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Talking Through the Archive

Evento a cura di
The Recovery Plan

in collaborazione con

Murate Art District

American Academy in Rome

e Villa Romana

con il supporto di
Terra Foundation for American Art

Talking Through the Archive è una performance in due atti che funge da finissage per le mostre William Demby: Tremendous Mobility e Divorando il Tempo, dedicate all’opera di Georges Adéagbo, entrambe curate da BHMF per gli spazi del Murate Art District. L’evento unisce la poesia di una delle voci più importanti del panorama contemporaneo, il poeta e teorico Fred Moten, con l’assistenza e la musica del compositore Brandon Lopez, in una performance live epica concepita come Atto I della serata. A questa performance sonora segue la prima mondiale di un’opera teatrale scritta nel 1963 da William Demby, messa in scena per la prima volta sotto la direzione dell’artista Justin Randolph Thompson e la curatela di BHMF.

L’evento fa parte del lavoro continuo di Blak Archive Alliance, promosso da The Recovery Plan in collaborazione con il Murate Art District. È sostenuto dalla Terra Foundation for American Art, con ulteriore supporto da parte dell’American Academy in Rome e di Villa Romana.

ATTO I
Performance di Fred Moten & Brandon Lopez
Il bassista-improvvisatore e artista premiato dal Roulette, Brandon Lopez, e il poeta-studioso Fred Moten portano avanti una collaborazione che dura da anni. Fred Moten e Brandon Lopez suonano insieme dal 2018. Hanno collaborato di recente nel giugno 2024 al Silo City Reading Series (un evento immersivo e multidisciplinare in un complesso di silos lungo il fiume Buffalo) a Buffalo, NY. Nel 2022 hanno pubblicato un album insieme al batterista Gerald Cleaver per Reading Group.
Fred Moten, inimitabile poeta, teorico, critico e vincitore del MacArthur Fellowship nel 2020, è un teorico culturale che crea nuovi spazi concettuali capaci di accogliere forme emergenti di produzione culturale, estetica e vita sociale Black.
Brandon Lopez è un bassista, compositore e improvvisatore portoricano/americano che lavora ai margini della musica contemporanea. Il suo modo di suonare lo ha portato a collaborare con luminari dell’avanguardia contemporanea come Fred Moten, Gerald Cleaver e John Zorn. È stato solista con la New York Philharmonic e ha ricevuto numerosi riconoscimenti da organizzazioni come la Doris Duke Charitable Foundation e la Jerome Foundation.

ATTO II
Prima mondiale: “The Angel in the Death Cell”
Nell’edizione invernale del 1963 del sesto volume della rivista The New Morality, William Demby pubblicò un raro testo teatrale che non è mai stato messo in scena fino ad oggi. L’opera, The Angel in the Death Cell, è una riflessione toccante e sfumata sulla pena di morte e l’incarcerazione giovanile. Si basa su influenze musicali provenienti dall’improvvisazione jazz, movimenti ispirati alla danza, letture dal tono surreale e elementi formali del teatro greco-romano, per raccontare la storia di Johnny, un giovane condannato a morte che, in attesa della sua esecuzione da parte dello Stato, riceve la visita di un angelo.

La produzione è realizzata dall’artista Justin Randolph Thompson in collaborazione con il regista Kevin Jerome Everson e la co-direzione di Jemma Robin Thompson, in occasione della mostra Tremendous Mobility dedicata all’archivio di William Demby, in esposizione al Murate Art District fino al 5 maggio 2025. La performance, creata con la partecipazione di artisti e performer fiorentini, è una prima mondiale. L’opera è sostenuta dalla Terra Foundation for American Art nell’ambito del progetto Setting the Table, promosso da The Recovery Plan in collaborazione con Villa Romana e American Academy in Rome.

La Terra Foundation for American Art, fondata nel 1978 con sedi a Chicago e Parigi, sostiene organizzazioni e individui a livello locale e globale con l’obiettivo di promuovere dialoghi interculturali e incoraggiare pratiche trasformative che ampliano le narrazioni sull’arte americana, attraverso il programma di sovvenzioni, la collezione e le iniziative della fondazione.

 

 

per info: info.mad@musefirenze.it