata all’immaginario di Shakespeare

7-8-9-10 novembre

liberamente ispirato all’opera di William Shakespeare
di e con Marco Di Costanzo
suono Andrea Pistolesi
costumi Laura Dondoli
produzione Teatro dell’Elce
coproduzione Fondazione Armunia Castello Pasquini
con il contributo di Fondazione CR Firenze, Regione Toscana, Comune di Firenze
residenze artistiche Teatri d’Imbarco, Teatro delle Donne, Murate Art District
con il sostegno del Centro di Residenza della Toscana (Armunia-CapoTrave/Kilowatt), Comune di Sansepolcro

Uno spazio nascosto e raccolto: una stanza, un balcone, un ascensore, l’interno di un furgone…
Un bardo, o sedicente tale, con un mazzo di tarocchi.
L’accesso è consentito a una persona alla volta ogni quindici minuti con una singola richiesta: “Mi devo licenziare?” o “Devo divorziare?” o “Devo partire?” oppure altre parole, parole, parole, purché esprimano una sola, precisa, domanda. La risposta è una lettura delle carte ispirata all’immaginario di William Shakespeare.

William Shakespeare’s half time job è un’immersione nell’opera dell’autore inglese attraverso una forma scenica fedele ai testi e allo stesso tempo irriconoscibile, contemporanea. La parola di Shakespeare è svincolata dalle trame e dai personaggi per privilegiarne l’aspetto filosofico, immaginifico, etico-morale: lo sguardo dell’autore è impiegato in una lettura dei tarocchi per un singolo spettatore, veicolato con un linguaggio apparentemente “spontaneo”, estemporaneo, ma in realtà nutrito di frasi, immagini e aneddoti tratti dai suoi testi.

 

 


Per maggiori informazioni e prenotazioni
organizzazione@teatrodellelce.it 

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Stefano Parigi

Attore

Dopo aver percorso un periodo formativo in varie discipline teatrali, insieme al regista Marco Di Costanzo e al sound designer Andrea Pistolesi, dà vita alla compagnia Teatro dell’Elce nel 2006. Con questa produce e interpreta Ercole e le stalle di Augia, monologo tratto dall’omonimo radiodramma di Dürrenmatt; Cinquanta! Epopea di un faticoso entusiasmo, spettacolo originale non verbale, Il Salone di Z***, performance sensoriale e Il sogno di Rodolfo Siviero, spettacolo site-specific all’interno del museo fiorentino Casa Siviero; è tra i lettori impiegati nei reading sonorizzati del progetto Teatro nelle città.

Dopo aver percorso un periodo formativo in varie discipline teatrali, insieme al regista Marco Di Costanzo e al sound designer Andrea Pistolesi, dà vita alla compagnia Teatro dell’Elce nel 2006. Con questa produce e interpreta Ercole e le stalle di Augia, monologo tratto dall’omonimo radiodramma di Dürrenmatt; Cinquanta! Epopea di un faticoso entusiasmo, spettacolo originale non verbale, Il Salone di Z***, performance sensoriale e Il sogno di Rodolfo Siviero, spettacolo site-specific all’interno del museo fiorentino Casa Siviero; è tra i lettori impiegati nei reading sonorizzati del progetto Teatro nelle città.

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Domenico Cucinotta

Attore

Nasce a Catania nel 1967. Nel 1990 intraprende gli studi teatrali a Messina, dove vive e lavora. Nel 1991 si diploma all’Accademia d’Arte drammatica della Calabria diretta da Alvaro Piccardi. Dopo uno stage di formazione presso l’Università teatrale di Varsavia frequenta, tra il 1992 e il 1993, la scuola di regia presso l’Accademia d’arte Drammatica di Mosca diretta dal maestro Anatolij Vasil’ev. Partecipa all’Università del Teatro Eurasiano diretta Eugenio Barba. Nel 1996 fonda, con Mariapia Rizzo, il Teatro dei Naviganti, del quale è direttore artistico, regista e pedagogo. Dal 2000 dirige, presso i Magazzini del Sale, sede del Teatro dei Naviganti, un laboratorio permanente di ricerca teatrale. Svolge regolarmente la professione di attore.

Nasce a Catania nel 1967. Nel 1990 intraprende gli studi teatrali a Messina, dove vive e lavora. Nel 1991 si diploma all’Accademia d’Arte drammatica della Calabria diretta da Alvaro Piccardi. Dopo uno stage di formazione presso l’Università teatrale di Varsavia frequenta, tra il 1992 e il 1993, la scuola di regia presso l’Accademia d’arte Drammatica di Mosca diretta dal maestro Anatolij Vasil’ev. Partecipa all’Università del Teatro Eurasiano diretta Eugenio Barba. Nel 1996 fonda, con Mariapia Rizzo, il Teatro dei Naviganti, del quale è direttore artistico, regista e pedagogo. Dal 2000 dirige, presso i Magazzini del Sale, sede del Teatro dei Naviganti, un laboratorio permanente di ricerca teatrale. Svolge regolarmente la professione di attore.

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Marco Di Costanzo

Regista, autore e attore

È regista, autore e attore teatrale. Da circa vent’anni porta avanti un percorso di ricerca focalizzato sulla direzione degli attori, sul rapporto tra poietica e forme sceniche, sulla creazione in ensemble, sul rapporto tra teatro e società. Si forma con O. Melnik a Firenze e si specializza con A. Vasil’ev, A. Mnouchkine, Y. Lebreton, P. Byland. Nel 2006 fonda il Teatro dell’Elce, nucleo di produzione di cui è direttore artistico. Conduce periodicamente laboratori di creazione teatrale ed è direttore artistico della sezione “Teatro” dell’Estate Fiesolana dal 2013 al 2016.

È regista, autore e attore teatrale. Da circa vent’anni porta avanti un percorso di ricerca focalizzato sulla direzione degli attori, sul rapporto tra poietica e forme sceniche, sulla creazione in ensemble, sul rapporto tra teatro e società. Si forma con O. Melnik a Firenze e si specializza con A. Vasil’ev, A. Mnouchkine, Y. Lebreton, P. Byland. Nel 2006 fonda il Teatro dell’Elce, nucleo di produzione di cui è direttore artistico. Conduce periodicamente laboratori di creazione teatrale ed è direttore artistico della sezione “Teatro” dell’Estate Fiesolana dal 2013 al 2016.

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Uomini da poco | Teatro dell'Elce
Uomini da poco | Teatro dell'Elce

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Uomini da poco | Teatro dell'Elce

di Hans Petter Blad
traduzione Cristina Falcinella
regia Marco Di Costanzo
con Domenico Cucinotta e Stefano Parigi
suono Andrea Pistolesi
scene Eva Sgrò
costumi Laura Dondoli
produzione Teatro dell’Elce
con il sostegno di Regione Toscana, Comune di Firenze
residenze artistiche Teatri d’Imbarco E.T.S. e Associazione Atto Due nell’ambito del progetto art. 43 M.I.C. e Regione Toscana in collaborazione con Elsinor/Teatro Cantiere Florida










di Hans Petter Blad
traduzione Cristina Falcinella
regia Marco Di Costanzo
con Domenico Cucinotta e Stefano Parigi
suono Andrea Pistolesi
scene Eva Sgrò
costumi Laura Dondoli
produzione Teatro dell’Elce
con il sostegno di Regione Toscana, Comune di Firenze
residenze artistiche Teatri d’Imbarco E.T.S. e Associazione Atto Due nell’ambito del progetto art. 43 M.I.C. e Regione Toscana in collaborazione con Elsinor/Teatro Cantiere Florida

Uomini da poco | Teatro dell'Elce

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Uomini da poco | Teatro dell'Elce

Thomas è uno scrittore e un marito esemplare, finché una sera si rende responsabile dell’omicidio di una ragazza. In cerca d’ aiuto, si rivolge all’amico Gregers, un avvocato rampante, il cui passatempo preferito è attaccare briga nei luoghi pubblici per farsi picchiare. Dall’idea di normalità che sembrava incarnare, Thomas si vede scaraventato nella schiera di assassini e stupratori che Gregers difende in aula e per cui l’avvocato prova una malcelata ammirazione.
I due amici si recano nell’appartamento di Thomas per accertare la dinamica dell’accaduto, ma il corpo della ragazza è scomparso. E se la donna non fosse morta? Perché inventarsi allora una simile fantasia?
Il drammaturgo norvegese Hans Petter Blad ci accompagna nel dialogo vertiginoso e assurdo fra i due protagonisti mettendo in crisi le definizioni alle quali siamo più ancorati: chi è la gente per bene? Quella che non dimentica mai l’ombrello quando piove? E chi sono invece gli altri?
“E il punto


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Thomas è uno scrittore e un marito esemplare, finché una sera si rende responsabile dell’omicidio di una ragazza. In cerca d’ aiuto, si rivolge all’amico Gregers, un avvocato rampante, il cui passatempo preferito è attaccare briga nei luoghi pubblici per farsi picchiare. Dall’idea di normalità che sembrava incarnare, Thomas si vede scaraventato nella schiera di assassini e stupratori che Gregers difende in aula e per cui l’avvocato prova una malcelata ammirazione.
I due amici si recano nell’appartamento di Thomas per accertare la dinamica dell’accaduto, ma il corpo della ragazza è scomparso. E se la donna non fosse morta? Perché inventarsi allora una simile fantasia?
Il drammaturgo norvegese Hans Petter Blad ci accompagna nel dialogo vertiginoso e assurdo fra i due protagonisti mettendo in crisi le definizioni alle quali siamo più ancorati: chi è la gente per bene? Quella che non dimentica mai l’ombrello quando piove? E chi sono invece gli altri?
“E il punto è che non capisci” – dice Thomas a Gregers – “che oltretutto avresti potuto trasformare un uomo innocente in un assassino”: e così, senza che se ne avvedano, quella che è solo un’idea diviene, per i due amici, un destino ineluttabile .

Uomini da poco | Teatro dell'Elce

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Little Boy

Residenza d'artista del Teatro dell'Elce

Lo spettacolo al centro del progetto di residenza del Teatro dell’Elce è stato Little Boy, una versione per la scena de La coscienza al bando, carteggio pubblicato negli anni Sessanta, in cui la causa è quella anti-nucleare e a confrontarsi con essa sono Günther Anders, un intellettuale engagé, e Claude Eatherly, il pilota americano che ha dato il via libera al rilascio della bomba su Hiroshima. “Little boy” è il nome in codice della bomba di Hiroshima.

Günther Anders, filosofo e scrittore, tra i fondatori del movimento anti-nucleare in Germania, viene a conoscenza della situazione di Eatherly leggendo per caso un articolo sulla rivista Newsweek nel 1959. Agli occhi di Anders, noto per le riflessioni sul “dislivello prometeico” tra l’uomo e la tecnica nell’era atomica, Eatherly appare subito come l’anti-Eichmann: a differenza dell’ex-funzionario nazista – uno dei maggiori responsabili dei campi di sterminio il quale, processato in quegli anni,

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Lo spettacolo al centro del progetto di residenza del Teatro dell’Elce è stato Little Boy, una versione per la scena de La coscienza al bando, carteggio pubblicato negli anni Sessanta, in cui la causa è quella anti-nucleare e a confrontarsi con essa sono Günther Anders, un intellettuale engagé, e Claude Eatherly, il pilota americano che ha dato il via libera al rilascio della bomba su Hiroshima. “Little boy” è il nome in codice della bomba di Hiroshima.

Günther Anders, filosofo e scrittore, tra i fondatori del movimento anti-nucleare in Germania, viene a conoscenza della situazione di Eatherly leggendo per caso un articolo sulla rivista Newsweek nel 1959. Agli occhi di Anders, noto per le riflessioni sul “dislivello prometeico” tra l’uomo e la tecnica nell’era atomica, Eatherly appare subito come l’anti-Eichmann: a differenza dell’ex-funzionario nazista – uno dei maggiori responsabili dei campi di sterminio il quale, processato in quegli anni, si riteneva innocente dichiarando di aver solo obbedito agli ordini dei superiori – Eatherly ha conservato la sua coscienza e non riesce a tacitare il rimorso per il suo “atto”. Anders decide di scrivergli e alla prima lettera seguirà un carteggio di oltre due anni.
Una selezione delle lettere del carteggio compone il testo dello spettacolo: dalle parole scritte e inviate reciprocamente dai due protagonisti affiorano linee tematiche diverse e complementari. La prima, la più evidente, è il mettersi a servizio di una causa. La causa anti-nucleare, nello specifico. Un’altra linea, drammatica e urgente, è quella della lotta per la riabilitazione di Eatherly: Anders cercherà in ogni modo di aiutare l’amico a uscire dall’ospedale psichiatrico. La terza linea, implicita e paradossale, è quella del ruolo del singolo rispetto alle grandi cause.
Proprio questa terza linea costituisce l’indagine di fondo dello spettacolo, il suo nucleo problematico. C’è
un’apparente incompatibilità tra ciò che l’essere umano fa e desidera come individuo e ciò che egli fa e desidera come membro della specie? La dedizione a una causa è materia da santi o da folli? Il militante è un eroe o un fanatico? Perché spesso agire in una relazione tra singoli va in contrasto con l’agire per il bene comune?

Little Boy

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Teatro dell'Elce

Compagnia teatrale

Il Teatro dell’Elce nasce a Firenze nel 2006 su iniziativa del regista Marco Di Costanzo, dell’attore Stefano Parigi e del sound designer Andrea Pistolesi. Nel tempo il gruppo originario si arricchisce di nuove collaborazioni e diviene un nucleo di produzione di spettacoli e altri progetti teatrali. L’attività del Teatro dell’Elce coniuga la ricerca sul lavoro dell’attore con la volontà di rivolgersi a un pubblico il più possibile vasto e differenziato, al fine di produrre un teatro popolare di qualità. Le produzioni del Teatro dell’Elce sono state distribuite sul territorio nazionale e la compagnia è stata rappresentante dell’Italia al Festival International du Théâtre d’Alger 2010 (Algeria) e al Festival Internacional de Teatro por la Paz 2011 e 2012 a Barrancabermeja (Colombia).

Il Teatro dell’Elce nasce a Firenze nel 2006 su iniziativa del regista Marco Di Costanzo, dell’attore Stefano Parigi e del sound designer Andrea Pistolesi. Nel tempo il gruppo originario si arricchisce di nuove collaborazioni e diviene un nucleo di produzione di spettacoli e altri progetti teatrali. L’attività del Teatro dell’Elce coniuga la ricerca sul lavoro dell’attore con la volontà di rivolgersi a un pubblico il più possibile vasto e differenziato, al fine di produrre un teatro popolare di qualità. Le produzioni del Teatro dell’Elce sono state distribuite sul territorio nazionale e la compagnia è stata rappresentante dell’Italia al Festival International du Théâtre d’Alger 2010 (Algeria) e al Festival Internacional de Teatro por la Paz 2011 e 2012 a Barrancabermeja (Colombia).

Un training per l’attore “neo-drammatico”

Residenza d'artista del Teatro dell'Elce

Negli ultimi anni, e in particolare durante il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19 della primavera 2020, abbiamo sviluppato l’esigenza di definire in modo più preciso l’estetica teatrale che ha caratterizzato i primi quindici anni di attività della compagnia. La necessità di questa definizione non nasce dalla volontà di concettualizzare il nostro operato, né ha lo scopo di descrivere la compagnia in una prospettiva storica. Al contrario, è una definizione che vuole emergere dallo sviluppo di una prassi di lavoro da costruire in sala, con i corpi, lo spazio, il movimento, l’immaginazione e – certamente – anche la relativa e conseguente riflessione; anziché essere proiettata sul passato, essa si slancia in avanti per caratterizzare la declinazione dei nostri futuri processi artistici.

Il primo passo da compiere ci è sembrato quello di tornare alle varie fonti e alle esperienze che hanno influenzato il nostro cammino per compiere un lavoro di sintesi e mettere a pu

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Negli ultimi anni, e in particolare durante il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19 della primavera 2020, abbiamo sviluppato l’esigenza di definire in modo più preciso l’estetica teatrale che ha caratterizzato i primi quindici anni di attività della compagnia. La necessità di questa definizione non nasce dalla volontà di concettualizzare il nostro operato, né ha lo scopo di descrivere la compagnia in una prospettiva storica. Al contrario, è una definizione che vuole emergere dallo sviluppo di una prassi di lavoro da costruire in sala, con i corpi, lo spazio, il movimento, l’immaginazione e – certamente – anche la relativa e conseguente riflessione; anziché essere proiettata sul passato, essa si slancia in avanti per caratterizzare la declinazione dei nostri futuri processi artistici.

Il primo passo da compiere ci è sembrato quello di tornare alle varie fonti e alle esperienze che hanno influenzato il nostro cammino per compiere un lavoro di sintesi e mettere a punto un training, ovvero una serie di esercizi, giochi, provocazioni che mettano l’attore nella condizione di accedere al lavoro di prova e di spettacolo in una determinata temperie estetica.

L’immagine che ci guida nell’elaborazione del training è quella che abbiamo chiamato “teatro neo-drammatico”. È anche questa una definizione che si va costruendo: nasce dal desiderio esplorare gli aspetti più performativi dell’atto teatrale senza rinunciare a un’impostazione “drammaturgica” in senso lato, per cui l’atto al presente del performer non dovrebbe prescindere da un’impostazione di senso stabilita a priori. In altre parole, se il teatro drammatico fosse una strada e il teatro performativo fosse acqua, il “teatro neo-drammatico” sarebbe un fiume.

Un training per l’attore “neo-drammatico”

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Noi ritorneremo! - Lighthouse Live Streaming da Murate Art District tratto da “La resistenza a Firenze” di C. Francovich

Un progetto di produzione continua di reading sulla cultura civile | Teatro dell'Elce

Lighthouse, un progetto di produzione continua di reading sulla cultura civile, si sposta sul web. “Noi ritorneremo!” è l’intestazione di un volantino distribuito dai soldati tedeschi per le strade di Firenze il 6 agosto 1944, pochi giorni prima di lasciare la città, scacciati dall’insurrezione dei fiorentini e dall’incalzare degli alleati. Se è vero che la Storia non consentì ai nazisti di dar seguito a quella minaccia, la sua eco sinistra risuona come monito per tutti coloro che pensano che la libertà sia uno stato acquisito e permanente.

Al racconto vibrante tratto dal resoconto di Carlo Francovich si intrecciano i video originali realizzati presso Murate Art District e in esterno notte per le strade della città di Firenze: le trame video ampliano le risonanze associative della parola e del suono, lo spazio diviene materia poetica per l’evento stesso. Un percorso dal tramonto all’alba per le strade vuote del coprifuoco, la vicenda di un’occupazione, una lotta e

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Lighthouse, un progetto di produzione continua di reading sulla cultura civile, si sposta sul web. “Noi ritorneremo!” è l’intestazione di un volantino distribuito dai soldati tedeschi per le strade di Firenze il 6 agosto 1944, pochi giorni prima di lasciare la città, scacciati dall’insurrezione dei fiorentini e dall’incalzare degli alleati. Se è vero che la Storia non consentì ai nazisti di dar seguito a quella minaccia, la sua eco sinistra risuona come monito per tutti coloro che pensano che la libertà sia uno stato acquisito e permanente.

Al racconto vibrante tratto dal resoconto di Carlo Francovich si intrecciano i video originali realizzati presso Murate Art District e in esterno notte per le strade della città di Firenze: le trame video ampliano le risonanze associative della parola e del suono, lo spazio diviene materia poetica per l’evento stesso. Un percorso dal tramonto all’alba per le strade vuote del coprifuoco, la vicenda di un’occupazione, una lotta e una liberazione.

con Erik Haglund, Stefano Parigi, Carolina Pezzini, Monica Santoro
video Maria Montesi
regia Marco Di Costanzo

***

Il progetto Lighthouse

le risonanze associative della parola e del suono, gli spazi ospitanti divengono materia poetica dell’evento. Un percorso dal tramonto all’alba per le strade vuote del coprifuoco, la vicenda di un’occupazione, una lotta e una liberazione.

***

“Noi ritorneremo!” tratto da “La resistenza a Firenze” di C. Francovich

“Noi ritorneremo!” è l’intestazione di un volantino distribuito dai soldati tedeschi per le strade di Firenze il 6 agosto 1944, pochi giorni prima di lasciare la città, scacciati dall’insurrezione dei fiorentini e dall’incalzare degli alleati. Se è vero che la Storia non consentì ai nazisti di dar seguito a quella minaccia, la sua eco sinistra risuona come monito per tutti coloro che pensano che la libertà sia uno stato acquisito e permanente. La vicenda della liberazione di Firenze tra il ’43 e il ’44 è il racconto della presa di coscienza, da parte di un popolo, della propria dignità e della conseguente scelta di combattere per ottenerla.

Noi ritorneremo! - Lighthouse Live Streaming da Murate Art District tratto da “La resistenza a Firenze” di C. Francovich

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L'attore e il suo naso

Residenza d'artista del Teatro dell'Elce

Per la prima edizione del Laboratorio di formazione per attori, Murate Art District in collaborazione con Comune di Firenze e Teatro dell’Elce ha offerto una Borsa di Studio per la partecipazione gratuita al laboratorio teatrale “L’attore e il suo naso”. Ad un candidato meritevole è stata quindi data la possibilità di acquisire nuove esperienze attraverso un programma vario e strutturato e gli insegnamenti di attori professionisti.

Laboratorio per attori, allievi attori o appassionati con forte motivazione guidato da Marco Di Costanzo, regista del Teatro dell’Elce.

“Chi è la persona che il pubblico vede sulla scena?”. “È il personaggio!”, risponderanno alcuni. “Ma no, è l’attore!”, risponderanno altri. “Come può il personaggio stupirsi di un evento che l’attore già conosce perché previsto dal copione?”. “Come può stupirsene ogni volta, durante ogni prova, durante ogni replica?”.

Il laboratorio “L’attore e il suo naso” si

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Per la prima edizione del Laboratorio di formazione per attori, Murate Art District in collaborazione con Comune di Firenze e Teatro dell’Elce ha offerto una Borsa di Studio per la partecipazione gratuita al laboratorio teatrale “L’attore e il suo naso”. Ad un candidato meritevole è stata quindi data la possibilità di acquisire nuove esperienze attraverso un programma vario e strutturato e gli insegnamenti di attori professionisti.

Laboratorio per attori, allievi attori o appassionati con forte motivazione guidato da Marco Di Costanzo, regista del Teatro dell’Elce.

“Chi è la persona che il pubblico vede sulla scena?”. “È il personaggio!”, risponderanno alcuni. “Ma no, è l’attore!”, risponderanno altri. “Come può il personaggio stupirsi di un evento che l’attore già conosce perché previsto dal copione?”. “Come può stupirsene ogni volta, durante ogni prova, durante ogni replica?”.

Il laboratorio “L’attore e il suo naso” si propone di studiare il paradosso attore-personaggio attraverso la pedagogia del clown ed è articolato in tre moduli:

  1. Introduzione alla presenza del clown.
  2. Il clown e l’improvvisazione.
  3. La presenza del clown e il testo drammatico.

Il clown è alla base di ogni personaggio. Il clown siamo noi stessi, inevitabilmente impreparati alla vita.

L'attore e il suo naso

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Little Boy

Residenza d'artista a cura del Teatro dell'Elce

Little Boy

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